𝐓𝐞 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐚𝐢.
Draco's POV
Il corridoio è silenzioso, vuoto, quasi irrealmente tranquillo. La sensazione che ho in questo istante è come un urlo soffocato nella gola, un misto di rabbia e dolore che si agita dentro di me senza tregua. Ho bisogno della mia finestra, della mia luna. Il mio posto segreto. Lì, almeno, posso sentire il peso delle emozioni ridursi, posso respirare. La torre Nord è il mio rifugio, la mia bolla di solitudine. La luna, fredda e distante, mi ha sempre parlato, mi ha sempre dato quella sensazione di sicurezza, di ordine, che adesso non trovo più.
Pansy mi segue, insopportabile, con quella voce acuta che non smette mai di frastornarmi. Ha quella luce negli occhi, come se cercasse qualcosa in me che ormai non c'è più. Non voglio portarla lì, ma non posso farci nulla. L'angoscia di non poter stare solo in questo momento è troppo forte. Lei non capisce. Non capirà mai.
«Dove andiamo Draco?» La sua voce è fastidiosa come un insetto che ronza nell'orecchio.
«Sta zitta, se non vuoi essere scoperta,» le rispondo, senza girarmi. La sua presenza è insostenibile, ma so che non c'è alternativa. Ho bisogno della mia finestra.
Passiamo davanti alla sala dei Corvonero, il passo pesante, il mio sguardo fisso davanti a me. Pansy continua a parlare, ma io non ascolto. È come se la sua voce si perdesse in un vuoto che mi circonda. Tutto quello che voglio è trovare pace, ma so che non la troverò mai più. Non da quando lei è apparsa.
Non appena giriamo l'angolo, qualcosa cambia nell'aria. Un'eco di parole, un suono che mi è familiare, un suono che ha il potere di farmi tremare dentro. È la sua voce. La sento chiaramente, quella voce che ho sognato per mesi, quella che mi ha dato il tormento nelle notti solitarie. È lei. Non può essere qualcun altro.
E poi, un'altra voce. Un'altra che non avrei mai voluto ascoltare, che mi colpisce come un pugno nello stomaco. La voce di un altro. Un altro con lei.
Un altro. In quel posto. Nel mio posto.
Un'esplosione di rabbia mi scorre nelle vene, il respiro si fa più pesante, ma mi trattengo. Non posso lasciarmi prendere dal panico, non ora. Decido di avvicinarmi in silenzio, nascondendomi nell'ombra del corridoio. Devo vedere. Devo capire cosa sta succedendo. Non posso fare altro.
Li osservo. Cedric Diggory. Un Tassorosso. Mezzosangue. Il sangue mi sale alla testa. Li vedo parlare, ridere. E lei lo guarda, con uno sguardo che non è mai stato per me. Lo chiama principessa. Cosa sta succedendo? Perché si sente così a suo agio con lui?
La mia rabbia cresce. Non posso sopportarlo. Non posso sopportarla. Mi faccio avanti, con passo deciso, e li interrompo. Non appena mi vedono, una scintilla di sorpresa attraversa i loro volti, ma non mi importa. La mia voce è tagliente, piena di disprezzo.
«Che ci fai tu qui?» le dico, fissando Cedric. Non voglio sentire la risposta. Voglio solo che se ne vada.
Ma lei reagisce. Non come me l'aspettavo. È diversa, troppo diversa. Non si lascia intimidire. Le sue parole mi colpiscono come un'onda gelida. Non la riconosco più.
Pansy non tarda a rispondere. La sua voce stridula, la solita provocazione. Ma qualcosa cambia, qualcosa in lei è diverso. Non è più quella che conoscevo. La sua battuta fallisce miseramente. Non è più lei. Non è più la Pansy che mi ha sempre seguito, che ha sempre cercato di farmi sentire superiore. No. Questo mi fa male. Più di quanto pensassi.
Lei mi zittisce, con una superiorità che non avevo mai visto. Mi scaglia parole che non avrei mai pensato di sentire, e non posso fare altro che guardarla. Perché non capisco. Non capisco cosa sia successo.
Lei, che un tempo sembrava essere tutta per me, ora mi ignora completamente. Parla con lui. Con Cedric Diggory.
Un colpo al cuore. Non la leggo più. Non posso più vedere ciò che c'è dentro di lei. È come se mi avesse spinto fuori dalla sua anima, e ora stesse parlando con lui come se fossi invisibile. Come se non esistessi. La sua indifferenza è come una lama che mi trafigge.
Il tempo sembra dilatarsi. Non riesco a pensare, non riesco a muovermi. Rimango lì, immobile, fissandola. Ma non è più lei. Non c'è più quella luce nei suoi occhi che mi parlava, che mi faceva sentire speciale. C'è solo un'ombra di indifferenza.
Poi, senza dire una parola, mi volto e me ne vado. Non la guardo. Non posso. Non voglio più vedere nulla di lei. Il cuore mi scoppia dentro, ma non posso fare altro che allontanarmi, spinto da una furia che non mi appartiene.
Pansy cerca di parlarmi, ma non la sento. Non mi interessa. Non voglio sentire nulla. Niente di tutto ciò che riguarda lei.
Entro nella mia sala comune, senza nemmeno salutare Blaise. Mi chiudo a chiave nella mia stanza. Voglio stare da solo. Voglio dimenticare tutto ciò che ho appena visto. Ho bisogno di calmarmi, di sentire quel silenzio che mi fa respirare. Mi metto a ascoltare musica classica, ma è inutile. La rabbia è ancora dentro di me, un fuoco che non si spegne.
Mi siedo alla finestra. Guardo fuori. La luna è alta nel cielo, come sempre. Ma stavolta non riesco a sentire quella pace che mi dava. La sua voce mi rimbomba nella testa. Cedric. Pansy. Lei. Non so più cosa pensare. Non so più chi sono.
Ma una cosa la so. Non posso lasciarla andare. E nemmeno lui.
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