𝐢𝐯.
La maglia dell'Hellfire mi va leggermente larga, ma la cosa non mi da affatto fastidio. Guardo il mio riflesso allo specchio, girando e rigirando su me stessa. Ad un tratto sento il ronzio familiare del mio walkie talkie, così attraverso velocemente la stanza per prenderlo.
-Qui Dustin. Grace, mi ricevi? Passo- dice la voce proveniente dall'oggetto.
-Sono Grace. Ti ricevo, passo- rispondo, mentre mi affretto ad allacciare le scarpe.
-Grace, io e Mike non possiamo passarti a prendere. Lucas ha fatto lo stronzo e ora abbiamo bisogno di sua sorella come sostituto per la Campagna. In macchina non ci entriamo tutti, ma ho trovato già la soluzione. Ho chiamato Eddie, sta venendo a prenderti lui. Passo-
Rimango in silenzio per un pò, rimanendo sorpresa per quella decisione cosi affrettata. Dustin avrebbe potuto informarmi, prima. Avrei potuto chiamare Steve o Nancy e mi avrebbero accompagnato loro.
-Va bene, a fra poco. Passo e chiudo- mi limito a rispondere, abbassando l'antennina del walkie talkie. Non ho neanche il tempo di finire di allacciare le scarpe, che inizio a sentire qualcosa sbattere contro la finestra appena dietro di me. Mi giro di scatto, spaventata. Non so se sentirmi sollevata o meno, quando vedo Eddie dall'altra parte del vetro, che vi sbatte la mano contro pregandomi di farlo entrare.
-Gesù santo- esclamo, aprendo la finestra e lasciandolo entrare dentro -c'era davvero bisogno di tutta questa sceneggiata? Mia madre non è neanche in casa-
-Ma ammettilo, è stata davvero teatrale come cosa- replica lui, sorridendo distrattamente. Inizia a gironzolare per la mia stanza come se niente fosse, sotto al mio sguardo confuso.
-Bella stanza, principessa- commenta, guardando minuziosamente ogni poster attaccato alle pareti -ti piace Star Wars? Non te ne facevo il tipo-
-E io non ti facevo il tipo da arrampicarsi su un albero per entrare in camera di una ragazza-
-Non usare le mie frasi contro di me- replica lui, per poi avvicinarsi al mobile dove tengo tutti i mie vinili, il giradischi e il mio walkman. Io lo fermo prima che possa prendere qualunque cosa.
-Questi li vediamo un'altra volta, va bene?- dico, mettendomi davanti a lui, poggiando le mani sul mobile dietro la schiena.
-Questo è un invito velato a ritornare in camera tua?-
-Oh, certamente Munson- rispondo, tenendo gli occhi fissi nei suoi. -Ora, se non ti dispiace, dovremmo andare. E questa volta usciremo dalla porta, non mi butterò giù da un albero-
-Ai suoi ordini, principessa- commenta Eddie, mimando un inchino. Si scosta da davanti al mio corpo, lasciandomi passare.
Scendiamo velocemente le scale e usciamo di casa. Il furgone di Eddie è l'unico veicolo nei paraggi, oltre la macchina di Eve, l'anziana signora che vive affianco a noi. Saliamo a bordo, Eddie al posto di guida e io accanto a lui.
-Dovrei preoccuparmi? Di solito tutti i serial killer se ne vanno in giro con dei furgoni. Perciò, per quanto ne so io, potresti star cercando di rapirmi-
-Si, lo potrei star facendo di sicuro- risponde subito lui, mettendo in moto -se solo non avessi una Campagna da portare a termine-
***
-Ave, lord Vecna- sussurra Eddie, sistemandosi meglio sul suo trono, ed è così preso da ciò che sta facendo da avere tutta l'aria di un vero sovrano o una stratega di guerra.
-Cazzo- sussurra Dustin accanto a me, grattandosi nervosamente i capelli -pensavamo fosse morto! Era stato ucciso da...-
-Così si credeva, amici miei, così si credeva...ma Vecna vive!- esclama, posizionando la pedina corrispondente al mostro su un piccolo trono.
Alzo gli occhi appena un attimo, incontrando quelli di Eddie già intenti a fissarmi.
-Cosa scegliete di fare, principessa? Attaccate o vi ritirate?-
-Per prima cosa, specificamente parlando, non sono una principessa, ma una guerriera- dico, indicando la mia pedina -e per seconda cosa, vorrei prima parlarne con i miei compagni-
-Fate pure- ci concede lui, ridendo tra sé e sé. Ci alziamo tutti, facendo una piccola riunione. Alla fine scegliamo di combattere, seppur con qualche riluttanza. Ritorniamo da Eddie, che sicuramente era rimasto a guardarci per tutto il tempo.
-Decidiamo di combattere- dice Erica, la sorella di Lucas, sorprendendo Eddie.
-Siete molto coraggiosi, miei cari compagni. O forse molto sciocchi, chi lo sa. Vedremo-
Ci mettiamo tutti intorno al tavolo, e la tensione è cosi alta da potersi quasi intravedere in aria.
-Dammi il D20- dice Dustin, un attimo prima di lanciare i suoi dadi sul tavolo. Li rimaniamo tutti a fissare, col fiato sospeso, fin quando la faccia mostra l'11.
-Oh, andiamo!- esclama Mike, con le mani nei capelli per l'agitazione.
-Dai a me- dico io, prendendo i dadi.
Eddie si poggia le mani sulle ginocchia, come pronto a un grande spettacolo. -Sei coraggiosa, principessa. Ma lo sarai abbastanza da sconfiggere Vecna?-
Lancio i dadi, senza neanche più dare peso al nomignolo che ormai mi aveva affibbiato. Sento tutta la pressione su di me, tutti i fiati sospesi, tutti gli occhi puntati sui dadi che avevo appena lanciato. Fin quando la faccia si ferma sul 20.
Un'esplosione di grida e applausi riempiono la stanza, mentre Dustin si precipita ad abbracciarmi e mi stringe come se Vecna l'avessimo sconfitto veramente. Continuiamo a festeggiare la nostra vittoria fin quando il povero bidello, che solo per colpa nostra era stato costretto a rimanere a scuola, viene a comunicarci che era ora di andare.
-Sei stata grande, Grace- mi dice Dustin, forse per la cinquantesima volta -ci vediamo domani-
-A domani, Henderson- lo saluto io, rivolgendo un saluto anche a Mike. Nella stanza cala il silenzio, spezzato solo da alcuni passi lenti dietro di me.
-Gran bella mossa, principessa- commenta Eddie, battendo pigramente le mani -sarò sincero, non me lo aspettavo-
-Tu sottovaluti le mie capacità, Munson- replico io, afferrando il mio zaino. Inizio a frugarci dentro, in cerca delle chiavi di casa. Non c'erano molte cose dentro, perciò non sarebbe dovuto essere difficile trovarle.
-Oh, merda...- esclamo, continuando a rigirare inutilmente nello zaino -le chiavi-
-Hai scordato le chiavi di casa?- deduce immediatamente Eddie, affiancandomi.
-A meno che qualcuno non me le abbia rubate, sì- ma so benissimo di averle lasciate dentro casa, ricordo persino dove. Per la fretta di uscire le avevo dimenticate sul tavolo della cucina.
-Non hai delle chiavi di riserva? Sai, tipo sotto lo zerbino?-
-Quelle le ha mia madre, e lei non tornerà prima di domattina. Ha il turno serale, oggi...-
Mi porto una mano alla fronte, maledicendomi per la mia sbadataggine. Non è da me, ed è quello ciò che mi da più fastidio.
-Puoi venire da me, se vuoi. Ho tutta la roulotte libera, e mio zio è fuori per lavoro. Posso accompagnarti domani a scuola, e se ti scoccia dire a tua madre che sei a dormire da un ragazzo, basta dire una piccola ed innocua bugia e convincerla che sei da Nancy Wheeler o da qualunque altra tua amica-
-Nancy è l'unica ragazza con cui parlo e soprattutto che mia madre conosce, deve essere per forza lei la mia complice-
-Perfetto. Mi sembra un piano senza intoppi, no?-
Mi volto verso di lui, che mi tira un pugnetto sulla spalla. Mi mordo il labbro, mettendo a tacere la parte razionale del mio cervello che continua a ripetere di andare davvero da Nancy ed evitare quella bugia. Ma poi Eddie mi sorride, e la parte irrazionale del mio cervello prende il sopravvento.
-Ci sto. Solo se entriamo dalla porta e non dalla finestra, però-
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