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27. Mikasa

Ero uscita per prendere gli ultimi regali di Natale, compreso quello per Jean. Gli avevo comprato un bracciale in pelle nero e un edizione super deluxe di un album dei Led Zeppelin, il suo gruppo preferito, che non era mai riuscito a prendere a causa dell'elevato costo. Avevo ancora dei soldi messi da parte dal mio lavoro estivo, che pensavo di utilizzare per comprare il regalo di Eren...

Agitata, arrivai al bar dove mi aveva dato appuntamento l'ex di Eren, tramite Armin, e ordinai qualcosa nell'attesa. Quando poco dopo la vidi entrare il mio cuore mancò un battito. Non capivo il motivo di questo incontro, ma da come me ne aveva parlato Armin sembrava una cosa importante.

Alzai un braccio per farmi vedere e Mikasa mi venne incontro, sfilandosi la sciarpa per posarla sul tavolo.

«Ti dispiace se ordino qualcosa?»

Negai subito e la corvina andò verso il piano bar, tornando dopo un paio di minuti con un caffè. Si sedette di fronte e me, levandosi la borsa per poggiarla sulla sedia vuota al suo fianco, e soffiò un paio di volte sul caffè per berlo, senza nemmeno metterci una bustina di zucchero.

Nel frattempo io continuavo ad osservarla silenziosa, pensando a quanto fosse bella. Il taglio di capelli corto le donava un aspetto maturo, insieme allo sguardo serio e risoluto; gli occhi asiatici le donavano infine quella delicatezza nel viso alla quale nessuno poteva rimanere indifferente. Cercai di immaginarla al fianco di Eren e non fu molto difficile: nella mia testa erano assolutamente perfetti.

«So di averti sorpreso con questo invito, ma avevo bisogno di parlarti. E l'oggetto della nostra conversazione non credo sia difficile immaginarlo.»

Mi risvegliai da quell'immagine nella mia testa. La sua voce, e persino il suo abbigliamento quando si era sfilata il cappotto, anche se semplice, contribuivano a darle un'aria matura e attraente: un cardigan corto grigio in lana, lasciato aperto sulle spalle e che lasciava intravedere le spalline nere del reggiseno. Un paio di pantaloni a sigaretta beige e infine dei mocassini neri. Tutto di lei mi metteva in soggezione ed iniziai a chiedermi perché mai Eren avesse rotto con lei.

«Sì, credo di sapere di chi vuoi parlare.» Risposi tenendo gli occhi bassi.

«Innanzitutto voglio chiarire il malinteso di ieri. Sono venuta a trovare Eren per un paio di giorni prima di Natale, dal momento che suo fratellastro passerà le feste dalla madre. Infatti me ne andrò domani stesso.» Mi spiegava pacatamente «Inoltre, se pensi che io sia qui da Eren con secondi fini, ti sbagli. Sono venuta a trovarlo solo come amica.»

Sollevai gli occhi per incrociare i suoi, neri come la pece. «Anche se così fosse, non è affar mio. Io ed Eren non stiamo più insieme, quindi può fare ciò che vuole.»

«È di questo che sono venuta a parlarti. Ascolta...» Chinò la testa, stringendo la sciarpa arrotolata sul suo grembo. «Eren mi ha parlato per la prima volta di te a ottobre, e sembrava molto felice. Non lo era mai stato così tanto, neppure con me. Questo mi ha fatto capire che per te prova sentimenti molto più forti di quelli che provava per me. E poi...»

Si fermò ed io la incitai a continuare. «Cosa?»

Corrugò le sopracciglia, mantenendo la testa bassa. «...so che per te prova sentimenti più forti perché mi ha chiaramente detto che non ti tradirebbe mai, dopo che io lo avevo avvertito di non fare lo stesso errore anche con te.»

Sussultai. «Anche con me? Significa che... ti ha tradita?»

Mikasa apparve titubante dal continuare, ma annuì. «È successo quest'estate. Con una ragazza conosciuta al night club della nostra città, in cui lavorava. Per questo ci eravamo presi una pausa.»

Mentre parlava, addolorata, provavo una forte rabbia nei confronti di Eren.

«Quando si è trasferito qua volevo chiedergli di ricominciare, ma lui non ha voluto e così abbiamo rotto definitivamente.» Concluse, riprendendo a guardarmi e finendo il suo caffè.

Feci un respiro profondo e la imitai, finendo la mia bevanda.

«Mi dispiace molto per quello che ti ha fatto Eren, dico sul serio. Ma ti sbagli a credere che non sarebbe stato pronto a tradire anche me. Chi tradisce una volta lo rifarà, sempre.» Risposi, seria in viso.

«Non sono d'accordo. Una persona può avere diversi motivi per tradire, ma quando è nella relazione che ha sempre voluto, sono sicura che non è spinto a rifarlo. E questo è il caso di Eren.» Mi contraddì, per poi sospirare. «Ascoltami ora. Mentirei se dicessi che non provo più nulla per Eren. Anzi, lo amo ancora e tengo a lui. Moltissimo.»

Mi strinsi nelle spalle, più a disagio di prima.

«Nonostante questo, non provo rancore o invidia nei tuoi confronti come forse stai pensando. Al contrario, voglio ringraziarti.»

«Ringraziarmi?»

Continuava a maneggiare con la sua sciarpa rossa con occhi bassi, mentre parlava con malinconia. «Grazie a te Eren è finalmente felice. Sei tu a renderlo tale, mentre io per quanto lo desiderassi non ci sono mai pienamente riuscita. E per me la cosa più importante è la felicità di Eren.» Tornò a guardarmi, risoluta. «Per questo ti chiedo di continuare a farlo. Perdonalo e dagli una seconda possibilità, per favore. Continua a renderlo felice!»

Rimasi molto sorpresa dalla sua determinazione, e in particolare dalla sua richiesta. Per un breve istante, pensai addirittura di poterlo fare.

"Anche io tengo molto alla felicità di Eren, tuttavia..."

«Mi dispiace, ma proprio non posso.»

Mikasa rimase impassibile alla mia risposta, ma il suo sguardo si incupì.

«Anch'io tengo alla felicità di Eren, ma allo stesso modo tengo alla mia. E non sono pronta a sacrificarla.»

La corvina mi ascoltò in silenzio ed io mi alzai per rimettermi la giacca.

«Però Eren-»

«Le nostre aspirazioni, pensieri e punti di vista sono troppo diversi per trovare un compromesso. Credimi, anche per me è stato difficile chiudere la nostra relazione, ma è stato meglio così.» Indossai la sciarpa e presi la borsa e il sacchetto di carta con il regalo di Jean. «Oltretutto ora ho un altro ragazzo, con il quale sono molto felice. Sono sicura che anche Eren un giorno troverà qualcun altro, che lo renderà davvero felice.»

«Ma eri tu a renderlo davvero felice!» Obiettò Mikasa, afferrandomi il polso per non permettermi di andarmene.

«Scusami, ma non posso essere io quella persona.» Rammaricata, mi liberai dalla sua presa e la salutai, uscendo poi dal bar.

Sbuffai, osservando la nuvoletta bianca uscire dalla mia bocca e dissolversi, e decisi di tornare a casa.
Non avevo intenzione di tornare con Eren. Lo amavo ancora, ma sentivo che eravamo troppo diversi per trovare un compromesso. Lui aveva uno stile di vita all'insegna dello svago e del divertimento, esattamente l'opposto del mio, che cercavo una stabilità e delle certezze. Dopo nove anni di assenza, Eren era rimasto un adolescente sognatore, mentre io una donna più che pronta ad entrare nel mondo degli adulti.
E al contrario di Eren, sapevo che Jean la pensava al mio stesso modo, per questo c'era una tale sintonia tra me e lui. Ci capivamo alla perfezione, senza bisogno di parole o discussioni inutili. Molto probabimente, con Jean avrei potuto costruirmi un futuro.

«Non ti basta quello che abbiamo ora?»
«Non eri felice con me?»

Cacciai dalla testa questi pensieri e tornata a casa accesi il cellulare, vedendo tra le notifiche circa due centinaia di messaggi dal gruppo che avevo con Sasha e Connie. Quasi tutti stickers.

"I soliti..." Pensai, andando verso camera mia e sedendomi sul letto a gambe incrociate.

Mentre li insultavo scherzosamente mi arrivarono altri messaggi e, con noia, vidi che era Eren. Ma ormai troppo tardi per ignorarlo, aprii la chat.

Eren
›ci sei?
›non ignorarmi anche oggi per favore

Sono online, quindi anche volendo non potrei presumo.‹

›la smetti di fare così? voglio solo parlarti
›scusami per ieri. ma vederti con Jean, dopo nemmeno due settimane dalla nostra rottura, mi ha fatto davvero male...

Mi mancò un battito, ma lo ignorai e presi a rispondere.

Poco fa ho parlato con Mikasa comunque.‹
Mi ha detto che l'hai tradita.‹

›cosa c'entra il fatto che abbia tradito Mikasa con noi due?
›non è più la mia ragazza ed io non provo più nulla per lei, quindi non tirarla in mezzo senza un apparente senso

C'entra eccome invece. Se hai tradito Mikasa significa che saresti stato capace di tradire anche me.‹
E già il fatto che flirti un po' con tutte ne era un segnale.‹

›la mia relazione con Mikasa era diversa. l'ho tradita quando ormai sapevamo entrambi che non potevamo fare più nulla per sistemare le cose e ho avuto comunque sensi di colpa per settimane
›te invece non ti tradirei mai, non ne sarei mai capace lo sai

Come faccio ad esserne così sicura? Come puoi, dopo aver già tradito Mikasa, assicurarmi che non lo rifaresti con un'altra cliente del night club?‹

›oltre che giurartelo non saprei che altro fare [T/n]
›senza di te sento di non potercela fare, quindi non farei nulla che rischi di rovinare tutto tra noi

Ma l'hai già fatto, dando per scontato che a me andasse bene tutto quello che facevi, tra strip e nottate intere ad ubriacarti al locale. Dando per scontato che il pensiero di tutte quelle donne che ti scrivono su insta non mi infastidisse nemmeno un minimo. E denigrando il mio stile di vita, quando sai che per me la cosa più importante è aggiudicarmi un buon futuro, per non finire come mia madre.‹
È questo il problema Eren.‹

Senza volerlo sentii gli occhi riempirsi di lacrime e tirai sù col naso, facendo un respiro profondo per riprendermi.

›mi dispiace, mi dispiace yanto
›devo ancora imparare come funzionauna relazione seria e a vivere come un adulto ,lo so bene cazzo
›ma non posso farlo senza che tu mi dia una man
›pefavore
›t iprego

Non capivo se stava scrivendo velocemente o stava piangendo, ma mi costrinsi a non pensarci e ripresi a scrivere, asciugandomi un occhio dalle lacrime.

Tutti mi avevano messo in guardia su di te, ed io non ho mai dato retta a nessuno. Ma alla fine quegli avvertimenti si sono rivelati fondati.‹
Ci abbiamo già provato Eren. A questo punto non credo possa più funzionare, scusami.‹

›e invce non ci abbiamo provato abbastanza!

"Sto forse sbagliando a gettare la spugna così in fretta?"

Ora smettila di scrivermi o di cercarmi. Io andrò avanti con la mia vita, quindi ti consiglio di fare lo stesso.‹

Aspettai qualche attimo, ma non lo vidi più scrivere e mi decisi a spegnere il cellulare.

Mi buttai sul letto a peso morto o mi portai un braccio a coprirmi il viso, costringendomi a non pensare a nulla. Dopo chissà quanto tempo mi alzai e andai verso la finestra, notando come alcuni piccoli fiocchi di neve stavano cadendo sulla strada.
L'inverno era ufficialmente arrivato.

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