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37. Tear

Il giorno dopo, domenica. 21:00

Rassicurai mia madre che non sarei tornata troppo tardi a casa e uscii, diretta di nuovo a Trost.
Era passata ormai una settimana dall'ultima video chiamata con Petra, insieme ad Adrien. E tra i miei e i suoi impegni, non ero nemmeno riuscita a sentirmi più con lui, così non vedevo solo l'ora di prendere qualcosa da bere al bar insieme al rosso e fare compagnia a Petra, prima che si recasse al lavoro (in Nuova Zelanda, ovviamente, era già lunedì mattina).

Arrivai al bar e, appena entrata, vidi Adrien alzare il braccio per farsi notare. -Ti sto aspettando da quasi dieci minuti, sai?-

-Ho cenato leggermente più tardi del solito e il bus è arrivato tardi, scusami.- Presi velocemente posto accanto a lui, ordinando poco dopo un cappuccino.

Nel mentre il ragazzo aprì il portatile sul tavolino e fece partire la video chiamata.

-Ti vedo in forma.- Rise Adrien, guardando il volto assonnato e struccato della ragazza dall'altra parte dello schermo.

-Ti ricordo che da me sono già le sette di mattina!- Lo ammonì Petra, prendendo la borsa dei trucchi. -[T/n]! Come stai?- Mi sorrise felice.

-Ora non iniziare ad ignorarmi.- Si lamentò Adrien, cosa che mi fece così scoppiare a ridere.

La chiamata proseguì per quasi un'ora. Petra e Nicole ormai si erano trovate un buon lavoro, entrambe in un ristorante poco lontano dal loro appartamento come cameriere per adesso. Finalmente, Petra poteva dire di essere felice e sarebbe riuscita a lasciarsi alle spalle la sia vecchia vita per una nuova.

-Ora scusate, devo proprio andare. Prima di andare al lavoro devo fare la spesa e oggi faccio il turno di pranzo.- Sospirò.

-Petra, aspetta.- La fermai un attimo prima che chiudesse la chiamata.

Presi un respiro profondo e decisi di raccontarle dell'incontro di ieri con Naomi. Non ne avevo ancora parlato con nessuno ovviamente ed in quel momento desideravo solo dei consigli da lei.
Appena finii di spiegare la vidi turbata e spostò gli occhi su Adrien, che per tutto il tempo era rimasto in silenzio.

-[T/n], con quel poco che conosco Levi, non credo sia vero ciò che ti ha raccontato. Altrimenti Levi te l'avrebbe detto, no?-

-Ti ha mai dato l'impressione di esser stato con un'altra donna prima di te? O di aver comunque avuto un'altra piccola relazione?- Chiese il rosso rivolto verso di me.

Ci pensai su un paio di secondi e, appena mi tornò alla mente la nostra prima vera volta, scossi il capo con un leggero sorriso. -No, non direi proprio.-

-Allora ti ha raccontato un mucchio di balle, fidati.- Mi rassicurò Petra. -Nell'ultimo periodo non ha dato segni strani, vero?-

Nascosi l'improvvisa ansia che prese possesso di tutto il mio corpo e mi strinsi nelle spalle. Stavo per rispondere positivamente e raccontarle la situazione con Levi, tuttavia Petra buttò l'occhio sul cellulare.

-Merda è tardissimo! Devo proprio andare scusate!-

Velocemente, ci salutò e Adrien chiuse il pc.

-Non ti ho vista molto convinta alla sua ultima domanda.-

Non dissi nulla, ma lui insisté. -Ti va di parlarne con una birra?- Sì alzò allora dal tavolo, ritirando il pc nel suo zaino.

A quel punto sospirai. -Immagino non abbia alternative, se non parlarne con te. Non è una cattiva idea però quella della birra.- Mi alzai anche io. -Però voglio che tu prima mi racconti altri aneddoti spassosi di quando facevi lo stripper.-

-I tuoi desideri saranno esauditi, allora. Tanto ne ho un mucchio in serbo!- Sorrise e andò verso l'uscita.

Levi's pov.
Erano quasi le 23 ormai e Levi prese il cellulare in mano, impaziente di sentire la voce di [T/n] prima di mettersi a letto. Parlare con lei tutte le sere gli strasmetteva tranquillità e, per quel poco che però riusciva a dormire ogni notte, poteva dire di fare sonni tranquilli.
Premette così sul suo contatto, portandosi poi il cellulare all'orecchio. Squillò per un bel po', finché non partì la segreteria.

È strano sia già a dormire... Pensò, provando una seconda volta.

Il cellulare squillò ancora e ancora, quando finalmente la ragazza rispose.

-Ma dov- Stava per chiedere, quando sentii [T/n] ridere di gusto, anzi, a crepapelle.

-Ti giuro, faceva esattamente così!- Sentii una ben distinta voce maschile, mentre [T/n] continuava a ridere, finché non si degnò di rispondere a Levi.

-Pronto?-

-Dove sei?- Tentò di dare la precedenza al dove anziché al con chi, mentre aspettava una risposta.

-Eh? Sono a Trost.- Rispose allegra, mentre la sua risata lentamente scompariva.

-È perché a quest'ora? Domani non vai a scuola?-

-Sì, ma ho fatto una video chiamata con Petra insieme ad Adrien.- E lì, soffocò un'altra risata, probabilmente perché il ragazzo stava facendo qualcosa di buffo.

A sentir quel nome, il corvino strinse la mano libera in un pugno e aggrottò le sopracciglia.
[T/n] gli aveva raccontato che Adrien, il ragazzo con cui faceva le video chiamate con Petra, era lo stesso della discoteca. E Levi, sapendola con lui a quella tarda ora, non poteva che renderlo nervoso.

-Non mi piace che stai fuori fino a tardi. Torna a casa.-

Il silenzio che seguì subito dopo turbò ancora di più il corvino, siccome non poteva vedere cosa stava succedendo.

-Ascolta. Con me c'è Adrien, quindi non ti devi preoccupare. Stiamo solo bevendo una birra mentre mi sta raccontando alcune storie divertenti. Puoi dormire sonni tranquilli ora. Ci vediamo domani pomeriggio, okay? Buonanotte.-

-[T/n] ti ho detto- Non fece in tempo a finire la frase che la [c/c] aveva già riattaccato.

A quel punto buttò rassegnato il cellulare in un angolo del letto, su cui ci si buttò pure lui a peso morto.
Non poteva dormire tranquillo. Non dopo quella conversazione e la consapevolezza che [T/n] era insieme a quel ragazzo. Ad aggravare la situazione era il fatto che stessero bevendo, da quel che gli era stato detto. E non poteva fare a meno di pensare a quella notte in discoteca.
Si portò una mano sulla fronte, facendola scendere sugli occhi, e sospirò frustrato, sentendo un insopportabile peso sullo stomaco.

[T/n]'s pov.
Velocemente chiusi la chiamata con un sonoro sbuffo. Mi guardai qualche secondo con Adrien, che tornò a sedersi sul muretto affianco a me.- Okay. Io ti ho raccontato la storia della donna zombie. Ora ti va di raccontarmi tu cosa succede con il tuo fidanzato?-

-Non... Non è successo niente di particolare in realtà...- Abbassai lo sguardo sulla bottiglia di vetro in mano, pensierosa. -Levi si comporta in modo strano nell'ultimo periodo.-

-Che intendi con "strano"?-

-È... Eccessivamente geloso. È troppo protettivo nei miei confronti e sinceramente... Sta iniziando a diventare opprimente e invasivo.-

-Penso che si preoccupi solo per te.-

-Lo so, lo so! Ma vedi, la sua presenza è soffocante ora. Come hai visto non posso nemmeno stare con te a bermi una birra che lui subito mi dice di tornare a casa.- Gli spiegai gesticolando, cosa che facevo spesso quando ero turbata o agitata.

-Be', se lui sa che io sono il "famoso ragazzo della discoteca"- Mimò le virgolette. -Come biasimarlo. Anche io sarei geloso al posto suo.-

-Il fatto è che non succede solo con te, ma con tutti.- Sospirai di nuovo.

-Ne hai parlato già con qualcun altro oltre a me?-

Negai con il capo e, dopo aver bevuto un sorso di birra, continuò, -Nemmeno a tuo fratello o a quei tuoi amici?-

-Scherzi? Armin perderebbe quel poco di fiducia che ripone in lui. Mentre Eren e Mikasa, dopo aver loro assicurato di dimostrare che di lui potevano fidarsi, andrebbero subito a cercarlo per pestarlo. Non se ne parla.- Portai anche io la bottiglia alle labbra. -Piuttosto, domani quando andrò a casa di Levi, vedrò di parlargliene io stessa.-

-Una vipera che cerca di rubarti il ragazzo, quest'ultimo però troppo geloso e protettivo nei tuoi confronti, cosa che ti spinge ad allontanarlo... Sembra una fanfiction di scarso livello su wattpad.- Si mise a ridere, rischiando di farmi andare la birra di traverso.

-Comunque cerca di sistemare in fretta con lui. Non sembra una cattiva persona, a giudicare dal pugno che mi tirò alla discoteca pur di prendersi cura di te. Forse si sta semplicemente facendo controllare troppo dalle sue emozioni.-

-Sì. Hai ragione... Non è per niente una cattiva persona.- Dissi in un sussurro, con un piccolo sorriso sul volto. -Se solo potessi sapere cosa gli passa per la testa...-

-Sarebbe bello poter leggere la mente di una persona, in effetti.- Lo vidi improvvisamente serio e pensieroso. -Ma probabilmente ci rimarresti solo male, nel renderti conto di quanto poco tu la conosca e di quanto possa nascondere dentro di sé. Come un'anima tormentata dal rimorso, dai propri errori e colpe...-

Lo guardai qualche secondo, tuttavia decisi di rimanere in silenzio e alzare il capo per guardare le stelle, stretta nel mio giaccone per il freddo.
Una sola volta mi capitò di chiedere ad Adrien qualcosa in più su di lui, vedendolo sovrappensiero.

"Fidati, non c'è nulla di interessante in me o nella mia vita. Ti annoieresti e basta." Mi rispose con un sorriso, cosicché io non gli chiedessi più nulla. Speravo ancora che un giorno mi avrebbe detto qualcosa, quando però decisi d'improvviso di non volermi più immischiare nella sua vita privata o sul suo passato, dopo la risposta di Petra alle mie curiosità in merito.

"Meglio non sapere nulla di più di quel che già sai, [T/n]. Rovineresti solamente l'immagine che ti sei fatta di lui."

Il giorno seguente.
Salutai mia madre dall'altro capo del telefono e chiusi la chiamata. Non voleva andassi da Levi, a causa dei dolori allo stomaco che avevo quella mattina, ma ormai mi erano passati, così attesi l'arrivo di un bus che mi avrebbe portata a Karanes.
In una mezz'ora scarsa arrivai davanti casa di Levi e venne ad aprirmi Pixis.

-Stamattina ho visto il signor Ackerman leggermente turbato e sovrappensiero. Sa se è successo qualcosa?-

Guardai il maggiordomo stranita, prima di rispondere. -No. Da quel che io ne sappia, no...-

Pixis non aggiunse altro e si limitò ad appendere la mia giacca, mentre io posavo lo zaino a terra, per poi farmi strada al piano di sopra verso la sala da pranzo.

Levi, che uscì dalla sua camera in quel momento, mi guardò per un paio di secondi e mi fece segno di sedermi a tavola con lui.

Senza dire una parola, mi avvicinai per lasciargli un bacio sulla guancia, a cui lui non reagì, e presi posto. -Com'è andata al lavoro stamattina?-

-Come sempre.-

A quel punto mi ritrovai a mordermi il labbro inferiore, agitata, e iniziai a far roteare la forchetta su se stessa per ammazzare il tempo.

-A te com'è andata a scuola?-

-Bene. Eren ha rischiato un'altra sospensione per esser andato addosso ad uno che mi dava della puttana... Solite cose insomma.-

Vidi la stretta del corvino farsi più stretta attorno al bicchiere, tuttavia feci finta di non notarlo e iniziammo finalmente a mangiare.

Fu un pranzo veloce e silenzioso. Sentivo un'insolita aria tesa che non potevo fare a meno di ignorare. Iniziai così a pensare che fosse per la chiamata di ieri sera.

Finito il pasto aspettai che Pixis andasse al piano di sotto e che ci lasciasse soli, così da poter parlare con Levi. Anche se non sapevo cosa dirgli. O piuttosto, come iniziare.

Forse dovrei iniziare da Naomi? Mi chiesi, tormentandomi le mani. Ma cosa chiedergli nello specifico?

Mentre le domande iniziavano a farsi largo tra i miei pensieri, Levi si alzò da posto e si avvicinò alla porta della sua camera. -Possiamo parlare?-

In un attimo tutte le domande di prima scomparvero e mi alzai per seguirlo in camera.

-Perché sei stata più tempo del solito insieme ad Adrien ieri sera?-

Chiusi la bocca, con l'intenzione di parlare prima io, perché fui battuta sul tempo.

-Abbiamo deciso di uscire dal bar e stare al parco lì vicino a berci una birra perché io volevo sentire qualche suo aneddoto divertente, tutto qui. Perché tu invece mi fai sta domanda?-

Il corvino si mise a sedere sul letto e continuò. -Sembravate divertirvi parecchio insieme. E inoltre, dal tono di voce non parevi molto lucida.-

-Parli seriamente?- Chiesi sarcastica.

-Ti devo ricordare cos'era successo alla discoteca solo tre mesi fa?- Si girò a guardarmi bieco.

Mi bloccai per un attimo, inarcando le sopracciglia con sguardo attonito. -Levi, eravamo completamente andati quella notte. Non avevo idea di cosa avessi bevuto e probabilmente nemmeno lui. Con una semplice birra invece non mi posso ubriacare a tal punto. Ascolta.- Mi spostai davanti a lui e mi piegai sulle ginocchia, poggiando le mani sulle sue per mantenermi in equilibrio e per guardarlo negli occhi. -Stavamo chiacchierando, proprio come fanno degli amici, e stavamo ridendo sempre come fanno degli amici. Tutto qui.- Tralasciai la conversazione su di lui e il suo comportamento, intenta a parlarne subito dopo.

Ma, guardando attentamente l'espressione corrucciata e silenziosa di Levi, decisi di dare la precedenza ad un altro discorso, venutomi in mente solo in quel momento. -Sei... Geloso di Adrien?-

Tacque e li soffocai una risata, ancora abbastanza divertita. -Capisco tu possa esser geloso di Eren, ma di Adrien non ne hai motivo. Pensi veramente ci sia qualcosa tra me e lui?-

Mi aspettavo che non dicesse nulla, ma mi sbagliai. E quelle parole, fecero più male di esser pugnalata.

-Non me ne stupirei-

Probabilmente non ci pensò troppo prima di far uscire i pensieri dalla sua bocca, siccome si bloccò subito dopo senza aggiungere altro.

Anche io rimasi in silenzio e, lentamente, rivolsi lo sguardo sui vinili nella sua libreria per non doverlo guardare, mordendomi il labbro per trattenere il dolore.

-[T/n]-

-Non devi dire altro. Me lo sarei dovuta immaginare. Come biasimarti d'altronde, sapendo che lavoro facevo fino a non molto tempo fa.- Detto ciò, nel percepire le lacrime agli occhi, mi alzai e uscii dalla stanza.
Scesi al piano di sotto, ignorando i richiami del corvino.

Appena arrivai all'entrata non esitai a rimettermi la giaccia e prendere la cartella lì vicino.

-È successo qualcosa?-

Mi girai e, dallo sguardo di Pixis, capii che nel vedermi non era più necessario dare spiegazioni.

-Deve avere pazienza... Comprendere-

-Pixis.- Lo fermai. -Capisci che una relazione è basata non solo sulla comprensione, ma anche sulla reciproca fiducia. E se manca quella... Allora non può funzionare.-

Il maggiordomo rimase in silenzio e io ne approfittai per uscire e incamminarmi verso la fermata del bus, quando mi arrivò un messaggio.

"Mi dispiace. Non volevo dirti quelle parole."

Lì, mi fermai e fui tentata a tornare sui miei passi.
Tuttavia risposi e ripresi a camminare, asciugandomi quelle poche lacrime sul mio viso con il braccio.
Ero fatta così. Chi mi conosceva poco, poteva giudicarmi come una ragazza che non si faceva mettere i piedi in testa e che rispondeva degli insulti. Ma chi mi conosceva da anni, sapeva che quando mi affezionavo a qualcuno, tanto da innamorarmene, diventavo debole, fragile e vulnerabile. E qualsiasi piccola parola detta nel momento sbagliato, poteva ferirmi più di un coltello. E mi odiavo per questo.

"È meglio se per i prossimi giorni prendiamo un po' le distante. Utilizza questo tempo per riflettere sulle tue parole e il tuo comportamento nei miei confronti."

*Spazio Me*
In questo capitolo ho voluto aprire l'argomento "passato di Adrien", personaggio di mia inventiva ricordo (eccetto per l'aspetto). Sappiate che verrà tutto approfondito in uno speciale alla fine della storia insieme a Petra, se vi interessa almeno un minimo. ^^

( *sussurra* a tratti, si può ritenere lievemente peggiore di quello di Levi).

*Levi la porta via*

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