PAUL P.O.V

Devo dire che suonare con Ringo era meraviglioso. Aveva una tecnica particolare, e ciò faceva risultare il suono più limpido e pulito.

Finimmo la canzone. Io ero rimasto a bocca aperta. L'ho adorato!

“Ringo, possiamo andare a parlare un attimo in privato?”, chiesi.

“Ma certo!”, rispose lui sempre sorridendo.

Uscimmo dalla stanza e ritornammo nel salotto.

George si sedette sul divano e disse felicemente:
“Secondo me è quello giusto. Dai, avete visto e sentito! Suona benissimo!”.

“Anche io concordo con George, mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta. È bravissimo! Tu Johnny cosa dici?”.

“Avete ragione, è molto bravo e dotato. Sicuramente più di Pete... Io dico che è dentro”.

“Anche io”, rispose George.

“Lo stesso per me”.

“Bene”, disse John, “prima non ci siamo salutati per bene amore mio”, disse mentre si avvicinava a me e mi dava un bacio sulla labbra.

“Dai ragazzi”, esclamò George coprendosi gli occhi, come per imitare i bambini piccoli.

“Non è colpa mia se tu non hai una ragazza Georgie...”, ridacchiò John staccandosi dal bacio, “... e non hai mai baciato nessuno. Ti dico che quando l'avrai la vorresti sbaciucchiare tutto il tempo. Io ho questa meravigliosa ragazzina, e me la vorrei mangiare”, finì mentre mi baciò ancora.

“Oh Johnny, non fare il bambino”, risposi arrossendo.

“Se volete un po' di privacy io vado”, ridacchiò George. Allora si alzò e ritornò di sotto, poi seguito successivamente da me e John.

GEORGE P.O.V

Stavo per aprire la porta del seminterrato ma mi fermai: c'erano Luna e Ringo che parlavano e ridevano.

Mi salì un po' di rabbia, ma era una sensazione diversa: gelosia. A me piace quando Luna parla e ride con me!

“Quindi vuoi dire che il nome Ringo è perché ti piacciono gli anelli?!”, chiese Luna.

“Esatto Luna, io adoro gli anelli”, rispose il batterista.

“Eh, lo vedo! Ne hai veramente tanti sulle dita! Ma non ti vengono le vesciche?”.

“Soltanto se batto forte, lì si che fanno male. Sono una persona calma, ma quando succede mi viene da urlare, ma è per sfogarsi dal dolore”, rise Ringo.

“Oh, allora fanno male”, rise Luna assieme a lui. Io fissavo la scena impietrito.

“Dai piccioncini, adesso dobbiamo comunicare a Ringo la nostra decisione”, disse Paul supermandomi ed entrando assieme a John.

Quel soprannome mi diede molto fastidio. Perché piccioncini? Si sono appena conosciuti!

“Dai Georgie vieni, non stare sullo stipite della porta”, mi disse dolcemente Luna sorridendomi.

“Si arrivo”, dissi seccato. Lei fece una faccia sorpresa.

“Allora Richard...”, iniziò a parlare John, “... abbiamo parlato e sei dentro. Ci hai stupito, sei veramente bravo. Congratulazioni”.

“Oh, grazie tanto! Sono felicissimo!”, disse facendo un sorriso a trentadue denti.