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Capitolo Quattro

Quella stessa notte, non presi assolutamente sonno. Nonostante la pioggia fosse terminata, il mio corpo tremava di freddo. La sabbia bagnata non mi permetteva di rimanere tranquilla e, l'umidità, non ci permetteva di accendere un fuoco..

Diego, non riuscendo a stare fermo, circonavigò l'isola, la zona accessibile.  Io cercavo di capire se la pioggia avrebbe fatto nuovamente il suo ritorno o meno.
Non dormimmo affatto.

Giorno 4

Il mio corpo si stava indebolendo sempre di più, un sole accecante, ma fortunatamente anche riscaldante fece ingresso nella giornata.

Riuscii ad accendere il fuoco e riuscimmo a scaldarci asciugando anche alcuni dei nostri vestiti ora mai sciupati e logori.

Diego si fece la barba con il suo coltellino ma appena vidi che rischiò di tagliarsi, lo supplicai di farsi aiutare.

Eravamo entrambi così testardi, ma la paura di rimanere soli era più grande della stessa testardaggine.

Lui rimase fermo mentre, con cura, mi occupavo della sua barba.

«Sei brava.. »Disse e io non replicai. La facevo spesso a mio padre prima che morisse a seguito di un incidente.

Lo guardai una volta che ebbi finito, sicura del fatto che non si sarebbe tagliato la gola per sbaglio, gli diedi il coltellino indietro e lui disse che avrei fatto meglio a tenerlo io.

«Non me ne faccio nulla... »Ammise poi camminando verso il bagnoscuga.

Guardai quel coltellino in silenzio e dopo di che camminai in silenzio verso le palme. Lui invece era alla continua ricerca di qualcosa e quando finalmente decise di condividerlo con me, fui più che lieta di dargli una mano.

Gli feci una lancia, due per sicurezza, con la quale si sarebbe potuto dare alla pesca.

E non vi dico le risate che mi sono fatta nel vederlo all'impresa di pescare, lo spettacolo più osceno che abbia mai visto in vita mia.
Mirava il vuoto, beccava le alghe e io per incoraggiarlo applaudivo, ricevendo da parte sua occhiatacce di chi vorrebbe solo che strozzarti.

Prese due pesciolini però, due piccoli pesciolini che gli cedetti volentieri. Se lo meritava e io non volevo di certo appropiarmi di quei due stuzzichini.

"Dato che passi il tempo a ridere, perché non mi aiuti a pescare? "Mi chiese a "pranzo". Era mezzogiorno e il sole era bel in alto nel cielo.

Alzai le spalle mentre lui si fece uno spiedo di pesce. Mi avvicinai ad un albero e disegnai una lineetta su di esso, la quarta.

"Sai contare? "mi chiese poi e io sospirai, sapevo contare solo fino a 50.

Lui guardò il cielo.

Quarto giorno isolati dal mondo.


Il pomeriggio provai a fare delle funi e lui invece smise di pescare e torno ad intrecciare le foglie di palma.

Non comunicavamo, ognuno lavorava per sé e presto capimmo che era inutile, che provare ad ignorarci non funzionava e fu proprio lui il primo a farmelo notare.

"Ma cosa stai facendo?"Mi chiese poi e io alzai le spalle.

"Sto cercando di fare delle corde per poter creare una rete da pesca"

Lui si mise una mano sulla fronte.

"È inutile starcene qui zittì e non fare un piano, se tu fai quello che vuoi, io faccio quello che voglio, finiremo per non fare veramente niente, non credi?"

Non potei che concordare.

"Voi che cosa state facendo?"Gli domandai incuriosita sinceramente dal suo continuo intreccio.

"Cosa sto facendo? Un pagliaccio. Sono stanco di dormire sulla sabbia."

Non era un'idea stupida e così andai a prendere anchio delle foglie di palma ed iniziai ad aiutarlo. Riuscimmo a farne due, uno per ciascuno e fu lì che finalmente constatammo che il lavoro di squadra era più redditizio che quello singolo.

"Dove avete imparato ad rintracciare in quel modo?"Gli chiesi poi una volta che i pagliacci furono pronti.

Lui ci si stese sopra e mise le mani dietro la testa osservando il sole che si stava abbassando dandoci della tregua per via del calore che emanava.

"Mia nonna quando da piccolo facevo marachelle, mi tirava per un orecchio e mi insegnava a fare quelle cose. Intrecciare e anche a rammendare i pantaloni rotti. Nonna materna, mia madre come sai è di umili origini"

Era interessante ascoltarlo...

"Provate ad ascoltarmi, domani dovremmo provare a salire sulla collina e vedere se riusciamo a vedere qualcosa all'orizzonte..."Dissi poi e lui concordò per la prima volta con me.

"Non sei stupida allora"








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