𝐢. - è uno di loro?
Il sole risplendeva alto in cielo, riflettendo la sua luce accecante sull'oro del palazzo di Asgard.
Una ragazza, molto diversa da tutte le altre del suo regno, stava correndo verso la zona di addestramento.
I lunghi capelli neri le incorniciavano il viso, che era rimasto pallido nonostante il sole.
Non era la prima volta che partecipava a una sessione di addestramento, ma era la prima dove sarebbe arrivata tremendamente in ritardo.
-Alex! Santo Odino, finalmente sei arrivata!-
Lisbeth, una ragazza dai lunghi capelli rossi e gli occhi verdi, si stava avvicinando ad Alex.
Lei sorrise.
-Scusa Lis, ieri sera sono rimasta tutta la sera a...-
-Leggere. Si lo so, ormai ti conosco troppo bene-
-Lady Sif ha notato che non ci sono?-
-Per tua fortuna, ancora non avevamo iniziato. Sif è dovuta correre da Thor per risolvere chissà quale problema-
Alex tirò un sospiro di sollievo.
Si coprì leggermente gli occhi col palmo della mano, per attenuare minimamente l'accecante luce solare.
-Forse ti farebbe meno caldo se ti togliessi quella felpa- disse Lisbeth.
Alex abbassò lo sguardo, incontrando quella felpa che ormai non riusciva più a togliersi di dosso.
Era bordeaux, di almeno due taglie in più della sua.
-Forse hai ragione- rispose, cercando di non perdersi tra i ricordi.
Con un gesto veloce della mano, la felpa sparì, sostituita da un'armatura asgardiana senza maniche.
-Un giorno dovrai spiegarmi come mai non togli più quella felpa, da quando sei arrivata- disse Lisbeth, per poi allontanarsi, verso il campo d'addestramento.
-Si...- sussurrò Alex.
-Forse dovrei-
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-Eccola! La mia asgardiana preferita!-
Alex sorrise, abbracciando il ragazzo che le era davanti.
-Piantala, Jason. Piuttosto, mi passi quella spada lì?- rispose lei.
Jason era il fratello di Lisbeth, anche se i due non si somigliavano affatto.
Lui, al contrario della sorella, aveva ereditato i capelli dorati di suo padre, come anche i suoi occhi azzurri.
Era due anni più grande di Alex, ma questo non le dava particolarmente fastidio.
Prese al volo la spada che le era stata lanciata.
Proprio in quel momento, Lady Sif si presentò davanti a loro.
-Buongiorno ragazzi, scusate l'immenso ritardo, ma il nostro re aveva bisogno del mio aiuto- spiegò, sistemandosi l'armatura.
Neanche lei sapeva perché, ma il tono di Sif le sembrò preoccupato.
Doveva averlo pensato solo lei, perché gli altri non sembravano aver notato nulla di strano.
-Alex!- disse Lisbeth, schioccandole un dito davanti gli occhi.
-Tutto bene?-
Lei scosse la testa.
-Certo-
Deglutì, cercando di mandare giù il sapore amaro che si sentiva in bocca.
-Tutto bene-
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-E avete visto come ho lanciato la spada alla fine? E' stato epico!-
-Si, Jason, grazie di avercelo ripetuto per la quinta volta in dieci minuti- sbuffò Lisbeth.
Erano in camera di Alex, Jason seduto su una poltrona in velluto nero e Lisbeth accanto ad Alex sul letto.
-Allora, Alex, non c'hai mai raccontato cosa hai fatto nel tuo viaggio su Midgard- disse Lisbeth.
L'altra fu colta di sorpresa.
-Oh, fidatevi, vi annoiereste a morte- rispose, con fare evasivo.
-Sarebbe sicuramente più interessante di sentire Jason parlare di tutti i suoi addestramenti- replicò l'altra.
-Ehi!- disse Jason, con voce offesa..
Lisbeth scoppiò a ridere.
-Hai conosciuto gli Avengers, non è così?- chiese ad Alex, che intanto si era alzata dal letto.
Aveva le mani strette intorno al busto, e la mente altrove.
-Si- rispose, cercando in tutti i modi di non incontrare con lo sguardo la foto di Peter.
-Si, li ho incontrati-
-E com'erano?- chiese Jason, tutto ad un tratto interessato.
-Uguali agli asgardiani, solo più...terrestri-
-Quello sul tuo comodino è uno di loro?- chiese Lisbeth.
Alex si sentì gelare le ossa.
Aveva sperato con tutto il cuore di non sentire quella domanda.
Non parlava più di Peter da parecchio tempo, nonostante questo la facesse sentire ancora peggio.
Certo, non passava giorno in cui lei non pensava a lui.
-Era- rispose, deglutendo.
-E' morto. Nella battaglia contro Thanos-
Nella stanza calò un silenzio tombale.
Alex vide con la coda dell'occhio che Lisbeth lanciava uno sguardo preoccupato al fratello.
-Mi dispiace tanto, Alex...io...io non lo sapevo...- disse, alzandosi e incamminandosi verso di lei.
-Tranquilla, Lis, non è colpa tua. E poi...-
Prese in mano la fotografia di Peter, passando leggera una mano sul suo viso.
-E' passato tanto tempo-
Sentiva il disperato bisogno di cambiare argomento.
-Vi va di andare fuori? Fin quando il tempo è così bello dovremmo godercelo, no?-
Lisbeth annuì subito, e poco dopo, anche Jason.
E così, in un attimo, furono tutti e tre fuori, davanti l'immenso palazzo dorato.
Alex aveva dovuto lottare contro se stessa per rimettere a posto la felpa di Peter nell'armadio, e indossare qualcos'altro.
Le mancava, eccome se le mancava.
Peter era morto, così come metà della popolazione mondiale.
Possedeva molti poteri, certo, ma non quello di riportare in vita i morti.
Era andata così, non si poteva tornare indietro nel tempo e sistemare tutto.
Ma Alex, che si trovava dall'altra parte dell'Universo rispetto alla Terra, non poteva sapere che un gruppo di supereroi di sua conoscenza aveva in mente di fare proprio quello.
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