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𝐢𝐢𝐢.

Ovviamente non ho lezione di arte, semplicemente avevo bisogno di stare da sola per un po'. Mi riprometto mentalmente che sarei ritornata da Steve e Nancy più tardi, sempre se non sarebbero stati loro a riportarmi lo zaino che avevo stupidamente lasciato in mensa.

-Sei scappata così in fretta da quella stanza? Se lo avessi saputo ti avrei dato la maglia personalmente-

Mi giro di scatto, incontrando immediatamente gli occhi di Eddie. Abbasso gli occhi sulla maglia che ho ancora tra le braccia, sorridendo debolmente.

-In realtà non era previsto, ma...- cerco di trovare una giustificazione per quello che avevo fatto, ma Eddie mi precede prima che possa anche solo aggiungere una parola.

-Volevi stare da sola, non è così?- termina la frase, facendomi aggrottare la fronte. Vedendo la mia espressione si lascia scappare un risolino, avvicinandosi di un passo.

-L'ho capito da come stringevi quella povera maglietta. E da come quasi correvi per il corridoio- spiega lui, incrociando le braccia al petto.

-E tu come mai eri nel corridoio? Stavi aspettando qualcuno?-

-Si, in realtà si. Ero seduto contro al muro, aspettando che gli altri del gruppo arrivassero-

Annuisco,mordicchiandomi il labbro inferiore. È orribile trovarsi in situazioni come questa, quando vorresti disperatamente dire qualcosa ma non ti viene niente in mente.

-A parte la terribile scusa che ti sei inventata con gli altri- riprende Eddie ad un tratto, rigirandosi al dito uno dei suoi anelli -o se davvero hai bisogno di solitudine...- estrae dalla tasca dei jeans neri un pacco di sigarette e lo apre davanti ai miei occhi. -Ce ne sono rimaste proprio due-

Sorrido ridacchiando, mentre anche lui sorride.

-Vieni, prima che qualche professore ci veda- dice. Ed io, stupendomi di me stessa, lo seguo.

Eddie corre velocemente fuori, indicandomi con un gesto della testa un punto dietro la scuola. C'è un piccolo muretto, abbastanza basso da potercisi sedere sopra senza problemi. Eddie ci si siede con un solo salto, e io lo seguo issandomi con la stessa facilità. Apre di nuovo il pacco di sigarette e me ne porge una, sfiorando le mie dita. Si porta l'altra alle labbra, facendo poi scattare l'accendino e incendiano la punta. Subito un forte odore di tabacco mi invade le narici. Era davvero da tanto tempo che non fumavo. Poi avvicina l'accendino alla mia sigaretta e accende anche quella, con un mezzo sorriso che gli piega le labbra.

Inspira e poi lascia uscire il fumo bianco fuori dalla bocca. Mi osserva fare lo stesso, e per un pò nessuno dei due parla.

-Allora, Munson- dico, catturando la sua attenzione -anche tu a caccia del diploma?-

-Proprio così- risponde lui, picchiettando pigramente sulla sigaretta -e per la terza volta-

Il fumo quasi mi va di traverso per la sorpresa. -Quindi sei più grande di me?-

-Giusto anche questo. Ho compiuto vent'anni, sono davvero un vecchio-

Ridacchio, inspirando un'altra volta. Eddie lascia pendolare i piedi giù dal muretto, somigliando quasi a un bambino sull'altalena.

-Non ho neanche controllato se abbiamo delle materie in comune...- aggiungo, facendo per estrarre l'orario dalla tasca del giubbotto.

-In quel caso- mi interrompe lui -mi prenoto come tuo compagno di banco. Insomma, dove troveresti un altro ragazzo che ti offre le sigarette gratis?-

-Hai proprio ragione, non mi oppongo- rispondo, alzando le mani.

-Sono sicuro che quest'anno riuscirò a prendere quel fottuto diploma- aggiunge, scuotendo la testa e lasciando cadere a terra la sigaretta, ormai terminata. Salta sul punto nell'erba dove è atterrata per spegnerla.

-È l'86! È il mio anno, principessa- dice, mentre anche io spengo la sigaretta. Controllo l'orologio, scoprendo che mancano appena due minuti all'arrivo di mia madre.

-Mia madre sta per arrivare, Eddie- dico, notando la punta di delusione nel suo sguardo -ma ci vediamo oggi pomeriggio-

-D'accordo, Barlow- risponde. Inizia a camminarmi incontro, e io per un attimo trattengo il respiro. Ma tutto ciò che fa è passarmi avanti, sfiorando a malapena la mia spalla con i suoi capelli.

-La prossima volta che senti il bisogno di scappare dagli altri, sai dove trovarmi-


***


-La prossima volta che decidi di scappare, almeno ricordati lo zaino- borbotta Steve, buttando l'oggetto in questione sul mio letto. -Almeno posso sapere cosa hai fatto davvero? E non cercare di mentire ancora-

-Ho fumato una sigaretta- rispondo, incrociando le braccia al petto.

-Da sola?-

-Con Eddie- aggiungo, un pò controvoglia.

-Eddie Munson?- dice Steve, aggrottando la fronte.

Io annuisco, rigirandomi un lembo della maglietta dell'Hellfire Club tra le dita.

-Non sarai mica geloso, Steve?- lo punzecchio, facendolo voltare verso di me di scatto.

-Beh, un pò si. Tu non hai mai accettato di fumare una sigaretta con me-

-Steve, tu non me lo hai mai chiesto-

-Non è questo il punto- continua lui. -Ho solo paura che ti faccia stare male in qualche modo, perché in quel caso non riuscirei a vederti soffrire ancora-

-Steve...- lo fermo, colpita dalle sue parole -e io non voglio che tu stia male per paura che io stia male. Scusa il gioco di parole-. Lui sorride debolmente, mentre io mi alzo dal letto.

-Andrà tutto bene. Te lo prometto-. Avvicino il mio mignolo a lui, e lui vi stringe il suo intorno, come facevamo da bambini, in una tacita promessa tutta nostra.

Andrà tutto bene. Lo ripeto anche a me stessa, soprattutto a me stessa, aggrappandomi con tutte le mie forze all'idea che sarà davvero così.

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