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🩰Neighbours at war - J.Hs.

Era da tanto che volevo scrivere qualcosa che avesse come protagonista Hoseok, così ho approfittato del suo compleanno per scrivere questa Two Shot.
Sono da giorni che mi dedico appieno a questa breve storia, è anche per questo che non ho aggiornato le altre e spero tanto che possa piacervi, io mi sono molto divertita a scriverla.

Un piccolo appunto ma non siete costrett* a farlo: quando trovate questi simboli 【🎶✔】fate partire la musica del link che ho inserito qua sopra.
E quando trovate 【🎶✘】potete fermarla.
È una piccola cosa che ho voluto fare per rendere una scena particolarmente più divertente, ma ripeto che potete leggere tranquillamente anche senza premere sul link.


Tanti auguri di buon compleanno al nostro amatissimo Hoseok! 🥳
Buona lettura.🖤

•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•

Trama: Lei una studentessa universitaria, lui un ballerino professionista.
Lei aveva bisogno di pace per potersi concentrare appieno sui suoi studi, lui con i suoi passi di danza saltava da una parte all'altra del suo appartamento.
Ma cosa potrebbe accadere se l'appartamento del caotico ballerino, si trovasse proprio sopra quello della silenziosa studentessa?

WORD COUNT: 8.137

•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°•

Non mi ero mai lamentata dei miei vicini di casa.
Si poteva dire che ero stata fortunata, avevo dei vicini perfetti; nell'appartamento accanto al mio abitava una deliziosa coppia di anziani, ci conoscevamo da quando mi ero trasferita tre anni fa e ormai si era costruito un rapporto molto amichevole tra noi.
La signora Kim spesso e volentieri mi faceva assaggiare le torte che al mattino preparava per viziare il marito, ricordavano un po' i miei cari nonni, solo un poco più giovani.

L'appartamento che occupava l'altro lato invece era abitato da un signore che stava sempre fuori per lavoro, quindi era praticamente un vicino inesistente.
Nell'appartamento al piano inferiore abitava un ragazzo della mia stessa età; non ci eravamo mai parlati tantissimo, ma sapevo che anche lui si era trasferito a Seoul solo per frequentare l'università.
Era silenzioso, probabilmente perché durante la giornata si concentrava al massimo sui suoi studi e io potevo capirlo... perché facevo la stessa identica cosa.

Al piano superiore invece non abitava nessuno: era vuoto.
Sembrava che quell'appartamento fosse maledetto, ogni inquilino dopo un breve numero di mesi se ne andava, cambiava casa; chi per un motivo, chi per un altro.
Ovviamente l'appartamento non aveva nessun problema, non era infestato da qualche fantasma capriccioso e non aveva alcun guasto irreparabile, semplicemente era destinato a restare vuoto.
Ma questa era un'ottima notizia per me; di certo non mi sarei lamentata, perché avevo bisogno del più completo silenzio per concentrarmi totalmente sullo studio.

L'università era dura, la mattina frequentavo i corsi, il pomeriggio studiavo e se fossi riuscita a mantenere l'attenzione mi sarei dedicata ai libri qualche volta anche la sera.
Guadagnavo qualcosa facendo la babysitter due, tre volte alla settimana; non era molto, ma era pur sempre qualcosa che mi permetteva di fare la spesa per me stessa.
I miei a distanza mi aiutavano con l'affitto e le bollette; non avrei proprio saputo come fare se non ci fossero stati loro.
Per questo non dovevo fallire all'università, dovevo restare concentrata, raggiungere i miei obiettivi.
Non solo per me, ma anche per loro, che stavano facendo così tanto per farmi stare qua, per permettermi di seguire i corsi.

All'inizio era stata dura; una nuova città, nuove persone, nuovi luoghi da scoprire.
Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, un po' demoralizzata per la lontananza da casa e per l'assenza delle persone a me care.
Eppure, piano piano avevo cominciato ad ingranare; certo, la mia famiglia e le mie amiche mi mancavano un sacco, ma non potevo passare il tempo a piangermi addosso... dovevo reagire, andare avanti e continuare a studiare per ottenere l'obiettivo per cui avevo tanto lavorato.

Dovevo ammettere che da quando mi ero trasferita a Seoul, la mia vita sociale era diventata arida e secca come il deserto più vasto; ero sempre stata una persona molto taciturna, non facevo amicizia facilmente e le poche amiche che avevo le conoscevo sin dalla tenera età.
Non facevo nemmeno amicizia volentieri, non potevo negare che stavo bene da sola, per alcuni versi ero molto solitaria quindi non trovavo la necessità di socializzare per forza con qualcuno.
Le uniche persone con cui avevo legato erano infatti i due anziani che abitavano accanto a me.
Con la madre della bambina a cui facevo da babysitter andavo d'accordo, ma il nostro rapporto si limitava solo ai saluti, a chiederci come stessimo e alle informazioni giornaliere riguardo la piccola Thayra.

Non mi lamentavo però della mia vita, era tutto perfetto.
Certo, fino a quando l'appartamento di sopra non trovò il suo prossimo inquilino.
E purtroppo, la quiete per me ebbe fine.

Non avevo ancora visto in faccia il nuovo inquilino, la signora Kim mi aveva detto che era un giovane ragazzo molto affascinante.
Non me ne fregava un cazzo se il mio vicino del piano di sopra era un bel ragazzo, il bastardo disturbava in continuazione i miei studi pomeridiani.

No, non era il classico vicino che cantava, suonava uno strumento, o accendeva lo stereo mettendo un volume troppo elevato per abitare in un palazzo di cinque piani.
Lui... ballava.
Per fortuna non ballava proprio tutti i giorni, ma almeno tre volte alla settimana, potevo sentire il soffitto tremare a causa dei suoi numerosi passi di danza.
Sbatteva i piedi di qua e di là, sicuramente facendo delle giravolte complicate o dei saltelli che diminuivano sempre di più la mia pazienza.
Avevo un ballerino come nuovo vicino di casa... fantastico.

Ogni volta cercavo di guardare i lati positivi, e cioè che ballava senza musica; raramente metteva una base musicale su cui appoggiarsi, la maggior parte delle volte si muoveva in silenzio.
Silenzio che però veniva rotto dai suoi piedi danzanti.
Ogni volta mi chiedevo perché non andasse a ballare in garage, ogni inquilino ne aveva uno ed era pure spazioso, poteva allenarsi lì... no?

Dopo cinque, sei volte non ce la feci più.
Persi la pazienza.
Mi dispiaceva fare la parte della rompiscatole, ma non riuscivo a concentrarmi come avrei voluto a causa dei suoi continui passi e salti.
Quindi, dopo due settimane di sopportazione, mi feci coraggio e mi diressi al piano superiore.
L'appartamento che stava sopra al mio era il numero 15, camminai lungo il corridoio controllando attentamente tutte le porte, alla ricerca del numero desiderato.
Appena vidi la targhetta con su scritto 15 in rosso, mi fermai.
Alzai un sopracciglio, i passi di danza dal corridoio non si sentivano, ero io la sfigata che aveva la stanza sotto quella del ballerino, e quindi ero anche l'unica sfigata a cui questi balletti potevano dare fastidio.

Ovviamente all'inizio avrei provato con un approccio più gentile ed educato, speravo che questo ragazzo fosse abbastanza maturo ma soprattutto comprensivo da ascoltarmi e venirmi incontro.
Diedi una rapida occhiata al nome scritto sotto il campanello: Jung.

Dopo aver emesso due respiri belli profondi, premetti il dito contro il citofono.
Il suono trillò anche da fuori, lo sentii distintamente... come sentii benissimo i passi farsi sempre più vicini, facendomi capire che il vicino stesse venendo verso di me per aprire la porta.

Quando la porta si spalancò, il mio cuore tremò non appena i miei occhi si incrociarono con quelli del vicino ballerino.
Era bellissimo.
Molto alto, dovetti inclinare leggermente la testa per poterlo guardare per bene in faccia; aveva i capelli castani e lisci, sulla frangetta che ricadeva morbida sulla fronte erano presenti alcune ciocche bionde, che donava ancor più solarità alla figura del ragazzo.
Un largo sorriso, il mio cuore batté più forte quando due adorabili fossette si formarono sulle sue guance prominenti.
Aveva un nasino così carino che-

"Ciao, posso aiutarti?"

Che stupida, ero rimasta ad osservare il suo volto senza parole, come se avessi appena visto un bellissimo dipinto su tela e fossi rimasta meravigliata dalla tanta perfezione.
Mh... forse questo ragazzo poteva benissimo essere paragonato ad un capolavoro di un talentuoso artista.

"Ciao! Non ci conosciamo, io... sono la ragazza che abita nell'appartamento al piano di sotto." Pronunciai con voce un po' titubante, avevo già perso la sicurezza che poco prima ero tanto convinta di avere dentro di me.

"Sono Hoseok, piacere di conoscerti!" Il ragazzo mi sorrise dolcemente, tese la mano e io prontamente la strinsi.

"Y/N."

"Non stare qui impalata, entra!"

Questo ragazzo era tanto gentile, oltre che molto bello.
No... non me la sentii di fare la parte della rompipalle.
Quindi alla fine non dissi nulla, entrai nel suo appartamento e Hoseok mise subito l'acqua nel bollitore per preparare il thè.

Osservai con cura l'ambiente, era pulito e ordinato.
Questo ragazzo anche se era giovane e abitava da solo, curava molto la pulizia; si vedeva che si dedicava molto alle faccende domestiche.
Oddio, era da sposare.
Scrutai con più attenzione il suo profilo, chiedendomi quanti anni avesse.
Sicuramente era più grande di me, ma non di molto... chissà se era fidanzato?
Scossi la testa, perché mi stavo domandando una cosa del genere?
Ero venuta qua per chiedergli di fare meno rumore, non per chiedergli un appuntamento.

"Scusa, avrei dovuto portarti qualcosa ma non ho avuto il tempo di preparare niente." Mi scusai, solitamente quando si andava a trovare un nuovo vicino si portava un piccolo pensiero, qualcosa di fatto in casa.

Così mi aveva abituata mia madre, era un gesto gentile ed educato, e sempre in questo modo avevo avuto l'occasione di conoscere i signori Kim, i simpatici anziani che abitavano accanto a me.
Hoseok rise, venni quasi abbagliata dal suo sorriso accecante, questo ragazzo poteva rapire qualcuno con il suo prorompente fascino.

"Tranquilla Y/N! L'importante è il pensiero, e poi ci tenevo particolarmente a conoscere la vicina che sta nell'appartamento sotto al mio."

Cosa?
Aggrottai la fronte, confusa dalle parole che avevo appena udito.
In che senso ci teneva a conoscermi?
Non ci eravamo mai visti prima.

"Scusami, in che senso?" Domandai un po' imbarazzata, che mi avesse notata da lontano?

Forse era interessato a me?
Forse aveva intenzione di chiedermi di uscire con lui?
No okay, mi dovevo calmare... mi sembrava tutto così surreale.

"Ho fatto qualche domanda in giro, volevo sapere chi abitasse nel piano inferiore, e quando mi hanno spiegato che era una ragazza giovane, sui vent'anni e che abitava da sola, mi sono sentito un po' frenato."

"Frenato da cosa?" Chiesi sempre più confusa, non riuscii a capire a cosa si stesse riferendo, ma non mi sfuggì lo sguardo imbarazzato e incerto che mi stava lanciando.

"Ecco... non te la prendere Y/N, ma quando la sera guardi la televisione alzi troppo il volume, e non riesco ad addormentarmi."

Sgranai gli occhi... non ci potevo credere.
Io ero venuta da lui per lamentarmi del chiasso che faceva il pomeriggio, e invece adesso era lui che si stava lamentando perché guardavo la televisione alle nove, e volevo evidenziare NOVE di sera?
Deglutii, cercai di mantenere la calma.

"Tu... alle 21:00 già dormi?" Mormorai con un filo di voce.

"Sì, lavoro quasi tutto il giorno, la mattina devo alzarmi presto quindi la sera alle 21:00 sono già a letto."

Annuii, certo... aveva senso, ma il tempo per ballare il pomeriggio ce lo aveva.
Inarcai un sopracciglio accigliata, non poteva riposarsi il pomeriggio invece di saltellare qua e là?

"Quindi ti chiedo se cortesemente, potresti abbassare il volume della televisione. Per favore."

Hoseok mise le mani in segno di preghiera.
Serrai la mascella, stavo odiando il fatto che fosse così carino e gentile.
Siccome lui non si era fatto problemi a lamentarsi, giustamente comunque, non immaginavo che il volume della mia tv lo disturbasse così tanto, a questo punto anch'io sarei stata chiara.

"Ti chiedo scusa, d'ora in poi manterrò il volume basso." Dissi sinceramente, tutti gli altri vicini non mi avevano mai detto nulla, ma dovevo presumere che lui fosse l'unico del palazzo ad andare a letto così presto.

"Ti ringrazio tanto per la comprensio-"

"Ma."

"Ma?" Hoseok ripeté inclinando lievemente la testa di lato, il sorrisone enorme dipinto sulle sue labbra poco prima era svanito in meno di un secondo.

"Almeno tre pomeriggi alla settimana ti sento ballare... anche se hai un passo leggero, le pareti di questo palazzo sono molto sottili, quindi i tuoi movimenti mi deconcentrano.
Io il pomeriggio lo passo a studiare, quindi mi chiedevo se potessi evitare di-"

Smisi di parlare quando la risata di Hoseok echeggiò all'interno della sua cucina.
I miei occhi si spalancarono, perché stava ridendo con così tanto gusto?

"Sono un ballerino, non puoi chiedermi di smettere di ballare."

"Okay ma-"

"Ascolta, sono un maestro di danza.
Ho una mia scuola, ballo dalla mattina alla sera per questo poi quando torno a casa alle 20:00 sono esausto e dopo neanche un'ora vado a dormire.
E quando il pomeriggio mi senti ballare, anche in quel momento sto lavorando, sto provando le coreografie per i miei allievi.
Tre pomeriggi alla settimana la mia scuola di danza viene occupata dalle signore che vogliono fare pilates, per questo continuo a lavorare qua a casa.
Mi spiace, non pensavo che i miei passi ti disturbassero così tanto, evito anche di mettere la musica per non rompere le scatole... sono davvero desolato, non posso venirti incontro Y/N."

Storsi il naso contrariata... non poteva venirmi incontro?
Io non avrei avuto problemi ad aiutarlo con la TV, ma anche lui avrebbe dovuto fare lo stesso per agevolare i miei studi.
Poteva andare a ballare da un'altra parte cavolo, se aveva bisogno di uno spazio per le sue coreografie avrebbe dovuto scegliere un palazzo con mura più spesse.
O comunque un'altra abitazione dove avrebbe potuto provare senza correre il rischio di disturbare qualcuno.
Cioè me.

"Puoi venirmi incontro invece... anche tu hai un garage, puoi lavorare lì." Sospirai, i garage di ogni inquilino erano così ampi da poterci parcheggiare un'auto, okay non era uno spazio così grande, ma era comunque della stessa dimensione del suo salotto, quindi-

"C'è la mia macchina nel garage."

Ah, certo.
Stavo per aprire bocca di nuovo, ma Hoseok mi interruppe ancora.

"Se stai per dire che posso parcheggiare l'auto nel parcheggio qui davanti, ti fermo subito.
Quel parcheggio è sempre pieno, non ci trovo mai un posto e comunque mi sento più sicuro se metto la mia auto chiusa nel garage."

"Io ce lo trovo sempre posto."

"Io no tesoro."

Tesoro?
Non era passata nemmeno un'ora ma notai che Hoseok cominciò a prendersi un po' troppa confidenza.
Il ragazzo non sorrideva più come prima, adesso sembrava un po' scocciato e io capii che tutta la gentilezza e cordialità mostrata all'inizio, era una maschera.

"Io ho degli esami a fine mese, non riesco a studiare se tu continui a-"

"Vai a studiare in biblioteca."

"Ci ho pensato, ma la biblioteca è molto lontana da qui, e poi perché dovrei studiare in biblioteca quando posso benissimo studiare stando comoda comoda a casa mia?"

Okay, stavo cominciando a perdere la pazienza.
Sapevo che sarebbe finita così, speravo di no ma era inevitabile.
Hoseok sorrise, ma era diverso dal sorriso che mi aveva rivolto prima... era più un sorriso divertito.
Lo stronzo era divertito perché mi stavo spazientendo.

"Mettiti dei tappi alle orecchie."

Lo aveva detto davvero?
Sentii il fumo uscire dalle narici del naso, strinsi la mano in un pugno in segno di rabbia, Hoseok lo notò.
E di conseguenza la sua risata aumentò.

"Allora anche tu dovresti metterti dei tappi alle orecchie quando vai a letto, tesoro." Ringhiai, usando appositamente la medesima parola con cui mi aveva chiamata prima.

Il ghigno divertito del ragazzo tentennò un po', ma non perse la sua faccia tosta e ribatté subito con tono arrogante.

"Stai dicendo che io dovrei tenere i tappi alle orecchie per tutta la notte solo perché tu per un'ora ti guardi un'orrenda telenovela spagnola, ma tu non puoi metterti i tappi per un paio d'ore il pomeriggio?
Carina, sai che sono due cose estremamente diverse. Vero?"

"Non è spagnola!"

"Fa lo stesso, è orrenda comunque. Quegli attori non sanno recitare."

"Io sono stata cortese con te, ero anche disposta ad aiutarti con la faccenda della tv, tu avresti dovuto fare lo stesso, stronzo!"

Mi alzai in piedi, ero rossa dalla rabbia.
Hoseok rise ancor più forte, percepii la furia eccedere e sovrastarmi.

"Smettila di ridere, guarda che sono seria!"

"Sei carina sai?"

Il mio cuore perse un battito.
Stavo per mandarlo a quel paese, lo avevo appena chiamato stronzo, perché adesso questo mi faceva i complimenti?
Mi confondeva e basta.

"Allora, potresti essere anche tu carino con me e-"

"No." Hoseok mi bloccò subito e si alzò anche lui; mi superò con la sua altezza, mi sentii piccola piccola e indietreggiai di qualche passo.

"Ascolta Y/N non voglio litigare, ma sul serio... davvero vuoi mettere a paragone le due cose?
Non ballo perché non so cosa fare, è il mio lavoro! Oltre che la mia passione, ovviamente."

"Okay, è il tuo lavoro e lo capisco, ma io devo studiare e non posso se tu-"

"Oh andiamo, hai bisogno del silenzio per concentrarti?
Se tu fossi una ragazza intelligente non ti distrarresti così facilmente."

Aspetta... cosa?
Mi aveva appena dato della stupida?
Con passo affrettato mi diressi verso la porta, perché se fossi rimasta con lui un secondo di più, la mia mano si sarebbe schiantata sulla sua bella guancia.

"Non mi saluti cara vicina?" Mi provocò, non resistetti, la voce uscì dalla mia bocca senza controllo.

"Fottiti."

"Quando vuoi tesoro."

"Metterò il volume della tv al massimo!" Esclamai indispettita, la mia mano si posò sulla maniglia, pronta ad aprire la porta e andare finalmente via da lì.

"Un po' immaturo Y/N, non credi?"

"Ti toccherà fare scorta di tappi per le orecchie, Hoseok." Dissi, uscendo dal suo appartamento senza mai voltarmi.

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Da quel giorno, fu guerra aperta.
Billy Elliott continuò a ballare il pomeriggio fregandosene della mia richiesta anzi, sembrava che esercitasse più pressione quando appoggiava i piedi sul pavimento, e secondo me lo faceva apposta per aumentare la confusione che stava facendo.

Io ero quella immatura eh?

Ovviamente non rimasi con le mani in mano, ogni sera alzavo il volume della mia soap preferita, lui disturbava il mio momento di studi, ma io disturbavo il suo sonno.
Okay, eravamo immaturi entrambi... ma io ero disposta ad aiutarlo, era stato lui a non voler venirmi incontro.

Dopo una settimana, una sera ero ritornata a casa dopo aver passato tre ore con Thayra.
Quella bambina mi faceva ammattire, sembrava un angioletto ma la mamma la viziava fin troppo, e poi dovevo essere io quella che avrebbe dovuto sopportarla per tutto il tempo.
Erano le 20:00, salii le scale con la stanchezza che mi penetrava fin dentro le ossa.
Fare la babysitter era stancante anche fisicamente, oltre che psicologicamente.
Ma almeno, in quei tre pomeriggi a settimana mi risparmiavo i balletti del mio vicino danzerino.

Una volta arrivata di fronte alla porta del mio appartamento però, aggrottai la fronte, perplessa.
C'era un pacchetto regalo, ben incartato ai piedi della porta.
Mi guardai intorno ma non vidi nessuno, il corridoio era totalmente vuoto.
Pensai subito ad uno scherzo, a parte i signori Kim non ero in confidenza con gli altri vicini, ed ero certa di non aver alcun ammiratore segreto.
Mi chinai e afferrai quel pacchetto celeste, lo avvicinai al mio orecchio.
Nessun ticchettìo, non era una bomba.
Lo agitai un po', sembrava un oggetto morbido... adesso ero ancor più confusa.
Solo ora notai le parole PER Y/N, scritte con uno pennarello indelebile nero e in stampatello maiuscolo, sulla carta del pacchetto.
Era davvero per me...

Presi le chiavi e aprii la porta, appena entrata mi tolsi subito le scarpe e il cappotto di dosso, posai la borsa sul tavolo e scartai immediatamente il misterioso regalo.

"Non ci credo..." Sussurrai quando scoprii finalmente il contenuto nascosto.

Un orsacchiotto di peluche.
Con dei tappi per le orecchie... attaccati con la super colla nelle orecchie dell'orso.
Questa era una provocazione bella e buona, ma ero già pronta al contrattacco.

Il giorno dopo, appena finite le lezioni andai subito a comprare un paio di scarpette di danza classica.
Dal modo in cui si muoveva sapevo che non faceva assolutamente danza classica, sembrava più lo stile hip-hop quindi chissà... forse vedendo le scarpette rosa sarei riuscita ad irritarlo ulteriormente.
Un po' infantile?
Sì era vero... ma aveva iniziato lui.

Salii al piano superiore e posai la busta con al suo interno le scarpette di fronte all'appartamento 15.
Sogghignai, fiera della mia risposta alla sua provocazione di ieri.
Scesi le scale correndo, tornando nella sicurezza della mia casa; erano le tre del pomeriggio, Hoseok di solito cominciava verso le quattro a muoversi e saltare come un bimbo eccitato, quindi approfittai di quell'ora per mettermi a studiare subito.

Ma non riuscii comunque a concentrarmi; ero così ansiosa di scoprire come avrebbe reagito Hoseok, avrei dovuto mettere una telecamera per poter filmare il momento.
Sicuramente lui l'aveva messa da qualche parte ieri, per vedere la mia faccia al trovamento del suo grazioso regalino.
Era così subdolo che come minimo, lo aveva fatto davvero.
Incredibile che non riuscii a studiare anche se in questo momento Hoseok non stesse facendo nulla per disturbarmi; era entrato nella mia testa, e adesso non facevo altro che pensare alla sua prossima mossa.
No cavolo... non andava bene.

Verso le 16:15, capii che Hoseok era rientrato a casa e aveva trovato il mio pensierino.
Perché? Perché arrivò la sua risposta.
E arrivò dritta alle mie orecchie.

【🎶✔】

Risuonò per tutto il mio appartamento la tipica musica sinfonica usata per fare gli esercizi di danza classica alla sbarra.
La riconobbi poiché anch'io quando ero piccola andavo a danza... più per un volere di mia madre, perché sinceramente non impazzivo molto per quella disciplina, infatti dopo qualche anno smisi di frequentare.
Il volume aumentò gradualmente, sospirai... questa battaglia l'aveva vinta lui.
Aveva vinto la battaglia, ma non la guerra.

Altamente scocciata, presi tutti i libri che mi servivano e andai a studiare nel garage.
Sì, nel mio freddo e scomodo garage... ma almeno era abbastanza silenzioso e forse mi sarei potuta concentrare un po' di più.

【🎶✘】

Decisi di vendicarmi andando ad intaccare maggiormente il suo sonno; la mia telenovela finiva alle 22:00, ma nessuno mi vietava di guardarmi un altro film dopo.
Jung Hoseok non avrebbe dormito fin quando non avrei visto uno scorcio di bandiera bianca da parte sua.
Perché oh, io non mi sarei mai arresa.

Finita quindi la mia telenovela, ascoltata con il volume al massimo, guardai un po' cosa mi proponeva netflix.
Trovai una serie molto carina, la trama era convincente e ricordai di aver visto qualche episodio di sfuggita alla tv.
Quindi selezionai il primo episodio, e con il volume sempre ben alzato, mi guardai quello e pure i seguenti due.

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Da quella sera in poi, i giorni successivi furono tranquilli.
Non proprio tranquilli, lui il pomeriggio ballava comunque, ma non aveva fatto nessun'altra mossa per rispondere alla mia.

Forse questa volta avevo esagerato... avevo tenuto la tv accesa fino allo scoccare della mezzanotte, per un attimo infatti mi ero sentita un po' in colpa.
Continuammo quindi come al solito, lui il pomeriggio ballava, a volte anche con la musica quindi se prima si faceva problemi a mettere delle canzoni adesso non se li faceva più, mentre io guardavo la mia puntata serale sempre al volume massimo.

Ogni tanto ne approfittavo per studiare anche la sera, dato che il pomeriggio non riuscivo e la sera Hoseok andava a dormire presto, quindi era forse il momento più silenzioso della giornata.
Non studiavo quasi mai la sera, perché ero stanca e non riuscivo a concentrarmi per bene; sembrava una scusa ma purtroppo era così, riuscivo a prestare più attenzione la mattina e il pomeriggio, la sera avrei solo voluto riposarmi e svagarmi un po'.
Ma siccome lo studio era diminuito a causa del mio vicino, avrei cominciato ad abituarmi a studiare anche in quel momento della giornata, altrimenti agli esami avrei riscontrato serie difficoltà.

Era passato poco più di un mese ormai da quando Hoseok si era trasferito nel piano di sopra.
Un mese in cui non riuscivo più a studiare come prima.
Sospirai, avevo deciso di andare a parlargli seriamente domani, perché io non potevo più continuare così.
Ero anche disposta a trovargli uno spazio per farlo ballare in santa pace, cosicché anch'io potessi riprendere a studiare tranquillamente.

Ma quella stessa notte, arrivò il suo tardo attacco alla mia risposta.
Ero a letto; ero stanca morta, quel pomeriggio ero andata a lavoro quindi avevo studiato un'ora prima di cena, altre due ore dopo cena... fino a mezzanotte.
Faticavo a prendere sonno, nonostante fossi stremata non riuscivo ad addormentarmi subito, questo per me era sempre stato un grosso problema.
Quando finalmente potei sentire che il mio corpo, la mia testa, tutto il mio essere stava per essere avvolto tra le braccia di Morfeo, dei rumori insoliti mi spinsero a spalancare gli occhi.

Pensai di aver sbagliato, forse avevo sentito male, ma quando feci più attenzione, imprecai furiosamente dentro di me.
Gemiti.
Oh, maledetto bastardo.

Controllai che ore fossero, erano le due del mattino cazzo.
Non ci potevo credere... questo era troppo.
Ero pronta per fare una tregua, e adesso non solo disturbava il mio pomeriggio di studi, ma anche il mio sonno?
Ed era altamente squallido il fatto che stesse usando la sua ragazza solo per vendicarsi di questa ridicola faida che si era formata tra noi.
La sua ragazza lo sapeva?
Lo stava aiutando volentieri, o non ne sapeva niente e per lei in realtà era una semplice scopata?

Riflettendoci bene... forse non era la sua ragazza.
Si era trasferito qua da un mese, era la prima volta che lo sentivo scopare con qualcuna.
Forse aveva rimorchiato una ragazza questa sera e aveva deciso di portarla nel suo appartamento per divertirsi un po'.
Mi rimproverai, ma cosa mi mettevo a pensare?
Non me ne doveva fregare nulla se fosse fidanzato o meno, qui la cosa importante era che non sarei neanche riuscita a dormire, oltre che studiare!
Mi accigliai, guardai il soffitto con dei lanciafiamme al posto degli occhi.
Questa non gliel'avrei fatta passare liscia, mi avrebbe sentito domani.

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La mattina dopo ero ridotta ad uno straccio.
Le occhiaie erano terribilmente evidenti, un cipiglio arrabbiato era impresso sul mio viso.
Quel deficiente si era divertito a far urlare e gemere la sua ragazza, per tutta la notte avevo sentito distintamente le risate di lui e i piagnucolii di lei.
Portai le mani al viso, strofinai gli occhi lucidi e arrossati per la mancanza di sonno.
Stavo per mettermi a piangere, volevo dormire.

Quel pomeriggio non dovevo andare da Thayra, quindi avrei atteso con trepidazione le 16:00 per poter rompere il culo a quello stronzo.

"Y/N tutto a posto? Sembri così stanca."

Sorrisi alla mia vicina, la signora Kim... era sempre così tanto premurosa.

"Tutto a posto, ho solo dormito poco stanotte." Risposi, senza scendere nei dettagli.

"Sei rimasta a guardare la tv fino a tardi?" La più anziana ridacchiò.

Arrossii, magari fossi rimasta a guardare la televisione, sarebbe stato meglio che ascoltare lo scempio che si stava consumando al piano superiore.
Scossi la testa, spiegando alla signora che il vicino nuovo aveva fatto un po' di rumore, senza precisare che tipo di rumori fossero.
Le parole seguenti della signora Kim però, mi fecero cadere la mascella fino a farle toccare il pavimento.

"Oh parli di Hoseok? È così carino e gentile quel ragazzo, l'altro giorno mi ha aiutata a portare la spesa su per le scale.
Ce ne fossero di ragazzi bravi e belli come lui!"

Volevo urlare.
No, non era gentile.
Non era dolce.
Forse era bello, ma la bellezza non bastava se dentro la persona in questione era arrogante e maleducata.

"È gentile con te, con me non lo è molto." Sibilai a denti stretti, irritata da questa maschera di gentilezza che Hoseok indossava in presenza delle altre persone.

"Oh a proposito cara... Hoseok mi ha rivelato che a volte non riesce a dormire perché lasci il volume della tv troppo alto.
E non voglio fare la figura della rompiscatole, ma anche noi a volte lo sentiamo... potresti abbassarlo un po' per favore? Aiuteresti sia noi, che quel ragazzo."

No.
Aveva portato dalla sua parte i signori Kim.
Ora volevo piangere e urlare allo stesso tempo.
E dare un pugno al muro... e se quel muro avesse avuto la faccia di Hoseok, sarebbe stato più liberatorio.

Salutai sveltamente la signora Kim, dispiaciuta che si fosse schierata dalla parte del nemico e corsi verso il piano superiore.
Ero appena tornata dalle lezioni, in realtà era presto, erano solo le 13:00 ma non volevo aspettare più.
Di solito Hoseok a quest'ora era ancora a lavoro, ma avevo notato che qualche giorno rientrava presto; un paio di volte c'eravamo scontrati quando ritornavo dall'università.
Inutile dire che lui mi salutava come se niente fosse, mi mostrava un sorriso solare e mi faceva l'occhiolino per prendermi in giro.
Ma tanto non sarei caduta nella sua trappola, poteva essere affascinante e ammiccare quanto gli pareva, non avrei cambiato opinione su di lui.

Arrivata di fronte all'infernale appartamento 15, premetti il dito sul citofono senza mai allontanarlo dal bottoncino trillante.
Ero furiosa, potevo sentire l'ira scorrermi nelle vene al posto del sangue.
Appena la porta si mosse, non guardai neanche Hoseok in faccia che cominciai ad urlare.

"TU BRUTTO DEFI-"

Mi bloccai all'istante quando vidi che il ragazzo davanti a me, non era Hoseok.

"Chi sei tu?" Domandai sorpresa e anche un po' infastidita.

Anche sul volto del ragazzo si formò un'espressione un po' scocciata.
I capelli erano neri pece, contrastavano con la pelle candida e pallida del suo viso.
Gli occhi erano sottili, adesso resi più fini per l'occhiataccia che mi stava lanciando.

"Questo dovrei chiederlo io a te." Parlò, la sua voce era profonda e roca.

Mi sentii un po' in imbarazzo, era evidente che quella che non doveva stare lì ero io, probabilmente lui era un amico di Hoseok.
Sentii il mio viso scaldarsi, guardai alle spalle di questo ragazzo per poter vedere se Hoseok fosse presente o no, ma del mio vicino non c'era nemmeno l'ombra.
Dopodiché il mio sguardo si posò nuovamente sul volto del corvino, che mi stava fissando con un sopracciglio alzato.
Stava aspettando una mia risposta.

"Io sono Y/N, la ragazza che abita al piano di sotto... c'è Hoseok?" Parlai velocemente, sentendomi un po' a disagio.

Appena risposi, il volto dello sconosciuto venne attraversato da un lampo di realizzazione.
Non sembrò più scocciato come prima, un leggero ghigno si dipinse sul suo viso.
Arrossii ancor di più quando i suoi occhi scorsero ripetutamente il mio corpo, perché mi stava fissando con così tanta insistenza?

"Ah Y/N... la vicina matta ma carina." Ridacchiò.

"È così che Hoseok mi ha descritta?" Domandai accigliata, non facendo notare quanto mi avesse fatto piacere sapere che il mio vicino mi vedesse carina.

"Hobi in realtà ha detto tante altre cose su di te, io sono stato un po' più... riduttivo. Sono Yoongi." Si presentò, e si spostò di lato per farmi entrare.

Non sapevo se entrare o no, c'era un'altra persona e non volevo discutere con Hoseok con un pubblico davanti.
Dalla parte del torto ci sarei andata io e avrei sicuramente fatto la figura della pazza.

"Hoseok sta finendo di fare la doccia, sarà qui a breve." Yoongi mi sorrise, accidenti... era carino come il suo amico.

Entrai, ma me ne pentii immediatamente perché appena feci qualche passo più avanti, vidi il divano e la poltrona di Hoseok completamente occupati da altri ragazzi.
Li contai rapidamente... erano sei, con Hoseok sette.
Maledizione, erano tutti belli.

Rimasi come una scema davanti a loro, li fissai spudoratamente con gli occhi sgranati... merda, dovevo andare via da lì. Subito.

"Ragazzi, lei è Y/N... la vicina." Yoongi parlò alle mie spalle, notai che stava cercando di trattenere le risate, sembrava divertito.

Tutti gli altri ragazzi cambiarono espressione; mi sorrisero, mi guardarono come se avessero capito chi fossi.
Precisamente, quanto Hoseok aveva parlato di me ai loro amici?

Tutti insieme si alzarono e mi vennero incontro, ognuno di loro si presentò educatamente stringendomi la mano, ma un sorriso sornione era comunque presente sui loro visi.
Quei sorrisini mi insospettirono e non poco.

Jin, Namjoon, Jimin, Taehyung... quando si presentò l'ultimo, il quinto dei sei amici del mio vicino, assottigliai gli occhi.
Lo conoscevo già.

"Jeon Jeongguk, piacere." Il biondino mi sorrise come se non mi avesse mai vista prima.

Jeon Jeongguk... condividevamo tre corsi assieme, una volta ci eravamo pure messi a parlare di un argomento spinoso per un esame che avevamo dovuto affrontare tre mesi fa.
Gli avevo prestato anche degli appunti mai ritornati indietro, mi venne da ridere.
Ovviamente il ragazzo si era già dimenticato della mia esistenza, ma okay... sapevo di essere piuttosto dimenticabile.

Lui invece si faceva notare tranquillamente, non doveva nemmeno impegnarsi; era uno dei ragazzi più belli dell'università, aveva una scia di persone che gli andavano dietro.
Come biasimarle, era davvero carino...

"Ci siamo già visti prima, o sbaglio?"

Oh, forse Jeongguk si era appena ricordato.
Aveva solo un anno più di me, era preoccupante che la sua memoria avesse già questo tipo di problemi.

"Frequentiamo la stessa università."

"Oh, davvero? Allora forse ci siamo incrociati qualche volta."

"Forse." Sospirai, ma ero davvero così invisibile?

Furono gentili però, a differenza del mio caro vicino; mi invitarono a sedermi con loro, alcuni chiacchierarono con me cercando di mettermi a mio agio.
Ma non potevo continuare a restare lì, dovevo andarmene.

"Oh, la mia simpaticissima vicina!"

Hoseok fece irruzione nel salotto; nonostante fosse coperto da un enorme accappatoio bianco, i miei occhi caddero comunque sulle sue clavicole, messe in mostra grazie allo scollo dell'indumento.
E questo fu un pessimo errore, perché cavolo... quelle erano forse le clavicole più sensuali e attraenti che avessi mai visto nella mia breve vita.

La mia attenzione si spostò più in su; i suoi capelli erano ancora bagnati, le goccioline abbandonavano le ciocche castane scendendo lungo la sua pelle dorata, rendendola più perlacea e luminosa.
Luminosa come il sorriso che in questo momento stava decorando il suo volto.
Mi schiarii la gola, consapevole che fossi rimasta ad osservare la sua figura un po' troppo a lungo.

"Qual buon vento ti porta qua, nella mia umile dimora cara Y/N?" Hoseok scherzò.

Apprezzai che i suoi amici rimasero in silenzio, ma forse fecero scena muta solo perché stavano attendendo la mia risposta.
Risposta che però non arrivò, scattai subito in piedi farfugliando delle scuse, e spiegando che sarei dovuta tornare a casa.

"Perché tanta fretta? C'era qualcosa di cui mi volevi parlare?" Hoseok sorrise, secondo me sapeva bene che ero andata a casa sua per urlargli contro per non avermi fatto dormire la scorsa notte.
Scossi la testa, negando.

"Pensavo fossi solo, invece vedo che sei in buona compagnia quindi non voglio disturbare." Dissi educatamente, potevo aspettare, gli avrei urlato contro un altro giorno.

"Oh, ma non ti fare problemi. Fai come se non ci fossero." Hoseok indicò i loro amici che a loro volta gli lanciarono un'occhiata non molto felice.

"Non siamo invisibili!" Brontolò Jeongguk, e avrei tanto voluto rispondergli che pure io non lo ero, ma che lui mi aveva trattata come tale.

"No sul serio io devo andare... ho dimenticato il forno acceso! Che sbadata." Risi imbarazzata inventandomi quella scusa sul momento, e mi diressi in fretta e furia verso la porta.

"Una ragazza davvero distratta." Hoseok commentò.

Sapevo perfettamente che stesse alludendo alla nostra prima conversazione, quando mi diede della stupida perché mi distraevo facilmente.
Va bene, non mi aveva dato direttamente della stupida, ma era ovvio che fosse sottinteso.
Non ribattei ma solo perché c'erano anche i suoi amici... fossero stati assenti avrei risposto e anche più che volentieri.
Dovevo solo abbassare la maniglia e uscire da quell'appartamento, c'ero quasi... la mano stava toccando il freddo metallo, quando la domanda di Hoseok paralizzò ogni mio muscolo.

"Hai dormito bene la scorsa notte?"

Lo stava facendo apposta.
Si divertiva a provocarmi, a prendersi gioco di me... ma non mi aveva ancora vista veramente arrabbiata.
Mollai la presa dalla maniglia e tornai indietro velocemente.
Tutti gli altri ragazzi avevano gli occhi spalancati, forse temevano per la cara vita del loro amico.
E facevano bene.
Hoseok invece mi rivolse un sorriso divertito, sembrava che stesse assistendo ad una buffa commedia.

"Sai, volevo fare la persona educata e gentile dato che ci sono delle persone qui, ma dato che tu insisti con le tue frecciatine ridicole e immature, mi vedo costretta a rispondere.
No. Non ho dormito bene, e tu sai benissimo il perché, non è necessario che tu faccia il finto tonto quando alle due del mattino non hai fatto altro che urlare e gemere con la tua ragazza!
Sei davvero immaturo, maleducato e irrispettoso.
Sei un... trombone!"

Come mi era venuta in mente quella parola non lo sapevo nemmeno io.
Ma a quanto pareva, aveva scatenato risate a non finire.
Tutti gli amici di Hoseok scoppiarono a ridere; quello terribilmente bello con le labbra grosse, forse si chiamava Jin, aveva addirittura le lacrime agli occhi.
Il fatto era che pure Hoseok stava ridendo.

"Cos'hai da ridere? Guarda che sono seria!" Sbottai indispettita, ma il mio vicino continuò solamente a sghignazzare, gli occhi erano lucidi da tanto che stava ridendo.

Volevo andarmene, mi sentivo presa in giro e non compresa.
Mi rivolsi al mio compagno di studi, quello che nemmeno si ricordava di aver parlato con me qualche volta.

"Tu come reagiresti se venissi continuamente disturbato mentre stai studiando per un esame importante?" Domandai a Jeongguk.

Il biondo sgranò gli occhi, tutti di colpo smisero di ridere.
Jeongguk si mordicchiò il labbro, sembrava nervoso.

"Ah no! Non puoi trascinare i miei amici dalla tua parte!" Hoseok si intromise.

"Se volessi potrei, dato che la ragione ce l'ho io."

"Tesoro... io lavoro."

"Cambia casa."

"Tu dovresti cambiare telenovela."

"Okay, che cos'hai contro i programmi che guardo la sera?"

"Comunque... essendo uno studente universitario, in questo caso mi ritrovo d'accordo con lei." La voce di Jeongguk interruppe il nostro piccolo scontro verbale.

Hoseok stava per replicare, ma un altro amico, non ricordavo come si chiamasse, intervenne.

"Ma Hoseok hyung è un ballerino, insegna danza e questo è il suo lavoro oltre che la sua passione.
Non può di certo smettere di ballare, e poi balla il pomeriggio, è un orario decente per provare... non disturba nessu-"

"A me disturba invece." Sbuffai.

"Hai mai pensato di andare a studiare in biblioteca?"

Sospirai, ma perché ero ancora qui?

"Dice che la biblioteca è troppo lontana da qui." Hoseok rispose al mio posto.

"Ti ci porto io se vuoi." Yoongi ammiccò, alzai un sopracciglio confusa... stava flirtando per caso?
Perché non era proprio il momento.

"Hyung." Hoseok ringhiò quella parola con un tono che non si addiceva per nulla al suo solito sorriso allegro.

Guardai i suoi occhi assottigliati, sembrava che stesse rimproverando il suo amico solo con lo sguardo... non lo avevo mai visto così serio.

"Fatto sta che se devi scopare, magari la prossima volta fai più piano. Grazie." Dissi accigliata e ne approfittai per scappare e allontanarmi il prima possibile da quella gabbia di matti.

∴ ════ ∴ ❈ ∴ ════ ∴

Hoseok guardò la figura di Y/N dirigersi con estrema rapidità verso la porta.
Non riuscì a trattenersi, un ghigno compiaciuto si dipinse sulle sue labbra appena sentì che la porta venne sbattuta con violenza.

"Quindi è lei... è carina." Taehyung sorrise.

Tutti gli altri annuirono, si erano divertiti ad ascoltare le vicende di Hoseok e della sua nuova vicina di casa.
Il castano li aveva divertiti raccontando loro dell'orso di peluche, ma tutti erano rimasti rapiti dalla risposta di Y/N, cominciarono ad ammirare il caratterino della ragazza appena il loro amico mandò alla chat di gruppo che condividevano assieme la foto delle scarpette da ballo.
Jin, Jeongguk e Jimin soprattutto non riuscirono più a far cessare le loro risate, l'immagine di Hoseok vestito con un tutù rosa che preparava un assolo di danza classica, turbinava nelle loro menti.

"Allora... con chi saresti stato la scorsa notte?" Namjoon domandò curioso.

Se Hoseok aveva davvero una ragazza, lui e tutti gli altri lo avevano scoperto solo adesso.
Hoseok scoppiò a ridere, vide la curiosità riflessa negli occhi dei suoi compagni.

"Con me stesso." Rispose ridacchiando, aumentando la confusione nei volti degli amici.

"Non c'era nessuna ragazza con te?" Chiese Jimin, Hoseok scosse la testa, il suo sorriso si era allargato così tanto che andava da un orecchio all'altro.

"Ho messo un porno, ho alzato il volume, e ho saltellato sul letto tutto il tempo."

Tutti rimasero con la bocca spalancata, ma durò pochi secondi poiché cominciarono a ridere come matti.

"Hobi sei perfido!" Jin esclamò.

"Se non posso dormire io, non può dormire nemmeno lei." Hoseok ribatté alzando le spalle.

"Perché non la fai finita e la inviti ad uscire con te?" Yoongi diede vita al pensiero che aleggiava nella sua mente da quando l'amico gli aveva parlato di Y/N.

Hoseok evitò di rispondere; si limitò a sorridere, non voleva dar ragione a Yoongi e ammettere che l'interesse per la sua vicina di casa fosse cresciuto notevolmente in quelle poche settimane.

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Trascorse un'altra settimana.
Y/N e Hoseok non si erano più parlati, ma quest'ultimo aveva notato una cosa importante; la ragazza non teneva più il volume della tv così alto come faceva prima.
Hoseok la sera non sentiva più la televisione, sembrava che Y/N si fosse arresa e che gliel'avesse data vinta.

Se doveva essere onesto con sé stesso, Hoseok era dispiaciuto che la sua bella vicina avesse sventolato bandiera bianca così facilmente; si divertiva un mondo con la piccola faida che si era creata tra di loro.
Se Y/N aveva smesso di dare fastidio a Hoseok con la tv, Hoseok però non poteva smettere di provare le coreografie il pomeriggio.
Anche se mancava ancora un bel po' di tempo al saggio di fine anno, Hoseok era un perfezionista e appena aveva tempo libero si apprestava a preparare i vari passi; avrebbe provato e riprovato ogni movimento finché le intere coreografie non sarebbero state perfette, conscio che il suo lavoro avrebbe recato maggior disturbo alla fanciulla che abitava nel piano sotto al suo.

Hoseok sospirò, almeno aveva smesso di gemere per finta la notte per tenerla sveglia, ma desiderava parlare con Y/N, non solo per chiarire una volta per tutte la situazione spinosa in cui si erano trovati coinvolti, ma anche perché sinceramente, gli mancava discutere con la ragazza.
Hoseok avrebbe voluto rivedere Y/N più che volentieri, anche solo per bere qualcosa assieme.

"Oggi puoi restare un po' di più? È un problema?"

La madre della bambina a cui Y/N faceva da babysitter le chiese questo favore, e lei annuì immediatamente.
Non aveva altri impegni alla fine della giornata, e avrebbe potuto guadagnare qualcosina in più.

"Alle 18:00 devi portare Thayra a danza, ti ho scritto l'indirizzo nel messaggio.
La lezione dura solo un'ora, per le 19:30 sarò di nuovo a casa, forse anche prima."

Appena udì quella parola che iniziava con la D, Y/N cominciò a sudare freddo.

"Danza? Da quando Thayra fa danza?"

"L'ho iscritta due settimane fa, la sua amichetta va a questo corso e voleva andarci anche lei... le piace, e il maestro di danza è molto carino, ci sa fare con le bambine."

Il cuore di Y/N sobbalzò.
Sperava di sbagliarsi, ma pregò con tutta sé stessa che il maestro di danza di Thayra non fosse proprio il suo vicino ballerino.
Non aveva più rivisto Hoseok da quella volta in cui era andata a casa sua e lo aveva chiamato trombone.
Dopo che era ritornata nel suo appartamento, con la mente più lucida si era accorta della figuraccia che aveva fatto.
Era sicura di aver fatto la figura della matta, e da quel momento in poi si vergognava ad affrontare Hoseok.
Aveva anche smesso di punzecchiarlo usando la televisione; non solo perché aveva capito che era una mossa infantile, ma perché aveva ricevuto qualche lamentela da parte degli altri vicini, e Y/N non voleva assolutamente essere un disturbo per le persone con cui condivideva lo stesso palazzo.

"Ehm... per caso il maestro di danza si chiama Jung Hoseok? È un ragazzo alto, capelli castani e lisci, un sorriso... bellissimo. Davvero bello, cioè è perfetto e-"

"No, il maestro di danza di Thayra ha i capelli neri e non è tanto alto... ma è molto carino!"

Y/N tirò un sospiro di sollievo, non avrebbe visto Hoseok quel giorno.
La mamma di Thayra sogghignò, le parole che la più giovane aveva usato poco prima per descrivere il ragazzo si ripetevano nella sua testa.

"Hai per caso una cotta per qualcuno?
Chi è il ragazzo dal sorriso perfetto?" La signora ridacchiò, vogliosa di spettegolare un po'.

Il volto già rosso di Y/N divenne viola; scosse la testa ripetutamente, spiegando alla donna che non aveva nessuna cotta per nessun ragazzo dal sorriso perfetto.

Dopo due ore, Y/N portò Thayra all'indirizzo indicato dalla madre della bambina.
Non era mai stata in quella parte di Seoul, ed ebbe un po' di difficoltà a trovare la scuola di danza.
Appena riuscì a trovare il posto tanto desiderato, lesse i nomi scritti sulla porta prima di aprirla.
Il cuore di Y/N perse un battito quando riconobbe il nome del suo vicino, stampato a caratteri cubitali e in un grassetto ben evidente sul foglio appeso alla porta.

"Signor Hope!" Thayra esclamò.

Y/N si voltò per vedere chi avesse salutato la bambina, e i suoi occhi si incrociarono con quelli sorpresi di Hoseok.

"Che ci fai qui?" Hoseok sorrise, un po' incredulo di avere davanti la ragazza a cui ultimamente non faceva altro che pensare in continuazione.

"Tu non hai i capelli neri." Y/N brontolò con sguardo sospettoso, Hoseok alzò un sopracciglio, confuso dalle parole della più bassa.

"Ciao signor Hope!"

"Oh, ciao Thayra! Pronta per oggi?"

"Hope?" Y/N ripeté, non capendo perché Thayra lo avesse chiamato così.

"È il mio nome d'arte."

"Hai un nome d'arte?"

"Ci sono tante cose che non sai di me, cara vicina." Hoseok sorrise, dopodiché ordinò a Thayra di sbrigarsi perché tra poco la lezione di danza avrebbe avuto inizio.

Rimasti solo in due, Y/N cominciò a sentirsi un po' a disagio.
Con le braccia incrociate al petto, lo sguardo vagava in ogni punto per sfuggire agli occhi scrutatori del più alto.

"Sei tu la babysitter di Thayra quindi?" Hoseok parlò, squarciando così quell'imbarazzante silenzio.
Y/N annuì.

"E tu sei il suo maestro di danza..." La ragazza sussurrò, non capì perché la madre della bambina le avesse mentito così spudoratamente.

"In realtà no. È il mio amico Jimin che insegna ai bambini, ma oggi si sentiva poco bene quindi lo sostituisco io."

Y/N assottigliò gli occhi pensierosa, Hoseok le aveva appena detto di non essere il maestro di danza di Thayra ma quest'ultima lo aveva salutato con molta confidenza.
Come se avesse letto i suoi pensieri, il castano aggiunse subito dopo.

"È Jimin che insegna ai bambini ma io assisto alle lezioni. Per questo i bambini mi conoscono."

"Chiaro." Y/N annuì, adesso capì che la madre di Thayra non le aveva mentito, ma forse aveva interagito solo con l'amico di Hoseok.

"Io insegno alle persone più grandicelle... come te.
Se ti va, la prima lezione è gratis." Hoseok ammiccò.

Il ragazzo fece l'occhiolino a Y/N che percepì all'istante le gote diventare calde.
Un piccolo sorriso nacque sulle labbra della fanciulla, ma si affrettò a farlo sparire.

"Ho fatto danza da piccola, penso proprio che siamo due mondi opposti."

"Sicura? Magari potresti cambiare idea."

"Non credo."

"Perché avevi un altro maestro di danza, io saprei come fartela piacere." Hoseok insistette, sorrise largamente a Y/N e quest'ultima pensò di averci visto un doppio senso nascosto nella frase appena pronunciata dal vicino.

"Era una donna la mia vecchia maestra di danza."

Gli occhi di Hoseok studiarono con lentezza ogni forma di Y/N.
Ogni curva nascosta dai larghi indumenti della ragazza, il maschio solo con lo sguardo consumò il corpo della più giovane.
Y/N sentì il viso diventare sempre più rovente; fece un passo indietro per allungare la distanza che la separava da Hoseok, ma lui fece due passi avanti per raggiungerla.
Ad un certo punto, il maggiore ridacchiò, gli piaceva il lato più timido e imbarazzato della sua vicina di casa.

"Non penso che tu e la danza siate due mondi opposti... dovresti solo fare qualche piccolo sforzo per conoscerla." Hoseok sussurrò.

"Conoscere... la danza? O stai parlando di te?" Y/N ribatté senza peli sulla lingua, decisa nel farsi scrollare di dosso ogni goccia di agitazione che permeava su di lei.

Il sorriso già grande di Hoseok si allargò di più.
Il castano indicò l'ingresso della sua scuola, invitando così la ragazza ad entrare.

"Dai, ti faccio conoscere il mio piccolo, grande mondo."

"Ecco io-" Y/N stava già per rifiutare, ma Hoseok non volle sentir ragioni.

"Y/N casa nostra è lontana dalla scuola, e la lezione dura solo un'ora.
Fa freddo, non ti lascerò trascorrere quest'ora dentro la macchina, non voglio averti sulla coscienza quando il tuo corpo sarà trovato senza vita a causa dell'assideramento."

Y/N si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore.
Non sapeva nemmeno lei perché si stesse facendo tutti quei problemi, in fondo avrebbe potuto aspettare un'ora dentro l'edificio, sarebbe stata al caldo dato che quel giorno l'aria era davvero gelida.

Ma la fanciulla aveva un presentimento strano.
Non sapeva neanche se definirlo positivo o negativo, era solo... strano.

Y/N aveva l'impressione che se avesse accettato la proposta di Hoseok e fosse entrata nel suo mondo, avrebbe inavvertitamente finito per farne parte.





~ Angolo Autrice ~

E questa è la prima parte!
Vi è piaciuta?
Fatemelo sapere con un voto e/o un commento, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. ^^

Spero che la lunghezza non sia stata un disturbo, chi mi segue da tanto sa che non sono in grado di scrivere capitoli troppo corti, soprattutto se sono one shot.
Infatti questa storia doveva essere una OS all'inizio, ma quando mi sono accorta che dopo le 10K parole avevo ancora tanto da scrivere, ho deciso di dividerla in due parti per facilitarvi la lettura.

Domani pubblicherò la seconda e ultima parte! 💜

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