Sonno- parte 1, Incubo.
Che Jean avesse molte difficoltà a dormire Marco se ne accorse la prima volta che rimase a dormire da lui.
In quell'occasione il giovane Kirstein continuò a rigirarsi nel letto fino alle due del mattino e a sbuffare; il giorno dopo, con poche ore di sonno alle spalle, Marco si trovò più volte sul punto di addormentarsi in piedi proprio per questo motivo.
"Non andrò mai più a dormire da Jean"
E invece, la sera, eccolo di nuovo per terra, avvolto tra mille coperte...e Jean a lamentarsi sul letto.
<<Jeeeean, >> lo chiamò con voce implorante verso l'una:<<Non ti senti bene?>>
<<Non riesco a dormire>> e detto ciò balzò in piedi.
<<Anche ieri non ci riuscivi, come mai?>>
<<Non lo so, la mia testa pensa, pensa e pensa ancora! Non riesco a farla fermare>> si lamentò.
A dirla tutta non era solo questo il motivo: da un po' di tempo a quella parte gli incubi avevano preso a perseguitarlo.
Era grande ed era circondato da grida di persone disperate, lacrime di persone ferite, sangue di persone morte e infine Marco.
Direte voi, Marco cosa? Marco morto?
No, Marco semplicemente...non era lì.
E Jean era solo mentre sentiva la vita di qualcuno che a lui era caro scivolargli tra le dita.
Ma tutto questo non lo disse e Marco semplicemente osservò le sue grandi occhiaie.
<<Hai provato a contare le pecore?>> se ne uscì con la cosa più banale mai pronunciata e Jean scosse la testa.
<<Allora provaci! Dai, io sarò qui al tuo fianco!>> disse Marco tutto entusiasta.
Jean lo guardò con occhi pieni di lacrime e tornò a letto:<<Non te ne andrai vero?>>
<<Nom temere, rimarrò qui>>
E Jean chiuse gli occhi.
Era buio, faceva freddo e per terra era sporco quando li riaprì. Indossava una divisa molto simile a quella dei militari e dei guanti, un fazzoletto di carta avvolto attorno al viso, a coprire la bocca e il naso.
Il sogno era diverso dal solito.
Ma una cosa era invariata: Marco non c'era.
Strabuzzando gli occhi continuò a camminare, diretto chissà dove. Avanzò barcollando, come se la terra minacciasse di inghiottirlo da un momento all'altro.
Ed eccolo lì, viaggiando tra i sogni, sempre e solo per ritrovare Marco.
E alla fine lo trovò. Prese a piangere e si gettò a terra, infischiandosene del sangue e delle possibili malattie.
<<Marco! Marco!>> prese a chiamarlo.
Ma Marco non rispose.
<<Jean! Jean!>> si sentì squotere e aprì gli occhi pieni di lacrime, dinnanzi a lui solo un sorriso preoccupato sfocato a causa delle lacrime.
Marco si era seduto sul letto e gli aveva fatto posare la testa sulle sue gambe, accarezzandogli i capelli.
<<Marco...sei tu? Sei qui?>> chiese con la voce strozzata dal pianto e circondandogli la vita con le braccia.
<<Te l'ho già detto: io sono qui. Io sarò sempre qui>>
E tutto ciò che Jean fece fu piangere ancora di più mentre Marco non lo lasciava andare.
Marco.
Una lacrima.
Marco.
Un'altra lacrima.
Marco.
Una terza.
Perché? Perché quell'incubo è diventato realtà?!
**Spazio pazzoidi in libertà (vigilata)**
Vedete che 3 cm fanno la differenza?! XD
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