[ 03 ]
꒰ chapter three ꒱
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❛ Percy Jackson rinominato Peter Jhonson ❜
Percy era rimasto fermo ad elaborare tutte quelle informazioni per un po', finché ad un certo punto non sentimmo un vocione provenire dalle nostre spalle. Un vocione che avrei riconosciuto ovunque.
« Ma guarda! Un novellino! » urlò da lontano, avvicinandosi con le sue solite schiavette. Questa volta indossavano tutte un giubbotto mimetico che a parer mio le faceva sembrare ancora più grasse.
Si capisce che odio i figli di Ares, vero?
« Clarisse » sospirò Annabeth. « Perché non te me vai a lucidarti una lama o che so io? »
« Perché non vai a lamentarti della tua frustrante vita con qualcun altro? » dissi io.
La rossa mi guardò con gli occhi rossi di rabbia ma riuscì a calmarsi subito dopo. Il suo obbiettivo era palesemente Percy.
« Venerdì vi farò fuori. Non avete scampo voi due » ci provocò.
« Erre es korakas! » esclamò Annabeth in greco antico e al che io risi.
« Chi é questa mezza cartuccia? » disse la rossa incrociando lo sguardo del ragazzo.
« Percy Jackson. Ti presento Clarisse, figlia di Ares » ci pensò Annabeth alle presentazioni, io non ero proprio portata. Probabilmente avrei descritto Clarisse come una puzzolente e scorbutica ragazzona.
« Vuoi dire, il dio della guerra? » disse Percy, quasi con tono impaurito.
« Ti crea qualche problema? » sogghignò Clarisse.
« No, spiega il cattivo odore »
Scoppiai a ridere. Era più forte di me. Percy l'aveva centrata in pieno, infatti Clarisse sgranò gli occhi e le venne perfino un tic all'occhio.
« Abbiamo una cerimonia di iniziazione per i novellini, Prissy »
« Percy »
« Quello che é. Vieni, te la faccio vedere » l'armadio -o almeno come la chiamo io- prese Percy e lo condusse al bagno delle ragazze.
Nel mentre Percy teneva fra le mani il corno del Minotauro, così lo diede ad Annabeth.
Quest'ultima cercò di fermare Clarisse, ma io la bloccai.
« Voglio vedere che sa fare » le dissi; subito dopo lo seguimmo.
Non appena entrai nel bagno esso era sempre lo stesso: sporco, puzzolente e messo peggio di un semplice bagno pubblico.
Le amiche di Clarisse si sbellicavano dalla risate mentre Percy si dimenava e cercava in tutti i modi di liberarsi dalla presa di Clarisse.
« Non é facile Percy! Ma potresti riuscirci ! » urlai io, appoggiandomi al cornicione della porta. Annabeth nel mentre si mise le mani sul viso e guardava la scena fra le dita.
« Come se potesse essere roba dei Tre Pezzi Grossi » disse Clarisse spingendo il ragazzo dentro uno dei gabinetti.
« Si come no. Il Minotauro sarà morto dalle risate a vedersi un allocco del genere »
Quelle galline non smettevano di ridere e per poco non persi l'udito, tanto forte stavano ridendo.
Improvvisamente successe qualcosa. L'impianto idrico iniziò a brontolare, i tubi dell'acqua vibravano senza sosta e d'un tratto l'acqua puzzolente schizzò fuori dal gabinetto disegnando un arco sopra la testa di Percy e prendendo in pieno Clarisse.
L'acqua la colpì in faccia così forte che volò per terra, continuando a bagnarla e a spingerla fin dentro una doccia.
La figlia di Ares cercò di sfuggire al getto d'acqua, ma invano.
Le sue amiche corsero ad aiutarla ma in quel momento tutti gli altri gabinetti esplosero, bagnando non solo loro, ma anche me e Annabeth.
La figlia di Atena si tolse le mani dalla faccia lasciando vedere la sua espressione: aveva la bocca spalancata e gli occhi pieni di stupore.
Il bagno era completamente allagato, tutte eravamo completamente zuppe d'acqua, tranne Percy. Sui suoi vestiti non vi si trovava nemmeno un piccola goccia di acqua e attorno a lui vi si trovava un cerchio, dove appunto all'interno era asciutto.
« Ma come hai... » chiese Annabeth.
« Non lo so »
« Scusami? » dissi io, scioccata dalla situazione.
Clarisse e le altre, ormai praticamente fuori dal bagno, erano sporche di fango e puzzavano di fogna e beh...quello che si fa in bagno.
« Tu sei morto, pivello » ringhiò Clarisse.
« Vuoi fare un altro po' di gargarismi con l'acqua del water, Clarisse? Chiudi il becco » sputò acido Jackson e io non feci a meno di ridere.
Il ragazzo era tosto sotto questo punto di vista, e questa cosa mi piaceva, proprio perché era come me. Aveva il mio stesso senso dell'umorismo.
Probabilmente io avrei detto anche di peggio...ma vabbè. Percy Jackson si é fatto valere.
Annabeth nel mentre fissava Percy in una maniera quasi inquietante.
« A che pensi Beth? » le domandai.
« A cosa stai pensando? » chiese il ragazzo.
« Sto pensando... che ti voglio nella mia squadra per la caccia alla bandiera » esordì Annabeth lasciandomi senza parole.
« COSA!?» esclamai io in preda ad uno shock così forte da farmi cadere per terra.
« Senti, ha del potenziale, lascia fare a me » mi sussurrò Beth all'orecchio.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai violentemente. Percy notò la mia reazione e fece una strana smorfia con il viso.
Annabeth continuò a far fare il giro del campo a Percy mentre io corsi a farmi una doccia, poiché puzzavo ancora di fogna e stavo letteralmente gocciolando per tutto il campo.
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« Ad un certo punto l'acqua uscì dal water colpendo Clarisse in pieno volto e facendola catapultare con le chiappe a terra. Poi esplosero anche il resto dei bagni, bagnando le tirapiedi di Clarisse e appunto me e Annabeth. Vi sembra normale!? » raccontai l'accaduto alle ragazze.
Questa volta ci trovavamo alla capanna numero dieci, quella di Afrodite.
« É assurdo! » disse Daphne.
A parer mio lei era completamente diversa dal resto delle figlie di Afrodite. Si, é vero, amava specchiarsi e acconciarsi i capelli e tutte queste cose, ma caratterialmente era diversa dal resto delle altre ragazze.
Infatti, le figlie di Afrodite, non provavano molta simpatia nei nostri confronti, anzi, provavano un astio fuori dal normale.
Ogni volta che ci riunivamo nella loro casa, sbuffano e imprecavano in greco.
Ma a noi non interessava. Facevamo quello che volevano. In fin dei conti siamo delle testone.
« Dimenticavo, Annabeth l'ha pure messo nella squadra di Caccia alla Bandiera! »
« Come scusa!? » Evangeline scattò in piedi.
« Io non voglio un novellino che non sa tenere una spada nella mia squadra! Non se ne parla! » scosse la testa la bionda.
« Magari sa fare qualcosa, chi lo sa » fece spallucce Esther.
« Quel Jackson non sa fare nulla, credimi » dissi io.
« Mio dio ragazze siete così antipatiche e pessimiste! Magari come dice Esther se la cava » cercò di convincerci Daphne, ma nulla da fare.
Evangeline era scossa e io nervosa. Mi sentivo addosso ancora l'odore di fogna seppur avessi fatto quattro docce.
Dopo qualche minuto in lontananza sentimmo il rumore della conchiglia.
« É ora di cena, andiamo » feci cenno di uscire ad Esther e così ci dirigemmo alla capanna undici.
« Undici, in riga!» urlò Luke.
Una ventina di ragazzi uscirono dalla capanna di Ermes e, come sempre, ci disponemmo in ordine di anzianità, quindi io ed Esther finimmo alla fine della fila.
Questa cosa ogni singola volta mi urtava leggermente il sistema nervoso. Stavo diventando una delle migliori al campo riguardante il combattimento, ma finivo sempre alla fine della fila.
« É questa la regola » diceva sempre Luke ma questa cosa non riusciva a scendermi.
Questa volta però non fummo sole ad essere alla fine, bensì all'ultimo vi si trovava Percy Jackson.
« Ultimo della fila Jackson? » gli chiesi.
« A quanto pare anche tu » mi provocò.
« Per gli dei! Finalmente qualcuno ha preso il mio posto! » esordì Esther, contenta di non essere più l'ultima della fila.
Marciammo su per la collina finché non arrivammo al padiglione della mensa.
Ogni casa aveva il proprio tavolo, apparecchiata con una tovaglia bianca bordata di porpora.
Quattro tavoli erano vuoti mentre quello della numero undici era per fino troppo affollato.
« Ma qualcuno non puo' sedersi in quei tavoli vuoti? Qui siamo troppo stretti » disse Percy cercando di stringersi tra i ragazzi per riuscire a sedersi.
Tutti i presenti al tavolo lo guardarono male mentre io gli feci cenno di smetterla.
Mangiammo tutto quello che le ninfe portarono e subito dopo di alzammo per andare a bruciare il cibo per gli dei.
All'inizio trovavo questa cosa un gesto stupido.
« Bruciare del cibo solo perché agli dei piace l'odore? Secondo me devono solo svegliarsi un po', altrimenti non si spiega » dicevo sempre, ma non avevo ancora annusato l'odore di quel cibo bruciato.
Sapeva di biscotti appena sfornati, cioccolato e altre centinaia di cose che anche se differenti, stranamente messe insieme stavano bene.
Dopo che ci sedemmo Chirone fece risuonare il suo zoccolo per attirare la nostra attenzione, subito dopo il Signor D si alzò.
« Sì, suppongo che debba salutarvi, marmocchi. Ebbene: salve. Il nostro direttore delle attività, Chirone, dice che la prossima caccia alla bandiera é per venerdì. Al momento gli allori sono detenuti alla casa numero cinque. Personalmente non me ne importa un fico secco, ma congratulazioni. Inoltre devo dirvi che oggi abbiamo un nuovo arrivato: Peter Johnson »
A quest'ultima frase scoppiai a ridere e di conseguenza mi beccai un'occhiataccia da Percy.
« Sappi che ti chiamerò così ormai » lo stuzzicai.
« Provaci »
« Senza problemi, Peter » sorrisi e lui nuovamente mi guardò male.
Come di consuetudine, ci dirigemmo verso l'anfiteatro dove la casa di Apollo guidava il coro. Cantammo le canzoni sugli dei, mangiammo i marshmallow arrostiti sul fuoco -letteralmente il momento più bello della serata- e ci scatenammo. Il post-cena era la parte più bella dell giornata.
Più tardi, quando il corno a conchiglia risuonò, tornammo nelle nostre case e tutti andarono a dormire.
Percy era proprio di fronte di me e si addormentò non appena la sua testa toccò il sacco a pelo.
Anche Esther si addormentò in pochissimo tempo, così come tutti gli altri ragazzi.
Solo io ero ancora sveglia, come sempre.
Quando abitavo con mia madre restavo sveglia fino a tardi a leggere qualche libro o guardare qualche programma in tv. Qui invece era proprio perché non riuscivo a prendere sonno, neanche dopo una faticosa giornata di allenamento.
Dopo un po' chiusi gli occhi é riuscii ad addormentarmi.
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