✥ 26.
─── ❖ ── ✦ ── ❖ ───
HANEUL'S POV
"Rilassati."
Continuai a tenere lo sguardo puntato fuori dal finestrino, quando la voce roca e profonda di Yoongi mi fece ritornare coi piedi per terra.
Mi voltai verso di lui.
"Come?" Chiesi spaesata.
"Ti ho detto di rilassarti. Sei tesa." Mi rispose lui con le mani sempre strette sul volante, la sua attenzione era completamente rivolta di fronte a sé.
Sì, in effetti non potevo negare di essere estremamente tesa... questa situazione mi agitava parecchio.
Avevo notato che stavamo per uscire da Seoul, ormai erano passati più di trenta minuti da quando eravamo saliti in macchina.
Quindi non ero solo tesa, stavo cominciando anche a preoccuparmi... dove stavamo andando?
Mia madre a breve sarebbe rientrata dal lavoro e se non mi avesse trovata a casa al suo ritorno, avrebbe certamente dato di matto.
"Yoongi... sai che sono ancora in punizione vero? Non posso stare fuori casa per tanto tempo." Sussurrai.
Yoongi sospirò, sfilò il cellulare dalla tasca del suo giubbotto e me lo porse.
"Inventati una scusa."
"Ma-"
"Fallo."
Deglutii, potevo sentire il nervosismo aumentare sempre di più.
"Dove stiamo andando?"
"In un posto tranquillo."
"E non potevamo andare a casa tua? In fondo dovevamo solo parlare..."
"A casa mia? Tesoro, se tu venissi a casa mia cercherei di fare altro, di certo non sprecherei il mio tempo solo parlando con te." Sogghignò.
"Yoon-"
"E lo so che non hai intenzione di rimetterti con me, sappiamo entrambi che non c'è più niente di cui parlare." Yoongi parlò di nuovo; il piccolo ghigno che aveva pochi secondi fa era già scomparso, e adesso un'espressione fredda aveva occupato i suoi lineamenti.
Rimasi pietrificata nell'udire le sue parole, il sangue mi si gelò nelle vene e il mio cuore si era bloccato.
Sapeva già tutto, aveva già capito che non volevo dargli un'altra possibilità, ma allora dove mi stava portando?
Perché mi aveva fatta salire sulla sua auto se era così tanto convinto che io e lui non avevamo niente di cui parlare?
"Yoongi... devo preoccuparmi?"
"Haneul ti prego, rilassati... e inventa una scusa con i tuoi prima che sia troppo tardi." Mi ordinò, con un lieve cenno del capo Yoongi indicò il suo telefonino.
"Prima che sia troppo tardi?" Ripetei a bassa voce, con un filo di timore nascosto.
"Prima che tua madre arrivi a casa e trovi la tua stanza vuota."
Oh... vero, non aveva tutti i torti.
Okay, dovevo calmarmi... perché ero così tesa?
Yoongi non mi avrebbe mai fatto del male.
Pensai ad una scusa da usare... e purtroppo dovevo mettere in mezzo Yeri, ma non mi venne in mente nient'altro.
Con le dita tremolanti, digitai il numero di mia madre.
"Pronto?"
"Mamma... sono io."
"Haneul?"
"Sì, Yeri mi ha prestato il cellulare. Senti... devo restare a scuola oggi pomeriggio, c'è un corso che dovrei seguire perché fornisce alcuni crediti per gli esami di fine anno."
Speravo che come scusa fosse credibile e che mia madre ci credesse senza fare tante domande.
"Quanto tempo devi restare a scuola?"
"Quanto tempo devo restare...?" Ripetei incerta.
Guardai Yoongi, mi fece segno con le dita e indicò il numero tre.
Inarcai un sopracciglio, tre mi sembravano un po' troppe... anche se era passata mezz'ora e ancora eravamo sulla strada, quindi contava anche il tempo aggiuntivo che stavamo impiegando per arrivare in questo posto misterioso.
"Tre ore."
"Okay... mi raccomando, fai attenzione quando torni a casa."
"Sì mamma, ciao." Riattaccai immediatamente, il mio cuore stava battendo all'impazzata ma almeno sembrava che mia madre avesse creduto alla scusa.
"Sei brava ad inventare le scuse."
"Me la cavo." Sussurrai.
Adesso che ci pensavo bene avrei dovuto avvisare anche Yeri, così se si fosse presentata l'occasione mi avrebbe potuta coprire senza problemi.
"Avviso un attimo Yeri, così mi copre se i miei le chiedono qualcosa." Informai Yoongi e lui annuì; nel frattempo si infilò una sigaretta tra le labbra e allungò il braccio per prendere l'accendino, sistemato sotto al vano portaoggetti.
"Pronto?"
"Yeri?"
"Haneul... è il numero di Yoongi questo o sbaglio?"
"Non sbagli, io non ce l'ho il cellulare, ricordi?"
"Sì lo so. Come mai mi hai chiamata?"
"Dovresti reggermi il gioco nel caso i miei si presentassero a casa tua o altro."
"Perché dovrebbero presentarsi a casa mia? Cosa sta succedendo?"
"Potrebbe accadere, sai quanto sia paranoico mio padre.
Comunque, per loro io sono rimasta a scuola per un corso extra che durerà tre ore, okay?"
"Haneul, mi devo preoccupare?"
"No tranquilla, è tutto a posto." La rassicurai.
"Dovevate solo parlare, non credo abbiate bisogno di tre cavolo di ore."
"Stiamo andando in un posto." Sussurrai, appena pronunciai quelle parole sentii Yoongi sbuffare.
"In un posto? Ma-"
"Yeri, ti ho detto che devi stare tranquilla. Ci vediamo domani mattina a scuola, un bacio." Riattaccai senza neanche sentire la sua risposta.
Avevo compreso dal suo tono di voce che si stava agitando, e non volevo farla preoccupare maggiormente, Yeri quando ci si metteva sapeva essere un'amica molto protettiva.
Ma non doveva preoccuparsi, avevo tutto sotto controllo.
Okay, non avevo niente sotto controllo, ma conoscevo bene Yoongi e sapevo che non mi sarebbe accaduto nulla.
"Non sono mai piaciuto alla tua amichetta." Yoongi borbottò mentre inspirava il tabacco dalla sua sigaretta, che ormai era quasi finita.
"Lei mi vuole bene... e io ho sofferto a causa tua." Dissi a bassa voce.
"Non le sono mai piaciuto nemmeno agli inizi, quando stavamo ancora assieme e le cose tra noi andavano bene."
Non risposi, mi affacciai al finestrino contemplando il paesaggio esterno.
Non sapevo dove stessimo andando, vedevo solo tanto verde.
Tanti alberi e fiori, mi era sempre piaciuta la natura, e vivendo nel centro di una città grande come Seoul non avevo molte occasioni per godermela.
Ad un certo punto Yoongi prese una stradina secondaria, inoltrandosi ancor di più nei boschi.
"Yoongi..."
Non mi rispose, e questo fece crescere la mia preoccupazione.
"Yoongi... dove mi stai portando?" Domandai ancora, cercando di non far vedere quanto fossi nervosa.
"Ti sei innamorata di lui, vero?"
Ruotai completamente il mio corpo, voltandomi così verso la sua figura; Yoongi stava continuando a guardare di fronte a sé, ma potei notare il cambiamento che mutò i suoi occhi.
Quelle sfere tanto espressive e ammalianti adesso erano attraversate da una scia malinconica, affranta, triste.
Mi dispiaceva tantissimo... non provavo più quel sentimento che nutrivo per lui in passato, ma Yoongi era e sarebbe rimasta una persona molto importante per me.
"Yoongi... mi dispiace tantissimo..."
I miei occhi iniziarono ad inumidirsi, perle salate cominciarono a formarsi ai loro angoli e piano piano scesero, rigando così le mie guance.
Nonostante Yoongi mi avesse fatto soffrire, mi avesse tradita, mi avesse fatto passare il periodo peggiore della mia vita, in questo momento mi sentii comunque in colpa nei suoi confronti.
"Non piangere." Yoongi sussurrò dolcemente.
Mi strofinai gli occhi con le dita per rimuovere le lacrime, mandando il poco trucco che mi ero messa quella mattina a quel paese.
"Ti amo tanto Haneul... ti amerò sempre." Pronunciò con voce flebile.
Il mio cuore sussultò, mi stavo sentendo male.
Quelle parole mi fecero male.
Con la coda dell'occhio notai che Yoongi cominciò ad accelerare.
L'ansia prese nuovamente possesso di me, stava andando un po' troppo veloce per i miei gusti e stavamo percorrendo una stradina secondaria in un bosco, quindi non c'era nessuno... poteva andare con calma.
Oltretutto lo sterrato non era proprio l'ideale per correre, era pieno di buche e sassi e il rischio di restare in mezzo al bosco con la macchina in panne era alto.
"Yoongi... ti prego rallenta." Dissi spaventata, non mi feci più problemi a mostrare quanto fossi agitata.
Ma non ebbi risposta, il che fece salire tutte le sensazioni negative che stavo provando alle stelle.
"Yoongi non c'è nessuno, perché vai così veloce?"
Con le mani mi strinsi alla cintura di sicurezza e scrutai attentamente il viso del mio ex; osservai con cura i suoi occhi, e se prima potevano sembrare tristi e malinconici, adesso parvero totalmente assenti.
Privi di emozioni.
Come se Yoongi non fosse lì in quel momento, seduto accanto a me.
Tentai di restare calma ma fu del tutto inutile, il mio stato d'animo venne assalito dall'ansietà.
Yoongi non accennava a rallentare, provocandomi un colpo al cuore ad ogni curva che incontravamo.
"Yoongi!" Esclamai.
"Yoongi! Ferma questa cazzo di macchina!" Urlai con tutta la voce che avevo in corpo.
Lasciai la cintura di sicurezza per scuotere il braccio del mio ex, e finalmente lui frenò di colpo.
Per fortuna avevo la cintura allacciata, altrimenti a quest'ora mi sarei schiantata contro il parabrezza.
"Non ti volevo spaventare... scusami..." La voce sempre sicura e arrogante che tanto avevo amato uscì tremolante e rotta.
La grande e pallida mano di Yoongi si posò sulla mia coscia, un gesto per farmi calmare.
Ma come potevo calmarmi quando lui stesso stava tremando?
Non dissi nulla e tolsi la cintura, aprii la portiera per scendere da quel mezzo infernale.
E una volta fuori, con i piedi sulla terra ferma, scoppiai a piangere.
Forse stavo avendo una reazione esagerata ma la paura era tanta, il mio battito cardiaco non era intenzionato a calare, l'eccessiva adrenalina mi stava togliendo il respiro.
Sentii che anche Yoongi era sceso dalla macchina, e dal rumore dei suoi passi capii che si stava avvicinando a me.
Mi voltai quindi verso di lui.
"Ma sei impazzito? Volevi ucciderci entrambi??" Urlai tra le lacrime.
"Haneul..." Mi guardò con il dispiacere che si riversava nei suoi occhi.
"Cosa cavolo avevi in testa? Se non puoi avermi tu allora non mi avrà nessuno? Volevi farmi fuori?" Gridai.
Ero rimasta traumatizzata.
La macchina andava velocissima, Yoongi non aveva la minima intenzione di rallentare e io gli urlavo contro per farlo fermare.
Era stata una scena bruttissima, continuavo a tremare, le mie lacrime non ne volevano sapere di smettere di bagnare il mio viso, il mio corpo era scosso dai continui singhiozzi e il mio cuore sembrava stesse avendo un attacco cardiaco.
Yoongi si accostò e mi avvolse in un abbraccio.
Mi strinse a sé ma onestamente io non volevo quell'abbraccio, volevo solo tornare a casa... in quel momento però non ebbi la forza di respingerlo.
Alzai le braccia tremanti e ricambiai, affondai il viso umido nell'incavo del suo collo, il suo profumo mi inebriò la mente.
"Mi dispiace, perdonami. Non volevo spaventarti in questo modo." Sussurrò al mio orecchio, scusandosi ancora ma io scossi la testa e la rialzai per poterlo guardare direttamente negli occhi.
"Allora perché andavi così veloce?" Chiesi tra le lacrime.
Yoongi sciolse l'abbraccio, lo sguardo malinconico si riformò sul suo viso.
"Perché... sono incazzato."
"Yoon-"
"Lo so. Stavo per fare una cazzata... in quell'attimo mi ero dimenticato che ci fossi anche tu con me. La tua voce mi ha fatto riprendere il lume della ragione."
"Non lo fare più... mai più." Mormorai con un filo di voce.
Yoongi portò una mano sui miei capelli, cominciò ad accarezzarli dolcemente ma non fiatò.
Non rispose, e io ripetei le medesime parole perché avevo bisogno che mi desse una conferma.
Avevo bisogno di sentire da lui stesso che non avrebbe mai più riprovato a fare una cosa del genere.
"Yoongi. Non fare mai più una cosa del genere. Devi mantenere il controllo delle tue azioni! Soprattutto quando guidi, devi restare lucido." Alzai la voce, ma il pesante sospiro di Yoongi mi fermò.
"Non riesco ad immaginare la mia vita senza di te."
Quelle parole... quelle parole furono come una lama affilata che colpì il mio cuore, creando una profonda e dolorosa frattura.
Non sapevo cosa dire.
Sapevo che mi amava, come io amavo lui ma c'eravamo lasciati già da mesi ormai.
Lui mi aveva tradita.
"Yoongi... non esisto solo io. Ci sono un sacco di ragazze là fuori, non ti soffermare su di me... e poi prima di stare con me avevi avuto altre ragazze e-"
"Ma nessuna era come te. Nessuna può arrivare ai tuoi stessi livelli, Haneul."
Se fosse stato lo Yoongi stronzo, sfrontato e presuntuoso avrei potuto affrontarlo meglio.
Ma di fronte a me avevo la versione dolce di Yoongi.
Quella versione rara che mostrava poche volte, e quelle poche volte che riuscivo a vederla mi faceva sempre impazzire.
Dovevo ricordarmi però del male che mi aveva fatto.
"Yoongi... ti devo ricordare perché ci siamo lasciati?" Sussurrai.
"Lo so. È tutta colpa mia... ho rovinato tutto. Ti ho tradita, ti ho fatto soffrire... e nel frattempo ti sei innamorata di quello là."
Mi avvicinai a lui e presi la sua mano; la strinsi, feci intrecciare le nostre dita tra loro e un minuscolo sorriso si dipinse sulle mie labbra.
"Sei e resterai una delle persone più importanti per me, Yoongi." Dissi con piena sincerità, non potevo stare al suo fianco come avrebbe voluto lui, ma avrebbe sempre potuto contare su di me.
Internamente tirai un sospiro di sollievo quando intravidi gli angoli della sua bocca sollevarsi.
Yoongi si chinò lievemente, accostò il suo viso al mio e mi diede un semplice ma dolce bacio sulla guancia.
Chiusi gli occhi quando percepii le sue sottili ma soffici labbra sulla mia pelle.
"Meriti di essere felice. E io non sono in grado di darti ciò che vuoi." Sussurrò al mio orecchio.
Rialzai le palpebre, posai lo sguardo nei suoi occhi scuri e profondi.
"Anche tu meriti di essere felice... e sono certa che troverai quella persona prima o poi." Sorrisi e lui ricambiò.
Notai che il suo sguardo puntò sulle mie labbra, non sorrisi più.
Sapevo che stava per baciarmi... ne ero pienamente consapevole.
"Ti prego... un ultimo bacio..." Yoongi sussurrò con occhi colmi di dolcezza, mi stupii perché pensavo che me lo avrebbe direttamente rubato, invece di chiedermelo.
Il vecchio Yoongi che avevo frequentato avrebbe fatto di testa sua e questo bacio se lo sarebbe preso, invece mi stava chiedendo il permesso.
Perché il mio ex sapeva che adesso nella mia vita, c'era un altro ragazzo.
C'era Jimin.
Chiusi gli occhi, e sentii immediatamente le sue labbra premere contro le mie.
Yoongi si staccò quasi subito; fu un semplice bacio a stampo e rimasi sollevata del fatto che non fosse andato oltre... stava rispettando i miei sentimenti.
"Facciamo una passeggiata? Più in là c'è un laghetto con un ponte."
Non potevo dirgli di no, questi erano gli ultimi momenti che avrei passato con lui, quindi annuii.
Yoongi lasciò la macchina sul ciglio della strada, mi spiegò che non avrebbe rotto le scatole a nessuno, anche perché in questo punto non ci veniva mai anima viva.
Cominciammo a camminare mano nella mano, ma dopo neanche due minuti sentii Yoongi emettere uno sbuffo, come se fosse irritato da qualcosa.
"Ora cosa c'è?" Chiesi trattenendo una risata, quando Yoongi si comportava da vecchietto brontolone era parecchio buffo.
"Ma tra tutti quelli che c'erano, proprio l'idiota ossigenato?" Si lamentò, aggrottò la fronte formando una smorfia infastidita.
"Ehi, Jimin non è un idiota. E poi hai proprio un bel coraggio a chiamarlo ossigenato... tu, che hai cambiato così tanti colori di capelli che se cominciassi ad elencarli non finirei più!"
Yoongi si mise a ridere, e anch'io risi assieme a lui.
Ero lieta di vedere che la situazione si fosse calmata, prima mi ero presa un enorme spavento.
"Ma io biondo ci stavo bene." Yoongi si vantò.
"Anche Jimin sta bene biondo." Ribattei.
"Okay, basta... se devi continuare ad elogiare quel tipo allora è meglio cambiare argomento." Borbottò alzando gli occhi al cielo.
"Non lo stavo elogiando... stavo solo dicendo la verità." Replicai, cercando di non pensare in quel momento all'immagine di Jimin che mi sorride.
Sentii di nuovo la mano di Yoongi posarsi sulla mia testa, accarezzò i miei capelli castani scompigliandoli un po' e giocando con alcune ciocche.
Arrivammo a quel laghetto di cui aveva parlato Yoongi precedentemente e ci fermammo al centro del ponte.
Era davvero carino.
Ed era in un posto nascosto, peccato... poche persone avrebbero potuto ammirare la bellezza di quel luogo.
Però forse era anche una cosa positiva.
Il fatto che fosse nascosto, rendeva questo punto del bosco più segreto, romantico.
Chissà perché Yoongi non mi ci aveva mai portata prima.
"Sarà il caso che il tuo ragazzo ti tratti come si deve." Disse Yoongi, spezzando il silenzio che si era creato.
"Non è il mio ragazzo, sta ancora con mia sorella..."
Rivolsi lo sguardo verso il basso, posandolo nelle acque cristalline di quel laghetto.
Mi illuminai quando vidi nuotare qualche piccolo pesciolino.
"È cotto di te. Lo avevo notato subito dal modo in cui ti guardava."
"Fin quando non lascia mia sorella però, resta una storia impossibile per me."
Già... Jimin diceva tante cose, ma ancora stava con Kippeum.
Quanto ancora avrei dovuto aspettare?
"La lascerà." Disse Yoongi, mentre posò la mano sulla mia.
"Me lo ha detto anche lui..." Sussurrai.
"Ma?"
Guardai Yoongi confusa.
"C'è un ma, no?" Continuò.
"Ma... anche se lasciasse Kippeum, comunque mi sentirei un po' in colpa a frequentarlo.
Uscirei con l'ex di mia sorella.
Per non parlare dei miei, lo adorano e potrebbero cambiare idea su di lui appena sapranno cos'è successo."
Yoongi si girò, posò anche lui il suo sguardo in mezzo a quelle acque che infondevano pace e tranquillità.
"Quando si è innamorati, tutto è possibile... troverete una soluzione."
Sfilò il cellulare dalla tasca e guardò un attimo lo schermo.
"Meglio andare... ci metteremo più di mezz'ora, non voglio infilarti ulteriormente nei guai." Borbottò, in risposta annuii, un po' dispiaciuta perché avrei voluto godermi quel posto un po' di più.
"Haneul?"
"Mh?"
"Andrà tutto per il meglio, vedrai." Yoongi mi rivolse un dolce sorriso e ancora una volta mi accarezzò i capelli.
Adorava farlo... lo faceva sempre quando stavamo insieme.
Sorrisi, ricevendo più che volentieri le sue coccole.
"Grazie Yoongi."
|
|
Il tragitto in macchina fu silenzioso.
Speravo tanto che mia madre non avesse avuto dei sospetti e avesse creduto alla balla del corso extra.
Al telefono mi era sembrato così, che se la fosse bevuta.
Poi mi ricordai di Yeri.
Dovevo avvertirla, lei si preoccupava sempre molto per me e non si fidava di Yoongi.
Non aveva mai visto di buon occhio la nostra relazione.
"Puoi prestarmi di nuovo il cellulare? Voglio avvisare Yeri e farle sapere che sono quasi arrivata."
"Altrimenti quella manda la squadra di ricerca?" Chiese divertito.
"Potrebbe farlo... o peggio, potrebbe chiamare i miei."
Yoongi in meno di un secondo mi porse il cellulare, facendomi sorridere.
Non chiamai la mia amica, le mandai un semplice messaggio avvertendola che ero sempre io, e che tra una decina di minuti sarei arrivata a casa.
La sua risposta non si fece attendere.
< Bene, perché stavo per chiamare Jimin. >
Arricciai il naso quando lessi il suo messaggio.
Ma se Jimin stava ancora con mia sorella?
Per di più avevamo discusso ieri, di certo se avessi avuto bisogno di aiuto lui non sarebbe mai venuto in mio soccorso.
Cancellai quel messaggio per fare in modo che Yoongi più tardi non lo leggesse, e gli restituii il cellulare.
Come previsto, arrivammo a casa dopo dieci minuti circa.
Yoongi ovviamente non parcheggiò di fronte a casa mia, ma più avanti per evitare rischi.
Nessuno di noi osava dire una parola; guardai Yoongi, non mi sembrò minimamente intenzionato a rompere quel dannato silenzio.
Quindi mi feci coraggio e parlai per prima.
"Non è un addio Yoongi."
"Sì invece." Rispose lui dopo qualche secondo.
"Yoon-"
"Non voglio essere tuo amico Haneul. Quindi... questo è un addio." Pronunciò deciso.
Si voltò verso di me, la sua espressione era interamente tinta di serietà.
Era buio, ma grazie alla luce fioca del lampione la intravidi benissimo.
Sospirai profondamente.
"Per qualsiasi cosa Yoongi, se tu avessi bisogno di me, non esitare a chiedere.
Io ci sarò sempre per te." Sussurrai, posando la mia mano sulla sua che era ancora poggiata sul cambio.
"Stessa cosa vale per me." Sorrise.
Ricambiai il sorriso, mi avvicinai e stampai un bacio sulla sua guancia.
Scesi dalla macchina, feci il giro e mi chinai dalla parte del suo finestrino.
"Promettimi che non ti metterai nei guai." Dissi, guardandolo dritto negli occhi.
Yoongi alzò un sopracciglio, mi guardò come se lo stessi prendendo in giro, ma io ero serissima.
"Promettimelo!" Ripetei.
"Sì mamma." Rispose mentre si accese un'altra sigaretta.
"E dovresti smetterla di fumare, fa male."
"Haneul... non rompere. Non ti davo retta quando stavamo insieme, figuriamoci ora."
Inspirò il tabacco e subito dopo fece uscire una nuvoletta grigiastra di fumo dalle sue labbra.
"Tu invece promettimi una cosa."
"Cosa?" Chiesi curiosa.
"Se ti fa soffrire, se si prende gioco di te... dimmelo. E ci penserò io."
Arrossii, non potevo affermare che questo suo lato mi lasciava indifferente, perché appunto non era assolutamente così.
"Da come parli sembra che io stia già con lui."
"È solo questione di tempo." Yoongi sospirò.
Mise in moto la macchina, mi lanciò un'ultima occhiata.
"Non me lo hai promesso." Disse.
"Non te lo prometterò infatti. Gli spezzeresti le gambe." Ribattei, Yoongi sorrise.
"Mi conosci fin troppo bene."
E premette il piede sull'acceleratore, scomparendo nel buio di quel tardo pomeriggio.
Sapevo che ci saremmo rivisti... questo non era un addio.
Gli auguravo davvero di trovare la sua felicità, anche se avevo sofferto a causa sua, potevo confermare che Yoongi era una persona speciale.
Pochissimi avevano la fortuna di conoscerlo per davvero, raramente apriva a qualcuno il suo cuore, ma quando lo faceva Yoongi dimostrava che la figura pungente che era conosciuta da tutti, era solo una maschera.
Min Yoongi era un ragazzo dotato di numerose qualità, e certamente avrebbe trovato prima o poi una ragazza capace di tenergli testa.
E anche in grado di fargliela perdere.
Entrai nel vialetto, cercando di prepararmi psicologicamente alle future domande da parte dei miei.
Aprii la porta e li trovai comodamente seduti sul divano, davanti alla televisione.
Sembravano tranquilli, forse avevano creduto davvero alla scusa che avevo inventato.
"Haneul? Sei tornata finalmente! È tutto a posto?" Chiese mia madre.
"Sì, sono solo un po' stanca."
"Come sono andate le lezioni?" Domandò mio padre.
"Bene."
Stavo per dirigermi verso le scale così da andare in camera mia e potermi cambiare in abiti più comodi, ma mio padre si piazzò davanti, impedendomi così di salire.
"Devi dirmi qualcosa papà?" Domandai con un filo di timore nella voce.
Non potevo negarlo, ricominciai a sentirmi ansiosa, le mie mani stavano sudando.
Mio padre non disse nulla ma portò una mano alla tasca dei suoi pantaloni; tirò fuori il mio amato cellulare, mi era mancato più di non so cosa.
"Tieni. Oggi hai usato il telefono di Yeri, ma se si dovesse ripresentare una situazione simile voglio che tu ci avverta col tuo telefonino, senza disturbare gli altri."
Sospirai di sollievo, per fortuna non sospettava nulla.
Annuii, afferrai il mio cellulare tutta contenta, stavo quasi per piangere.
Sì, era una reazione eccessiva ma questi giorni senza il mio telefonino per me erano sembrati mesi.
"E non sei più in punizione."
Guardai mio padre con occhi sgranati, incredula.
Questo non me lo aspettavo... chi era l'uomo che avevo davanti?
"Davvero?"
"La prossima settimana è Natale e non voglio rovinartelo... non sono così cattivo!" Mio padre gonfiò le guance come un bambino, ridacchiai.
"Grazie papà."
Lo abbracciai e salii di corsa le scale.
Appena entrai nella mia stanza accesi immediatamente il cellulare, trovando una marea di messaggi e alcune chiamate perse.
Avvisai Yeri e Nayeon che avevo riavuto il mio amato telefonino e che non ero più in punizione.
Poi mi cadde l'occhio sulla chat di Jimin... o "Dottor stronzo" dato che lo avevo chiamato così nella mia rubrica.
Ero indecisa se avvertirlo o no... in fondo ieri avevamo discusso, e poi lo avrei rivisto domani sempre per le ripetizioni.
Decisi di non scrivergli nulla; mi cambiai, togliendomi finalmente quella fastidiosa divisa e indossai il mio caldo e morbido pigiama di paille, dopodiché scesi per andare a cena.
Dopo mangiato, feci i compiti per il giorno dopo, e andai in bagno per lavarmi i denti e darmi una rinfrescata.
Afferrai di nuovo il cellulare e risposi ai messaggi che mi avevano mandato le mie amiche.
Poi controllai l'orario, erano circa le ventuno.
Ci pensai su... a dire il vero ci avevo riflettuto per tutta la durata della cena.
Scrivere a Jimin, sì o no?
Ieri avevamo discusso ma alla fine decisi di mandargli un messaggio, giusto per fargli sapere che avevo di nuovo il cellulare.
Quando premetti il tasto invio, avevo il cuore che batteva all'impazzata.
Per due semplici messaggi... ma perché questo ragazzo mi faceva questo effetto?
Il mio cuore sussultò quando sentii il telefono vibrare nella mia mano.
Cosa?
Oddio... aveva lasciato mia sorella.
Non dovevo, ma un enorme sorriso si formò sulle mie labbra appena lessi quelle poche parole.
Mi dispiaceva per Kippeum, ma avrei mentito se in questo momento avessi detto che il mio cuore non stava facendo i salti mortali dalla gioia.
E internamente, li stavo facendo anch'io con lui.
Si erano lasciati.
Si era deciso.
E ora?
Ora cosa sarebbe successo tra noi?
Volevo fargli tutte queste domande, ma alla fine anch'io risposi con una breve e concisa frase.
Ero curiosa di leggere la sua risposta.
Il cuore stava facendo le più complicate e difficili acrobazie, avrebbero potuto fare invidia ai migliori trapezisti di un circo.
Un'altra vibrazione.
Aveva risposto.
Non persi tempo e lessi il suo messaggio.
~ Angolo Autrice ~
Io che mi emoziono scrivendo questo capitolo, nonostante lo avessi già scritto tre anni fa.
Ma rivivere l'addio di Yoongi, e anche l'ultima parte con il messaggio di Jimin mi ha un po' emozionata, lo ammetto.🙈
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, al prossimo aggiornamento.✨
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro