𝐋𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐥𝐞𝐭𝐭𝐚.
DRACO's POV
Dopo l'intensa giornata di esercitazioni con la McGranitt, mi dirigo con passo sicuro verso le lezioni successive, il pensiero fisso su una sola cosa: la notte che sta per arrivare. Camille, la ragazza di Beauxbatons che mi ha catturato l'attenzione fin dal primo momento, è l'unico pensiero che riesce a dominare la mia mente. Non ricordo nemmeno il suo cognome, ma il suo nome, Camille, mi è rimasto impresso come una dolce melodia. La sua presenza è magnetica e la sua capacità di provocarmi con uno sguardo è il tipo di gioco che mi intriga. Un mese senza quel tipo di sensazione, senza quelle emozioni, è stato come una lunga prigionia. Ma ora, mi sento pronto a rompere le catene.
La cena è terminata, la notte è finalmente arrivata, e sono ansioso di dirigermi verso la torre nord, dove si trova la sua stanza. È quasi tutto pronto, ma una voce familiare interrompe il mio cammino verso la felicità. "Ah, eccoti qui, fuggitivo."
Mi giro, confuso, e vedo il volto di Blaise Zabini che mi guarda con aria beffarda. "Buonasera a voi, Zabini," rispondo seccamente, sperando di concludere rapidamente questa conversazione inutile.
"Adesso ci diamo anche del lei?" mi chiede, come se fosse offeso, ma la sua irritazione è quasi divertente.
"Si consideri fortunato che lei rientri nella categoria di chi chiamo per cognome, o la definirei spazzatura," gli rispondo con il mio solito ghigno arrogante.
"Ah, beh..." inizia lui, un sorriso di disprezzo sulle labbra. "Conosciamo tutti i tuoi modi di approcciarti alle persone, Malfoy."
"Sei ancora in tempo per sparire dalla mia vista, Zabini, prima che il mio livello di pazienza si esaurisca," lo minaccio, sentendo la sua presenza come un fastidio crescente.
"Sei penoso, Draco," mi dice con una smorfia di disgusto. "Uccidere quasi il tuo migliore amico, e la ragazza che dicevi di amare, è stato un colpo basso. Ma non avrei mai pensato che saresti diventato così, ignorando tutti, persino noi, che ti siamo stati più vicini."
Le sue parole mi colpiscono in un punto sensibile, ma cerco di non mostrarlo. La verità è che non mi importa più di tanto di lui o di chiunque altro. "Quanto tempo ci vuole per dimenticare qualcuno a cui hai voluto bene, lo sai Draco?" continua, con tono morbido ma pesante. "C'è chi non smette mai di volere bene, nonostante tutto. Non riesco nemmeno a immaginare cosa stia passando Phyton, vedendo quanto l'hai trascurata. Non l'hai nemmeno ringraziata per aver coperto le tue spalle quando tutto è venuto a galla, quando tutti hanno saputo cosa avevi fatto."
Non rispondo, ma il suo discorso mi turba. Per un momento, l'idea che qualcuno si preoccupi di me, di ciò che ho fatto, mi fa sentire... vulnerabile. Ma so che non posso permettere che queste emozioni prendano il sopravvento.
"Se fosse stato per me," aggiunge, "avrei raccontato tutto a tutti, ma vedi, quella ragazza che è là fuori, a pochi passi da noi, mi ha proibito di farlo. Non voleva che ti rendessi la vita ancora più infernale di quanto già non lo sia."
Le sue parole mi rimbombano nella testa, ma non reagisco. Al contrario, mi giro lentamente, ignorandolo completamente mentre mi allontano.
PHYTON's POV
Prima di incontrare Harry come pattuito, decido di fare una pausa, riflettendo su quello che sto per fare. Mi diriggo verso la finestra della mia stanza, cercando di raccogliere i pensieri che mi assalgono. La fialetta che ho preparato per lui è pronta, ma il mio cuore è pesante. Come posso convincerlo a prendere quella fialetta? A fidarsi di me? Cosa succederà dopo?
Scendo in silenzio dai dormitori, la mia mente ancora in subbuglio, quando sento delle voci familiari provenire dai corridoi. Blaise e Draco. Non voglio ascoltare, non voglio farmi ferire dalle loro parole, ma la curiosità ha la meglio. Decido di fermarmi e origliare. Le parole che sento mi lasciano senza fiato: insulti, disprezzo, accuse. Ma non mi toccano più. Sono abituata a tutto questo.
Poi, continuo a camminare, scendendo la scala chiocciola, entrando nel grande salone della torre nord. Non sono sola. Draco è lì, disteso su un sofà, completamente assorto nei suoi pensieri. Non posso fare a meno di osservarlo. La sua indifferenza, il suo sguardo freddo, tutto in lui mi dice di non avvicinarmi. Ma io non posso fare a meno di sperare che un piccolo sguardo, una scintilla di qualcosa, possa smuoverlo.
Ma non succede. Lui non mi guarda. Mi chiedo perché sia ancora sveglio a quest'ora. Perché rischia, nonostante tutte le regole nuove che Silente ha imposto. So che non ha paura di niente. Ma... è veramente così? Cosa lo spinge a continuare a giocare con il fuoco?
La mia mente è in subbuglio quando lo vedo alzarsi finalmente. Con passo deciso, cammina fuori dal salone, diretto verso i corridoi oscuri che portano alla torre nord. Non posso permettergli di andarsene così, senza almeno un ultimo tentativo.
DRACO's POV
Quando finalmente arrivo alla torre nord, il pensiero di Camille è ormai lontano, ma la presenza di Phyton mi fa sentire... qualcosa che non voglio sentire. È come un peso sul petto. Ma non posso lasciarmi distrarre. Voglio solo completare quello che ho iniziato.
Poi la vedo. È lì, davanti al babbeo, Potter, gli occhi pieni di preoccupazione. La fialetta che tiene in mano mi fissa con insistenza, "Che diavolo.." penso. Lo sfregiato sembra non accettarla. "Non posso," dice guardandola negli occhi. Ma lei insiste.
"Prendila, ti prego," ripete, la sua voce tremante. "Ti aiuterà. Dobbiamo farlo, Harry."
Non riesco a capire cosa stia succedendo, ma vedo la paura nei suoi occhi. Poi la prende. Lei gli chiede di berla più tardi, quando gli darà il segnale. Non posso più fare a meno di sentirmi confuso, ma allo stesso tempo, qualcosa dentro di me mi dice che non posso più tornare indietro. Cosa stanno combinando quei due?.
PHYTON's POV
Vedo Harry accettare la fialetta, ma non riesco a togliermi dalla testa il peso della scelta che sto facendo. Sto realmente facendo la cosa giusta? Gli sto dando un'arma, un'arma che potrebbe cambiare tutto. Non posso più tornare indietro. Ma sono obbligata a farlo.
La paura mi assale mentre mi avvicino alla finestra, e i pensieri oscuri mi sopraffanno. Cosa succederà dopo? Sarà tutto inutile? O forse, forse lo sto solo spingendo verso una morte che non merita.
E poi, nel silenzio della notte, il mio cuore si spezza. Non posso cambiare ciò che ho fatto, ma... avrei voluto.
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