Capitolo 2
Quella notte in seguito alle parole di Eren i tre rientrarono nelle rispettive stanze.
Non avevano dormito molto, tuttavia dovettero comunque svegliarsi presto per iniziare l'addestramento, così come ogni mattina.
"Proprio te dovevi capitarmi?" sospirò Misaki, voltandosi dal lato opposto della sorella.
"In effetti riconosco che ti è andata male." le disse, conoscendo il carattere che la gemella minore aveva solo nei suoi confronti.
"Questo non sarai di certo tu a deciderlo." rispose con un sorrisetto alla provocazione di Mikasa, poi decise di iniziare con l'allenamento.
Continuare a discutere sarebbe servito solo ad attirare attenzione indesiderata da parte dell'istruttore, che nei dieci minuti successivi diede l'ordine di cambiare persona da sfidare.
"Con questa siamo pari." le comunicò Mikasa, osservandola sistemarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro.
"Già. Sei davvero forte sorellina."
"Stai andando da lui?" le chiese, notando successivamente un'espressione quasi sorpresa sul volto di Misaki.
"Esatto." la salutò con la mano e si allontanò con un sorriso, osservando nel frattempo Krista avvicinarsi a sua sorella.
"Ehi tu, cercati qualcun altro. Se non ti dispiace vorrei vedermela io con questo idiota." disse, avvicinandosi al giovane su cui aveva messo gli occhi l'altra sera.
Il ragazzo a cui aveva chiesto di andarsene si allontanò con fare seccato.
"Si può sapere che cavolo ti è preso?" le chiese alzando il tono della voce, dall'espressione che aveva in volto si capiva quanto fastidio provasse.
"Sta zitto e preparati. Ormai sono io la tua avversaria, cerca di non sottovalutarmi." rispose, puntandogli contro il coltello di legno assegnato dall'istruttore all'inizio della prova.
"Sei davvero insopportabile lo sai?"
"Come scusa?" Misaki lo guardò con la coda dell'occhio.
"Hai sentito bene."
La giovane decise di non aggiungere nient altro e di agire, così lo afferrò e Jean finì a terra con lei sopra, senza che lui potesse realizzare cosa stesse succedendo e avere il tempo di spostarsi.
"Te l'avevo detto di non sottovalutarmi."
"Che ragazza fastidiosa." rispose con lo sguardo rivolto verso destra, essere atterrato da una ragazza lo imbarazzava.
"Forza, ora tocca a te attaccarmi. Sempre che tu sia in grado di farlo." lo provocò dopo essersi alzata e allontanata di qualche passo.
Nel frattempo vide Jean avvicinarsi a lei.
"Senti un po', perché finito qui non mi dai una mano con quello schianto laggiù? Dopotutto è tua sorella. Potrei anche pensare di rivalutarti se accettassi di farlo."
Misaki alzò un sopraccigli, facendosi scappare una risata poco dopo.
Come poteva non farlo?
Conosceva bene la sorella, pensò subito che non poteva di certo interessarsi a lui.
"Beh, che cosa c'è di tanto divertente?"
"Nulla. Diciamo solo che potresti fare una figura migliore con lei se iniziassi a vederla come una normalissima compagna. Non si interesserebbe mai a uno come te, mettiti l'anima in pace razza di puledro."
Jean a quel punto la prese senza preavviso e la atterrò, sedendosi sopra di lei, che di conseguenza si voltò da un'altra parte irritata dalla situazione.
"Beh cosa c'è? Adesso non ridi più?"
"Non ero preparata." rispose, non distogliendo lo sguardo dal resto dei compagni intenti a fare lo stesso esercizio.
"Comunque se eri gelosa potevi semplicemente dirlo senza metterti a fare queste scene da bambina di cinque anni."
In quel momento la giovane si voltò per guardarlo, innervosita dalle sue ultime parole.
"Per favore. Evita di dire certe cose. Non potrei mai essere gelosa per un tipo come te. Preferirei mettermi con un cavallo piuttosto, anche se guardandoti in faccia non sarebbe poi così diverso, siete due gocce d'acqua."
"Come hai detto scusa?"
"Quello che hai sentito."
Jean si alzò, lasciando la libertà di farlo anche a lei.
Ciò a cui pensava realmente Misaki nel momento in cui decise di affrontare l'esercizio insieme a Jean era diverso da quello che aveva in mente lui.
L'unica cosa che le procurava fastidio erano le continue attenzioni rivolte a Mikasa, voleva fargli cambiare idea per dimostrare a se stessa che anche lei poteva trovare un ragazzo che potesse preferirla alla sorella.
Al di fuori poteva dare l'idea di una cosa stupida e lo sapeva bene, per questo prese la decisione di tenerselo per se.
Il fatto che avesse preso di mira quel Jean era del tutto casuale.
"Lo sai che cosa penso? Lascia che te lo dica. Dovresti prendere esempio da tua sorella, forse se lo facessi diventeresti anche più carina."
Misaki si irritò maggiormente così agì di istinto, alzando il tono della voce.
Vedere quell'irritante sorrisetto sul volto del ragazzo non la aiutò a sentirsi meglio.
"Guarda che non è che se ci muori dietro devono farlo tutti quanti. Anzi sono sicura che alcuni di loro potrebbero pensarla diversamente da te." affermò, voltandosi poi verso sinistra a braccia conserte, mostrando un sorriso sicuro.
"Per favore cerca di essere realista. Non ci vuole un esperto per capire che Mikasa è migliore di te in tutto. Non riesci a batterla nemmeno con quei splendidi capelli che ti ritrovi, potresti sempre utilizzarli al posto della corda per saltare." continuò lui mettendo una mano tra di essi e lasciandoli andare subito dopo, Misaki stava iniziando a stancarsi.
"Sai cosa ti dico? È inutile che io resti qui a sprecare il mio tempo con qualcuno che non ha la minima idea di ciò che sta dicendo."
"Non preoccuparti non sarà un problema. Non era mia intenzione iniziare questa inutile discussione con te. Maledizione, non fai altro che ricordarmi quell'idiota. Siete entrambi insopportabili quando aprite bocca." rispose paragonandola a Eren, la giovane però si allontanò senza aggiungere una sola parola a riguardo.
Si era innervosita talmente tanto da andare in cerca di un altro compagno, senza accorgersene finì accidentalmente contro uno di loro.
"Ehi Misaki fa più attenzione!"
"Evita di rompere Connie." rispose nervosamente.
Successivamente sospirò, tentando poi di raggiungere l'amico.
"Eren. Adesso stai con me, quindi se non vuoi che ti rompa un braccio vedi di continuare l'allenamento con la sottoscritta. Sono stata abbastanza chiara?" chiese, facendo notare un evidente segno di irritazione sul volto.
"Ma che ti è preso?" rispose.
Aveva fatto quella domanda basandosi sul comportamento della giovane ma non ottenne alcuna risposta da parte sua.
Forse continuare l'esercizio in silenzio l'avrebbe aiutata a calmarsi.
E poi 218 reclute riuscirono a diplomarsi
Erano tutti insieme quella sera per festeggiare il loro diploma.
Misaki vide i suoi amici intenti a fare conversazione con agli altri, così pensò di approfittarne per avvicinarsi al tavolo di Jean.
Era seduto a bere qualcosa, osservando il punto in cui si trovava Mikasa.
Ormai Misaki aveva rinunciato, ogni volta che ci provava la conversazione si tramutava in discussione e col tempo si rese conto che ciò che faceva era davvero qualcosa di infantile.
"Oh e smettila di avercela con lui." gli disse, rubando un sorso dal suo bicchiere.
L'aveva colto di sorpresa così come aveva in mente di fare, si trovava avanti a lui, dava quasi l'impressione di essere sdraiata sul tavolo.
"Tu invece dovresti smetterla di venire sempre fuori all'improvviso. Mi hai spaventato." rispose, posando gli occhi sulla giovane, in quel periodo nonostante alcune discussioni sembravano andare d'accordo.
Discutere per loro era normale, non potevano non farlo, Misaki era davvero troppo simile a Eren e spesso non si trovavano d'accordo su niente, così finivano per litigare.
"Non preoccuparti, volevo solo fregarti il drink." continuò lei, poi si separò dal tavolo con l'intenzione di allontanarsi.
Nell'insieme il loro rapporto stava migliorando.
"Che cosa? Ehi torna qui! Ma tu guarda questa." disse aumentando il tono della voce.
Si era alzato, sbattendo le mani contro il tavolo, irritato dal comportamento della giovane che nel frattempo raggiunse gli amici.
"Dovresti smetterla di dargli fastidio."
"Proprio tu parli." rispose alle parole di Eren, dando poi un altro paio di sorsi a ciò che stava bevendo.
Misaki trovava il tutto molto ironico, ogni volta che quei due provavano ad avere una conversazione normale finiva con una discussione, era naturale lo trovasse divertente.
"Davvero non vuoi entrare a far parte del corpo di Gendarmeria?"
"Eppure sei arrivato tra i primi dieci."
Misaki si voltò verso Thomas e l'altro ragazzo, entrambi stavano parlando con Eren ma fino a quel momento non se ne era accorta, aveva altro a cui pensare.
"Allora ve lo ripeterò per l'ultima volta. Non ho certo fatto tutto questo per vivere nei territori interni. L'ho fatto per combattere i giganti."
"Ma non puoi batterli!" gridò il biondo, in seguito tutti smisero di parlare per prestare attenzione a ciò che stava accadendo.
Misaki smise di bere, poi si staccò dal muro e andò a mettersi di fianco ad Armin.
"Lo sai molto bene anche tu quante persone hanno già divorato. Abbiamo perso oltre il 20% della popolazione. Il genere umano non può batterli." andò avanti Thomas, la giovane sapeva che l'amico avrebbe sicuramente detto qualcosa.
"E allora? Solo per questo pensate che dovremmo arrenderci? È vero finora abbiamo collezionato soltanto disfatte, ma questo perché non sapevamo quasi nulla dei giganti. Non possiamo batterli contando solo sulla forza ma tutte le informazioni che abbiamo ottenuto durante i combattimenti ci portano ad avere delle speranze per il futuro. Non possiamo rinunciare a far tesoro delle esperienze accumulate grazie al sacrificio di tanti limitandoci a diventare una riserva di cibo. Io non mi arrenderò, al contrario, ho intenzione di sterminarli fino all'ultimo e poi abbandonerò queste mura, ecco il mio sogno. L'umanità non ha ancora perso la speranza di sopravvivere."
Era sul punto di piangere, una volta finito di parlare scappò fuori.
Misaki lo raggiunse, insieme a Mikasa e Armin.
Eren era seduto sulle scale, gli amici non esitarono e presero posto.
"Io entrerò nel Corpo di Ricerca." disse Armin lasciando la giovane senza parole, non che non se lo aspettasse ma solo l'idea di perdere altre persone a lei care la terrorizzava.
Fortunatamente non aveva assistito alla morte dei genitori, in quel momento non era a casa con loro, tuttavia assistette a quella dell'amica.
Armin, Eren e Mikasa erano le uniche persone che le erano rimaste, avrebbe fatto di tutto per non perderli.
"Ehi, Misaki. Ma hai ascoltato quello che abbiamo detto finora?" le chiese il castano osservando l'espressione della giovane.
Dava l'idea di essere persa nei suoi pensieri ed era proprio così, aveva sentito ciò che stavano dicendo ma stava anche riflettendo su altro, quindi non rispose.
"Ho sentito. Mikasa è stata talmente dolce che quasi mi scioglievo anche io." rispose, alzando lo sguardo verso gli amici, con un sorriso sul volto.
"Invece di prendermi in giro dovresti dirci che hai deciso. Entrerai a far parte del Corpo di Ricerca insieme a noi?" le chiese la sorella.
Non se ne rese conto, ma in seguito a quella domanda posò gli occhi su Armin, che la stava guardando a sua volta.
"Beh è naturale. Se tu ti prenderai cura di Eren chi penserà ad Armin?" rispose facendo sorridere ognuno dei suoi amici.
Conoscevano il suo modo di fare, quindi sapevano che se ne sarebbe uscita con una cosa simile.
[Il giorno dopo il diploma]
Il giorno seguente al loro diploma Eren e alcuni suoi compagni dovettero salire sulle mura, Misaki non faceva parte di quel gruppo ma decise di presentarsi davanti agli altri.
"Ehi, ragazzi. Questa l'ho rubata dal deposito viveri dei nostri superiori." disse Sasha, avvicinandosi con della carne tra le mani.
"Vuoi forse farti sbattere in una cella?" le chiese Eren ma lei insistette, dicendo che più tardi l'avrebbe condivisa con chiunque avesse voluto, era davvero una brava ragazza.
A quel punto Misaki le avvolse il braccio attorno al collo e la strinse a se, mostrandole un enorme sorriso, le due erano sempre andate molto d'accordo.
"Sei davvero una grande Sasha!" continuò la corvina, poi venne interrotta dalle parole di Eren.
"Ma tu non dovevi essere insieme ad Armin?"
"Sono passata per un saluto, cos è non ti piace la mia compagnia?" gli chiese ironicamente.
"Non è quello, è solo che-"
In un attimo la sua frase venne lasciata in sospeso a causa di un apparizione inaspettata.
In Gigante colossale apparve alle spalle dell'amico lasciando tutti paralizzati nel guardarlo.
Nessuno riuscì più ad aprire bocca.
Angolo autrice:
Chiedo di nuovo scusa per eventuali errori, spero che anche questa seconda parte vi sia piaciuta🌹
Come ho scritto in bacheca questa mattina (andate a rivedere per capire meglio) andando avanti da qui in poi i personaggi a malapena avranno tempo per respirare, quindi saranno pochi i momenti "di libertà" in cui potrebbero svilupparsi cose.
Voi vi siete già fatti un idea della ship che preferite?
Vi lascio, a presto e grazie per la lettura🌹
22.07.21
Ho revisionato i primi due capitoli dopo due anni, erano veramente messi male.
Spero di riuscire presto a continuare con la storia, mi sto facendo il ventesimo rewatch e niente, forse è la volta buona che continuo. 💗
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro