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Il Passato Torna Sempre

Si girarono dalla mia parte, guardandomi curiose.

Il mio sguardo si posò sull'oggetto che era appena caduto sul tavolo.

Era una sfera di vetro rossiccia, verde e azzurrina.

«guarda mamma l'abbiamo fatta noi ti piace?» mi chiesero le bambine scendendo dagli sgabelli.

«si ovvio è fantastico ma... Come. Avete fatto?» chiesi sbalordita con un tocco di preoccupazione.

«Neve ha fatto fluttuare una sfera di acqua mentre io poi le ho messo un dito dentro e ha preso il colore rossiccio e verde, poi appena sei arrivata tu si è trasformata in vetro» spiegano insieme, a stento riesco a capire ciò che dicono, ma quello. Che dovevo sapere

Ho paura. Paura che la magia possa cambiare anche loro
Devo argomemtarmi. Non possono finire come i cattivi.

Destinazione biblioteca.

Appena arrivate ci ritrovammo dinanzi ad un edificio in mattoni color rosso acre, l'entrata era una porta a vetrata con serrande alzate. Poi in alto sopra l'edificio una piccola torre dell'orologio.

Entrammo e ci accolse una ragazza dai capelli ondulati castani ed un sorriso smagliante.

«benvenute in biblioteca, come vi chiamate piccole? io mi chiamo Belle.»

La bambina accanto a me si girò verso la mia direzione e mi fece un sorriso stupefatto.

«anch'io mi chiamo Belle» «io mi chiamo Neve» le bambine si presentarono e gli accennai di seguire la ragazza per vedere alcuni bei libri da portare a casa.

Io nel frattempo dovevo cercare un libro che mi spiegasse cosa stava succedendo alle bambine.

«non credo troverai qualcosa lì» mi girai verso la voce proveniente dalle mie spalle.

Non avrei mai pensato di vederlo. È morto. Tremotino, tremotino dinanzi a me in tutta la sua arroganza con un sorriso compiaciuto in volto. Come era possibile, lui... Lui è morto lo visto morire con Peter.
Aveva infilzato il coltello nel petto suo e di peter, non era possibile.

«una giovane donna piena di potenzialità qui a chiedersi il come sia possibile che l'uomo, che ha ucciso il Suo amato, non sia morto, beh cara semplice ho dato la possibilità di far vedere hai vostri occhi che io ero morto e con me il tuo Demone, ma... A quanto pare io sono qui» disse con la voce di chi sta spiegando per la millionesima volta la stessa cosa ad un bambino, avvucinandosi a me.

«ma tu...» «no cara non Sono morto e se te lo stai chiedendo neanche...» disse fermandosi ad un centimetro dalla mia faccia dicendo tutto come se fosse velenoso. E in un certo senso lo è, le parole vorrebbero dire che lui... Lui.. È vivo.

«Katie...»
Ancora una volta mi girai e non potei credere a ciò che vidi.

Peter

Era vestito stranamente con indumenti moderni, una semplice maglia azzurrina e una felpa Con zip. Mi guardava stranito e sorpreso. Bocchegiava.

Non potevo immaginare le mie condizioni, dovevo essere sbiancata tutta d'un tratto. Le mani mi tremavano come non avevano mai fatto. Se le bambine fossero venute ora in questo momento non potevo immaginare quante cose mi avrebbero chiesto. O che cosa avrebbe fatto tremotino a loro.

«Katie» mi richiamò quasi in sussurro. Il cuore batteva velocissimo, sentivo brividi oltrepassarmi tutto Il corpo, anche se non avevo freddo.

«tu... Tu eri morto, ti ho visto tu avevi un pugnale conficcato nel petto.. Io..» ero nel panico, come era possibile, lui era vivo davanti a me.
Bocchegiavo anch'io.

«saltiamo tutte questi momenti scioccati ed andiamo avanti, Katie tu dovrai fare una cosa per me..»

Alla sua affermazione ritornai in me  e ridacchiai

«come puoi solamente pensare che io ti aiuterò?»

Feci un passo in avanti, nel mentre peter guardava la scena impietrito.

«ma non mi hai fatto finire di parlare cara Katherine, tu mi aiuterai sennò succederà qualcosa di brutto alle tue mocciose»

Qualcosa in me si smosse, sentii i miei occhi cominciarono a bruciare. Non stavo per piangere.

Mi scaraventai su di lui bloccandolo dal collo sul muro.

«tu. Prova. Solo. A. Sfiorarle. E. Credimi. Non. Avrai. Vita. Lunga.» gli ringhiai con tutta la rabbia, a un millimetro dal suo viso putrido,scandendo ogni parola.

La tensione era palpabile. Il mio respiro irregolare era l'unico suono che si percepiva nel luogo circostante.

Belle's pov

Dinanzi a noi la grande libreria di storie fantasy, insomma il mio mondo e quello di Neve.

Non riuscendo a prendere un libro su uno scaffale in alto, andammo indietro verso il bancone.

«Mamma» la richiamò Neve,andammo più avanti.

Mamma teneva per il collo un signore in pò vecchio, dai capelli grigi e un pò lunghi. Cosa che mi fece subito scattare. Si girò verso di me. Continuando a dire di andare via, ma io testarda come sono non l'ascoltai. Però l'ostesso i miei sforzi furono inutili, il ragazzo del supermercato mi prese in braccio e ci portò fuori.

«state qui non muovetevi!» ci disse il ragazzo facendoci entrare nel suo camioncino.

«vai a salvare mamma?» chiesi sperando in una risposta positiva.

In tutta risposta lui fece comparire un piccolo sorriso sulle sue labbra e annuì.

«dov'è vostro padre?» chiese tutto ad un tratto. Sembrava che gli importasse davvero tanto, e quando stavo per rispondere mi precedette Neve.
«nostro padre è morto»

Sbuffai rumorosamente.

«Neve lo vuoi capire papà non è morto lui è il ragazzo immortale»

«ma di chi parlate? Sentite devo rientrare vostra madre è in pericolo!» disse scattando in piedi verso l'entrata. «noi PARLAVAMO DI PETER PAN»

Alla mia affermazione si fermó, non girandosi, anzi si catapultó dentro la biblioteca.

?? Pov

Entrai in biblioteca.

Sentivo le  mani bruciare gli occhi pizzicare, e le vene pulsare.

«LASCIALA STARE BRUTTO BASTARDO!» urlai ringhiando contro l'uomo dinanzi a me, che in tutta risposta trascinò la lama di un pugnale lungo il collo di Katie. Una piccola riga di sangue tracció il suo collo.

La goccia che fece traboccare il vaso.

Urlai ancora più forte, le mani pulsavano, il cuore batteva ad una velocità anormale.

Attorno a noi tutti i libri volarono via dai loro posti, le librerie caddero a terra rompendosi e i vetri scoppiarono.

«ti avevo avvertito figliolo, mai mettersi contro papino» ringhiai ormai addosso a lui, spostandolo da Katie.

Il mio respiro irregolare era l'unico suono che sentivo. La bocca siggilata in una linea dritta e i denti stretti fra loro.

«mai mettersi contro di me padre» mi ringhió in faccia, mi fece cenno con la testa di spostare lo sguardo di sotto e vidi la sua mano nella posizione come se stesse strizzando qualcuno. Mi girai capendo e vidi le bambine sollevate in aria, mentre si tenevano il collo, cercando disperatamente aria.

«lasciale... Ti prego» uscì solo un sussurro dalle mie labbra.

«la devi pagare padre, è quale modo migliore se non toglierti le cose più importanti della tua vita?» rise, ma non una risata felice, una risata isterica.

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