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𝐱𝐱𝐢. - completamente vuota

-Come ti senti?- chiese Natasha, andandosi a sedere accanto ad Alex.

Lei deglutì, cercando di ingoiare il nodo che le si era formato in gola.

-Vuota- rispose.

-Completamente vuota-

Nat le strinse una mano nella sua.

-Non sai quanto mi dispiace, Alex. So cosa Peter significasse per te-

Alex dovette resistere all'impulso di scoppiare a piangere.

Così annuì, evitando di parlare.

-A quanti è successo?- chiese, senza guardare Nat negli occhi.

-A metà. Metà di tutti noi- rispose lei.

Alex, senza neanche accorgersene, aveva lo sguardo puntato sul vecchio costume di Peter, che faceva capolino dall'anta dell'armadio.

Fece un gesto veloce della mano, e l'armadio fu chiuso da una forza invisibile.

-Non so come fare, Nat- disse, con la voce smorzata dal pianto trattenuto.

-Non ho più nessuno. I miei genitori sono morti, ora anche Peter...-

Si prese la testa tra le mani.

-Ma hai ancora una casa, Alex. Potrai stare con noi...-

Lei scosse la testa, e Nat smise di parlare.

-Più rimarrei qui più sentirei la mancanza di Peter. Domani Thor partirà per Asgard, e...io andrò con lui-

Natasha annuì.

-Non posso ostacolarti, se è questa la tua scelta. Io voglio solo che tu stia bene, perché te lo meriti-

Si alzò dal letto, scompigliando leggermente i capelli della ragazza.

Si chiuse la porta dietro le spalle, e Alex rimase da sola, ad ascoltare il suo respiro che si faceva sempre più lento.

Quella notte non aveva affatto dormito.

Era rimasta a piangere, stringendo forte le coperte o fissando il soffitto.

Continuava ad allungare la mano sopra al letto, sperando di incontrare quella di Peter.

E c'era stato solo lui nei suoi pensieri.

Il suo sorriso le era rimasto impresso a fuoco nella mente.

Era sicura che non lo avrebbe mai dimenticato.

Solo in quel momento si accorse di quanto fosse stanca.

Non si era guardata allo specchio, ma immaginava di avere l'aspetto di uno zombie.

Si mise sotto le coperte, ma solo una mezz'ora dopo riuscì finalmente ad addormentarsi.

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-Chi sei tu?- continuò Alex.

-Peter. Peter Parker. Quando metto il costume sono Spiderman ma...beh, altrimenti sono Peter-

Alex si svegliò di soprassalto, ritrovandosi in un bagno di sudore.

Senza pensarci, si alzò dal letto, si precipitò in bagno e si sciacquò rapidamente il viso.

Doveva aspettarsi di rivedere Peter in uno dei suoi sogni.

Notò solo in quel momento quanto il cielo fosse diventato scuro.

Doveva aver dormito per tutto il giorno.

Uscì dalla sua stanza, andando in salone.

Li trovò Nat, intenta a leggere un libro di cui Alex non riusciva a scorgere il titolo.

-Ben svegliata- la salutò, poggiando il libro sul tavolo di vetro davanti a lei.

-Ho dormito per tutto il giorno?- chiese la ragazza, andandosi a sedere su uno dei divani.

-Ti sei svegliata in tempo per l'ora di cena. Pepper sta preparando qualcosa, speravamo che ti potessi unire a noi-

Alex annuì, cercando di mostrarsi minimamente felice.

-Certo, perché no-

In quel momento, Thor entrò in salone, chiudendosi dietro la porta della cucina.

-Ciao, Alex- disse.

-Ciao a te, zio- rispose lei, mentre Nat si alzava dal divano.

-Credo che voi due dobbiate parlare, e io non voglio disturbarvi. Cercate di non incendiare o congelare niente in mia assenza-

Così dicendo, si avviò nel corridoio, probabilmente verso la sua stanza.

Thor e Alex rimasero soli, ma non c'era più la tensione di una volta.

Ora che lei aveva scoperto la verità, non odiava più poi così tanto suo zio.

-Mi dispiace tanto, Alex. Per Peter, e per tuo padre-

Lei non rispose.

Sapeva che, se avesse aperto bocca, sarebbe scoppiata a piangere.

Intanto, Thor si andò a sedere accanto a lei.

-Nat mi ha raccontato di Thanos. Di quando si è finto Odino e ha ucciso tua madre. Spero che questo potrà farti riavvicinare al tuo popolo-

Alex annuì.

-Mi viene difficile ammetterlo, ma avevo pensato di ritornare ad Asgard insieme a te. Sono stata meschina in tutti questi anni, quando vi ho evitati. Infondo, voi non avevate fatto nulla-

-Alex, tu non potevi saperlo-

-Certo, questo lo so. E non me ne faccio una colpa. Se c'è qualcuno ad avere colpa, quello è Thanos-

Seguirono alcuni secondi di silenzio.

Poi Thor continuò.

-Se questa è la tua scelta, io sarò ben felice di accoglierla. Ora che ci penso, Lady Sif avrebbe proprio bisogno di un'apprendista che potrebbe persino diventare parte dell'esercito di Asgard-

Alex riuscì persino a sorridere.

-Allora è deciso, domani all'alba partiremo per Asgard- sentenziò Thor, per poi alzarsi dal divano.

La ragazza lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava verso la cucina.

Vide di sfuggita Tony, e poi una donna dai capelli rossicci accanto a lui.

Doveva essere Pepper, pensò.

Nonostante fosse, in qualche modo, felice di ritornare ad Asgard, non riusciva a togliersi dalla mente un'immagine.

La casa che Peter avrebbe fatto ricostruire per lei.

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