Capitolo 24.
Eren's pov.
"Mamma...?"
Era mattina presto.
"Buongiorno Eren!"
Sentii una voce squillante di rimando.
"Ti prego non urlare..."
Mi strofinai gli occhi con voce assonnata e stranita.
"Non ti sei ancora alzato?! Muoviti."
Mi urlò al cellulare.
"Ma... non abbiamo lezione."
Tentai discolpandomi.
"È comunque una brutta abitudine alzarsi tardi-"
"Sì sì dai, cosa volevi?"
La interruppi stirando un braccio in avanti.
"Ti vengo a prendere per il ventiquattro, okay? Andiamo con tuo padre a fare una bella vacanza in famiglia, ci stai?"
Mi propose.
Non potei vederla in viso ma sapevo in quel momento i suoi occhi si stessero illuminando di gioia dal tono di voce entusiasta.
"Va... va bene."
Aggiunsi una volta finito di stirarmi.
"Perfetto! Allora ci vediamo presto tesoro"
Mi congedò.
"Sì... ciao mamma"
Chiusi la chiamata.
Fu imbarazzante, non ero più un bambino.
Mi alzai dal letto, gli altri erano già fuori, molti erano partiti, tra cui Annie, Reiner e Bertholdt.
Jean invece stava per farlo.
Mi vestii velocemente ed uscii, avrei voluto salutare quella faccia da cavallo, certo, era una testa calda ma infondo gli volevo bene.
Arrivai all'ingresso del college e vi trovai Jean assieme a Marco.
Lasciai loro lo spazio necessario per salutarsi facendomi da parte.
Si baciarono dolcemente, Marco aveva le mani avvolte sul suo volto mentre quelle di Jean erano fisse sul suo bacino.
Si salutarono e solo a quel punto li raggiunsi.
"Jean!"
Sventolai una mano in aria.
Si giró di scatto.
"Ah dannato."
"Smettila di chiamarmi così, comunque volevo salutarti... sì insomma prima della tua partenza.."
Dissi avvicinandomi, mi passai una mano sulla nuca per il lieve imbarazzo nel confidargli qualcosa del genere.
Mi abbracció senza troppe paranoie e dopo un attimo di smarrimento ricambiai in modo sincero.
"Allora buon viaggio, idiota."
Affermai una volta staccati da quell'abbraccio fin troppo estraneo dalle nostre abitudini.
"Altrettanto."
Rispose lui con un sorriso.
Scoppiammo a ridere di gusto, forse entrambi consapevoli di non essere poi così diversi l'uno dall'altro.
Passó una settimana da quando trovai Levi in quelle condizioni ed era ormai tornato nella sua camera dove iniziò a stare decisamente meglio, solo un po' dolorante, ma quello fu il minimo dopotutto.
Quel giorno sarebbero partiti tutti tranne Armin, io e Connie.
Andai a salutare le ragazze insieme agli altri due.
"Fate buon viaggio belle"
Iniziò Connie dando un abbraccio collettivo che coinvolse tutti i presenti.
Ciò che differenziò il mio di abbraccio, fu il bacio stampatomi sulla guancia da parte di Mikasa.
"Buon viaggio Mikasa..."
Glielo sussurrai con un sorriso sulle labbra.
Si fece pomeriggio e mi affrettai a raggiungere la camera di Levi.
Bussai alla porta ma al suo posto mi aprí una ragazza rossa.
"Ehi, chi cerchi piccolo?"
Mi chiese aprendo la porta il giusto per far sì che si vedesse la sua figura e nient'altro.
"Ehm... Levi è in camera..?
Iniziai fin da subito poco convinto.
Vidi Farlan affacciarsi dietro la ragazza decisamente più bassa appoggiando l'avambraccio sullo stipite.
"Eren!"
Mi accolse con entusiasmo.
"Vi conoscete?"
La ragazza sorrise con due occhi pieni di sveltezza.
"Sì Eren, lei è Isabel, Isabel lui è Eren."
Fece Farlan per presentarci facendosi spazio fra lei e la porta.
"Ahh piacere Eren!"
Mi si gettò addosso con un sorriso talmente bello che non potei fare a meno di ricambiarlo.
Mi scompigliò i capelli.
"Il piacere è tutto mio..."
Aggiunsi poi nella massima tensione per paura di fare un qualsiasi passo falso.
"Eren ascolta, ora Levi non è in camera, non so dove sia mi dispiace"
Mi confidò Farlan stringendosi nelle spalle.
"Oh... tranquillo, grazie comunque e buone feste"
Aggiunsi il più cordialmente possibile.
"Grazie, altrettanto"
Mi sorrisero chiudendo la porta.
Mi allontanai da quella camera fin troppo desiderata.
Dove può essere?
Mi domandai mentre tentai di ripercorrere nella mia mente un suo ipotetico percorso.
Magari è partito... ma no, Farlan mi avrebbe avvisato.
Ragionai.
Cercai per tutto il college ma non ne trovai nemmeno l'ombra, così rassegnato, mi ritirai in camera a perdere vita sociale e vista giocando col cellulare.
"Eren, non prepari le valige?"
Mi chiese Armin vedendomi in quelle condizioni appena entrò in stanza.
"Uh? Oh giusto."
Spensi il telefono appena mi accorsi della sua presenza iniziando a sistemare la valigia in modo più svogliato possibile.
Entrambi finimmo la sera ed insieme a Connie cenammo.
C'era un insolito silenzio.
22:00
1 messaggio da Farlan.
Il display del mio cellulare si illuminó.
"Eren, Levi è tornato in camera, se vuoi... io stasera non ci sono, parto con Isabel... buona fortuna. ;) "
Iniziai a sorridere come un bambino.
"Grazie mille, vedrò se andare..."
Restai un po' a pensarci assalito da mille dubbi, ma poi mi decisi e mi recai in camera sua.
La raggiunsi in poco tempo, alzai il pugno per bussare alla porta che riabbassai subito dopo, non ne ero sicuro per niente, ma alla fine mi decisi, presi coraggio ed iniziai a ricreare quello che si definirebbe bussare ma che mi uscì più come un sussurro.
Mi aprí scocciato.
"Mh, sei tu, che vuoi?"
Mi accolse alla porta.
"N-nulla, ero venuto a vedere come stessi"
Iniziai, stavo deglutendo a fatica, la sola vista di quel ragazzo mi faceva impazzire.
"Non ho bisogno delle visite."
Mi ammonì con fare ovvio.
Puntai lo sguardo a terra deluso e abbastanza imbarazzato.
"Dai entra, fuori fa freddo."
Aggiunse poi.
Obbedii senza farmelo ripetere.
Stava bevendo del thè tenendo la tazza in modo abbastanza insolito, circondandola con tutta la mano invece di afferrarla dal manico.
"Avrei voluto farti gli auguri, ma parto domani."
Dissi riacquistando un minimo di coraggio.
Distolse lo sguardo dal suo thè nero per fissarmi apparentemente senza una reazione.
"Parti?"
Mi chiese solo.
"S-sì, sto via una o due settimane..."
Risposi vago seguendo il ragazzo fino ad una sedia accomodandomici dopo di lui.
"Capisco."
Fece un sorso della bevanda.
"Tu parti?"
Domandai poi, interrompendo il silenzio.
"Sì, gli altri hanno proposto di andare tre giorni in un paese vicino"
Mi confidò riappoggiando la tazza sul tavolo.
"Oh..."
Abbassai lo sguardo.
"Che hai?"
Chiese quasi infastidito.
"No no, nulla"
Risposi a disagio.
Inarcó un sopracciglio scettico.
"N-nulla, è che stare via delle settimane..."
Aggiunsi poi sentendomi sempre più stupido ai suoi occhi.
"Dovresti esserne felice."
Tirò fuori una sigaretta da un pacchetto quasi finito e se ne accese una.
"Sì, lo so ma..."
Continuai
"Ma?"
Chiese facendo cadere la cenere dentro la tazza del thè ormai finita.
"Come... come farai se Erwin ti picchierà di nuovo? Io non ci sarò e...-"
Improvvisai.
Fece un tiro.
"È per questo?"
Mi interruppe, e ringraziai il cielo che lo fece.
"Beh.."
Tentai di dire qualcosa.
"Tsk... non mi serve il tuo aiuto, goditi la tua vacanza."
Mi stizzì.
"Gli allenamenti... le pulizie... insomma..."
Continuai.
"Non dirmi che ti mancherà questo posto."
Aggiunse, picchiettando la sigaretta col dito all'interno della tazza.
"Non sarà il posto a mancarmi..."
Evacuó il fumo tirato sù in precedenza dal naso, per poi, con calma posare il suo sguardo sul mio, non era sorpreso.
"Sei molto diretto."
Disse solo.
Iniziai ad arrossire.
"Vieni."
Mi avvicinai con timore trascinando la sedia con me.
Si alzò all'improvviso e mi sbattè al muro.
"Così sarò io a mancarti eh?"
Alzò lievemente un sopracciglio, come per sfottermi.
Fissai a terra accaldato, lui di rimando giró il viso per far uscire il fumo, lo rigiró e con prontezza mi stampó un bacio eccitante.
Le nostre lingue iniziarono a giocare fra loro, un gioco provocante, nuovo, mi morse il labbro con passione.
Potei percepire l'aroma del fumo invadermi l'olfatto.
Ci spostammo seguendo il muro fino ad arrivare alla porta che Levi chiuse a chiave.
Il mio viso si fece caldo, fin troppo imbarazzato.
Mi afferrò le natiche intento ad alternare i baci ai morsi alle mie labbra, iniziando a palparmi in modo deciso.
Ansimai impercettibilmente, non aspettò un momento di più per buttarmi sul letto.
D'impulso divaricai le gambe.
Si strusció sul mio membro per poi arrivare al petto e lasciarci qualche morso.
Sognai quel momento da troppo, lo desideravo, desideravo quel ragazzo, avrei voluto qualcosa di più e quello che stava succedendo fu molto simile al mio desiderio.
Ripetei il suo nome in modo soffocato, mi parve di sognare.
"Bravo... il mio nome..."
Mi morse di nuovo il labbro inferiore tirandolo appena.
Si apprestò a sfilarmi i pantaloni e successivamente i boxer.
Prese poi il mio membro iniziando a farlo scorrere nella sua mano con movimenti fin troppo esperti.
Al chè, non resistetti più facendomi fuoriuscire un lieve gemito.
Cercai di trattenermi premendomi d'istinto le mani sulla bocca.
Mi guardò con aria soddisfatta.
"Levi... così mi mancherai ancora di più..."
Sussurrai.
Fece un altro tiro di sigaretta che nel mentre aveva tenuto in mano stando attento a non trovare contatto con la mia pelle.
"Bene.. meglio così"
Aggiunse continuando a stuzzicarmi.
"Levi... ti prego baciami ancora."
Lasciò il mio membro e si diresse sulle mie labbra strisciando contro i nostri addomi, i suoi addominali toccarono con delicatezza il mio corpo.
"Come vuoi moccioso."
Mi disse con una voce paradisiaca.
Mi bació ancora facendo colare della saliva.
Le nostre lingue si ritrovarono avvinghiate.
Si trovò ancora sulle mie labbra quando gli sfilai i pantaloni e successivamente i boxer, potei sentire la sua intimità premere sul mio addome.
Lo presi iniziando a stuzzicarlo.
Gemette sulle mie labbra.
Sporcammo il letto con del liquido denso dopo qualche tempo dall'inizio.
Mi sollevò le gambe, stava per penetrare dentro di me, ma come sempre ci fu un evento esterno che ci fece smettere.
Levi si strinse lo stomaco.
"Tutto bene?"
Chiesi preoccupato.
Da steso mi sollevai sui gomiti così da sedermi.
"Mh.. sì, sì."
Lo vidi strizzare gli occhi per un millisecondo e premersi lo stomaco con una mano.
"Ora... ora vai a dormire..."
Proposi sempre più preoccupato.
"Non mi metterò a prendere ordini da te"
Aggiunse con tono acido.
Mi misi a cavalcioni su di lui abbassandogli delicatamente le spalle sul letto.
Una volta steso e calmatosi mi sistemai affianco.
Gli accarezzai il viso scostandogli tutti i capelli che gli andarono a finire sul volto.
Lo presi a me delicatamente posizionandolo con il capo sopra il mio petto.
"Non voglio partire."
Ammisi quasi in un capriccio.
"Non fare il bambino viziato."
Mi riprese.
"Non faccio il bambino viziato..."
Tentai di discolparmi.
"Dimmi sinceramente, perché non vuoi partire?"
Mi chiese.
"La verità?... voglio stare con te."
Dissi quella volta in modo sicuro.
"Tsk... sei proprio un moccioso, non potresti comunque, Erwin ti sistemerebbe e allora sì che non potresti più stare con me."
Risi leggermente.
"Due settimane non sono così tante se ci pensi."
Riprese.
"Ci penso eccome, sono troppe."
Risposi stringendolo alla mia figura.
"È inutile farti cambiare idea vero?"
"Se mi baci forse..."
Iniziai.
"Finiscila."
Mi ammonì subito dopo.
"Okay...okay."
Alzai le mani in segno di resa.
"Notte moccioso."
"Notte... Heichou."
Lo baciai sulla fronte e ormai si fecero le 2:00
Restai sveglio per un'altra decina di minuti.
Mio dio Eren, ma sei sul serio un grandissimo sfigato, quante probabilità c'erano di fermarsi proprio in quel momento.
Mi maledissi.
Piccolo spazietto a me >.<
Ma ciao gentaglia♡
Volevo solo ringraziarvi per aver raggiunto le 3k visualizzazioni, mi fa davvero felice sapere che questa storia ve piasa ^///^
Speriamo solo che il povero Eren riesca a farsi Levi.
(Che diciamocelo, è quello che volevate fin dall'inizio😏)
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