Capitolo 2: Dazai si auto-invita a casa mia
La settimana seguente Chūya stava facendo il conto alla rovescia aspettando il momento in cui la campanella avrebbe posto fine alle sue sofferenze, fortunatamente quell'istante arrivò in fretta e il rosso esultò mentalmente.
"Finalmente non vedrò quell'imbecille di Dazai per due interi giorni" pensò mettendosi lo zaino in spalla e aggirandosi furtivamente nel tentativo di evitare il maniaco dei suicidi.
"Lo sai? Molte persone si chiederebbero come mai un nanerottolo stia sbirciando dietro gli angoli prima di girare, molti lo troverebbero strano" disse una voce alle sue spalle, Chūya non ebbe bisogno di girarsi per capire a chi appartenesse e sospirò.
"Come hai fatto a riconoscermi?" borbottò passandosi una mano tra i capelli.
"Non conosco molti nanetti con quei capelli rossi, è stato piuttosto facile", Chūya sbuffò arrabbiato.
"Smettila di chiamarmi con quei nomignoli assurdi, cos'è tutta questa confidenza?" chiese Chūya per poi uscire dalla scuola dirigendosi alla fermata dell'autobus della sventura.
"Quando arrivi al metro e settanta, ne riparliamo Chūya" sogghignò Dazai sedendosi accanto a lui.
"Sai una cosa? Torno a casa a piedi. Ci si vede, stupido Dazai" disse alzandosi e allontanandosi dal castano.
"Ciao, eh" lo salutò Dazai quando ormai Chūya era sparito dalla sua vista.
Solo che Chūya non tornò a casa quel pomeriggio, bensì andò in una biblioteca.
La fragranza di carta e inchiostro gli riportava alla memoria alcuni ricordi allegri e felici della sua infanzia, in quel silenzio trovava facile pensare e studiare, in effetti Chūya trascorreva molto tempo in quell'edificio, se avesse dovuto scegliere il suo luogo preferito avrebbe risposto la biblioteca senza indugio.
Si sedette al suo solito tavolo, si infilò gli auricolari nelle orecchie e picchiettò la penna sulla copertina del suo quaderno, aspettando l'ispirazione divina che purtroppo quel giorno non arrivò.
Chūya si perse nei suoi pensieri che riguardavano soprattutto la storia delle anime gemelle che aveva sentito raccontare tante volte da sua madre e la frase comparsa magicamente sul suo braccio che lo teneva costantemente sveglio la notte.
"Questa storia delle anime gemelle è tutta un'idiozia" sussurrò "Non capisco perché non posso scegliere io chi amare, invece di giocare ad una specie di caccia al tesoro per scoprire di chi sia questa maledetta citazione. Se le anime gemelle esistessero veramente mia madre avrebbe potuto essere più felice. E poi se questa persona non mi dovesse accettare? E se non dovessi piacerle?" sul punto di piangere Chūya appoggiò la testa sul tavolo e rimase così a lungo, dopo aver deciso che si era auto-commiserato abbastanza per quel giorno, si alzò e tornò a casa.
Appena inserì la chiave nella toppa ebbe un brivido lungo la schiena e sentendosi osservato, si voltò di scatto, il corridoio però, era vuoto.
"Perfetto! Ho anche le allucinazioni, cos'altro mi manca? I reumatismi e poi posso essere ufficialmente rinchiuso in un ospizio" borbottò entrando dentro casa, abbandonò lo zaino in un angolo dell'ingresso e piombò a faccia in giù sul letto, solo che sentì un "ahia" provenire da sotto di lui.
"Ho sicuramente sentito male, saranno state le molle del letto" pensò il ragazzo tentando di calmarsi.
Chūya sbatté le palpebre, da quando i letti provavano dolore? Si spostò e vide Dazai che gli sorrideva, il rosso cacciò un urlo e scese dal letto.
"Tu sei un pazzo! Come fai a sapere dove abito? E come accidenti hai fatto ad entrare? Ma io ti denuncio per effrazione e violazione di proprietà privata!" urlò puntando il dito contro il ragazzo sul suo letto.
"Sono perfettamente normale, mia madre mi ha fatto controllare. Ho chiesto in segreteria. La portinaia è una vecchietta molto gentile. Sì, come no non puoi vivere senza di me" disse Dazai scendendo dal letto e avvicinandosi al rosso che per la rabbia gli chiuse la porta in faccia, dall'altra parte arrivò un grugnito di dolore che informò Chūya del colpo andato a segno.
"Ben ti sta, cretino" urlò Chūya sedendosi sul divano mangiando il suo gelato nel tentativo di sbollire la rabbia.
"Avresti potuto uccidermi" disse imbronciato Dazai.
"Avresti festeggiato per essere morto, quindi ora ti tengo in vita dato che per te è la punizione peggiore in assoluto" sbottò Chūya innervosito.
"Antipatico, dammi almeno del ghiaccio da mettere su naso"
"Prenditelo da solo, dovresti essere abbastanza grande per poterci riuscire oppure hai così tanto bisogno di attenzioni?" sibilò Chūya assottigliando gli occhi e fissando male Dazai.
"Sei un pessimo padrone di casa, ti iscrivo a un corso di galateo e educazione" disse il castano andando a prendere il ghiaccio e posizionandolo sul suo naso.
"Non appena finisci con quel ghiaccio te ne vai da casa mia o ti spedisco in ospedale. E non voglio sentire repliche o lamentele sono stato chiaro?" gli ordinò Chūya, Dazai mugugnò qualcosa in risposta.
Chūya si alzò per prendere il telecomando e accendere la TV, annoiato osservò tutti i titoli presenti nel catalogo film.
"Uffa! Ma perché non c'è mai niente di decente qui dentro" si lagnò cercando qualcosa di vagamente interessante, quando finalmente il titolo di un film lo attirò.
"A cena con delitto, sembra carino" disse eccitato disse facendo partire il film, intanto Dazai si era spostato sul divano tenendo sempre il ghiaccio sul naso.
Circa a metà del film Dazai sentì qualcosa che gli si era poggiato contro la spalla, quel qualcosa però era Chūya che si era addormentato, delicatamente per non svegliarlo Dazai spostò il braccio e lo appoggiò sulle spalle del più basso stringendolo a sé.
"Il più bel pomeriggio della mia vita. E' bello tormentarti Chūya" sussurrò Dazai appoggiando la testa su quella del ragazzo seduto accanto a lui che sorrise nel sonno.
Angolo soyaoya/willy/kreker
questo capitolo è da scleri
sono troppo bellyny <3
detto questo, spero che il capitolo vi sia
piaciuto e niente buona giornata :3
*hoot*
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