"don't lie"
"Signorina Forbes, pronto, è il pianeta terra che la chiama. Mi riceve? Riesce a sentire la mia voce?"
La voce di Stefan risvegliò Clara dai suoi pensieri, facendola sobbalzare. La bionda si girò verso di lui con un mezzo sorriso sul volto, sorpresa che avesse deciso di rivolgerle la parola.
Aveva sulle ginocchia il libro di inglese aperto ed evidenziato con ogni colore possibile e immaginabile, mentre al suo fianco c'era l'mp3 a cui erano collegate due cuffiette di cui una era rotta e l'altra era nel suo orecchio sinistro, sparando Britney Spears a tutta forza. Se lo tolse e mise in pausa la canzone, facendo un cenno di saluto verso il castano.
Ieri sera, dopo aver liquidato la domanda di Paige con una semplice scossa della testa, aveva cambiato l'argomento della conversazione talmente in fretta che la più piccola si era immediatamente resa conto che c'era qualcosa che Clara non aveva ancora intenzione di rivelarle. Tuttavia, aveva lasciato correre, passando gli ultimi quindici minuti della serata a parlare con lei del loro programma per la giornata successiva, durante la quale sarebbe anche passata la cometa. La mattina dopo, le due sorelle si erano a malapena rivolte la parola, essendo entrambe di fretta nell'andare a scuola, e non si erano più viste da quando era suonata la campanella della prima ora alle nove di mattina, quindi Paige non aveva avuto occasione di fare alla maggiore altre domande sconvenienti. Ora c'era la pausa e Clara era uscita in giardino per ripassare un po' inglese ascoltando nel frattempo alcuni brani della sua cantante preferita, che l'aiutava a "concentrarsi meglio", in pace. Finchè non era arrivato Stefan.
"Get Back? Davvero?" Chiese il castano, sedendosi di fianco all'amica e facendo inevitabilmente cadere lo sguardo sulla canzone che stava ascoltando fino a venti secondi prima.
Clara fece spallucce. "La ritengo iconica, come la dea che la canta. Britney è semplicemente... una diva, non credi? Penso che chiunque voglia essere un po' Britney Spears, in fondo."
"E io credo che tu abbia assolutamente ragione." Ridacchiò il Salvatore, girandosi verso di lei per guardarla in faccia. "Anzi, ora che ci penso, vorrei proprio andare ad un suo concerto una volta."
"Scherzi?! Una volta? Io vorrei viverci, ad un suo concerto. Se esistesse un docu-film su tutti i concerti di tutti i tour mondiali che ha fatto, me lo guarderei in continuazione. Sarebbe il mio film preferito." Ribattè la bionda, sorridendo a sua volta.
L'amico annuì, totalmente d'accordo. "Chissà, magari prima o poi qualcuno farà un film del genere su di lei. O, se non sulla nostra Britney, su qualcun altro. Tipo Rihanna."
"Iconico anche quello. Sarei la fan numero due, in quel caso."
"E il numero uno?"
"Mm, tu?" Vedendo Stefan scuotere la testa, la Forbes posò il viso sul palmo, pensierosa. "Allora, direi... Sinceramente non ne ho idea. So solo che non sarei io, dato che non sono una sua fan sfegatata. Apprezzo la sua musica, certo, ma Britney... Britney non si batte."
Il castano annuì, sorridente. Era felice di aver distratto l'amica dallo studio, anche se solo per una manciata di secondi. Era rimasto ad osservarla per quasi tutto l'intervallo, lì, seduta su quel tavolo di legno con il libro di inglese come unica compagnia, finchè non aveva deciso di andare a parlarle. Gli dispiaceva vederla da sola, con la fronte corrugata per la concentrazione e lo stress. Ma soprattutto, cosa che non riusciva ad ammettere a se stesso, voleva passare del tempo con lei. Dopo il disastro di ieri sera, quella mattina in corridoio i loro sguardi si erano incrociati per appena due secondi e nessuno dei due aveva fatto né cenno di saluto né un sorrisetto verso l'altro, e Stefan si era preoccupato. Certo, aveva iniziato a frequentare il liceo per l'ennesima volta con l'obiettivo di conoscere meglio Elena, ma non voleva che ciò gli precludesse la possibilità di stringere altre amicizie, come quella con Clara. La bionda, infatti, gli aveva inspirato un senso di fiducia e di simpatia sin dal loro primo incontro.
Ma questo Clara Forbes non lo sapeva.
L'unica cosa che sapeva, invece, era che la sua stima verso il Salvatore cresceva ogni secondo di più. Oltre che essere un bel ragazzo, ascoltava anche Britney Spears?
Se Elena non avesse trovato un modo per accaparrarselo in breve, sarebbe decisamente entrata in gioco Clara. Del resto, dopo la sera precedente Caroline sembrava aver completamente dimenticato dell'esistenza del Salvatore dato che aveva scambiato una serie di lunghe occhiate maliziose con un ragazzo moro dagli occhi "azzurri come il mare", come adorava dire, al Grill subito dopo aver chiacchierato un po' con Bonnie. Quindi, non entrava nemmeno il codice della sorellanza in gioco. Clara aveva praticamente campo libero.
Si tirò mentalmente uno schiaffo per aver pensato quelle cose. Quell'anno si sarebbe concentrata sullo studio e sulla famiglia, senza ammettere distrazioni. E Stefan Salvatore era il primo candidato come Distrazione Numero Uno, per il momento, quindi la Forbes avrebbe dovuto fare del suo meglio per imparare a stare in sua presenza evitando di fare pensieri strani su di loro e su cosa sarebbe potuto succedere. Specialmente contando che, nonostante Elena non fosse stata sua sorella, la bionda teneva molto a lei e non voleva ferirla ulteriormente provandoci con il ragazzo con cui stava palesemente flirtando dall'inizio della scuola.
"Comunque, stavi studiando?" Chiese Stefan, interrompendo il flusso dei suoi pensieri ancora una volta.
Clara annuì, alzando il libro per mostrarglielo. "Sì, inglese. Ce l'ho alla prossima ora e volevo ripassare, dato che interrogherà quasi sicuramente."
"Io ho matematica, dopo." Tra i due ragazzi alleggiò il silenzio per un paio di secondi, prima che il castano parlasse di nuovo. "Hai sentito del passaggio della cometa, stasera?"
"Certo, ci vanno tutti. Verrai anche tu?" Chiese la bionda, indecisa se sperare o meno in una risposta affermativa.
Stefan annuì. Clara non volle ammetterlo a se stessa, ma ne fu decisamente sollevata. "Vieni anche alla preparazione?"
Questa volta il ragazzo scosse il capo, guardandola confuso. "Cosa intendi?"
"Questo pomeriggio in piazza allestiranno lanterne e tavoli e tutte quelle cose carine tipiche delle feste di paese. Sai, la cometa non passa a Mystic Falls da..."
"...centoquarantacinque anni, sì. Dal lontano 1864." Stefan sorrise, vedendo una rughetta formarsi tra le sopracciglia di Clara.
"Mi hai interrotta." Si limitò a dire lei, cercando di non far trapelare dal tono della sua voce il nervosismo che provava per essere stata bloccata. Voleva dimostrare di essere intelligente e colta davanti ad un ragazzo come lui, ma a quanto pareva il destino non era dalla sua parte quel giorno.
Il castano rise dolcemente, puntando gli occhi nei suoi. "Le mie più sentite scuse."
Clara sentì le guance avvampare e il battito andare a mille. Seppellì la testa tra le mani, sbuffando. Odiava l'effetto che le faceva quel ragazzo. Come può essere umanamente possibile avere degli occhi tanto belli?
"Non ho voglia di studiare." Disse, cercando di non far capire a Stefan di aver nascosto il viso a causa sua.
"Chiudi il libro, allora."
La risposta secca del Salvatore, per un qualche strano motivo, fece imbestialire la bionda ancora di più. Come poteva dirle una cosa del genere? Come se fosse stato così facile. Come se per lei, Clara Forbes, sarebbe mai stato facile non uscire di testa ogni volta che prendeva un voto inferiore all'eccellenza. Come se tutto ciò in cui credeva fosse sempre stato una grande cavolata e un'allucinante perdita di tempo, e come se l'amore di quelli che amava non dipendesse interamente da ciò che lei faceva, ma da chi lei era.
Okay, Clara era consapevole di star drammatizzando un po' troppo quelle semplici parole, ma era piuttosto esausta. Quindi, per evitare di avere una crisi di pianto isterico, chiuse davvero il libro.
E poi lo tirò in testa a Stefan.
"Ma perchè?!" Fu l'unica cosa che il poveretto riuscì ad esclamare, prima che la Forbes si rendesse conto di cos'aveva appena fatto.
Come aveva potuto? Si conoscevano da appena due giorni, e lei gli aveva tirato un libro in faccia. Cioè, non proprio lì, ma comunque la botta che gli aveva tirato sulla spalla sinistra era stata piuttosto forte. Gli avrebbe lasciato un segno. Che sarebbe durato quindici secondi, certo, ma pur sempre un segno. Rosso. Che gli avrebbe gridato da quel giorno per il resto delle loro vite di stare lontano da lei. La loro amicizia era finita, e Clara era una maleducata. Si sentiva davvero male, e non riusciva a sperare in un suo perdono nemmeno-
La risata di lui interruppe i suoi pensieri sempre più catastrofici. La bionda si girò praticamente sotto shock a guardare l'amico.
Era la prima risata vera che gli sentiva fare da quando l'aveva incontrato.
"Ti adoro." Continuò a ridere lui, passandosi una mano tra i capelli. "Moralmente dovrei buttarti del caffè o qualcosa del genere sui vestiti, ma il mio cuore m'implora di non farlo. Sei troppo iconica perchè la tua posizione sociale venga rovinata da un semplice ragazzo come me. Però, per farti perdonare, potresti essere la mia guida per stasera." Terminò, puntando lo sguardo in quello della Forbes.
Lei, questa volta, lo sostenne e ignorò il colorito sempre più roseo che stavano assumendo le sue guance. Il cuore le batteva a mille e il cervello non riusciva più a ragionare con chiarezza, quindi prese un profondo respiro. "Direi che è assolutamente quello che farò, anche se io scapperei. Se fossi in te, certo." Tra i due alleggiò il silenzio per qualche secondo, prima che lei si portasse le mani sul viso per la seconda volta. "Oddio, mi dispiace. Scusa scusa scusa, non volevo- Non so cosa mi sia preso, ti assicuro che sono una persona normale di solito. Sono-"
"Perdonata." Disse Stefan, con un tono così definitivo e rassicurante da calmarla una volta per tutte. Rimasero a fissarsi per una decina di secondi buoni, finchè non scoppiarono a ridere entrambi.
Sono una rincoglionita, fu tutto quello che la Forbes riuscì a pensare mentre cercava di trattenere le risate.
Peccato che, così facendo, non vide Elena e Matt fermarsi a pochi metri di distanza da loro e osservarli, una con gelosia, l'altro con soddisfazione negli occhi. Perchè Clara, in appena due giorni, aveva scongelato l'immagine del ragazzo "misterioso e tormentato" di Stefan e l'aveva fatto ridere come se si fosse dimenticato di qualunque problema lo stesse affliggendo. Facendogli così dimenticare anche di Elena.
***
"Allora... mi dirai mai la verità?"
"Paige, smettila." Disse Clara a denti stretti, lanciandole un'occhiataccia mentre tendeva un manifesto della Notte della Cometa a un paio di ragazzini.
Erano arrivate in piazza da circa mezz'ora e la più piccola non aveva smesso di tartassarla di domande sul nuovo arrivato. Dopo nemmeno cinque minuti tutta la scuola aveva saputo della loro risata in cortile, e ovviamente era giunta voce anche a Paige, che adesso era determinata a scoprire cosa provava la sorella al riguardo.
Sorella che, dopo aver avuto la stessa conversazione con Caroline tre volte nel corridoio del loro liceo, era piuttosto stufa. Anzi, era decisamente stufa. E poi, sapeva che la sua sorellina minore riusciva a capire, ancora meglio di quella di mezzo, qualsiasi cosa le passava per la testa specialmente se provava a nasconderglielo. Quindi aveva deciso di non toccare l'argomento e basta, cambiando discorso in continuazione, o almeno provandoci.
"Ma sono curiosa! Hanno tutti una cotta per quel ragazzo, al liceo, e tu l'hai fatto ridere e sembra non importartene neanche!" Esclamò la biondina, con uno sbuffo.
"Certo che mi importa!" Ribattè la maggiore. Poi scambiò un'occhiata d'intesa con la sorella. "Ma ora non ne voglio parlare, va bene? Andiamo ad aiutare Care, piuttosto." Disse, facendo un cenno verso la mediana, la cui attenzione era rivolta verso un punto indistinto alla loro destra.
Paige annuì, cercando di non dare a vedere quanto fosse delusa. Clara fece un sorrisetto, sentendosi in colpa. "Scusami." La piccola annuì, e lei continuò. "Vi raggiungo dopo, vado a prendere altri manifesti." Poi si allontanò senza darle il tempo di rispondere, non avendo la minima voglia di continuare il loro discorso che, nonostante sembrasse finito, poteva ricominciare da un momento all'altro.
Camminò per qualche minuto in silenzio, persa nei suoi pensieri. Non si accorse di aver superato il tavolo dov'erano posati i manifesti finchè, una quindicina di metri dopo, non fu fermata da una voce familiare.
"Clara." Il suono del suo nome pronunciato da Stefan la fece voltare immediatamente, ma la Forbes non trovò nessuno alle sue spalle. Eppure era sicura di averlo sentito. Tirò un sospiro, provando a rassicurarsi di non star impazzendo. Certo, provava quasi certamente qualcosa per lui, ma non era ancora arrivata al punto di esserne ossessionata. Non ancora, perlomeno.
Dei passi alle sue spalle la fecero tornare alla realtà.
"Clara Forbes." Un ragazzo robusto e dai capelli neri si ergeva in tutta la sua altezza di fronte alla bionda, piuttosto confusa. Non lo conosceva, ne era sicura. Allora perchè le parlava?
"Come sai il mio nome?" Chiese, facendo un passo indietro. Quel tipo era letteralmente spuntato dal nulla, si era girata qualche secondo prima e non aveva visto nessuno. La strada era semideserta, sarebbe stato impossibile non notare uno come lui.
Il corvino fece un sorrisetto. "Come mai tu non sai il mio, piuttosto."
La Forbes era sempre più confusa. Ma che diamine?
"Scusa, ma noi due non ci conosciamo. Non ti ho mai visto prima. Mi dispiace, forse mi hai confusa con qualcun'altra." Disse, il tono a metà tra l'irritato e il nervoso.
L'espressione del ragazzo rimase uguale. "Non direi." Il silenzio alleggiò tra loro, colmo di tensione. La bionda sentì l'ansia crescere dentro di lei. "Sono Damon, comunque. Salvatore."
Clara era decisamente perplessa. Continuava a non capire cosa lui volesse da lei. E soprattutto, chi le aveva detto il suo nome? Cercava di trovare una risposta fredda ma non scortese da dargli prima di scappare a gambe levate, quando un particolare attirò la sua attenzione. "Hai detto Salvatore?"
"Come Stefan, sì. Lo conosci, immagino." Il tono saccente di Damon infastidì la Forbes e non poco.
"Già." Ma invece di chiedergli il loro legame di parentela, del quale il castano le aveva accennato durante il loro primo incontro, s'impuntò su ciò che le premeva davvero sapere. "Chi ti ha detto il mio nome?"
Il corvino fece un leggero sbuffo. "Non vuoi sapere come lo conosco? Se sono suo fratello, suo zio, o chissà, suo padre?"
"Padre, tu?" Clara trattenne una risata sarcastica. Sapeva che entrambi i genitori di Stefan erano morti, e se questo ragazzo era davvero il fratello di cui il Salvatore le aveva parlato e con cui aveva perso i rapporti, avrebbe dovuto certamente saperlo anche lui. Quindi perchè si comportava in quel modo? Non era chi diceva di essere, o la ragione per cui non parlava con Stefan da anni era perchè lo tormentava o qualcosa del genere?
La Forbes era consapevole di stare, come al solito, ingigantendo le cose, ma non poteva farci nulla. Tirò un sospiro, cercando di lasciar perdere le sue paranoie, mentre Damon riprendeva a parlare. "Presumo che tu sappia già la storia, allora. E se non la sai, l'hai intuita. Sei una ragazza intelligente, Clara Forbes."
La bionda cercò di non fargli capire di sentirsi lusingata da quel complimento. Non sapeva che gioco stava giocando, ma non l'avrebbe lasciato vincere. "E tu sei un maleducato. Cosa vuoi da me?"
"E sarei io il maleducato? Ti sembra il modo di rivolgerti ad uno sconosciuto, così, in mezzo alla strada? Avevo solo intenzione di chiederti delle indicazioni." Damon continuava ad avere una punta di saccenza nella voce, che bastava a innervosire la ragazza.
"Non ti definirei affatto uno sconosciuto, dato che sai il mio nome e il mio cognome." Fece una pausa, trattenendosi dal tirargli uno schiaffo. "Voglio sapere cosa vuoi. Poi ti darò tutte le informazioni di cui hai bisogno."
Damon fece un passo verso la bionda, che in risposta restò ferma e sollevò la testa, come a dimostrargli di non essere spaventata da lui. "Volevo vederti in viso, Clara Forbes. Per riconoscerti. Per capire. Per assicurarmi di alcune cose." Il silenzio che seguì quelle parole era ricolmo di tensione, e riempì la ragazza d'angoscia. Non si sentiva affatto al sicuro. Tutto quello... non aveva alcun senso. Damon continuò. "E poi, volevo che tu sapessi il mio nome. Tutto qui." Le fece l'occhiolino, seguito da un altro sorrisetto, prima di svanire di punto in bianco.
Non aveva senso, e la Forbes ne era consapevole. Probabilmente si era distratta, ma quel ragazzo era appena sparito. Come se fosse scappato via con la supervelocità o qualcosa del genere, lasciandola lì, ferma in mezzo alla strada, a domandarsi cosa diavolo fosse appena successo.
Il problema era che quello era solo l'inizio di una lunga serie di incontri ed eventi inusuali, e Clara non ne aveva idea.
Non ne avrebbe avuto idea, finchè non ci si sarebbe ritrovata completamente e irrimediabilmente in mezzo.
SPAZIO AUTRICE
buona vigiliaaa
come state?
io mi sto godendo le vacanze e piano piano sto iniziando a sentirmi meglio<3
cmq in questo capitolo vediamo finalmente il primo incontro tra clara e damon, ossia l'inizio di una lunga e tormentata storia d'amore;))
la prossima parte arriva tra circa una settimana come al solito, quindi a presto:)
bacioni<33
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