𝐓𝐀𝐆𝐒: l-lovely- -odissea -eneide -mvrderhouse -fusillo silvyamuzz 

𝐍𝐎𝐌𝐄: 𝖆𝖌𝖆𝖙𝖍𝖟𝖊𝖆 𝖊𝖑𝖊𝖞𝖊

La giovane fanciulla designata come promettente della famiglia Duris è caratterizzata da due nomi assai particolari, che andremo a studiare in breve.

Iniziamo con il nome 𝐚𝐠𝐚𝐭𝐡𝐳𝐞𝐚, che senza analizzare la sua provenienza significa "bontà della dea", "la buona dea"; deriva infatti dai termini greci αγαθός (buono) e θεά (dea), pronunciati "agatzòs" e "tzeà", anche se la traslitterazione dal greco all'italiano delle lettere dell'alfabeto contenute nelle due parole sarebbero "agathos" e "thea".

Ovviamente si dovrà con ondate aggettivo e sostantivo, perciò il lemma finale diventerà "αγαθή θεά", che andrà a significare di conseguenza "la buona dea".

Si prenderà dunque la radice aga-, presa da agathos, alla quale si aggiungerà la desinenza -thzea dove non solo sarà presente il "th" della traslitterazione, ma anche la "z" della pronuncia.

Chi ha studiato greco antico saprà che la stessa parola θεά, se spostata d'accento sulla epsilon, non sarà più di traduzione "dea", bensì "vista" (θέα); in correlazione a questa variante potrebbe esserci un differente significato del nome della bella ragazza, che da "la buona dea" diventerà "la buona vista".

Per fortuna, la pronuncia del nome intero ci viene in aiuto: esso infatti si pronuncia "agatzeá", con un accento prominente sull'ultima "a". Di conseguito avremo la conferma che esso significhi "la buona dea" o, prendendo in considerazione un possibile lemma aggettivo + genitivo concordanti, "la bontà della dea".

Addirittura può ricordare il nome delle cosiddette impropriamente margherite blu, il cui nome della specie è proprio agatea o, al plurale, agatee. Sono piante sempreverdi, ciò potrebbe stare a significare un augurio di lunga vita e perseveranza, risolutezza e resistenza alle intemperie. Se ne volessimo interpretare il significato anche nel linguaggio dei fiori, scopriremmo che l'agatea abbia un preciso significato: simbolo dell'amore per la famiglia e per la persona amata.

Il ché È decisamente un messaggio positivo da parte dei genitori di Agathzea, ed è sicuramente parte della rappresentazione del rapporto la ragazza e la sua famiglia. nonostante si dimostri una ragazza forte, indipendente, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, ella ho una grande cura della propria famiglia e di ciò che ne è collegato.

Perché dare un simile nome dal bel significato ad un infante?: semplice, Leadon e Avytara Duris sono persone dall'animo non molto umile ma comunque con una grande riservatezza nei confronti del futuro. Cercano sempre di non darci troppo peso lasciandogli sono qualche pezzetto di ciò che potrebbe diventare la loro storia, ed ecco che uno di quei pezzetti era il nome di Agathzea.

Ella non se ne vanta, anzi, tende quasi ad ignorare il significato del suo nome perché non è ciò che conta per lei. Però del nome ne riconosce il bel suono e la bella origine, perché sono comunque qualcosa di cui tener conto.

Dobbiamo anche considerare un'altra cosa per quanto riguarda questo nome. Essendo il suo primo nome sarà quello sempre pronunciato all'inizio delle sue presentazioni, perciò assume una certa importanza che ad Agathzea certamente non passa inosservata. Per questo motivo lo sfoggia come se fosse un assai elaborato vestito di cui vantarsi, ammaliando tutti i presenti con la sola pronuncia del suo nome, "Agathzea Eleye Duris".

Passiamo ora al secondo secondo nome della ragazza, che sicuramente non ha significati inferiori rispetto al primo. Eleye è un nome antico e di origine folkloristica: Era infatti il nome della fata della luce nel racconto delle Otto Fate.

Queste fate non sono affatto come quelle diffuse da televisioni, cartoni animati, disegni, storie; esse infatti sembrano ereditare i loro poteri ed il loro aspetto da alcuni personaggi della mitologia classica, ovvero principalmente dalle ninfe e dalle Parche. Come le ninfe, esse sono spiriti naturali che hanno sembianze di fanciulla; col passare del tempo alle loro figure si sono aggiunte le ali, forse per farle assomigliare alle farfalle, esseri delicati quanti loro.

In sostanza la fata di cui Agathzea porta il nome era la fata, tra le otto al servizio dei messaggeri di Reibold, il cui compito comprendeva "accendere" le stelle e il sole. Per questo motivo la ragazza vedeva il nome come qualcosa di importante, come ad esempio un nome di una forte regina splendente.

Analizziamo però da dove questo nome deriva, in modo da comprenderne a pieno il significato e capire come sia così bello anche solo ascoltarlo.

È composto da Elettra e Faye, che significano rispettivamente "luce, elettricità" e "fata". di conseguenza si prenderà la radice -ele di Elettra, alla quale andrà aggiunta la desinenza -ye da Faye.

In questo caso non ci sono possibili fraintendimenti di origine, a differenza del primo nome della ragazza, dove abbiamo visto che anche solo per colpa di un accento, il nome cambia totalmente di significato.

L'accento è sulla seconda e, di conseguenza di leggerà "elēie", come verrebbe naturale pronunciarlo. Il nome antico presentava anche una H iniziale, che col tempo è caduta, diventando da Heleye a Eleye.

Anche qui ci ritroviamo davanti ha un nome che permette alla giovane baronessa di vantarsi e pavoneggiarsi grazie ad esso, essendo un altro nome di notevole importanza e con un bel suono, in grado di attrarre qualsiasi pretendente anche solo dall'annuncio di Agathzea Eleye.

𝐂𝐎𝐆𝐍𝐎𝐌𝐄: 𝖉𝖚𝖗𝖎𝖘

Il cognome di Agathzea è conosciuto in tutta Amalthea, d'altronde è pur sempre il cognome della famiglia Duris. È una famiglia di baroni, che da secoli svolge l'attività di caccia. Inizialmente la contrada di Amalthea era un semplice villaggio di cacciatori, che quando ci furono le divisioni in contrade venne poi "evoluto" a contrada. È la più piccola di Reibold, ma è la più ricca di vegetazione e di selvaggina, cosa che per i cacciatori di Amalthea significa solo prosperità e gioia.

Agathzea non si sente oppressa dal suo cognome, d'altronde è solo una scritta posta dopo al suo nome che serve ad identificare la sua famiglia e appartenenza, quindi perché trasformarlo in un peso? Non ha alcun senso.

𝐄𝐓𝐀': 𝖛𝖊𝖓𝖙𝖎𝖉𝖚𝖊 𝖆𝖓𝖓𝖎

Ella è nata durante la calda stagione della Benauda, nel mese di Dreamo. Il suo segno zodiacale è quello dell'Azalea, che le conferisce una certa mitezza e calma. Solitamente le persone nate sotto il segno dell'Azalea - che ironicamente ha una certa assonanza col nome della fanciulla, Agathzea - sono persone equilibrate, che detestano il litigio e la discussione, a maggior ragione se esse comprendono urla o risse. Effettivamente Agathzea ha sempre cercato di risolvere tutto a parole calme, concise, senza dover per forza sfociare nella violenza, ma di sicuro se dovesse ritrovarsi a dover affrontare una discussione non si tirerebbe affatto indietro.

Come ogni altro appartenente a questo segno, Agathzea sa nascondere le proprie emozioni, anche se col rischio di risultare fredda e inespressiva. Lei non lo fa apposta, insomma, non sarebbe gentile da parte sua e forse Agathzea è una delle giovani più gentili di tutta Amalthea, semplicemente le è difficile mostrarsi in pubblico.

𝐀𝐒𝐏𝐄𝐓𝐓𝐎: 𝖒𝖎𝖈𝖍𝖊𝖑𝖊 𝖆𝖑𝖛𝖊𝖗𝖘 — 𝖑'𝖆𝖗𝖈𝖔 𝖉𝖊𝖑 𝖘𝖆𝖌𝖎𝖙𝖙𝖆𝖗𝖎𝖔

Agathzea è sicuramente una giovane molto affascinante, dai magnetici occhi verdi e uno sguardo ammaliante. Le labbra rosee sembrano fatte di rosa, delicate e carnose. Il naso è un po' all'insù, con una piccola gobba a metà che non la rende altro che più bella. Il suo viso è cosparso da una gentile spruzzata di lentiggini, e contornato da soffici capelli neri corti fin poco sopra le spalle. Di natura sono lisci, ma le cortigiane sono solite acconciarli con boccoli molto larghi, per far loro volume.

È discretamente alta per essere una ragazza, circa un metro e ottantasei, con gambe lunghe e slanciate e una corporatura esile ma comunque dotata di grande forza fisica. Il suo seno non è molto prosperoso, ma dopo un discorso della madre non è un problema per la giovane Agathzea.

𝐒𝐄𝐆𝐑𝐄𝐓𝐎 𝐃𝐈 𝐅𝐀𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐀: 𝖆𝖓𝖙𝖗𝖔 𝖘𝖔𝖘𝖕𝖊𝖙𝖙𝖔

Oh, certamente il segreto di famiglia non sarà affar vostro, altrimenti che segreto sarebbe? Agathzea ci convive, le è stato raccontato dal padre molto tempo prima ma a malapena si ricorda di cosa si tratti, perciò non c'è pericolo che venga rivelato ad altri. Eppure è forse la causa di una delle sue fobie, la paura dei fantasmi, per questo cerca di non passeggiare per il palazzo di notte, se non per le sue stanze e nei corridoi adiacenti.

Soprattutto quando si parla della competizione che i suoi fratelli avrebbero dovuto affrontare per diventare re di Amalthea, Agathzea inizia a preoccuparsi e cerca sempre di cambiare discorso, nonostante il segreto di famiglia non l'abbia colpita direttamente.

𝐂𝐀𝐑𝐀𝐓𝐓𝐄𝐑𝐄: 𝖑𝖆 𝖗𝖆𝖉𝖎𝖈𝖊 𝖉𝖊𝖌𝖑𝖎 𝖆𝖘𝖙𝖗𝖎 — 𝖝𝖓𝖙𝖏

Descrivere il carattere di Agathzea può dimostrarsi sia l'impresa più semplice che quella più ardua da compiere. Ella si prospetta come una giovane fanciulla dagli eleganti portamenti, ben educata sia alla vita di corte che a quella mondana, abituata a portar rispetto persino ai traditori, quando in realtà le sue sfaccettature sono ben di più di questo solo lato. È un'anima dal buon cuore, disposta a sacrificarsi per chiunque pur di compiere un atto benevolo, se fosse per lei probabilmente non ci sarebbe alcuna guerra al mondo.

Non è una ragazza dalla risata facile, ma sicuramente una qualsiasi battuta o situazione divertente la farà ridere anche troppo; inoltre vanta di una risata molto contagiosa, cosa che la rende sempre più apprezzata dalle persone che la circondano.

Nonostante sia relativamente giovane, sa cosa sia un bene e cosa sia un male, cosa evitare e cosa fare. È una ragazza sia introversa che estroversa, diciamo che con coloro che conosce ha un comportamento molto più espansivo rispetto a quando si trova in situazioni in cui sono presenti sconosciuti o lontani conoscenti.

È una persona colta che possiede un innato senso di idealismo e di morale, ma ciò che la distingue da altri suoi coetanei è la sua risolutezza e determinazione. Sicuramente non si lascerà sfuggire alcuna sfida, nossignore, lei è fatta per essere in competizione. Inoltre ha un modo tutto suo di non passare inosservata agli occhi delle persone: già spiegato per quanto riguarda il nome, cerca di usare il suo carattere quasi misterioso per avere le attenzioni di tutti. Le basta anche solo una girata senza sforzo di capelli o con un gesto elegante qualsiasi per avere gli occhi di chiunque addosso. Questo le dà sia piacere che fastidio: possono guardare, ma non troppo.

È cresciuta infatti con l'idea che la donna non sia un oggetto, e questo concetto lo vede ogni giorno con la madre e il padre, che nonostante il loro matrimonio fosse programmato ha sempre visto del vero amore e non uno sfruttamento del corpo della donna per una prole.

Una persona matura, direste voi, nel parlare con Agathzea Eleye Duris: non si fa problemi a parlare con coloro che sono più grandi di lei, o di un altro rango sociale. Adulti, ragazzi e persino anziani che hanno parlato con la giovane direbbero che intrattenere una conversazione con lei sembri quasi sentirsi parlare da un libro di antichi incantesimi o fiabe.

Viene spesso considerata come brutale e insensibile alle emozioni altrui a causa della sua onestà spesso offensiva, perché crede che le persone irrazionali possano creare un problema nel migliorare l'efficienza di un sistema. Potrete parlare dei vostri problemi quanto volete ad Agathzea, ma non lamentatevi se, nell'aiutarvi, le dovesse capitare di fare qualche commento schietto e veritiero. Talvolta le emozioni della giovane possono anche minare la sua sicurezza interna e non riesce a svolgere un determinato lavoro perché frustrata dall'insicurezza in se stessa, cosa che, internamente e segretamente, ha da sempre caratterizzato la corvina.

Alcuni direbbero che Agathzea Eleye nasconda qualcosa, uno scheletro nell'armadio o storie segrete che mai dovranno toccare la luce del sole. Effettivamente è così, ella nasconde veramente qualcosa, ma nessuno è mai riuscito a capire che cosa. D'altronde non è raro che una figura governativa o comunque di una certa rilevanza abbia qualche segreto nella sua storia.

Peccato che come già detto Agathzea ricordi a malapena di cosa si tratti quello che chiamano tutti "il segreto reale". Potrebbe essere sia un vantaggio che uno svantaggio, se effettivamente andiamo ad osservare attentamente la situazione. Per quanto riguarda l'essere vantaggioso, il fatto che Agathzea non si ricordi bene potrebbe aiutare a mantenerne la segretezza; dall'altro lato, qualsiasi cosa che potrebbe somigliare ad un appiglio per ricordarlo potrebbe appunto portare Agathzea a rivelare troppo o tutto.

Dietro questo velo dal tratto regale, si nasconde il lato competitivo e più "mondano" della fanciulla, caratteristico della famiglia Duris. Non pretende niente dalle persone, ma allo stesso tempo se non si seguono le sue regole rimarrà delusa dalle decisioni altrui: anche se la ragione apparterrà ad altri, lei sarà permalosa a tal punto dal rodere internamente per la sconfitta.

Alcuni la considerano in parte infantile, effettivamente hanno ragione. Quasi si potrebbe paragonare all'eroe omerico Achille, ancora meglio sarebbe parlare di un'unione tra i caratteri del Pelide e quello dell'astuto Ulisse. Alla ricerca della vittoria, non è una ragazza che si lascia cogliere impreparata, è in grado di calcolare con massima precisione ogni mossa prevedibile. Per questo non è mai scontata una sua perdita a caccia, tanto meno nella lotta.

Banalmente, durante le battute di caccia con la propria famiglia o solo con suo padre, potrebbe diventare lei stessa una belva da catturare, grazie alla sua determinazione nello svolgere qualsiasi cosa che comprenda la minima competizione e soprattutto all'ira.

Viene presentata come una ragazza coraggiosa, con il senso dell'onore e della gloria, fiera, bella e soprattutto forte, sia fisicamente che d'animo. Si può spesso notare un comportamento tracotante, insensibile alla sorte di coloro che gareggiano contro di lei; allo stesso tempo è una donna saggia, astuta e d'azione. facendo sempre un confronto tra la ragazza e Achille, in entrambi i casi si possono osservare dei comportamenti apparentemente distaccati da coloro che li circondano, che in rare eccezioni possono diventare, in caso di presenza di una supplica, un contorto disprezzo che porta ad una strana tipologia di compassione.

Basta pensare all'episodio dell'incontro tra Priamo e Achille, dove l'acheo prova pietà per Priamo vedendolo nel ruolo del supplice. In questo caso non si tratta di empatia, bensì di compassione e quasi ribrezzo, che porta ad arrendersi alle suppliche di coloro che portano le mani alle ginocchia altrui.

Inoltre c'è da considerare la questione che

Ha un carattere mutevole, si fa un po' prendere dal contesto e cerca sempre di adattarsi alla situazione in cui si trova. Per esempio, in una stanza piena di bambini a cui badare, sicuramente assumerà comportamenti diversi rispetto ad un luogo infestato da ragazzi della sua età o poco più giovani, se non addirittura più anziani.

Tutto questo è dovuto alla sua grande intelligenza e capacità di flessibilità in qualsiasi momento, sa prendere le redini in mano quando ne sente il bisogno e di certo non si fa problemi a mettersi al comando di tutto, se necessario.

Analizziamo ora Agathzea secondo gli mbti tra cui la sua personalità oscilla, ovvero quello dei Comandanti, gli ENTJ, e quella degli Architetti, gli INTJ.

I Comandanti sono leader nati. Le persone con questo tipo di personalità incarnano le doti di carisma e confidenza e proiettano un'autorità che trascina le folle dietro un obiettivo comune. Infatti il carisma di Agathzea spesso riesce a coinvolgere tutto il popolo di Amalthea, soprattutto durante le battute di caccia. Il fatto che si senta e che venga ammirata da molti — in particolare ragazze che aspirano al suo successo — rende Agathzea addirittura quasi altezzosa, o comunque le fa assumere un atteggiamento da superiore, come se fosse la migliore di tutta la contea.

A differenza della loro controparte più sensibile dei Protagonisti, i Comandanti sono caratterizzati da un livello di razionalità spesso spietato, usando il loro comando, determinazione e menti acute per raggiungere qualsiasi fine abbiano stabilito per se stessi.

Probabilmente è meglio che costituiscano solo il tre per cento della popolazione, per non sopraffare i tipi di personalità più timidi e sensibili che compongono gran parte del resto del mondo – tuttavia, abbiamo Comandanti da ringraziare per molte delle imprese e istituzioni che diamo per scontate ogni giorno.

Se c'è una cosa che i Comandanti amano è una bella sfida, grande o piccola, e loro ritengono fermamente che, dato sufficiente tempo e abbastanza risorse, potranno raggiungere qualsiasi obiettivo. Questa qualità rende le persone con il tipo di personalità del Comandante imprenditori brillanti, e la loro capacità di pensare in modo strategico e mantenere una concentrazione costante in ciascuna fase dei loro progetti, con determinazione e precisione, li rende potenti uomini d'affari. Questa determinazione è spesso una profezia che si auto avvera, poiché i Comandanti spingono i propri obiettivi con pura forza di volontà, laddove altri potrebbero rinunciare e passare oltre, e le loro abilità sociali gli consentono di spingere tutti gli altri insieme a loro, ottenendo nel processo risultati spettacolari.

Al tavolo delle trattative, che si tratti di in un ambiente aziendale o dell'acquisto di un'auto, i Comandanti sono dominanti, implacabile e inflessibili. Questo non perché siano senza cuore o malvagi di per sé – piuttosto è perché le personalità del Comandante apprezzano genuinamente la sfida, la battaglia di ingegni, il botta e risposta proveniente da questo ambiente, e se l'altra parte non riesce a tenere il passo, non c'è motivo per i Comandanti di cedere sul proprio dogma principale di vittoria finale.

Se c'è qualcuno che i Comandanti rispettano, è qualcuno in grado di resistere a loro intellettualmente, capace di agire con una precisione e una qualità pari alla loro. Le personalità del Comandante hanno una particolare abilità nel riconoscere i talenti degli altri, e ciò aiuta sia nel compito di team-building (dal momento che nessuno, non importa quanto brillante, può fare tutto da solo), sia per evitare che i Comandanti mostrino troppa arroganza e condiscendenza. Tuttavia, possiedono anche una particolare abilità nell'esporre le mancanze degli altri con un grado di insensibilità agghiacciante, ed è a questo punto che i Comandanti iniziano davvero a trovare difficoltà.

L'espressione emotiva non è il punto di forza di qualsiasi tipo di personalità del gruppo Ruolo di analista, ma a causa della loro natura sociale, la distanza dei Comandanti dalle proprie emozioni è soprattutto pubblica, e percepita direttamente da una fascia molto più ampia di persone. Soprattutto in un ambiente professionale, i Comandanti schiacciano semplicemente le sensibilità di coloro che vedono come inefficienti, incompetenti o pigri. Per le persone con il tipo di personalità del Comandante, le manifestazioni emotive sono manifestazioni di debolezza, ed è facile farsi dei nemici con questo approccio – I Comandanti faranno bene a ricordare che dipendono assolutamente dall'avere un team funzionante e non solo per raggiungere gli obiettivi, ma anche per la propria convalida e feedback, qualcosa cui i Comandanti sono, stranamente, molto sensibili.

I Comandanti sono delle vere potenze, e coltivano un'immagine di estrema esuberanza – e abbastanza spesso lo sono. Le persone con questo tipo di personalità devono ricordare, però, che la loro statura deriva non solo dalle proprie azioni, ma dalle azioni del team che li supporta e che è importante riconoscere i contributi, i talenti e le esigenze, in particolare dal punto di vista emotivo, della propria rete di supporto. Anche se devono adottare una mentalità del tipo "fai finta finché non lo fai", se le personalità del Comandante sono in grado di combinare una concentrazione sana dal punto di vista emotivo insieme a molti dei loro punti di forza, saranno premiati con relazioni appaganti e profonde e da tutte le vittorie complesse che sapranno gestire.

Passiamo ora agli INTJ. Si è da soli al vertice e si è uno dei tipi di personalità più rare e strategicamente più capaci, e questo gli Architetti lo sanno fin troppo bene. Gli Architetti rappresentano solo il due per cento della popolazione, e le donne di questo tipo di personalità sono particolarmente rare, costituendo appena lo 0,8% della popolazione – è spesso una sfida per loro trovare persone di mentalità simile in grado di tenere il passo con il loro intellettualismo implacabile e le manovre simile al gioco degli scacchi. Le persone con il tipo di personalità dell'Architetto sono fantasiose eppure decise, ambiziose eppure private, incredibilmente curiose, ma che non sprecano la propria energia. Con una sete naturale di conoscenza che si manifesta fin dai primi anni di vita, da bambini agli Architetti viene spesso affibbiato il titolo di "topo di biblioteca". Sebbene ciò possa essere inteso come insulto dai coetanei, loro probabilmente vi si identificano e ne sono addirittura fieri, godendo enormemente e profondamente delle proprie conoscenze. Gli Architetti amano anche condividere ciò che sanno, sicuri della loro padronanza degli argomenti prescelti, ma queste personalità preferiscono progettare ed eseguire un piano geniale nel proprio campo, invece di condividere opinioni su distrazioni "non interessanti", quali i pettegolezzi. Paradosso per molti osservatori, gli Architetti sono in grado di vivere con contraddizioni evidenti che ciononostante hanno perfettamente senso – almeno da un punto di vista puramente razionale. Ad esempio, gli Architetti sono contemporaneamente gli idealisti più sognanti e i cinici più amari, un conflitto apparentemente impossibile. Ma questo perché le persone con il tipo di personalità dell'Architetto tendono a credere che con fatica, intelligenza e considerazione, nulla sia impossibile, mentre allo stesso tempo, credono che le persone siano troppo pigre, miopi o egoiste per raggiungere effettivamente tali fantastici risultati. Eppure quella visione cinica della realtà è improbabile che arresti un Architetto interessato dal raggiungimento di un risultato che ritiene rilevante. Gli Architetti irradiano fiducia in se stessi e un alone di mistero, e le loro osservazioni penetranti, idee originali e logica formidabile consente loro di promuovere il cambiamento con la pura forza di volontà e la forza della personalità. A volte può sembrare che gli Architetti siano inclini alla decostruire e ricostruire ogni idea e sistema con cui entrano in contatto, impiegando un senso di perfezionismo e persino di morale in questo lavoro. Chi non ha il talento per stare al passo con i processi degli Architetti, o peggio ancora, non ne vede il punto, rischia di perdere immediatamente e permanentemente il loro rispetto. Ciò non deve essere frainteso come impulsività: gli Architetti si sforzano di rimanere razionali, a prescindere da quanto attraente possa essere l'obiettivo finale, e ogni idea, che sia generata internamente o intrisa di mondo esterno, deve superare lo spietato e onnipresente filtro del "Ma questo funzionerà?". Questo meccanismo viene applicato sempre, a tutte le cose e a tutte le persone, ed è qui che spesso i tipi di personalità dell'Architetto incorrono in problemi.

Gli Architetti sono brillanti e fiduciosi nei corpi di conoscenza che hanno avuto il tempo di comprendere, ma purtroppo il contratto sociale non è probabilmente uno di tali argomenti. Bugie innocenti e chiacchiere sono già abbastanza ardue per un tipo di personalità che brama verità e profondità, ma gli Architetti possono giungere al punto di vedere molte convenzioni sociali come decisamente stupide. Ironia della sorte, spesso per loro è meglio rimanere dove si sentono a loro agio – lontano dai riflettori – dove la fiducia naturale prevalente negli Architetti quando lavorano in ciò che è loro familiare può servire come faro personale, attirando persone, romanticamente o in altro modo, di temperamento e interessi simili.

Gli Architetti sono definiti dalla loro tendenza a muoversi nella vita come se si trattasse di un'enorme scacchiera, dove i pezzi si spostano costantemente con considerazione e intelligenza, valutando sempre nuove tattiche, strategie e piani di emergenza, superando costantemente i propri pari al fine di mantenere il controllo della situazione, massimizzando al contempo la propria libertà di movimento. Non si intende suggerire che gli Architetti agiscano senza coscienza, ma per molti altri tipi, il disgusto degli Architetti ad agire in base alle emozioni può far sembrare che sia così e spiega perché molti cattivi immaginari (ed eroi incompresi) siano modellati su questo tipo di personalità.

𝐁𝐀𝐂𝐊𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘: 𝖈𝖆𝖘𝖘𝖆 𝖉𝖎 𝖗𝖎𝖘𝖔𝖓𝖆𝖓𝖟𝖆

La vita di Agathzea Eleye Duris è decisamente una bella storia, anche se agli occhi di molti può sembrare un tranquillo racconto.

Quando nacque la gioia della contea di Amalthea fu grande, anche perché le previsioni dell'indovina di corte erano state accurate: ella infatti aveva previsto la nascita di una fanciulla come primogenita, che avrebbe poi raggiunto in futuro grande obiettivi nella propria vita.

Passò i primi dodici anni da sola, stando o col padre o con la madre, o magari anche in camera propria giocando distrattamente con qualche bambola che le ancelle le avevano rifilato non sapendo cosa fare con lei.

Era una bambina taciturna, una bambina innocente e un po' troppo paurosa, alcune amiche di famiglia la consideravano una piantagrane. Non parlava con le altre bambine, a lei non interessavano le bambole, lei voleva giocare nei boschi e sporcarsi i vestiti, facendo angeli di fango o di neve a seconda della stagione.

«Thea, sei proprio strana, ma perché non vuoi giocare con noi?» le aveva chiesto una volta Aelyx, una sua vecchia compagna d'infanzia, non l'aveva mai considerata una vera e propria amica. Avevano sei anni, adesso si iniziava a pensare anche a cose più importanti, Agathzea aveva cominciato ad assistere il padre nelle sue riunioni di lavoro.

«Le bambole non porteranno qualcosa di costruttivo nella vita» rispose la piccola Thea, giocherellando con una delle sue trecce nere. Le altre bambine la guardarono confuse, prima di tornare ad ignorarla.

Con l'avvento dei dieci anni e quindi dei primi sviluppi del corpo, le madri delle altre fanciulle si beavano dei bei corpicini che le loro figliolette avrebbero avuto da adolescenti e poi da più adulte, mentre Avytara si occupava di Agathzea. Non era più andata a giocare con le altre bambine, la chiamavano strana, cresciuta, un bambino non doveva crescere troppo in fretta come lei, anche se l'aveva fatto in modo sano.

Quando aveva da poco compiuto dodici anni, nacque il fratello Azrain, che subito Agathzea prese sotto la sua ala di protezione. Si era subito affezionata a quello scricciolo dai capelli neri come i suoi, sperava che potesse crescere forte e intelligente come suo padre.

Ecco che arrivarono i 14 anni: una mattina Agathzea si svegliò trovando le candide lenzuola del suo grande letto sporche di sangue. Le fu istintivo gridare, coprendosi la bocca con entrambe le mani, ma fu sentita per fortuna da sua madre e dalle cortigiane. Dopo aver cambiato le lenzuola, ad Agathzea fu assicurato che fosse stata una cosa normale, la madre Avytara le assicurò che tutte le donne presenti a reggia ci fossero passate.

Ora il problema era un altro: mentre tutte le altre sue amiche (o compagne) avevano delle forme perfette, seni prosperosi e visi incantevoli, Agathzea era rimasta molto gracile, ovviamente con delle forme armoniose, ma con meno fatica nel far entrare il seno nei corsetti. Per fortuna non usciva molto spesso, per questo motivo non c'era motivo di preoccupazione per quanto riguardava la reputazione del corpo di Agathzea.

Ma c'era anche da considerare che l'unica a farsi tanti problemi fosse solo la ragazza: sua madre, un giorno, decise di farle un discorso sull'importanza dell'autostima.

«Agathzea cara, siamo in un mondo in cui l'aspettò non deve importarti. Tu sei bella a modo tuo, se solo tu potessi guardare solo te stessa scopriresti quanti pregi tu abbia, sei una fanciulla splendida, una delle più belle che io abbia mai visto. Perciò non devi farti abbattere se il tuo aspetto non rispecchia quello che si pensa sia perfetto, anzi, questa cosa ti renderà ancora più bella, perché al mondo è bella la diversità. Ora giù dal letto, che tuo padre vuole fare una battuta di caccia con te»

Ogni giorno, da allora, Agathzea si ripete quel piccolo discorso mentalmente, guardandosi allo specchio direttamente nei suoi stessi occhi. Dopodiché, si prepara al resto della giornata, carica più che mai.

«Mamma, mamma, Thea ha detto che se non metto a posto i giocattoli non posso uscire con lei per andare a cacciare, ma questa è un'ingiustizia!»

Quando Agathzea aveva quattordici anni nacque il suo secondo fratello minore, Sorian, quello che adesso è un angelo vestito da demone. Quando era piccolo non aveva mai dato molti problemi, perché dopotutto era solo un bambino, ma non appena superò la soglia dei cinque anni, assieme al fratello Azrain di otto anni iniziò il suo percorso verso il cammino sbagliato.

Oddio, ecco, non è stata una cosa tragica, insomma, sono pur sempre bambini, ma diciamo che fossero molto, ma molto più vivaci di quello a cui Leadon e Avytara erano abituati a vedere con Agathzea, che era molto taciturna e tranquilla. Dover sempre rincorrere i propri figli ovunque per tutta la reggia di Amalthea era un'impresa ardua, ma per fortuna Agathzea era abbastanza veloce e forte da poterli raggiungere e prendere, per portarli nelle rispettive stanze.

A diciassette anni, oltre che a veder nascere un angioletto di nome Sorindis e a compiere la maggiore età, Agathzea scoprì qualcosa che inizialmente le fu causa di mille paranoie: non guardava gli uomini allo stesso modo delle donne.

Aveva conosciuto una ragazza, Danaemys, fuori dalla reggia. Quando scendeva in paese, puntualmente la andava sempre a trovare, erano diventate praticamente migliori amiche. Finalmente aveva trovato qualcuno che non la criticava per il suo carattere un po' strano, tantomeno per il suo aspetto fisico, e questa cosa la faceva sentire non bene, di più. Si sentiva a suo agio ogni tal volta che Danaemys le parlava, quando si aiutavano a vicenda in qualcosa, era felice di starle accanto.

Poi, aveva capito di essersi innamorata. Non era possibile che solo con lei si sentisse una strana sensazione di vuoto nello stomaco, che a volte era piacevole e a volte fastidiosa. Si era presa coraggio, e il giorno del compleanno di Danaemys la portò di sera a portare le stelle.

Avevano 18 anni, erano innamorate l'una dell'altra, vivevano nella speranza di ogni giorno di vedersi anche solo per un secondo. Quella sera, Agathzea mise a nudo i propri sentimenti per l'altra, e scoprì con gioia che la cosa fosse reciproca.

Decisero quindi di ufficializzare la loro relazione, parlandone anche con i loro genitori che parvero essere non felici, di più. Passarono quattro mesi, le due erano contente di stare assieme. Ma Danaemys iniziò a volere anche qualcos'altro oltre a semplici baci. Agathzea non era una persona da contatto fisico intimo, anzi, la cosa quasi la disgustava, per lei importava il pensiero.

Per questo motivo, un giorno, Agathzea si vide costretta a separarsi da quello che era stato il suo primo amore. Non fu molto traumatico, certo, per due settimane Avytara si dovette sorbire i pianti della figlia, ma non fu niente di troppo rilevante. A quanto pare, adesso, all'età di ventidue anni, Agathzea ha trovato un'altra fanciulla di cui sembra essersi innamorata, ma chissà.

𝐅𝐀𝐌𝐈𝐆𝐋𝐈𝐀: 𝖈𝖆𝖑𝖔𝖗𝖊 𝖉𝖊𝖑 𝖋𝖚𝖔𝖈𝖔

L'attuale famiglia Duris è composta da ben sei persone: Leadon Valigo Duris, attuale Re di Amalthea, Avytara Ameyna Duris, attuale Regina di Amalthea, Agathzea Eleye Duris, primogenita Duris e Baronessa di Amalthea, Azrain Leuxer Duris, secondogenito Duris di dieci anni, Sorian Avuriel Duris, terzogenito Duris di otto anni e infine Sorindis Zukiel Duris, quartogenito di soli cinque anni.

Sono sempre stata una famiglia molto unita; da una parte il padre Leadon è sì un uomo serio, ma è anche in grado — purtroppo, oserei dire — di regredire fino al livello dei figli più piccoli.

Perciò è compito di Avytara riprendere non solo i piccoli Sorindis e Azrain, ma anche suo marito Leadon, che alla fine si arrende e, in modo più dolce, sgrida i suoi pargoletti. Agathzea in tutto questo non si sente esclusa, affatto, a sua volta collabora nella crescita dei suoi fratellini, visto che dopo di lei verranno loro. Devono crescere forti e agili, a volte li porta nel bosco per qualche battuta di caccia innocua - animaletti come scoiattolini o insetti come piccoli coleotteri, anche lombrichi a volte - affinché possano affinare le loro abilità di cacciatori.

Sorindis è quello un po' più disciplinato, a differenza di Azrain e Sorian, che spesso sono definiti come due diavoli impazziti. Forse ciò che spinge Sorindis ad essere più tranquillo, oltre all'età, è la vista delle punizioni che molte volte i due fratelli più grandi devono sorbirsi da parte della madre o del padre.

𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄' 𝐕𝐔𝐎𝐋𝐄 𝐃𝐈𝐕𝐄𝐍𝐓𝐀𝐑𝐄 𝐑𝐄𝐆𝐈𝐍𝐀: 𝖈𝖔𝖗𝖉𝖊 𝖉𝖎 𝖇𝖚𝖉𝖊𝖑𝖑𝖔

Ispirata dal padre, uomo saggio e sicuramente serio nel suo lavoro, ha sempre aspirato al meglio e non si farà convincere facilmente da persone che cercheranno di fuorviarla dal suo percorso.

Diciamo che sia anche un modo per ripagare tutte le volte in cui i suoi genitori l'avevano aiutata in qualcosa, perciò diventando regina si sarebbe decisamente sentita in grado di renderli ancora più fieri di lei. Per Agathzea la famiglia viene prima di tutto, forse persino prima della propria persona, farebbe di tutto pur di non deludere le aspettative dei suoi genitori.

Inoltre ha sempre progettato in ogni modo come migliorare la propria contea, anche da piccola quando notava qualche imprecisione nel lavoro dei propri genitori, Quindi diciamo che ha già un piano per migliorare sotto ogni aspetto la contea di Amalthea.

𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐅𝐀𝐑𝐄𝐁𝐁𝐄 𝐃𝐀 𝐑𝐄𝐆𝐈𝐍𝐀: 𝖕𝖎𝖚𝖒𝖊 𝖉𝖎 𝖋𝖊𝖓𝖎𝖈𝖊

Di sicuro istituirebbe qualche luogo culturale, magari un teatro ricavato nella natura senza dover per forza rovinarla per mantenere la sua bellezza primordiale; probabilmente farebbe iniziare anche dei corsi di caccia per i più piccoli di Amalthea, ispirandosi a come già lei fa con i suoi fratellini, includendo anche le bambine per far vedere che anche le donne sanno avere un potenziale non male. Su questo Agathzea si è sempre battuta, soprattutto spinta dal fatto di essere l'unica donna in famiglia oltre a sua madre, circondata da quattro maschi che per fortuna hanno una mentalità molto aperta, il padre Leadon per suoi princípi e i tre fratellini per "eredità". Ovviamente farebbe in modo che Amalthea mantenga i rapporti politici sani che ha con le altre contrate, affinché ogni tipo di commercio o scambio sia svolto senza alcun problema.

Inoltre farebbe in modo da avere un osservatorio per guardare e studiare meglio le stelle, non solo per piacere estetico ma anche per poter trovare strategie di caccia o di orientamento sempre migliori.

𝐏𝐔𝐍𝐓𝐈 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐈: 𝖇𝖗𝖎𝖈𝖎𝖔𝖑𝖊 𝖉𝖎 𝖕𝖆𝖓𝖊

— mira :: Agathzea ha sicuramente una bella mira, un occhio infallibile in grado di prendere con una freccia anche il più agile degli uccelli in volo. Per questo si deve ringraziare il padre Leadon e tutti i suoi insegnamenti, che nel corso degli anni l'hanno resa la forte e precisa giovane che adesso i cittadini di Amalthea rispettano quasi quanto una regina.

— intuizione :: la fanciulla è molto intuitiva, come se fosse dotata di un istinto animale. Riesce a studiare ogni situazione e trarne delle ipotesi, oltre che dei piani per superarla. Se mai dovesse capitarle di risolvere una faida o qualche piccola battaglia interna, di sicuro sarebbe la perfetta stratega. Si può notare in lei una grande cautela e una costante ricerca di calma e razionalità. Non agirebbe mai per istinto, ad ogni cosa il suo ragionamento. Allo stesso tempo, in caso di necessità potrebbe decidere di fare la prima cosa che le passa per la testa, senza neanche pensarci una volta.

— forza muscolare :: nonostante sia abbastanza gracile, i suoi muscoli sono saldi e forti, in grado di scagliare colpi abbastanza forti da stordire un uomo di muscolatura media. Il che è una buona cosa, in caso Agathzea si trovasse a dover affrontare un combattimento corpo a corpo, non avrebbe troppi problemi ad abbattere il proprio avversario.

— orientamento :: grazie all'essere in parte cresciuta nei boschi di Amalthea, la giovane fanciulla dai capelli corvini riesce ad orientarsi molto bene nello spazio. Conosce sin da piccola la regola del muschio - se vedi del verde sulle rocce e sugli alberi la direzione in cui è cresciuto è il nord - e segue sempre il verso delle stelle in cielo nei casi di orientamento notturno. È una qualità molto ammirata da suo padre, una piccola conquista personale, che conosce perfettamente il carattere ostinato e testardo della figlia: Agathzea non ammetterebbe mai di aver imparato qualcosa da lui e non da se stessa, perciò gli unici a sapere di questo piccolo segreto sono loro due.

𝐏𝐔𝐍𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐁𝐎𝐋𝐈: 𝖈𝖗𝖊𝖕𝖊 𝖓𝖊𝖑 𝖈𝖚𝖔𝖗𝖗

— fragilità emotiva :: ebbene sì, fin troppo spesso Agathzea mette in mezzo le proprie emozioni finendo per fare dei gran capitomboli. Ha sempre cercato di allenarsi a mettere da parte le proprie emozioni e non farsi attaccare emotivamente così tanto, ma i progressi da quando ha iniziato questo percorso sono stati molto lenti. Se doveste colpire

— rabbia :: Agathzea non è mai riuscita a gestire bene la rabbia, certe volte sbotta senza alcun motivo anche per motivi futili e questo la porta ad essere vista come una ragazza permalosa e suscettibile, cosa che assolutamente non è, o comunque è in rari casi. Questo è perché semplicemente ha paura che alcune idee degli altri la possano portare al fallimento, che assolutamente non è considerabile da Agathzea.

— fobie :: spesso le fobie di cui soffre diventano per lei un ostacolo, molte volte insormontabile o comunque molto difficile da affrontare. Ad esempio, l'aracnofobia è sempre stata un problema durante le battute di caccia con suo padre o i suoi fratelli, visto l'ambiente in cui si svolgono.

— caviglia :: una volta, durante una battuta di caccia con i fratelli, pur di salvare Sorian dalla caduta da una rupe scivolò su una roccia, slogandosi una caviglia, ma riuscendo ugualmente - e per fortuna - a salvare entrambi. Fu medicata a dovere, ma tutt'ora a distanza di almeno un anno e mezzo la caviglia le causa dei problemi.

𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐋𝐄 𝐏𝐈𝐀𝐂𝐄: 𝖗𝖆𝖌𝖌𝖎 𝖑𝖚𝖓𝖆𝖗𝖎

— letteratura :: Agathzea ama leggere, sia tomi infiniti che piccole e brevi letture. Spesso da più piccola si chiudevano le sostanze, godendosi in santa pace e in solitudine un libro. questa passione si è sviluppata ancora di più con l'arrivo dei suoi fratelli, dato che ogni sera leggeva loro una fiaba dal suo primo libro di favole e racconti. È una donna colta e se ne vanta, e questo ha sempre suscitato invidia nelle sue coetanee.

— astronomia :: grazie anche alle varie letture che Agathzea ha potuto fare, la giovane ha una grande passione per l'astronomia e tutto quello che riguarda il cielo. Ai suoi fratelli ha dato dei soprannomi collegati alle costellazioni, ad esempio Azrain è soprannominato Sirius, dalla costellazione del Cane, Sorindis prende il nome della costellazione del Drago, mentre Sorian quella dell'Orsa Minore.

— animali :: nonostante sia una cacciatrice, la giovane ama stare in compagnia degli animali che sono presenti nel bosco di Amalthea. Una volta ha adottato persino un piccolo cervo, trovato assieme al padre durante una battuta di caccia. L'avevano accudito per un po', prima di restituirlo alla vita selvatica nella foresta.

𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐍𝐎𝐍 𝐋𝐄 𝐏𝐈𝐀𝐂𝐄: 𝖓𝖎𝖓𝖋𝖊𝖊 𝖆𝖈𝖖𝖚𝖆𝖙𝖎𝖈𝖍𝖊

— incoerenza :: una delle cose che infastidiscono di più la corvina è l'incoerenza. Insomma, se prima si dice una cosa poi non se ne fa un'altra, bisogna essere sinceri e coerenti, altrimenti non si raggiungerà nessun obiettivo nella propria vita.

— il latte :: ebbene sì, Agathzea ha una totale repulsione per quel liquido bianco che solitamente i bambini adorano. Lei ha sempre, scusate il francesismo, schifato il latte e i suoi derivati, per eccezione del formaggio. Non si è mai capito il motivo di questo odio profondo verso il latte, probabilmente non si capirà mai.

— i bugiardi :: nonostante lei per prima si serva di qualche bugia bianca ogni tanto, Agathzea odia coloro che ne fanno troppo uso, perché alla fine perderanno la fiducia di chiunque sia loro accanto, cosa che assolutamente è svantaggiosa per costoro.

𝐏𝐀𝐔𝐑𝐄: 𝖎𝖑 𝖛𝖎𝖈𝖔𝖑𝖔 𝖔𝖘𝖈𝖚𝖗𝖔

Oh, di paure e fobie che affliggono Agathzea, nonostante la sua figura sicura e promettente, che ne sono a catinelle. La prima è l'𝐚𝐫𝐚𝐜𝐧𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚, ovvero una fobia specifica che comprende una paura irrazionale nei confronti di ogni tipologia di ragno. Può presentarsi in vari livelli di intensità, dal disgusto alla forma più forte di repulsione, fino a un livello di incontrollabile orrore che porta ad attacchi di panico, fuga e altre reazioni fuori della lucidità. In alcuni casi anche una foto o un disegno molto realistico di un ragno possono provocare la paura. È una fobia molto diffusa e a essa sono legati molti dei significati che il folklore e l'immaginario associano ai ragni. Si è sviluppata quando aveva soli quattro anni, dopo essersi persa nel bosco mentre accompagnava suo padre a caccia; si era ritrovata in mezzo ad una radura dove si erigeva imponente una enorme ragnatela tubolare, dalla quale erano fuoriusciti chissà quanti ragnetti neri che, probabilmente, si erano sentiti attaccati dalla curiosità invadente della piccola Agathzea. Da lì anche solo una raffigurazione di un ragno la rende isterica e la manda nel panico, nonostante i suoi fratelli più piccoli la prendano in giro con frasi come "ma dai! Hai ventidue anni, non cinque come Sorindis! Un po' di coraggio!" o altre, che fanno sempre fare una brutta fine ai tre con una pesante punizione.

La seconda è l'𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚, con la quale si indica la fobia di avere un destino avverso e di fallire. Questa fobia compare generalmente in individui di età compresa tra i 15 e i 30 anni e può presentarsi con sintomi che variano da persona a persona, ma che generalmente includono difficoltà respiratorie, tachicardia, fitte al petto, vampate di calore, ansia e volontà di sottrarsi alla situazione che causa questa paura. Trattandosi di una fobia specifica, non ne sono note le cause, tuttavia si è riscontrato che individui atichefobici mostrano i sintomi della fobia in coincidenza di situazioni alle quali sono collegate esperienze traumatiche pregresse.

Questa fobia va a braccetto con un'altra fobia di Agathzea, l'𝐚𝐭𝐞𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚. In poche parole, è la paura di non sentirsi all'altezza, di essere imperfetti o di usare parole improprie. L'atelofobia è classificata come un disturbo d'ansia, che influenza le relazioni personali e che si traduce in un costante senso di inadeguatezza. Fa credere che tutto ciò che si fa o dice sia sbagliato. Diciamo che questa fobia si sia sviluppata per il senso del dovere di Agathzea, i genitori l'hanno sempre positivamente spronata a dare il meglio di sé e da quel pensiero la giovane si è sempre data da fare in qualsiasi momento. Il problema è che rendere eccessivo questo pensiero l'ha pian piano portata ad avere paura dell'insuccesso e a uno svolgimento eccessivo di tutte le sue mansioni che, se non terminate come volevasi, la portavano allo sviluppo del solito: "ma l'ho fatto bene? Saranno orgogliosi di me?".

Analizziamo ora la quarta fobia maggiore di Agathzea, la 𝐩𝐡𝐚𝐬𝐦𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚. La phasmofobia è definita come la paura dei fantasmi (da non confondere con spettrofobia o eisoptrofobia).

Essa è una fobia persistente in alcuni individui che, specialmente nelle ore notturne, trovano difficoltà ad addormentarsi. La paura è di vedere le anime di persone defunte.

Talvolta i soggetti affetti da phasmofobia soffrono anche di insonnia. Effettivamente Agathzea non ha paura di vedere un fantasma, lei vive nel terrore di essere tormentata da uno spirito del passato. Diciamo che la ragazza sia un po' superstiziosa, forse è colpa anche delle storie e delle fiabe che si faceva raccontare da piccola, che spesso comprendevano un castello infestato o un uomo tormentato dagli spiriti del suo passato.

𝐃𝐈𝐒𝐏𝐎𝐍𝐈𝐁𝐈𝐋𝐈𝐓𝐀' 𝐀 𝐑𝐄𝐋𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈: 𝖕𝖎𝖚' 𝖔 𝖒𝖊𝖓𝖔

Non proprio. Da quando ha lasciato Danaemys ha dovuto farsi forza prima di poter tornare effettivamente ad avere altre relazioni, ma comunque ancora un po' paura ce l'ha. La cosa però non le impedisce di innamorarsi, cosa che effettivamente è successa, per questo motivo Agathzea non è ma è disponibile a relazioni, perché sarebbe interessata ad averne una.

𝐂𝐎𝐌𝐏𝐎𝐑𝐓𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎 𝐃𝐀 𝐈𝐍𝐍𝐀𝐌𝐎𝐑𝐀𝐓𝐀 𝐄 𝐈𝐍 𝐔𝐍𝐀 𝐑𝐄𝐋𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄: 𝖕𝖔𝖑𝖛𝖊𝖗𝖊 𝖉𝖏 𝖗𝖔𝖘𝖊

Come abbiamo visto con Danaemys, Agathzea sa come essere una persona romantica. Porterebbe l'amata su una collina di Amalthea, oppure in una radura dove sia facile guardare le stelle, per passare una notte assieme alla persona che probabilmente amerà con tutto il suo cuore fino alla fine della loro relazione e magari chissà, anche dopo di essa.

Cercherebbe di far sentire l'altra persona il più apprezzata possibile, affinché possa capire veramente quanto valga per lei e quanto le sia a cuore la sua felicità. Non sarebbe gelosa, anzi, si dimostrerebbe abbastanza aperta a relazioni (non amorose, ovvie) del partner, non vorrebbe mai opprimerlo.

𝐎𝐑𝐈𝐄𝐍𝐓𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎 𝐒𝐄𝐒𝐒𝐔𝐀𝐋𝐄: 𝖆𝖘𝖊𝖘𝖘𝖚𝖆𝖑𝖊 𝖔𝖒𝖔𝖗𝖔𝖒𝖆𝖓𝖙𝖎𝖈𝖆

Agathzea prova solo attrazione romantica verso lo stesso sesso, per questo motivo al giorno d'oggi si definirebbe asessuale omoromantica. Questa definizione ovviamente la giovane non la conosce, lei sa solo che le piacciano le donne e non gli uomini e che il sesso non sia qualcosa di rilevante nella sua vita.

𝐀𝐋𝐓𝐑𝐎: 𝖍𝖊𝖗 𝖘𝖔𝖓𝖌𝖘

» 𝐂𝐀𝐕𝐄𝐓𝐎𝐖𝐍 ;; 𝒋𝒖𝒍𝒊𝒆𝒕

» 𝐁𝐑𝐔𝐍𝐎 𝐌𝐀𝐑𝐒 ;; 𝒕𝒂𝒍𝒌𝒊𝒏𝒈 𝒕𝒐 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒐𝒐𝒏

» 𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓 𝐈𝐍𝐍 ;; 𝒕𝒂𝒌𝒆 𝒂 𝒉𝒊𝒏𝒕

» 𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 ;; 𝒘𝒐𝒎𝒂𝒏

» 𝐀𝐔𝐑𝐎𝐑𝐀 ;; 𝒓𝒖𝒏𝒂𝒘𝒂𝒚

» 𝐆𝐈𝐑𝐋 𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐃 ;; 𝒈𝒊𝒓𝒍𝒔

» 𝐂𝐎𝐍𝐀𝐍 𝐆𝐑𝐀𝐘 ;; 𝒉𝒆𝒂𝒕𝒉𝒆𝒓

» 𝐒𝐈𝐑 𝐂𝐇𝐋𝐎𝐄 ;; 𝒎𝒊𝒄𝒉𝒆𝒍𝒍𝒆

finalmente ho finito questo parto di scheda. sono 7509 parole, non so come sia riuscitx a farmele venire fuori dalle dita. sono davvero fierx di quello che è uscito con agathzea e spero che ti possa piacere, in caso ci fossero degli errori dimmelo affinché possa correggerli <33