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Per una scelta personale, ho deciso di sostituire il nome Diana Gote - con Bonnie Gote.

L'uomo le prese le mani, stringendola al suo corpo - estremamente grato che la fanciulla avesse accettato il suo dolce invito al parco divertimenti il giorno seguente.
Entrambi rimasero nella sua suite - abbracciati e stesi sul morbido materasso, a parlare del più e del meno - dimenticando nuovamente, l'ambiente angusto circostante.
Natalie chiuse gli occhi, cullata dal dolce battito del cantante - che picchiettava con le dita, lungo tutta la sua schiena.
«Nat - mi sento benedetto in questo momento, sai?» le disse poi, in procinto di coricarsi ancora una volta, con la ragazza al suo fianco.

«Lo so, anch'io.» gli rispose, con voce calda e sensuale, prima di nascondere il viso nell'incavo del suo collo - con i capelli corvini farle solletico.
Posó il palmo sul suo addome - intravedendo lui, fare una piccola smorfia di dolore.
«Provi ancora molto dolore?»

«In certe occasioni si - la botta è stata molto forte e la mia schiena ne ha risentito parecchio.» le confidò, sospirando appena.
Natalie non voleva che quell'uomo stesse male, meritava tutto - tranne che provare ulteriore dolore, così con le dita - gli accarezzava il petto e si strinse ancora di più al suo corpo, sfiorando con la punta del suo naso - la pelle calda del collo della celebrità.
Lui invece, si voltò un poco e le bació la fronte con un leggero schiocco. «Grazie di essere rimasta.» disse infine, con un leggero sorriso di piena gratitudine.

Disneyland Paris - 30 Giugno 1999

Il giorno seguente il sole era già alto nel cielo ed i suoi raggi, picchiettavano leggermente sul viso della ragazza - che con fare assonato, stropicciò i suoi occhi grandi con le nocche.
«Buongiorno fanciulla» le disse il moro, seduto di fianco a lei, con un dolce sorriso sul volto.

«Popstar» gli rispose, con voce impastata dal sonno - mentre con cura, si alzò col busto.
«Avanti, fà colazione che tra poco bisogna partire» la canzonò, ridendo sommessamente.

«Mh-mmh» mugolò la ragazza, ammirando il grande vassoio colmo di leccornie dinnanzi a lei. «Dispotico e romantico il signor Jackson.» lo prese in giro, addentando un cornetto nell'istante dopo. «Potrei abituarmi a tutto questo lusso un giorno.» aggiunse.

«Perché non dovresti?» le domandò, porgendole il succo d'arancia.

Natalie non rispose, era intenta a gustarsi quel dolce alla crema, mentre viró il suo sguardo altrove a quella domanda così genuina e sincera da parte dell'uomo.
«Nat, davvero - perché non dovresti?» insistette l'altro, con voce seria.
«Non sono così Mike - non sono abituata a tutto questo ed è un mondo completamente diverso dal mio..» prese parola, sorseggiando quella dolce bevanda. «Sono così confusa, credimi - cerca di capirmi, per favore.»

«D'accordo.» rispose freddo, all'improvviso completamente distante mentalmente da quella ragazza. «Finisci di mangiare, che dobbiamo andare.» aggiunse, alzandosi in piedi.

«Perchè ora fai così?»

«Così - come?» domandò, non guardandola nemmeno in viso, dopotutto era ferito, estremamente ferito dalle parole di quella ragazza.
«Sei diventato improvvisamente freddo, distante - perché?» insistette, raggiungendolo a passo svelto.

«Perchè non riesco a capirti Natalie - insieme stiamo così bene, che pensi solo al contorno, al mio - fottuto contorno.» le rispose, agitando le mani in aria. «Alla mia vita, alla mia dannata fama - a chi sono e a cosa faccio - e per questo, per questo nemmeno vuoi provare a darci una possibilità.» esordí, sedendosi nuovamente sulla comoda poltrona, con entrambi i palmi appoggiati sul volto a mo' di disperazione.

«Ti chiedo solo tempo Mike, lo sai.»

«Non ne abbiamo molto Natalie ma dopotutto hai ragione - non sei nemmeno libera sentimentalmente, forse sono io che..» mormorò, interrompendosi di colpo, dopotutto la voce gli moriva in gola al solo pensiero di lei insieme ad un altro uomo.

La ragazza lo raggiunse, sedendosi al suo fianco. «Mike anch'io sento qualcosa nel mio profondo, che mi porta continuamente a venire verso di te - a voler stare tra le tue braccia, in tua compagnia..» lo rassicurò, tentando di non rovinare quella meravigliosa giornata che le aveva organizzato con cura. «Ma i nostri mondi sono differenti, per quanto mi faccia male ammetterlo e non posso abbandonare totalmente la mia vita- solo per rimanere al tuo fianco. Non ora per lo meno, non ci consociamo ancora abbastanza.» continuava, cercando il suo sguardo, triste - distante.

«Lo so Nat, so che è complicato rimanermi vicino.» le disse, tirando su con il naso - nonostante fosse un uomo adulto, delle volte - l'enorme dolore che si portava appresso, lo faceva crollare.

«No, è tutt'altro che complicato - è bellissimo, credimi.»

«Ma non è abbastanza bellissimo, per farlo.» ribattè, alludendo al discorso della ragazza, che esasperata dal suo comportamento - gli prese le mani, alzandosi in piedi ed attirandolo a se.

Lo strinse al suo minuto corpo, appoggiando la guancia destra sul suo addome - sentendo il leggero ma potente battito del suo cuore. «Non tenere il muso Mike, godiamoci questi ultimi attimi, per favore.» lo pregò, virando le sue iridi chiare nelle sue.

«Va bene, d'accordo.» esordí lui. «Andiamo, Frank e Bonnie sono qua fuori - mentre il resto dello staff è già pronto.» concluse, prendendo per la mano la ragazza, prima di dirigersi nella giusta destinazione.

Tuttavia il cantante era già stato diverse volte al parco Disney, situato a Marnela-Vallèe - in Francia ed ogni qual volta vi aveva la fortuna di poter andare - era sempre ben contento.
Dopotutto le sue attrazioni preferite erano: Star Tours, Peter Pan ed Il piccolo mondo - non vi rinunciava nemmeno se i fan lo acclamavano.


Natalie era estasiata dalla bellezza di quel posto - così ricco e colmo di magia, che in quel medesimo istante, ti regalava la gioia di ritornare bambina. Viró lo sguardo verso la celebrità - intento a giocare con alcuni bambini presenti, i quali ridevano e trattavano quell'uomo - come uno di loro.
Michael decise di soggiornare l'ultima notte proprio nella suite più lussuosa del parco, o meglio chiamata: La bella addormentata, numero 2403 [*1] - era la più costosa e la più ampia, perfettamente arredata e decisamente favolosa a tal punto che per il cantante era divenuta quasi la sua seconda casa.

Natalie vide quella stanza e ne rimase così tanto folgorata - da desiderare di poter rimanere in quel luogo per sempre.
«Dormirai qui, con me questa ultima notte.» le sussurrò l'uomo all'orecchio, ammiccandole un sorriso.

«Oh Mike, non posso accettare..»
«Nat, non preoccuparti - sono di casa qui.» prese nuovamente parola. «Ogni volta che mi sono fermato in questo posto, ho soggiornato in questa bellissima suite - è così calda e confortante.» aggiunse, grattandosi il mento con l'indice. «Anche a Lisa piacque parecchio, anni fa - quando ancora eravamo sposati.» le confidò, posizionando nuovamente sul volto la sua fedele mascherina.

«Ah-Ah» sospirò. «Quindi porti qui tutte le tue pretendenti?» scherzò, accennando un tono di sfida verso il cantante.

«No, solo le persone importanti.» le rispose, riprendendo poi a camminare, circondato dai tanti e dolci bambini li presenti.
Natalie rimase in silenzio, affiancandosi nuovamente a lui - che sembrava perfettamente in linea con quel posto.

Michael era decisamente un maestro in quei giochi ed in ogni cosa si imbattesse, riusciva sempre alla perfezione - seguito da Frank che gli teneva decisamente testa.
«Amico, ti ho battuto alla grande» rise il ragazzo, completamente bagnato dalla testa ai piedi.
«Solo per questa volta Frank» gli rispose. «Solo per questa volta» ripetè.

«Andiamo, non ti stai divertendo?» domandò poi, alla fanciulla immobile e completamente fradicia - con un'espressione spaventata in volto.
«S-Si» balbettò, accusando ancora il battito scalpitante del suo cuore e le gambe tremare.

«È stato fantastico!» esordí invece Bonnie, saltando in braccio al manager della star, più felice che mai.
Frank la accolse ben volentieri - stringendola al suo corpo, mentre ella posó il viso sul suo addome.
Michael assistette a quella dolce e tenera scena, ammiccando un occhiolino al suo giovane amico, prima di saettare nuovamente con lo sguardo - la bionda fanciulla.
«Dai, è passato» le disse, riferendosi alla giostra che avevano appena fatto.

«Lo so, ma ho davvero temuto per la mia vita.» gli rispose, scherzando.
«Ma - che esagerata che sei.» la canzonò il cantante, attirandola a se. «Andiamo, abbiamo ancora molti giochi da fare.» concluse, trotterellando entusiasta - lungo tutto il parco.

Il piccolo Cascio, insieme al moro ed ai bambini - si stavano divertendo mentre le sue fanciulle, rimasero leggermente indietro - intente a prendersi un gelato.

«Bon - grazie di farmi compagnia.» le disse la bionda, gustando la sua pietanza dolce.
«Non si rifiuta mai, un buon gelato.» rispose l'altra, ridendo sommessamente. «E poi volevo parlarti di una cosa» aggiunse, incupendosi un poco.

«Dimmi, Bon.»

«Il sign. Jackson, in seguito al suo incidente a Monaco - mi ha proposto di andare a lavorare per lui, nella sua abitazione in California.» mormorò la bruna, leggermente intimorita da una possibile reazione da parte dell'amica.

«Ah-Aah.»
«Sei arrabbiata?» le domandò.

«No, anzi - sono davvero felice per te e di questa opportunità - dopotutto con il male che ha alla schiena, ha bisogno di te.» le rispose comprensiva Natalie, virando lo sguardo altrove - alla ricerca del cantante, che aveva omesso di dirle quella notizia - di quella sua decisione.

«Nat» la richiamò l'altra, captando tristezza nell'animo di quella ragazza. «Che succede?»

«Umh, perché?» le chiese l'altra, tentando di fare la vaga, quando lo sguardo del moro si posò sul suo.

«Con Michael intendo, che succede?»

La ragazza sospirò appena, tornando a fissare in maniera torva la sua amica bruna, dalla folta chioma ribelle e gli occhi altrettanto scuri. «È davvero interessato a me - a conoscermi, a portarmi sempre con se da come parla.» prese parola. «Ma sa che sono ancora fidanzata, ed io Bon - non so ancora come gestire questa situazione.»

«Nat, dovresti seguire il tuo cuore a parer mio.»

«Lo so, ma lui è Michael Jackson - la star più gettonata del momento, con un matrimonio alle spalle e due dolcissimi bambini che hanno estremo bisogno di loro padre. Ed io Bon - sono una semplice ragazza, aspirante ballerina - con una vita monotona e semplice alle spalle.» aggiunse, tentando di spiegarsi. «Come potrei gestire una relazione con un uomo così? Cosa mai posso dargli ad un uomo così?»

«Ad un uomo - normale?» la canzonò l'altra, prendendole una mano. «Si è invaghito di te, proprio perché sei l'unica a trattarlo da persona normale, il quale è.» mormorò. «Ti divora con lo sguardo - ti corteggia, ti desidera - ti venera, si vede lontano anni luce questo, Nat.»

«Ma Klaus..»

«Klaus capirà se il tuo cuore non urla più il suo nome, bensì quello di un altro uomo.» la interruppe Bonnie, accennando un sorriso rassicurante. «Non saresti la prima, nè l'ultima.»

«Ho bisogno di altro tempo, Bon - è ancora così presto per dire che il mio cuore, urla il suo nome. Insomma sono a malapena due settimane..»

«Intense - due settimane colme di attimi solo vostri, dove mai ha perso tempo per dimostrarti il suo interesse.»

Natalie sospiró. «Quando tornerò a casa, avrò modo di capire, di riflettere - di trovare le giuste risposte.» disse, abbracciando la bruna. «E noi ci terremo sempre in contatto, non so davvero - cosa avrei fatto senza di te Bon.» aggiunse, stringendo ulteriormente a se, il corpo della fanciulla.

«Assolutamente e poi ehy - non saremo troppo distanti.» le confidò Bonnie, ridendo appena.

Le due si strinsero ancora una volta in un caloroso e confortante abbraccio - colmo di affetto e fedeltà, ma poco più tardi vennero interrotte dal fanciullo, galoppino della star - completamente fradicio ed entusiasta.
«Nat, posso rubarti Bon?» le domandò poi.

«Certamente.» rispose l'altra, sorridendo. «Fate i bravi peró.» li canzonò, ammiccando un occhiolino.

Cascio la imitò, prima di prendere per mano la ragazza bruna e scomparire dietro qualche grande attrazione presente in quel magico e meraviglioso parco, mentre la bionda rimase sola a guardare la celebrità ridere e giocare con i piccoli e teneri bambini li presenti.

La sua attenzione venne destata poi, da una piccola bambina - dai grandi occhi verdi e capelli scuri, rimanere da parte dal grande gruppo di marmocchi scalpitanti, che erano rimasti con il moro e così, un po' interdetta, le si avvicinò.
«Ehy, come mai sei qui tutta sola?» le domandò, sedendosi accanto alla piccola bambina, di soli sette anni.

«Perché sono la più piccola e l'unica femmina, quindi mi prendono in giro.» le rispose, con voce triste - non alzando mai lo sguardo.

«Oh beh» sospirò Natalie, accarezzandole il viso paffuto, con l'intento che ella alzasse lo sguardo. «Ci perdono loro, piccolina.» le sorrise.

«Tu dici?» le chiese, virando le sue iridi verdi e ampie, in quelle altrettanto grandi della ragazza.
«Assolutamente» rispose, ammiccando un sorriso. «Come ti chiami?»

«E-Evelin» balbettó la bambina, leggermente rossa sulle gote. «E tu?»
«Natalie» le scompigliò la folta chioma scura. «Che ne dici di andare a fare una passeggiata insieme, lontano da questi marmocchi?»

«Cose da principesse?» le rispose Evelin, con un'altra domanda - mentre entusiasta batteva le mani, scalpitante di sentire la risposta da parte della fanciulla appena conosciuta.
«Si, cose da principesse» mormorò Natalie, scattando in piedi e prendendo la minuta mano della bambina, prima di incamminarsi insieme lungo quell'immenso ma meraviglioso posto.

Le due si divertirono, lungo i magici viali contornati da grandi giostre e luminose decorazioni, ed Evelin obbligò la fanciulla a truccarsi come la principessa Cenerentola, mentre lei come la Sirenetta.

«Sei proprio bella Evelin» le disse, acconciando per bene la sua folta chioma scura. «Sei molto più bella di Ariel - Flounder sarebbe fiero di te» esordí ridendo appena.

«Magari avere un migliore amico come Flounder.» sospirò la piccola, incupendosi di colpo. «Mi sento così sola, delle volte.» aggiunse, voltandosi di poco.

La bionda si fermò per un istante e afferrando nuovamente tra le sue braccia la ragazzina, prese nuovamente parola mentre con cura, le accarezzava il viso. «Beh Evelin - penso che un'amica l'hai trovata.» mormorò, baciandole una guancia.

«Saresti davvero mia amica?»

«Certo e te - saresti mia amica?»

«Si.» le rispose, saltandole in braccio a mo' di koala, manifestando la sua completa innocenza e gratitudine. Dopotutto era l'unica cosa che poteva fare per tirare su di morale quel piccolo scricciolo - l'unica cosa che davvero sentiva di fare.
La piccola intravide il moro poi, camminare verso di loro e diventando rossa, si strinse ancora di più alla ragazza.
«Che fanno qui, queste belle principesse?» domandò, schioccando la lingua al palato - saettando con lo sguardo la sua dama.

«Natalie si è offerta di essere mia amica.» disse Evelin, battendo le mani. «Ma Mike, la farai venire a Neverland vero?» aggiunse, riferendosi al moro - il quale sgranò gli occhi, sorridendo appena.
«Certo Evelin - questo e altro per vederti così entusiasta.» concluse, abbracciando la bambina, prima che ella raggiunse trotterellando la sua famiglia.

«E ovviamente ne sarei entusiasta anch'io.» aggiunse, con voce calda - una volta rimasto solo con la bionda.
«Neverland?» gli domandò, un po' torva.

«Si, la mia casa in California - ovvero, è un grande ranch di mille e cento ettari, situata nella bellissima contea di Sant Barbara.» si spiegò, agitando di poco le mani.
Natalie deglutì, virando lo sguardo altrove. «E quindi, conosci Evelin e la sua famiglia?»

«Si, sono miei ospiti da due anni.» iniziò a spiegare. «Evelin è sempre stata chiusa e timida, rispetto agli altri bambini - penso perché appunto, si senta leggermente sola.» continuava, iniziando ad incamminarsi verso una via illuminata, seguito dalla fanciulla. «Ed è per questo che di tanto in tanto la prendono in giro, cosa che non mi piace affatto, ma come sai - sono bambini.»

«Immagino, è di una dolcezza unica.» mormorò Natalie, ancora sognante e grata di aver toccato con mano - la situazione delicata di quella bambina.

«Si, evidentemente ha visto in te la giusta purezza e bontà, che solo i bambini riescono a carpire negli altri.» la interruppe lui, prendendo una mano tra le sue. «Ma davvero, sarei onorato se un giorno - venissi a Neverland, Nat.» insistette, sicuro di se.

«Ne sarei onorata anch'io, ma tempo al tempo.» aggiunse lei, continuando a sostenere che avesse ancora bisogno di tempo. Tuttavia una parte di lei, fremeva all'idea di vedere la reggia di quell'uomo, di conoscere i suoi figli e di entrare in contatto con ogni momento e attimo a loro disposizione.
Si accorse di essere stata leggermente dura e distante in quella giornata che lui duramente si era preoccupato di organizzare, così captando il suo silenzio tombale - appena arrivarono alla suite e il moro chiuse la porta alle sue spalle, lei si gettò tra le sue braccia.
Lo strinse così forte che lui - ebbe difficoltà a trovare il respiro ma che, nonostante ciò - poco gli importava, voleva sentirla - in quel momento più che mai.

«So di essere confusa e di farti del male.» prese parola Natalie, con ancora il volto nascosto nell'incavo del collo della celebrità. «Ma ti chiedo solo tempo, ho bisogno di ragionare bene - non voglio far soffrire nessuno, tantomeno te - che sei così buono e premuroso.» aggiunse, alzando di poco lo sguardo alla ricerca delle sue iridi castane.

Michael sospiró, baciandole la fronte con fare casto. «Natalie Miller, dopotutto non posso farci niente.» rise. «Mi sono invaghito di te dal primo momento captando questo tuo carattere così puro e buono - e mi auguro solo che domani, al nostro distacco - ti rimanga qualcosa di positivo di questa esperienza.» concluse, posando le mani sui suoi fianchi.

«Più che positivo, ormai mi ero abituata ad averti intorno - e penso che questo, mi mancherà moltissimo.» le confessò, non lasciando mai la presa da quel corpo possente ed autoritario.
«Anche a me, mancherà ogni cosa di te - ad iniziare da questi bellissimi attimi passati in tua compagnia.» le spiegava. «Ma è giusto che torni alla tua vita, per mettere a tacere una volta per tutte la tua confusione - i tuoi tumultuosi pensieri e capire così, i tuoi estremi bisogni.» concluse, proferendo quelle parole con voce dolce e calda, nonostante l'idea di lei - distante per giorni, settimane o forse mesi - lo lacerava lentamente con fare dolente.

«È quello che mi auguro, Mike.»

«È quello che ti auguro anch'io, Nat.» disse, andando verso il terrazzo della grande stanza. «E se vorrai, le sere - ti chiamerò.» aggiunse, voltandosi di scatto per intrecciare il suo sguardo con quello di lei.

«Volentieri popstar.» lo prese in giro, iniziando a camminare per la grande stanza, intravedendo due grandi letti comodi - ed un divano, nell'altra stanza.
Lo stile era fiabesco ed i colori richiamavano perfettamente il meraviglioso clima dei cartoni - emanando calore ed una situazione prettamente fanciullesca.
L'uomo si congedò per raggiungere il bagno e farsi così, una calda doccia rigenerante in quanto le sensazioni da dover digerire erano tante e per niente semplici.

Lo scroscio d'acqua picchiettava violentemente sul suo viso magro, percorrendo l'intero perimetro del suo corpo che - a causa del forte dolore alla schiena, era ancora debole e malfatto. Temeva che senza la presenza di quella fanciulla, tutti i suoi demoni interiori, lo avrebbero nuovamente divorato - con il rischio di ricondurlo ancora una volta al baratro, maledicendo così la sua caotica e chiassosa esistenza.
Tamponava la sua chioma ribelle e scura, mentre uscì dalla stanza con solo il ruvido asciugamano intorno alla vita - ed appena si accorse di Natalie stesa sul morbido materasso, arrossì un poco sulle gote a causa del suo estremo imbarazzo.
La ragazza ammiccò un sorriso sgangherato, tentando di mantenere lo sguardo fermo sullo schermo del televisore - nonostante però, la sua curiosità e voglia di studiare per bene quel corpo così allettante, urlava in modo prepotente di voler guardare.

Il cantante si mise una semplice maglietta bianca, con lo scollo a V a maniche corte - per poi ritornare nell'altra stanza, per concludere di vestirsi.
Lei nel frattempo, si era data il cambio - ed usufruì anch'ella del bagno per darsi una sciacquata e mettersi qualcosa di comodo per quella dolce serata.

«Bonnie e Frank?» gli domandò poi, indossando una semplice maglia larga, con una stampa bizzarra su di essa.
«Penso che il mio manager, abbia portato a cena fuori la tua amica.» disse, ammiccando un sorriso lampante e sghembo. «Penso che i due, si piacciano per davvero.» aggiunse.

Natalie fece spallucce, abbandonandosi nuovamente al morbido letto. «E perché non mi hai detto, che hai proposto a Bonnie di seguirti in California, per lavorare per te?» chiese nuovamente, alludendo alla discussione avuta con la sua amica, quello stesso pomeriggio nel grande parco.

Michael le si affiancò, sospirando appena. «Non pensavo ti interessasse, ecco.» si spiegò. «Ma è un ottima massaggiatrice e per le condizioni della mia schiena, mi è molto di aiuto - tutto qui.» concluse, imitando la fanciulla e portando le braccia dietro la nuca.

Natalie propose così di vedere un qualsiasi tipo di cartone o film - ed insieme scelsero X Men [*2] - estremamente amato dal cantante. Durante la proiezione però, Michael strinse il corpo della fanciulla al suo - percependo nuovamente quell'estremo bisogno impellente di fare sue, le sue labbra calde e morbide.

Natalie teneva la mano destra, delicatamente sul petto della celebrità e con lenti movimenti - sfiorava la pelle calda del suo collo, con la punta del suo naso.
L'uomo le prese il mento, nella grande mano - per poi avvicinare pericolosamente il suo volto, a quello di lei.
Le sue iridi scure, vagavano nei vicoli stretti e perscrutabile di quelle celesti della fanciulla, che un poco sorpresa - schiuse le labbra, afferrandosi poi quello inferiore tra i denti.

«M-Michael.» balbettò, rapita dallo sguardo caldo e sensuale di quell'uomo, che in quel preciso istante - non aveva occhi che per lei.

«Se fossi stata mia, avrei già posseduto queste meravigliose labbra - che da giorni sono protagoniste dei miei sogni.» le confessò, quasi in un sussurro.

«E allora, perché non lo fai?» lo sfidò, accennando un sorriso. 
Tuttavia in quel momento, non desiderava altro che la meravigliosa sensazione di condividere un momento così intimo e nascosto, con il cantante.

«Nat, vorrei tanto baciarti - lo desidero dalla prima volta che ti rivista, due settimane fa.»

La ragazza chiuse gli occhi, per poi riaprirli come se fosse stata appena destata dal suo sonno. «Ma non lo farò, finché non sarai pienamente sicura delle tue azioni, finché - non sarai di nessun altro uomo, che non sia io.» aggiunse, annullando in quel momento, la loro dolce vicinanza.
«Preferisco non recarti ulteriore dolore e confusione in testa, solo per un mio desiderio egoista.» concluse, continuando però a guardarla con fare dolce.

Lei non proferì parola, dopotutto era rimasta leggermente delusa di quel bacio mancato - ma dopotutto come biasimarlo, era un gentiluomo - un meraviglioso e candido gentiluomo dal cuore d'oro.

«Mike» lo richiamò, enfatizzando ogni lettera di quel nome.
«Mmh.»

«Davvero ospiti tanti bambini?»

«Pardon?» le chiese, alzando un sopracciglio.

«Prima mi hai raccontato di Evelin e della sua famiglia e mi chiedevo - se davvero ospiti così tanti bambini in casa tua.» si spiegò.

«Beh, ho fatto costruire Neverland per questo, per dare una speranza ai bambini meno fortunati ed un luogo sicuro laddove poter giocare - la gente non ha perso tempo per speculare su queste mie azioni totalmente innocenti e genuine, però si - adoro che i bambini vedano la mia casa, come la loro casa.» disse, ridendo sommessamente. «Dopotutto, sono gli unici esseri a non giudicarmi in malo modo - o a sfruttarmi come una macchina da soldi, ecco.»

Natalie rispose con un leggero cenno di testa, stringendo nuovamente quell'uomo in dolce abbraccio - desiderosa come non mai, di un qualsiasi tipo di contatto con lui. Dopodiché gli propose un thè caldo, il quale accettò ben volentieri.

«Quante zollette di zucchero?» gli chiese.
«Due.» rispose, allargando le labbra in un ampio sorriso, appena lei gli porse la tazza contenente la bevanda calda.

«Anch'io, potrei abituarmi a questo.» le disse poi, sorseggiando il thè.
«A cosa?»

«Ad avere qualcuno, che si preoccupa per me.»
«Non hai tanti camerieri e dipendenti, che si occupano proprio di questo?» gli domandò, con fare innocente.

«Si, ma non ho nessuno che tenga davvero a me.» le rispose, saettando il suo corpo, con il suo sguardo. «E tu Nat, sei stata una vera e propria rivelazione.» aggiunse, sorridendole appena.

«Beh, potrei venire a Neverland - solo per preparare il thè caldo a te ed ai tuoi bambini.» scherzò, diventando leggermente rossa in viso.
«O solamente per rimanere con me.» la corresse lui, ormai manifestamente in modo palese il suo completo desiderio di averla sempre vicino a se.

«Oppure si, solo per rimanere insieme a te.» concluse la fanciulla, prima di coricarsi nuovamente tra le braccia del cantante - a fine di godersi così, la loro ultima notte insieme.

Continua-

[*1] La suite: La Bella addormentata, era veramente usata da Michael, ogni volta che soggiornava al Disneyland Paris.

[*2]  X Men, film davvero amato dal nostro Jackson, così tanto che: nel 1999, si era candidato per il ruolo del professor Xavier per il primo film tratto dalla saga Marvel. Ma la parte venne affidata a Patrick Stewart.
Gli era stato detto che servisse un uomo anziano e Michael rispose che poteva sempre truccarsi.

Spazio Autrice:

Altrettanti tre giorni per stendere questo capitolo ma spero ne sia valsa la pena. Attendo qui, nei commenti qua sotto - il vostro punto di vista.
I love u all.

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