01
Successivamente alla guerra che il clan degli Omaticaya affrontò contro la RDA, solo alcuni umani rimasero su Pandora: scienziati accuratamente selezionati che dimostrarono la propria fedeltà ai Na'vi, che furono lontanamente considerati come una minaccia per il popolo.
La vita su Pandora tornò ad essere pacifica e tranquilla; tutti i Na'vi tornarono alle loro famiglie e continuarono a dedicarsi alla vita del clan.
Gli umani rimasti sul pianeta andarono avanti con i loro esperimenti, senza ostruire o danneggiare la fauna e la flora del luogo; gli Avatar a loro attribuiti fecero di tutto pur di aiutare le famiglie degli Omaticaya.
Una ragazza in particolare spiccava tra tutti: Ambra. Non si seppe mai di chi fosse figlia ma venne accudita amorevolmente dal gruppo di scienziati sin dalla tenera età. Era troppo piccola per poter essere mandata sulla Terra, quindi gli uomini fedeli si presero il compito di tenerla.
Crebbe tra la natura della Grande Madre e i macchinari artificiali super tecnologici.
Imparò le usanze e la lingua dei Na'vi stando a contatto con loro; in particolare con la famiglia Sully.
Jake e Neytiri la presero sotto la loro ala, anche se quest'ultima non ne fu molto convinta data la sua natura, ma Jake riteneva Ambra come membro della famiglia. Sentiva il collegamento con la sua terra natìa.
Inoltre Ambra crebbe insieme ai figli di Jake e Neytiri costruendo un legame forte e duraturo nel tempo: passavano le giornate a rincorrersi e giocare, ad imparare tecniche di sopravvivenza e combattimento. Con uno in particolare legò sempre più: Lo'ak, il secondo genito.
Con il passare del tempo divennero l'uno la necessità dell'altro: Ambra veniva definita come la Lo'ak al femminile, e viceversa. Stavano sempre insieme e quando non riuscivano ad esserlo, un vuoto li colpiva nel profondo.
Passavano le loro giornate, oltre ad aiutare Neytiri nelle faccende da madre con la piccola Tuk, a combinare guai e scherzi di piccolo conto.
Venivano definiti come "I tornadi gemelli" dagli scienziati, e "Pela'ang" dai Na'vi; ovvero "Ma che diavolo?", esclamazione spontanea che veniva detta dalle vittime dei loro scherzi sciocchi.
"State attenti voi due! Allontanatevi da qui!"
Una voce urlò contro Lo'ak e Ambra i quali decisero di far visita all'ultima base rimasta degli scienziati. Norm, un amico di Jake e colui che prese la briga di accudire Ambra da bambina, sorrise a come la ragazza si fosse perfettamente adattata alla sua situazione e al mondo di Pandora.
I due ragazzi stavano toccando ogni oggetto e macchinario sul loro cammino, e le stanze pullulavano di Avatar che continuavano ad ordinare di non avvicinarsi a nulla. Ma non obbedirono come loro solito.
Insieme a Lo'ak e Ambra c'era anche Kiri.
Quest'ultima si diresse immediatamente alla capsula di vetro in cui era posizionata sua madre: la professoressa Grace Augustine. Come Ambra, la provenienza di Kiri era avvolta nel mistero.
Quando Ambra vide Kiri delicatamente appoggiata sulla capsula contenente sua madre, notò i suoi occhi sognanti e amorevoli e si soffermò a pensare a quanto potesse essere bello avere dei genitori da amare. A Norm voleva bene come un padre ma non era la stessa cosa.
Poi pensò a quanto dolore stesse provando Kiri vedendo sua madre intubata e non poterla nemmeno toccare con un dito. Fortunatamente all'arrivo di Lo'ak si distrasse subito.
Il ragazzo fece un respiro nella mascherina datogli all'entrata per farlo abituare all'ossigeno terrestre artificiale che veniva pompato nelle stanze. Ambra non trovava giusto che lei dovesse tenere addosso ogni secondo una maschera per respirare quando usciva da lì, e ai due Na'vi bastava solamente un cenno.
"Se tutti gli altri hanno degli Avatar, perché tu non ce l'hai?" Chiese Lo'ak alla ragazza.
Kiri spostò l'attenzione su di loro e alla domanda del fratello alzò gli occhi.
"Sarà troppo piccola, non credi?" Rispose Kiri tirando uno schiaffo leggero e simpatico al braccio di Lo'ak.
Questi fece finta di sentire dolore ed essersi offeso e come risposta ottenne un'altra alzata degli occhi da parte della sorella.
Ambra rise alla scena.
"Kiri ha ragione, e poi non sono autorizzata..."
Lo'ak non seppe il motivo di questa risposta, non conosceva le norme e le regole per avere un Avatar ed era cosciente di esserne all'oscuro, ma non chiese niente ugualmente.
Anzi, all'espressione quasi delusa della ragazza, che solo lui riuscì a scorgere, cambiò argomento e decise di divertirsi un po'.
"Ti va di fare le facce strane nei video?"
Ambra annuì entusiasta alla proposta e si diressero entrambi ad una delle telecamere collegate ai tanti computer.
Il gioco stava nel fare facce buffe appena un ricercatore si allontanava dalla propria postazione di video di bordo per la ricerca.
Ci sono state volte in cui apparivano Lo'ak e Ambra dal nulla nelle registrazioni; e loro se la ridevano a crepapelle.
"Siete dei bambini..." Ammise Kiri guardando gli altri due allontanarsi.
Lo'ak e Ambra si posizionarono davanti ad una piccola telecamera collegata ad uno schermo, il quale proiettava i loro volti e un po' di spazio circostante.
Si sedettero ognuno su una sedia e Lo'ak cominciò a fare un paio di espressioni che fecero ridere di gusto la ragazza affianco a lui.
"Aspetta, aspetta!" Ambra lo bloccò un secondo e prese degli occhiali che trovò sul bancone.
"Come sto?" Se li mise sul naso e imitò con il corpo una persona intellettuale.
"Molto intelligente!" Disse Lo'ak prima di guardarsi attorno e afferrare un cappello con la visiera trovato totalmente a caso.
Il ragazzo raddrizzò la schiena e si mise in posizione con la mano sulla fronte come un vero militare.
Entrambi scoppiarono a ridere.
"Siamo qui oggi per mostrarvi cosa succede-"
Ambra venne interrotta da un Avatar che li guardava con le mani sui fianchi e uno sguardo accusatorio. Lo riconobbe dalle cinque dita e dalle sue fattezze miste terrestri.
Lo'ak completò la frase dell'amica prima di dileguarsi velocemente.
"-Quando vi scoprono a interrompere delle ricerche di vitale importanza! Ciao!"
Prima di uscire da lì, Ambra prese la maschera per l'ossigeno con la quale non sarebbe riuscita a respirare neanche per cinque secondi al di fuori della base.
Corsero verso la foresta di Pandora ridendo per l'adrenalina pensando che qualcuno potesse inseguirli.
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