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[𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟎 ]

Ophelia sentiva di essere in un sogno, e forse lo avrebbe preferito. Era diventato tutto così assurdo nel giro di pochi giorni. Non sembrava vero.

Aveva sempre voluto entrare in una delle sue storie preferite, ma ora che c'era dentro non ne era più così sicura. Era rimasta stesa sul trono per tutta la notte, con Druig che le faceva la guardia seduto ai suoi piedi. Ophelia non aveva idea di che ore fossero, il suo telefono era completamente spento e in ogni caso non pensava che in quella nave ci fosse speranza di prendere linea. Per un attimo pensò a suo padre, ad Hazel e a tutte le persone che non avevano idea di dove fosse in quel momento. Le vennero i brividi.

-Vieni, Ophelia- le disse Druig all'improvviso, prendendola delicatamente tra le braccia ed alzandola dal trono dorato. Lei rimase sorpresa, ma non si oppose. In ogni caso, era troppo stanca. Dalle finestre della nave riusciva a vedere solo una vaga luce, senza però riuscire a distinguere nulla al di fuori di esse.

-Non mi stai per buttare fuori dalla nave, vero?-
rise, e anche Druig si rilassò.

-Sì, hai indovinato- rispose, per poi entrare in una stanza infondo ad un lungo corridoio. La porta alle loro spalle si chiuse automaticamente, senza che nessuno dei due muovesse un dito.

Ed effettivamente la buttò, ma fortunatamente non fuori dalla nave. Ophelia finì su un letto, con le lenzuola che odoravano di polvere.

-Da quand'è che non usavate questa nave?- chiese a Druig, che si stese sul letto affianco a lei.

-Da fin troppo tempo- rispose lui, incrociando le braccia dietro la testa -ma questa è una questione troppo importante. Oserei dire che sono spaventato-

-Non mi dire- Ophelia trovò la forza per poggiare la testa sulla mano, col gomito appoggiato al letto -il grande e potente Druig ha paura?-

Druig si voltò verso di lei, che si sentì rabbrividire. Si chiese se quello sguardo magnetico le avrebbe fatto sempre lo stesso effetto.

-Sì, signorina Morgenstern- rispose, avvicinandosi pericolosamente a lei -ho una paura tremenda-

I loro volti arrivarono a sfiorarsi, e Ophelia si sentì mancare il fiato. Ma, per qualche motivo, scelse che non era il momento giusto per tenere a freno la lingua.

-Quello che è successo a casa di Gilgamesh...- sussurrò, mentre le dita di Druig si attorcigliavano pigramente intorno ad una ciocca dei suoi capelli -cosa ha significato, per te?-

Lui rimase in silenzio per un po', e per un attimo Ophelia pensò di ritornare dritta a casa, anche se aveva giurato di non volere. Ma poi Druig si rianimò, e in meno di un battito di ciglia le sue labbra furono sulle sue.

Ma questa volta non era un bacio come quello nel salotto. Era un bacio scottante, che ne richiedeva sempre uno nuovo, e che sembrava non finire mai. Ophelia rimase senza fiato numerose volte ma, quando cercava di respirare, Druig tornava a baciarla.

Senza capire come, fu su di lei, con la schiena incurvata e il petto premuto contro quello della ragazza. I capelli gli ricadevano ai lati del viso, incorniciandolo come un quadro.

-Druig...- rantolò Ophelia, e allora lui parlò.

-Questo- rispose, con il fiato corto e i capelli scompigliati -ha significato questo-

Ophelia sentì una fiamma ardergli nel petto. Per un attimo non le importò di nient'altro. Dei Celestiali, degli Eterni nelle stanze accanto alla loro, dei suoi cari che erano in pensiero per lei, della fine del mondo. Non le importava di nulla, se non di Druig.

Gli poggiò una mano sul petto, ascoltando il battito impazzito del suo cuore. Il suo corpo reagì sotto il suo tocco, tremando quasi impercettibilmente.

-Non te la caverai con un bacio da paura, signorino- disse, sorridendo. Trovò la forza di invertire le posizioni, e ora lei si trovava sopra Druig. Lui rimase sorpreso da quel suo gesto repentino, ma ancora una volta non fece nulla per opporsi. Poggiò entrambi le mani sui suoi fianchi, massaggiandole lentamente i bordi sgualciti dei jeans.

-Posso cantarti una serenata, se vuoi- rispose, con un ghigno divertito. La guardava fissa negli occhi, come se stesse meditando di piombarle di nuovo addosso con un altro bacio.

-No ti prego, risparmiami- rise lei, per poi tornare seria -cosa ha significato?-

Anche Druig tornò serio, e d'improvviso la ragazza capì che doveva esserci qualcosa che le nascondeva. Abbassò lo sguardo, ma lei lo costrinse a guardarla di nuovo poggiandogli l'indice sotto al mento.

-Druig- disse, tenendolo fermo per i fianchi -c'è qualcosa che dovrei sapere?-

Lui aprì e chiuse la bocca innumerevoli volte, senza proferire parola. Sbarrò gli occhi, rimase ancora in silenzio. Poi, finalmente, parlò.

-Vedi, Ophelia...il nostro primo incontro non è stato esattamente quello che conosci tu- iniziò a spiegare, senza smettere di massaggiarle il fianco. Lei sorrise di sbieco, pensando che stesse davvero scherzando.

-Non sono stupida, Druig. Ti avrei riconosciuto sicuramente-

-Avresti riconosciuto me- continuò -non un ragazzo qualsiasi-

Ad Ophelia sembrò di cadere dalle nuvole. Credeva che l'unica certezza che le era rimasta fosse Druig, e ora veniva a scoprire che anche lui le nascondeva qualcosa.

-Continuo a non capire-

-Ti ricordi di Greg?- le chiese, e in un primo momento lei rimase in silenzio. Poi qualcosa le tornò in mente. Un volto, che le sembrava aver cancellato completamente dalla mente.

-Greg? Il ragazzo con cui sono uscita l'anno scorso? Cosa c'entra lui con tutto questo?-

-Greg in realtà non era Greg- Druig si massaggiò le tempie, continuando ad evitare lo sguardo della ragazza -Ero io. Avevo incantato Greg, per poter passare del tempo con te senza dare nell'occhio-

Ophelia aveva la mente così annebbiata da quella miriade di informazioni che per un attimo contemplò l'ipotesi di girarsi di lato e mettersi a dormire, evitando qualsiasi altra scoperta. E invece rimase immobile, senza riuscire neanche a staccarsi dal corpo di Druig.

-E...Anthony- continuò lui -e Josh. Erano tutti stati incantanti, e senza saperlo sei uscita con me per tre anni-

Ascoltando le sue parole come da oltre un vetro, Ophelia reagì nell'ultimo modo che si sarebbe aspettata. Scoppiò a ridere, lasciandosi cadere di schiena sulle lenzuola del letto. Continuò a ridere per minuti interi, arrivando a sentire delle lacrime calde scivolarle sulle tempie.

-Oh, è tutto così assurdo che questo è davvero esilarante- disse tra le risate, ignorando il volto perplesso di Druig -Io...sono uscita...con un Eterno...per tre anni...E NON LO SAPEVO!- continuò a ridere.

-Ophelia...mi dispiace- cercò di fermarla lui, e anche tra le risate la ragazza riuscì a percepire la sua sincerità -io ti ho ingannato, mi sono finto altre persone e poi sono sparita come se nulla fosse-

-Ecco perché scomparivano tutti! Non sono io quella pazza allora!- continuò a ridere, fin quando il petto le fece male. Druig rimase in silenzio, sedendosi dritto sul letto. Poi Ophelia smise di ridere, e fu come ricevere un secchio d'acqua gelido in pieno viso.

Si voltò leggermente verso l'Eterno, che se ne stava con lo sguardo basso e un'espressione da cane bastonato.

-Quindi teoricamente noi siamo andati al cinema insieme- gli disse lei, dandogli un colpetto sulla spalla -e al bar, e al lago, e...-

-In biblioteca- continuò lui, alzando finalmente lo sguardo verso di lei.

-Sapevi già molte cose di me, quando mi hai incontrato-

-Sapevo dove abitavi, ricordavo l'odore di cannella del tuo salotto, quel demone che ti ritrovi in casa...- si fermò ridendo, e la mente di Ophelia corse subito al suo cagnolino.

-E per tre anni sei stato con me...senza che lo sapessi-

Druig annuì, rilassato. Credeva che Ophelia si sarebbe arrabbiata tremendamente con lui, ne aveva paura fin da quando era piombato a casa sua ricoperto di sangue.

-E sono stati tre anni bellissimi, a dire la verità- aggiunse, restituendo ad Ophelia lo stesso colpetto sulla spalla.

Lei sorrise, e guardando Druig le tornarono in mente i volti di Greg, Anthony e Josh. Dietro i loro occhi c'erano sempre stati quelli dorati dell'Eterno.

-E hai fatto tutto questo...solo per poter stare con me?- chiese, e lui annuì lentamente, senza staccarle gli occhi di dosso.

-Sei l'unica cosa per cui combatterei- disse -lo sei sempre stata-

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