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22 - a mali estremi, estremi rimedi

«io non me ne andrò mai via da qui»
«Shiori, fallo per tua madre, ti prego»
«ho detto di no» Misaki era distrutta. La vita le era sfuggita di mano, gli anni correvano via e la sua vita procedeva senza che lei potesse rendersene conto. Stava perdendo l'unica figlia che le era rimasta, suo figlio era morto, suo marito chissà dov'era finito, la sua famiglia l'aveva abbandonata. O lei aveva abbandonato la sua famiglia? Chi lo sa. Lei e la sua famiglia si erano persi di vista dal giorno del suo matrimonio, che non era nemmeno mai stato approvato dai suoi parenti, tantomeno da suo padre. Da allora lei e suo marito sono andati avanti da soli per la loro strada, chi poteva immaginare che un giorno l'uomo che Misaki credeva avrebbe avuto accanto tutta la vita ad un certo punto sarebbe sparito? Da quel momento tutto crollò a pezzi e ora Misaki aveva perso tutto. Anche l'affetto di sua figlia, che per la verità però non era mai esistito.
"Tua madre è solo preoccupata"
"No... Mia madre... Non mi vuole bene..."
Kasai e Hikari arrivarono correndo al cimitero, trovando la madre di Shiori prostrata ai piedi di sua figlia piangendo e la bionda ferma e immobile. Fredda. Ferma.
«Shiori» la donna corvina prostrata a terra si alzò subito appena sentì la voce di Hikari.
«v-voi... C-chi... Kasai!» appena riconobbe il rosso la donna si alzò incredula.
«c-cosa ci fai qui?» chiese speranzosa. Forse lui poteva aiutarla. E invece...
«dobbiamo portare via Shiori. Signora Arima la prego di perdonarmi per aver messo la vita di sua figlia in pericolo ma ora dobbiamo portarla via. Lei è in pericolo come tutti noi» Misaki era sconvolta. Non ci stava capendo nulla ma il suo istinto le diceva di non fidarsi di Kasai e di portare sua figlia con sé. E così urlò disperata. Urlava e piangeva, dava colpi a Kasai urlandogli di andarsene via, di lasciare stare sua figlia, gli diceva le peggio cose, doveva sfogarsi, ne aveva bisogno. Ecco la goccia che fece traboccare il vaso. Misaki non ne poteva più. Cadde sfinita a terra ancora singhiozzando. Hikari guardò Kasai e i due si intesero subito. Hikari avanzò verso Shiori e le mise una mano sulla spalla.
«Shiori... Ci hanno scoperti. Devi venire con noi» Shiori guardò in basso sospirando.
«io... Non posso... Lasciarli soli...» la corvina addolcì lo sguardo e il tono di voce, guardandola negli occhi.
«appena tutto sarà finito tornerai qui. Promesso.» Hikari sorrise e Shiori sospirò nuovamente.
«ok... Verrò...» l'inizio della sua fine.

~~~

«NAOMI? NAOMI!» Kasai urlava il suo nome disperato ormai, non la trovava da nessuna parte, né nel suo mini-appartamento, né nel bar dove spesso andava, non rispondeva alle chiamate, nessuno riusciva a contattarla. L'ultima spiaggia era chiamare la sua migliore amica, Akane. Kasai prese il cellulare e scorse nel registro chiamate fino ad arrivare a qualche mese prima, trovando la chiamata che aveva fatto sua sorella quando le si era rotto il cellulare e aveva preso in prestito il suo. Il numero era quasi sicuro fosse quello di Akane quindi cliccò su "chiama" e portò il cellulare all'orecchio, ascoltando i "bip" che emetteva il dispositivo facendo capire che dall'altro lato della linea il cellulare stava squillando.

~~~

Nella stanza buia il silenzio tombale venne rotto dalla suoneria di un cellulare proveniente da una delle tante stanze accanto a quella, del secondo piano della vecchia ditta.
«fa' spegnere quel coso!» disse irritato  Arata guardando la mora alla sua destra, seduta sul tavolo annoiata.
«ma sta' zitto. Finalmente si muove qualcosa! Stanno chiamando» ghignò la donna leggendo il nome del contatto che la stava chiamando sul cellulare. Lei scorse il dito sullo schermo e si schiarì la voce rispondendo alla chiamata.
«oh ciao Kasai!» disse con voce dolce e amichevole.
«cerchi Naomi? Oh mi dispiace non so proprio dove sia ora, ma se ti può aiutare puoi provare a cercarla all'indirizzo che se vuoi ti mando ora, lei frequenta spesso quel posto» affermò sempre con lo stesso tono simpatico arrotolandosi una ciocca di capelli attorno all'indice.
"Bene, bene, bene... Siete caduti nella mia trappola eh?" Pensò ghignando.
«molto bene allora ti mando la posizione per sms... Ma di nulla, Kasai!» disse per poi riattaccare.
«allora?» domandò il ragazzo biondo euforico.
«il piano procede alla perfezione, Arata. Si comincia finalmente» disse per poi sorridere malignamente. Iniziò poi a trafficare col cellulare e inviò in men che non si dica la sua posizione al ragazzo.
"Tsk, che idiota" pensò ridacchiando tra sé e sé.

~~~

«davvero?... Ah grazie Akane!» il ragazzo tolse il telefono dall'orecchio con aria vittoriosa e speranzosa.
«allora?» domandò Hikari un po' preoccupata.
«lei conosce un posto che mia sorella frequenta spesso a quanto pare. Mi ha appena inviato la posizione!» disse guardando il messaggio che gli era appena arrivato. Hikari si avvicinò al ragazzo, forse un po' troppo dato che arrossirono leggermente entrambi, ma lei si allontanò un po' e guardò anch'essa lo schermo del cellulare del ragazzo.
«conosco quel posto...» ammise la corvina scrutando attentamente la mappa sul telefono con un punto blu in centro.
«strano però... È un capannone di una ex ditta abbandonato decenni fa ed è molto fuori città...» disse la ragazza assottigliando gli occhi e portandosi io dito indice sulla tempia.
«come fai a conoscere quel posto?» domandò Kasai stupito.
«la vera domanda è: come mai Naomi dovrebbe frequentare un posto del genere? La cosa non mi torna. Comunque preferirei non parlarne ora del perché conosco quel posto» disse secca la ragazza, zittendo Kasai che iniziò a sospettare anche lui di quella bizzarra e discutibile posizione.
«la cosa non mi torna. Ma se ci ha indicato quel posto tanto vale andarci, no? Ma prenderei qualche precauzione prima» affermò con sicurezza Hikari riprendendo per il polso Kasai e iniziando a camminare, seguita anche da Shiori che intanto stava a testa bassa sperando di ritornare al più presto al cimitero, da suo fratello e dalla sua anima gemella.

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