《Capitolo 4》
Come una principessa di chissà quale favola, viveva il suo sogno più grande. Il sogno che ogni piccola bambina coltivava grezzamente nel suo cuore senza alcun briciolo di impurità, quello che nasceva nelle bambine, subito dopo aver visto uno di quei film dove il bel principe salvava l'incantevole principessa dal tetro castello in cui era rinchiusa contro la sua volontà e in un certo senso, il principe per niente azzurro che aveva trovato Talia, l'aveva portata via da quel castello in cui lei era rinchiusa e senza aver il bisogno di possedere chissà quale abito sfarzoso, lei viveva la sua favola assieme a colui che le giurava amore eterno e facendole credere che la loro storia non avrebbe mai avuto fine.
Non l'avrebbe mai avuta, avrebbero continuato a stuzzicarsi quando le lezioni li annoiavano e avrebbero continuato a divertirsi come bambini, senza preoccupazioni che li avrebbero tenuti incatenati ad alcun vincolo.
Una favola non scritta, una favola che non aveva bisogno di essere conosciuta, era questa la loro storia, ma Talia doveva solo rendersi conto che le favole erano solo frutto di finzione e che la loro felicità non sarebbe stata eterna, ma quando lei stava con il suo principe dai capelli neri, non riusciva a non essere felice e semplicemente si lasciava trasportare dalle sue emozioni da giovane innamorata.
Ma le cose non vanno mai come si vorrebbe e non ci volle molto tempo prima che Talia si rese conto che non poteva sempre andare tutto bene, era normale che fosse così, era il semplice corso dei fatti e per quanto cercassero di illudersi, sia Keisuke che Talia lo sapevano perfettamente.
Ora nell'abitazione del teppista, il silenzio la faceva da padrone. Le finestre della camera erano spalancate, lasciando che nella stanza entrasse un insolito e piacevole vento autunnale, che seppur freddo non creava dispiacere, mentre i poster mal attaccati alla parete, che come protagonista vedevano varie band rock, moto e motori, sventolavano a causa dell'incessante corrente d'aria.
Delle felpe riscaldavano il loro corpi, mentre Talia seduta sul morbido letto, ospitava sulle sue gambe la testa del suo ragazzo che la usava come cuscino e lei tranquilla posava le sue mani tra i suoi neri capelli sciolti.
《E dimmi, come hai imparato a combattere?》
Chiese Talia mentre pettinava i capelli del moro, osservadogli il volto che comodo sostava sotto di lei e lui con gli occhi chiusi si godeva le attenzioni che gli venivano dedicate con tanto affetto dalla sua ragazza, nel frattempo che rispondeva sul punto di dormire, alle domande che la grigia gli poneva con voce impastata dal sonno.
《Da piccolo andavo al Do-jo del nonno di un mio amico e ci allenavamo insieme per ore intere, ma seppur ci allenassimo allo stesso modo, lui era invincibile ed ogni volta che lo sfidavo finivo col culo per aria. E nonostante mi battesse ogni volta, io mi ripresentavo, cocciuto come un mulo, per chiedergli la rivincita》
La ragazza seppur assonnata, ridacchiò al racconto di quella breve storia e una volta che smise di farlo, si chinò sul volto dell'amato per lasciargli un dolce bacio a stampo sulla fronte.
《Ma nonostante le tue numerose perdite, trovo bello il fatto che tu non ti fossi mai arreso, non credi anche tu?》
Keisuke rise a sua volta. Non l'aveva mai vista in quel modo e in fondo non gli dispiaceva pensarla così.
《Sei proprio stupida》Commentò mormorando il teppista, con un sorrisetto stampato sul volto.
《Forse hai proprio ragione》Rispose lei ridendo e dopo aver fatto una breve pausa riprese a parlare.
《Altri aneddoti da raccontare?》
Il rumore dello scrosciare delle foglie secche in movimento, le auto che con il loro passaggio si facevano udire anche se in lontananza, il vociare delle persone e tutti quei rumori incessanti che come una vaga melodia li facevano vivere nella giornata più normale possibile e quel tranquillo pomeriggio d'Autunno non riusciva proprio a distinguersi dagli altri, ma andava bene in quel modo.
《Mhhh, ci sarebbe quella volta in cui un-》
Forse fu un po' troppo presto per anche solo immaginare che le cose restassero tranquille com'erano, perché a far morire tutto ciò che si era e che si sarebbe creato da lì in avanti, ci pensò il cellulare a conchiglia di Keisuke che squillando, riportò l'interessato alla realtà. Come una doccia fredda in pieno inverno.
Il sorriso che aveva sul volto si spense poco dopo l'inizio della suoneria e con voglia assente, frugò fra le tasche posteriori dei suoi pantaloni, da cui estrasse il suo cellulare vibrante a cui rispose senza troppi giri di parole e senza troppo entusiasmo.
《Che volete?》
Talia non si preoccupò più di molto della chiamata ed ora che era lei a tenere gli occhi chiusi, udiva nel regno del silenzio il rumorino lontano che usciva dal telefono, mentre lo sguardo di Keisuke si faceva sempre più cupo.
《15 minuti e arrivo》
Il moro chiuse la chiamata e solo dopo aver sentito quell'ultima frase, gli occhi di Talia che si aprirono nuovamente, notando il volto incupito del ragazzo che si alzò dalle sue gambe senza più dire nulla.
《Hey Keisuke... È successo qualcosa?》
Lei gli afferrò prontamente il polso, bloccando il ragazzo sul bordo del letto, mentre il suo sguardo non vedeva altro che il pavimento sottostante.
《No, va tutto bene》
Sfuggì dalla presa di Talia e alzandosi prese una giacca bianca dall'armadio che si mise sopra la felpa nera che già indossava. Si infilò ai piedi un paio di Converse consumate e sporche di inchiostro e pronto per uscire dalla camera, afferrò come ultimo le chiavi della sua moto.
《Non mi mentire》
E senza permettergli di fare un passo di più, Talia circondò dalle spalle il moro, che si irriggidì sentendo il corpo della sua ragazza stretto al suo. Le sue piccole mani si stringevano a vicenda, non avevano intenzione di staccarsi e come per placare quel senso di colpa che il moro stava iniziando a sentire dentro se, poggiò la sua mano calda su quelle della grigia.
《Io so quando mi dici le bugie... Quindi per favore almeno con me non farlo》
Il ragazzo silente non rispondeva, pensava soltanto alle richieste senza voce che rivolgeva alla grigia, pregandola di tacere al più presto.
《Ti ricordi no? Tu hai insegnato a me come divertirmi e come essere felice ed io ora voglio aiutare te ad esserlo. Se c'è qualcosa che non va io vorrei aiutarti, per favore non mi far sentire inutile》
Keisuke strinse la sua presa sulle mani dalle nocche arrossate della grigia e mentre si mordeva il labbro tentando di non crollare, si sentiva così dannatamente in colpa nei confronti della sua ragazza. Eppure non le parlava, non le diceva nulla su nulla. Lui non voleva coinvolgerla in alcun modo, non voleva che lei vedesse quel lato di lui, ma il suo amore per lei prevalse su ogni cosa a cui lui pensasse e continuando a tacere si voltò di scatto avvolgendo saldamente la ragazza a sé.
Le sue forti braccia le stringevano il busto e con la schiena curva a causa dell'altezza affondò a la sua testa nella spalla della più bassa.
Le braccia di Talia erano ancora strette al suo corpo e il moro avrebbe voluto rimanere lì per sempre. Prese la forza da quell'abbraccio e le sorrise mettendole una mano sulla testa. Le diede un bacio sulla fronte e la guardò negli occhi rimanendo quasi sereno.
《Prometto che appena torno sta sera ti racconterò tutto, va bene? Solo aspettami》
Talia afferrò la mano poggiata sulla sua testa e annuendo la strinse forte fra le sue. L'espressione preoccupata che aveva in volto, divenne più tranquilla e fidandosi di Keisuke lo lasciò finalmente andare.
《Va bene, allora ti aspetterò. Prenditi cura di te ok?》
Lui sorridendo annuì e basta ed il ragazzo, quel pomeriggio, varcò la soglia della sua stessa abitazione con un'aria poco più serena di come sarebbe uscito in precedenza.
Tra pochi giorni sarebbe arrivato il compleanno di Keisuke e Talia si stava già organizzando su come renderlo il giorno più bello di sempre
e pensando a quell'imminente giorno, fece trascorrere il pomeriggio cercando di preoccuparsi il meno possibile per il moro, andato chissà dove a fare chissà cosa, occupando il tempo con altre mille attività diverse pur di distrarsi, ma più faceva trascorrere le ore, più l'inevitabile preoccupazione per Keisuke cresceva dentro di lei.
Lui non era felice di essersene andato, lo si capiva dal suo tono di voce e forse fu quello a far preoccupare la ragazza più del resto e quella mezza giornata lei attese. Attese in quell'abitazione non sua, il ritorno del teppista e per quanto ci pensasse, impotente lei non poteva fare nulla di concreto al momento e questo la faceva innervosire con sé stessa.
Paranoie per la testa le vagarono per chissà quanto tempo, mentre soffocava il soffocavabile con squallide soap-opere comiche trovate fra lo zapping dei canali televisivi e stesa sul divano del salotto continuava ad attendere il rientro del ragazzo con una coperta indosso a farle da scudo contro le intemperie dell'imminente notte.
Esposta al buio del calar del sole, veniva illuminata esageratamente dallo schermo del televisore, che tappava quel silenzio straziante all'interno della casa, mentre le ore silenzio passavano, passavano senza pietà e per quanto si sforzasse, gli occhi di Talia cedettero alla stanchezza.
Avrebbe voluto aspettare il ritorno di Keisuke, sapere cosa lo tormentasse e dargli supporto come poteva, mentre ora un piatto ormai freddo di Yakisoba, lo attendeva sul tavolo e lei ormai dormiente continuava ad aspettare.
Erano all'incirca le 3 meno 20 del mattino, quando delle chiavi girarono la serratura della porta dell'abitazione, rivelando il giovane dai capelli neri che ci abitava.
Sembrava stanco. Aveva il respiro affannato, forse aveva corso. Del sangue ormai secco gli decorava il mento e qualche chiazza anche la giacca in origine bianca. Questa era sporca anche di terra, così come i pantaloni e le sue nocche consumate non gli facevano sentire nemmeno più le mani. Ad illuminarlo appena entrò nella casa, ci pensò la televisione ancora accesa, che spense subito recuperando il telecomando sul tavolino di fronte al divano.
Solo allora si accorse della ragazza che arrotolata fra le coperte, dormiva con aria tutt'altro che serena e i sensi di colpa che lui credeva di aver mandato via, tornarono come se non se ne fossero mai andati. Sospirò fra sé e se è senza preoccuparsi di altro, prese a mo' di sposa la ragazza ancora fra le coperte e iniziò a trasportarla per la casa, per portarla sul suo letto, ma prima che riuscisse a raggiungerlo lei si svegliò.
《Puzzi》Mugugnò stropicciandosi gli occhi.
《Come mai così gentile a quest'ora della notte?》
Lei sbadigliò e con i suoi occhioni verdi osservò, quanto il buio le permetteva, il volto del ragazzo che la teneva in braccio. Sfilò il braccio da sotto la coperta e portò la sua mano sul suo volto, iniziando a muovere il pollice come per accarezzarlo.
《Sei ferito Kei! Aspetta, tu vai sul divano io ti raggiungo subito》
Scese dalle braccia del teppista senza aggiungere altro, lasciandolo immobile nel corridoio e sgattaiolò a passi frettolosi nel bagno dell'appartamento. Il moro non l'ascolto e la seguì non capendo quasi stupidamente le sue intenzioni.
Quando si affacciò alla porta vide la ragazza carica di prodotti fra le mani, a cominciare dal disinfettante, dalle bende, fasce e il resto della farmacia che la madre di Keisuke aveva svaligiato per riempire il bagno.
《 Ti avevo detto di aspettarmi sul divano! Lasciamo stare, visto che sei qui siediti sul water e togliti la giacca che è tutta sporca》
Non era arrabbiata, sembrava solo preoccupata. Di certo vedere il proprio ragazzo che torna sporco e ferito nel cuore della notte non deve essere proprio un bello spettacolo e come richiesto, questa volta il moro fece obbediendo silenzioso.
La ragazza si sedette al suo fianco e iniziò a pulirgli la faccia con del cotone imbevuto di disinfettante. Con una mano gli teneva fermo il volto e con l'altra si prendeva cura delle ferite che riportava e Keisuke la guardava innamorato non riuscendo a dire nulla anche volendo.
《Posso sapere cos'è che tormenta così tanto il mio ragazzo?》
Chiese lei continuando a passare il cotone con il liquido freddo, sulla pelle del ragazzo facendolo sussultare.
《Me lo avevi promesso》
Questa volta lei era seria e lo fissava dritto negli occhi, lui sospirò. Aveva paura di raccontarle quello che stava succedendo, tutta quella situazione non l'aveva digerita nemmeno lui e si comportava come se fosse totalmente sicuro delle sue scelte, mentre si nascondevano in lui più sensi di colpa che qualsiasi altra cosa. Talia ancora seria, spostò il suo sguardo alle mani del ragazzo, di cui afferrò la destra e cambiando pezzo di cotone iniziò a disinfettargli le nocche consumate.
Lo sguardo di Keisuke, si spostò nello stesso punto a cui gli occhi di Talia prestavano attenzione, le sue mani. Forse fu per la stanchezza, ma gli sembrò quasi di rivedere il volto di Chifuyu, il suo migliore amico, ridotto a pezzi per mano sua e non si accorse nemmeno quante ne stesse passando in quel periodo, si era fatto carico di troppi problemi più grossi di lui, auto-condannandosi a portarli tutti da solo. Non si rese conto nemmeno di come i suoi occhi stanchi, iniziarono a far colare lentamente dell'acqua.
《Kei-》
Talia si interruppe da sola e afferrò delicatamente il viso del ragazzo con entrambe le mani e con i pollici cercò di asciugargli le lacrime come meglio poteva.
Lei lo strinse a sé e la sua preoccupazione lasciò un lieve spazio alla paura. Keisuke era sempre stato così forte, non si faceva abbattere in alcun modo e vederlo ridotto in quello stato quasi la spaventava e la spaventava anche il fatto che lei non riuscisse ad aiutarlo. Lui stava passando chissà cosa e lei che stava facendo per impedire alla sua felicità di andarsene?
《Non farti carico di tutto da solo. Ora siamo in due, permettimi di aiutarti per favore-》
La sua sembrava una supplica e seppur lui stesse piangendo non si sentiva triste, né tanto meno felice e come avrebbe dovuto sentirsi non lo sapeva nemmeno lui e forse questo lo spaventava anche. Ormai nemmeno più lui sapeva come gestire le cose.
Ma nonostante tutto quello che gli passò per la testa in quel solo istante, decise di svuotare tutto ciò aveva riempito con i suoi gesti. Parlò a Talia di tutto quello che successe nell'ultimo mese, di come aveva lasciato il suo gruppo di teppisti per unirsi a quello rivale, di come aveva picchiato uno dei suoi più cari amici e di come aveva tradito tutti gli altri. Le parlò dei suoi obiettivi, del perché stesse facendo tutto quello, di chi avrebbe dovuto sconfiggere e di come lui credeva di sentirsi a riguardo di tutto.
E chissà quanto tempo passarono seduti sul quel water chiuso, con la sola luce della flebile lampadina dello specchio a fargli luce e il sonno che entrambi provavano sembrava essere sparito con le parole di Keisuke a cui Talia prestò la massima attenzione e tutto ciò che il ragazzo dovette sopportare, venne diviso per due.
Lui quella notte si innamorò ancora una volta di lei. Si innamorato di tutte le sue premure, di tutte le sue attenzioni e cure, di tutti quei sorrisi, quegli abbracci e quei baci che gli dava per supportarlo in qualsiasi cosa facesse e lui sapeva di avere al fianco la secchiona più stupida del mondo, ma anche la migliore che potesse mai trovare.
《Allora ho deciso Kei! Domani è 31 di Ottobre e tu dovrai tornare a casa vittorioso anche per me va bene!!? Come trofeo avrai la testa di quel brutto ceffo e sarai considerato come "l'imbattibile" e nessuno oserà anche solo sfiorarti! Quindi adesso andiamo a dormire così sarai più forte che mai!》
Forse si era fomentata un po' troppo, aveva alzato il tono di voce e aveva anche inizianto a gesticolare, puntando i suoi pugni più stretti verso il soffitto, ma quel bello spettacolo a cui il moro dovette assistere, lo fece ridere spensierato.
Le sue gesta impulsive avevano rallegrato l'umore di entrambi e ad afferrare il viso della ragazza questa volta fu lui. Le sue mani bendate entrarono in contatto con la sua pelle ed unì senza pensarci due volte le loro labbra in un bacio semplicemente loro. Un bacio che solo loro potevano donarsi a qualunque ora del giorno e della notte. Il bacio che li faceva sentire vivi per quelle manciate di secondi e con la testa più leggera, i due ragazzi sistemarono tutto il trambusto che avevano creato e dopo chissà quanto andarono veramente a dormire.
Keisuke quella notte strinse Talia a se. La strinse come non aveva mai fatto prima e come una certezza su cui poter sempre contare, andò a dormire più sereno.
《Ti amo Keisuke》
Disse lei prima di chiudere gli occhi.
《Ti amo anche io Talia》
Le risposte lui.
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