Il cattivo e il compagno.
A quei tempi, il gioco prediletto da tutti era il salvataggio della principessa.
Per metterlo in atto tre erano gli elementi necessari: la principessa, il cavaliere e il cattivo.
Jean Kirstein, alla tenera età di quattro anni, era considerato il malvagio del villaggio.
A causa della sua altezza, di poco superiore a quella degli altri bambini, lui era sempre considerato il signore oscuro da sconfiggere.
Per portare a termine il gioco si doveva buttare Jean a terra e salvare la bellissima principessa.
A scagliarsi contro il nemico, oltre al cavaliere, c'erano anche tutti gli altri bambini del villaggio che interpretavano i soldati al servizio del re.
Per questo il giovane Kirstein tornava a casa con il corpo pieno di ferite ed escoriazioni.
Ogni giorno, il piccolo, assaggiava il sapore della terra e della polvere.
Quando la principessa veniva liberata, tutti esultavano lasciando Jean seduto sul terreno che cercava di trattenere le lacrime.
Fissando i ciottoli e arricciando il naso, il piccolo Kirstein stringeva i denti alzandosi fiero.
Senza che nessuno se ne accorgesse, tornava a casa salendo dritto in camera e buttandosi sotto il letto portandosi dietro le coperte.
Piangendo a dirotto e leccandosi le ferite, si sentiva finalmente al sicuro.
Una volta aveva provato a raccontare ai genitori ciò che subiva ma loro se ne erano altamente infischiati.
Il padre lo aveva addirittura sgridato dicendogli: <<Sii uomo!>>
Jean, da quel momento, aveva iniziato a piangere silenziosamente e in solitudine sotto il letto, immerso tra le sue coperte.
Ogni notte si addormentava con il timore che il giorno dopo tutto quello si sarebbe ripetuto.
Aveva paura di dormire, perché anche nei suoi sogni veniva perseguitato dai bambini del villaggio.
"Perché devo essere sempre io il cattivo?" Questo si chiedeva continuamente.
"Perché non posso essere il cavaliere che salva la principessa per una volta?
Non voglio essere il malvagio...sono solo"
Un giorno, i bambini decisero di andarci giù pesante con le loro spade fine intagliate nel legno.
Con forza iniziarono a colpire il corpo di Jean steso per terra.
Il piccolo Kirstein si coprì la faccia con le braccia cercando di proteggersi il più possibile.
La principessa venne liberata e Jean venne lasciato lì, a terra, da solo.
Con il viso sporco di fango iniziò a fissare il cielo che ai suoi occhi appariva spento, cupo, grigio.
"Non sono io il cattivo"
Si ripeteva mentre le ferite sul suo corpo iniziavano a bruciare.
Le lacrime gli salirono agli occhi ma lui le ricacciò indietro.
Zoppicante si alzò da terra e iniziò a camminare verso casa.
"Se proprio non posso essere il buono, almeno voglio un compagno di battaglia" riflettè mettendosi al sicuro nella sua tana.
Sapeva che nessuno avrebbe accettato di coprirgli le spalle.
Si addormentò piangendo e tremando.
Il giorno dopo, uno strano pensiero gli balenò in testa: "E se provassi a reagire?"
Jean iniziò allora a lanciare pugni in aria, prendendo qualche bambino di tanto in tanto.
Con l'aggiunta dei calci il cavaliere si ritrovò a scendere sul campo.
Con una spada di legno iniziò a lanciare fendenti al cattivo.
Jean indietreggiò e qualcuno gli fece lo sgambetto.
Di nuovo il sapore della terra.
<<Fermi!>> urlò qualcuno:<<Non è giusto! Perché lui è da solo?!>>
Nessuno degnò di risposta la voce e tutti tornarono a concentrarsi sul giovane Kirstein.
<<Basta, smettetela!>> continuava a gridare di tanto in tanto.
Finito il lavoro e liberata la principessa tutti i bambini se ne andarono.
Jean fissò il cielo orribilmente cupo con la vista che si appannava.
"Volevo solo un compagno"
Si mise seduto e cercò di alzarsi invano dal terreno.
Vide una mano avvicinarsi al suo viso e un bambino dai capelli castani sorridergli.
<<Ti aiuto a rialzarti>>
Jean lo osservò circospetto: <<Perché dovresti farlo?>>
<<Perché tu da solo non c'è la fai, così come non ce la fai a sconfiggerli>>
Jean serrò la mascella e strinse la mano che il piccolo gli aveva allungato.
<<Se vuoi domani posso combattere con te>>
<<Perché dovresti?>>
<<Perché voglio essere tuo amico>>
Jean non rispose troppo spiazzato da quelle parole.
Zoppicando se ne tornò a casa infilandosi sotto al letto.
Non gli sembrava vero di aver trovato un compagno di battaglia.
"Tanto, alla fine, di sicuro si schiererà di nuovo dalla parte del cavaliere" realizzò sconsolato arrendendosi all'evidenza.
Eppure, dentro di lui, una piccola speranza gli diceva che invece avrebbe combattuto al suo fianco.
L'indomani Jean si ritrovò circondato.
I colpi arrivavano da tutte le parti senza che lui potesse fare niente per pararli.
"Visto? Non è venuto"
Decise di arrendersi e prenderle di santa ragione quando un grido strappò l'aria.
Il bambino del giorno prima si faceva largo tra gli altri con due scudi e due spade di legno.
Ne lanciò una di ognuno a Jean e si misero schiena contro schiena.
<<Cosa diavolo stai facendo?>> sbraitò il cavaliere.
<<Aiuto il mio compagno!>>
A quelle parole a Jean venne da piangere ma, invece che farlo, iniziò a sorridere come uno stupido.
Aveva un compagno adesso!
I bambini si scagliarono contro i due che si difendettero egregiamente ma che lo stesso alla fine andarono al tappeto.
Stanchi, sudati e con il fiato corto, finalmente Jean si ricordò le buone maniere.
<<Io sono Jean>>
<<Io sono Marco>>
Jean guardò il cielo con vicino la testa del suo nuovo compagno di battaglia.
Il cielo non gli era mai sembrato tanto azzurro.
Marco...perché sto combattendo di nuovo da solo?
**Spazio pazzoidi in libertà (vigilata)**
Quando ti mandano la ship a donne dalla dubbia moralità tu fai una fanfiction su di loro :D
Spero vi piaccia :3
Cheshire~
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