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Nella foto sopra ci sono i vestiti che indossano per la festa Chloe e Jackson 😍

Non era mai stato in vita sua così ansioso per qualcosa.

La cosa che lo destabilizzava era che si trattava di una festa, per di più di Samantha.

Ci sarebbero stati tutti i suoi amici e le persone più stupide al mondo, come lo era lei e loro sarebbero entrati nella tana del lupo.

L'ansia che provava non era tanto per la festa, ma per le persone che ci sarebbero state.

La troppa folla e la marea di gente tutte ammassate a urlare ubriachi e sudati non gli piaceva.

Amava la tranquillità e la poca gente intorno a lui, cose che non ci sarebbero state quella sera.

Ian non era stato molto d'accordo sul fatto che entrambi andassero a una festa e per di più fuori città.

<<Non mi sento tranquillo se so che siete in mezzo a un branco di ragazzi ubriachi>> aveva detto non guardandoli, intento ad allacciarsi la cravatta grigio scuro al collo.

Come se gli importasse.

Li aveva "salvati" dall'orfanotrofio cinque anni prima, entrambi pensavano di avere una famiglia finalmente, di iniziare una vita normale e amorevole da parte di qualcuno.

I sogni però...rimangono sogni.

Non si era sforzato neanche un giorno di volergli bene, se ne stava tutto il tempo ad ammirarsi allo specchio o a scrivere al computer quando era a casa da lavoro.

Nessun bacio della buonanotte o un pranzo già pronto da lui.

Dovevano fare tutto loro.

Lavarsi i panni, passare lo straccio, cucinare e addirittura andare a fare la spesa.

Se fosse stato per lui sarebbero rimasti senza cibo per dei mesi.

La casa era enorme, una villetta a schiera nel cuore del New Jersey, ma la pulizia e la cura di essa non erano la sua priorità e dovevano farlo loro.

<<Non staremo molto, torneremo prima che tu sia tornato a casa dal lavoro>> aveva detto Chloe vicina a lui impuntandosi.

Lui aveva solo alzato una mano in segno di resa e gli aveva lasciato qualche soldo per arrivare a destinazione e tornare.

<<Se non tornerete prima delle due di stanotte, la casa sarà chiusa per voi e dormirete fuori>>.

Jackson era rimasto in silenzio, senza rendersi conto che la mano destra era un pugno con le nocche, che erano diventate bianche.

Solo una volta aveva litigato con lui pesantemente e gli aveva messo le mani addosso.

Ian di rimando lo aveva messo in punizione per un mese lasciandogli un bell'occhio gonfio e nero.

Ora era lì, con le sue solite cuffie nelle orecchie e gli occhi incollati al finestrino del taxi, che li avrebbe portati alla villa di Samantha.

Era vestito un po' più elegante del solito, ma solo perché glielo aveva chiesto Chloe, che ci teneva a quello che gli altri avrebbero pensato di loro.

A lui non importava.

Pensassero quello che volevano, lui sarebbe sempre rimasto se stesso.

Aveva una camicia a quadretti colorata di vari colori arrotolata fino a metà braccio, una maglietta a maniche corte sotto bianca, dei jeans strappati alle ginocchia con una catenina appena al fianco sinistro e le sue scarpe preferite, le Adidas bianche e nere.

Chloe aveva optato più per qualcosa di elegante e da festa.

Un vestito sopra floreale di un rosa tendente al bianco e sotto una gonna corta e aperta come un fiore bianco.

Ai piedi aveva dei tacchi bianchi, non troppo alti perché le davano sempre fastidio.

<<Come mai ti sei vestita di rosa? Non era il colore che più odiavi?>> le chiese ad un tratto sempre rimanendo con le cuffie alle orecchie, ma abbassando la musica.

<<Non è un rosa che fa schifo, come quello che mi fece mettere di forza suor Angelica molti anni fa! Tende al bianco e mi piace>> disse alzando le spalle e incavallando una gamba sopra all'altra.

<<Sei ansioso?>> le chiese sua sorella nel vederlo troppo silenzioso.

<<Non sono ansioso. Sto già pensando a quanti ragazzi dovrò tenere alla larga da te>> disse staccando gli occhi dal finestrino, per poi togliersi le cuffie iniziando a vedere la casa in lontananza.

<<Oh Jack protettivo. Ti preoccupi per tua sorella?>> disse lei ridendo e scuotendo la testa.

<<No, più che altro li sto aiutando. Sai quanto sarebbe difficile stare con una come te? Evito che tu li faccia impazzire>> disse con un sorrisino leggero sulle labbra.

<<Stronzo>> disse lei facendo la finta offesa, incrociando le braccia al petto.

Pagarono il taxi e si ritrovarono davanti a una villa enorme dispersa nel nulla.

C'era un cancello aperto che dava sul grande giardino curato e la musica si sentiva già da lì fuori.

<<Altro che casa...questa è una reggia>> disse Chloe vicino a lui a bocca spalancata.

Entrambi percorsero il vialetto fatto di ciottoli e si ritrovarono senza rendermene conto già davanti alla folla di persone, che ballavano e parlavamo tra di loro.

La musica era altissima e si faceva fatica a sentire se qualcuno ti diceva qualcosa.

C'erano palloncini e addobbi per un compleanno ovunque, due bar sulla loro sinistra davano drink alcolici gratis e un Dee Jey stava suonando musica da discoteca, in cima a delle scalinate di marmo.

Tutto era dannatamente perfetto e rispecchiava molto Samantha, che pur di stare al centro dell'attenzione faceva di tutto.

<<Io vado a prendere qualcosa da bere, tu vuoi qualcosa?>> chiese per rompere il silenzio Chloe, puntando verso i bar.

Sapeva che non avrebbero dovuto bere alcool, ma Ian non c'era, non avrebbero bevuto molto e poi era una festa, chi non beveva a una festa?

<<Quello che prendi tu, ma sbrigati non mi piac...>> stava finendo la frase quando Chloe alzò una mano e annuì capendo dove voleva andare a parare.

Non gli piaceva rimanere solo, in mezzo a gente che non conosceva e tutto quel casino lo metteva in agitazione.

Chloe come al solito lo aveva capito ancor prima che finisse la frase, lo conosceva troppo bene.

Si allontanò e sparì in mezzo alla folla di persone in coda, che non vedeva l'ora di annegare nell'alcool.

Si era messo in disparte, prendendo dalla tasca dei pantaloni le sue cuffie e iniziandole ad arrotolare e srotolare energicamente.

Lo faceva quando era nervoso e fare qualcosa, anche la più stupida lo faceva deconcentrare e pensare ad altro.

<<Benvenuto alla mia festa! Ti piace?>> disse una voce stridula, che riconosceva troppo bene.

Samantha.

Era vestita come se dovesse essere una sposa.

Aveva un vestito rosso acceso, che le scopriva quasi tutto il decoltè e stava in piedi su delle scarpe, che avevano un tacco da vertigini.

Era truccata troppo per i suoi gusti e i capelli erano stati tirati troppo, a formare una coda alta e ondulata.

<<Bella festa!>> disse soltanto senza troppo entusiasmo e lei lo notò subito.

<<Perché sei venuto se le feste non ti piacciono? Si vede lontano un miglio che vorresti tornare a casa>> disse lei guardandosi le unghie, per poi illuminarsi all'improvviso senza neanche farlo parlare.

<<Dov'è tua sorella?>> chiese lei guardandosi attorno, come se le importasse.

Da quando quella proposta gli era venuta alle orecchie, aveva subito pensato che fosse una trappola, ma non riusciva a capire come potesse esserlo.

<<È andata a prendere qualcosa da bere, tra poco dovrebbe tornare>> disse lui stringendo forte le cuffie.

Non gli piaceva stare solo con lei, la odiava a morte per tutto quello che faceva sempre a sua sorella.

Come era arrivata se ne andò lasciandolo da solo di nuovo, stava parlando con altri suoi amici appena arrivati e sprizzava sicurezza da tutti i pori.

<<Eccomi, cosa mi sono persa?>> chiese Chloe arrivando con due bicchieri blu di angelo azzurro.

<<Ti sei persa la tua più grande amica, Samantha era qui poco fa>> disse lui rimettendosi le cuffie via e prendendo il bicchiere che puzzava di alcool.

<<Spero che non mi veda. Non mi va di vederla>> disse facendosi piccola piccola, sperando che non la vedesse, così che la serata andasse bene.

<<Andiamo a ballare?>> chiese ad un tratto Chloe illuminandosi.

Lo prese per un braccio e lo trascinò a forza in mezzo alla folla di ragazzi, che ballavano sfrenati e già ubriachi.

A lui non piaceva ballare, al contrario di sua sorella, preferiva ascoltarla la musica.

<<Non so ballare! Sembro un pinguino zoppo, risparmiati questa figura>> disse lui già indietreggiando di un passo.

<<Pinguino zoppo? Questa è un'altra delle tante frasi che metterò nel libro che presto pubblicherò, si chiamerà -Dizionario di Jackson- ti piace?>> disse lei ridendo a crepapelle e sorseggiando il suo drink.

Non era tanto male, anche se lui e l'alcol proprio non andavano a braccetto.

<<Spiritosa>> disse facendole una smorfia.

<<Non ci vuole uno stile di ballo qui ! Non vedi come balla questa gente? Muoviti a caso e vedi che succede>> disse lei facendolo e iniziando a saltare a destra e a sinistra come una forsennata.

Rise.

La prima risata della giornata.

Seguii il suo consiglio e inizió a ballare un po' più contenuto, ma muovendosi a destra e a sinistra, con una destrezza da lasciarlo spiazzato.

Nel muoversi troppo energicamente, Chloe andò quasi addosso a un ragazzo, che subito si giró scansandola e si giró con due fessure verdi pronto a uccidere chi fosse stato.

<<Ancora tu?>> sentì dire a sua sorella allo sconosciuto.

Era un ragazzo alto quanto lui, muscoloso, con i capelli castano scuro, che gli ricadevano mossi sulla fronte e gli occhi di un verde chiarissimo.

<<Chloe! Guarda chi si rivede, pensavo che alla fine non saresti venuta alla festa dato il tuo poco entusiasmo , ma devo dedurre che ti sei ricreduta>> disse lui che aveva un bicchiere ambrato in mano quasi finito.

Era vestito con una camicia bianca aperta fino al petto, che gli faceva intravedere troppa pelle e dei jeans stretti neri, ma che a lui stavano bene.

<<Se mi vedi deduco di si>> disse lei facendo una faccia strana e quasi annoiata, continuando a sorseggiare il drink.

<<Non ci presenti?>> chiese Jackson all'oscuro della conversazione e voleva sapere chi fosse quel ragazzo misterioso.

Strano che sua sorella non gli aveva detto nulla, c'era qualcosa sotto.

<<Giusto perché non ci presenti>>

E detto ciò Chloe non poté non farlo, anche se controvoglia.

<<Jackson, lui è un ragazzo che ho conosciuto ieri all'ora di punizione pomeridiana in biblioteca, è il fidanzato di Samantha, ma solo lei lo sa e si chiama...>>

All'improvviso sua sorella smise di parlare come se si fosse resa conto di qualcosa.

Guardò prima l'uno e poi l'altro senza sapere che dire.

<<Oh scusami non mi sono presentato ieri, mi chiamo Ethan, piacere di conoscerti Jackson , tu sei?>> chiese lui allungando la mano in segno di amicizia.

Era strano quel ragazzo.

Nelle mani aveva dei guanti neri, che stavano bene con tutto il completo.

Non capiva perché li avesse, alla fine non era freddo.

Gliela strinse solo per educazione, ma il contatto fisico con qualcuno, che non conosceva gli dava fastidio.

Ad un tratto sentì stringendo il guanto nero, una specie di scossa leggera, come se dovesse prendere la scossa, ma questa lo deviasse.

Si costrinse a non pensarci, anche se gli era rimasto un brutto presentimento e i muscoli erano tesi.

<<Sono il suo rag...>>

<<È mio fratello, siamo gemelli>> disse velocemente, molto più di lui, Chloe.

Sapeva che non ci stava provando con sua sorella, ma ugualmente la cosa non gli piaceva e pur di non farlo avvicinare avrebbe trovato anche la scusa più stupida.

Poi ringraziò mentalmente Chloe, per averlo salvato dal fare una figura di merda, si vedeva che erano gemelli, non avrebbe retto la sua versione neanche per un secondo.

<<Wow. La somiglianza è notevole>> disse aprendo bene gli occhi solo ora e guardandoli meglio, come se prima non lo avesse notato.

<<Ora puoi anche andare>> disse lei voltandogli le spalle come niente fosse.

Non l'aveva mai vista così scontrosa e acida con qualcuno, si comportava così con qualcuno che le aveva fatto qualcosa tipo Samantha, ma lui che c'entrava?

<<No se non ti dispiace rimango, sai vorrei parlare con tuo fratello, cose tra uomini...>> disse lui avvicinandosi a Jackson e facendogli l'occhiolino.

Ma che cavolo voleva?

<<Ookk, io me ne vado a fare un giro, torno tra poco. Guai se gli fai qualcosa o ti strappo i capelli fino all'ultimo>> disse puntandogli un dito contro.

<<Cos'ha che non vanno i miei capelli?>> disse lui poi facendo il finto offeso toccandoseli amabilmente, come se fosse il suo gatto.

<<Chloe puoi andare, me la so cavare>> disse per fargli capire che non era un cucciolo da proteggere e che sapeva benissimo badare a se stesso, anche se lei si preoccupava per lui senza motivo.

Lei sparì, dopo poco svolazzando con il suo vestito floreale, nella folla.

Sperava di fare in fretta e di andarle dietro, perché davvero non ci teneva a stare da solo con lui, già non gli stava simpatico, ma alla fine chi era che gli andava davvero a genio?

<<Ti piace la festa?>> chiese lui toccandosi distrattamente i guanti neri e facendo un sorriso, che sapeva era finto.

Jackson aveva la dote di capire subito le intenzioni degli altri, chi faceva un sorriso falso e chi anche dietro la maschera, non era sincero.

Tutti con quella domanda!!

A lui le feste non piacevano per la troppa gente e confusione.

<<Niente male, è molto da Samantha non credi?>> disse guardandosi attorno per sottolineare, che era tutto un po' troppo sfarzoso.

<<Lo penso anche io. Non mi piacciono troppo le feste, troppa gente...>>

Jackson per un attimo si grattò la testa non riuscendo a capire.

Se qualche secondo prima lo aveva visto ballare come un forsennato, dietro a una ragazza, che gli stava oscillando addosso e lui stava ridendo.

<<Beh allora siamo in due>> disse per fermare i suoi pensieri e lasciar perdere.

Non doveva sempre capire tutto, alcune cose semplicemente dovevano essere un mistero.

<<Come mai i guanti?>> chiese lui curioso adesso, davvero non riusciva a capirne il senso.

<<Fobia dei germi>> disse lui velocemente e sicuro di se, come se avesse immaginato che glielo avrebbe chiesto e aveva già la risposta pronta.

Non fece commenti e annuì soltanto, per poi passargli il bicchiere quasi pieno, di quel liquido azzurro.

<<Non ti piace bere è?>>

Perspicace il ragazzo.

<<Non mi piace più che altro il bruciare dell'alcol nel corpo, preferisco altre cose>> disse alzando le spalle e quest'ultimo lo prese con grazia, ma con attenzione.

<<Da quanto vivere qui? Non vi ho mai visti in giro, solo a scuola>> disse lui ingenuamente, iniziando a bere il liquido a grandi sorsate, come se non gli facesse niente.

<<Cinque anni. Usciamo, forse non ci hai mai davvero notati fino ad oggi>> disse lui senza paura di averlo offeso, alla fine era quello che pensava e non nascondeva mai nulla.

<<So che siete orfani, mi dispiace molto>>

In quel mi dispiace molto, Jackson per la prima volta in quella conversazione forzata, ci vide sincerità.

Forse anche lui aveva perso qualcuno.

<<Le voci girano in fretta è? Non dispiacerti è diventata una cosa normale per noi>>

Ed era vero.

Avevano imparato a difendersi da soli, a ricevere amore solo l'uno dall'altra, a vivere insieme, ma senza qualcuno che si prendesse cura di loro.

Nessun amore sarà così grande, in confronto a quello che diamo a noi stessi.

Nessuno ti amerà per sempre, le persone vanno e vengono, gli amori e le amicizie nascono e finiscono e lui lo sapeva bene.

Bisognava solo amare se stessi più di tutto, perchè solo chi impara ad amare il proprio io, riesce a donare amore agli altri.

<<Anche io ho perso i genitori da molto piccolo, mai conosciuti. Questa cosa mi ha solo reso più forte>> disse lui buttando da una parte il bicchiere vuoto e si giró a guardarlo.

Stava per aprire bocca quando un urlo si levò in aria.

Senza pensarci due volte iniziò a correre verso quella direzione, perché sapeva di chi era quella voce.

Non si rese conto che dietro di lui aveva iniziato a correre anche Ethan e in un istante si trovarono nel bordo di una piscina, che prima non aveva notato in mezzo a tutta quella gente.

Lo spettacolo che gli si parò davanti lo fece raggelare.

______________

Aveva lasciato suo fratello con Ethan anche se non avrebbe voluto, ma stare con lui la faceva innervosire senza un motivo, ed era meglio cambiare aria.

Aveva quasi finito il bicchiere e un po' l'effetto dell'alcol si faceva sentire, ma era ancora lucida.

Giró guardandosi attorno indisturbata per qualche minuto e come in un incubo, ecco la voce stridula di Samantha.

<<Chloe! Benvenuta, pensavo non venissi, ma mi fa piacere che ci sei. Ti stai divertendo?>> quella sua gentilezza non la convinceva, aveva uno sguardo strano, come un leone che aspettava di azzannare la preda.

<<Sono venuta, ma starò poco>> disse sorvolando la sua domanda, se si stesse divertendo.

Non voleva darlo a vedere, ma si stava divertendo e parecchio.

Ballare la calmava, la faceva sentire libera, la musica era bellissima e tutto era perfetto.

Però non le avrebbe mai dato quella soddisfazione, non a lei.

<<Vieni, sto per tenere un discorso>> disse lei facendosi largo tra la folla, con il suo vestito rosso acceso e troppo corto.

Prese il microfono e salì sul palchetto vicino alla piscina, che era enorme.

Chloe era a bordo piscina vicino a un ragazzo e a una ragazza, che aveva già visto a scuola, giravano spesso con lei.

<<Benvenuti e grazie di essere venuti alla mia festa. Spero vi stiate divertendo>> e un boato di approvazione e entusiasmo di levò nell'aria.

<<Ora è il momento del mio gioco preferito. Come potete vedere sulla piscina sono stati messi dei cuori colorati>>

Era vero.

C'erano una decina di cuori di ogni colore, che galleggiavano in superficie.

<<Dentro ognuno di essi c'è un biglietto, si gioca in quattro e per squadre. La prima delle due squadre che trova il biglietto con scritto "vincitore", vince la partita e avrà un regalo da me>> sorrise, uno di quei sorrisi diabolici, che solo una come Chloe avrebbe potuto vedere.

<<Decide la festeggiata chi gareggerà e io ho già i miei nomi>> disse scendendo da dove era e andando dritta verso un ragazzo e una ragazza poco distanti da lei.

Questi ultimi sorrisero e si posizionarono con ognuno una specie di canna da pesca tra le mani.

<<Gli sfidanti sono Adam e Chloe>>

E ti pareva.

Un applauso si levò dalla folla e lei strinse i pugni leggermente.

Sapeva che c'era qualcosa sotto, ma ancora non riusciva a capire che cosa.

Adam era il ragazzo, che insieme alla ragazza di prima erano vicini a lei.

Era il braccio destro di Samantha.

Si ritrovò tra le mani un bastone, per prendere i cuori e la gara ebbe inizio.

Non poteva ritirarsi, voleva farsi vedere competitiva e non una fifona.

Stava ben attenta a non avvicinarsi troppo al bordo, perché cadere lì per lei sarebbe stato un incubo.

Aveva preso due cuori, ma entrambi avevano il bigliettino bianco.

Adam era in silenzio, ma ne aveva presi di più di lei.

La gara sembrava andare bene, anche se era negata a prenderli, ma almeno non stava facendo una brutta figura.

Ad un tratto delle mani da dietro la spinsero.

Non sapeva chi era stato, non lo aveva visto.

Come in un incubo si ritrovò a cadere nel vuoto.

Urlò forte e poi in un attimo si ritrovò in acqua.

Era tutta bagnata e in lontananza stava sentendo delle risate intorno a lei.

Stavano ridendo di lei.

La più alta era quella di Samantha.

E come in un incubo, ecco che le tornò tutto più chiaro.

Samantha le aveva chiesto di venire, non perché ci tenesse o perché voleva fare numero, se c'era o no non faceva differenza, alla fine c'era un sacco di gente.

Voleva metterla in ridicolo, farla sentire una merda e così ridere di lei e della sua goffaggine.

Ecco perché tutto il suo entusiasmo nel vederla, lei era il fenomeno da baraccone della serata e tutta la scuola ne era stata spettatrice.

Iniziò ad affogare, se c'era una cosa di cui aveva paura era l'acqua e il non toccare il fondo.

Non è che non sapeva nuotare, ma era la paura che la paralizzava, non la faceva pensare in modo razionale.

La piscina era enorme e per un attimo le sembrò di stare in mare, immaginò che sotto di lei ci fosse una vastità immensa di animali marini enormi e il panico la assalì.

Iniziò a ingoiare l'acqua della piscina e nonostante cercasse di stare a galla e risalire, non ci riusciva.

Il trucco era colato dai suoi occhi e ora sembrava un mostro, i capelli erano incollati al viso e alle spalle, il vestito era fradicio e incollato al corpo.

I muscoli le facevano male per la tensione, i polmoni pieni di acqua le bruciavano fortissimo.

Si lasciò andare, non sentì più nessuna risata, ora tutti erano in silenzio e si erano allontanati impauriti, non stavano facendo nulla.

Anche Samantha era immobile, gli occhi sgranati.

Vide solo due occhi verdi nella folla, prima di chiudere gli occhi e sprofondare nel buio.

___________

Una volta arrivato, lo spettacolo che aveva visto lo fece rabbrividire.

Sua sorella era in acqua, stava affogando e tutti se prima stavano ridendo, ora erano immobili e in silenzio paralizzati.

Ethan di fianco a lui era immobile, le labbra una linea dura di tensione, non avrebbe fatto niente, come gli altri del resto.

Era stato uno stupido a venire, ecco quel brutto presentimento, la felicità di Samantha nel vederli, era tutto pianificato.

Sicuramente Ethan lo sapeva, lo aveva tenuto occupato per distrarlo e così far del male a sua sorella.

<<Dannazione>>

Si tolse le scarpe il più rapidamente possibile e senza pensarci due volte, si tuffò nella piscina.

Non fu difficile individuarla, era un'ombra piccola stesa nel fondo.

Aveva i capelli che svolazzavano intorno a lei come una medusa e era immobile, troppo.

La prese tra le braccia e con uno sforzo delle gambe tornò in superficie con fatica.

La adagiò sul bordo e si issò vicino a lei.

Tutti lo stavano guardando, nessuno aveva mosso un solo muscolo per aiutarlo.

Era fradicio dalla testa ai piedi e il cuore gli stava battendo troppo forte, per la paura che fosse troppo tardi.

Iniziò a farle il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca per qualche minuto.

Niente.

Il battito era basissimo, quasi nullo e il panico lo stava assalendo.

Lei era immobile, le labbra viola e la pelle più pallida del solito.

<<Avanti...>> disse continuando senza sosta, non si sarebbe mai arreso.

Deve vivere.

Non può lasciarmi.

Deve vivere.

Ce la farà.

Le parole che si ripeteva, cercando di rianimarla erano le stesse, come un mantra per cercare di stare calmo.

Quando tutto sembrava perduto e le lacrime stavano per solcargli il volto, ecco il miracolo.

Chloe sputò via tutta l'acqua che aveva nei polmoni e iniziò a respirare energicamente, per prendere più ossigeno possibile.

Aprì a fatica gli occhi e lo guardò.

Sicuramene era confusa e infatti non disse niente, ci provò, ma le sue labbra non produssero alcun suono.

<<Tranquilla, stai bene! Andiamo a casa>> le disse prendendola in braccio e facendosi spazio tra la folla di persone, che non aveva proferito parola.

Non si rese conto che stava camminando scalzo verso l'uscita della villa, avendo lasciato le scarpe lì, ma non gli importava in quel momento.

Tutto passava in secondo piano, se si tratta di sua sorella.

Aveva i capelli attaccati alla fronte e i vestiti attaccati al corpo, che ora lo facevano sembrare più muscoloso.

Chloe aveva chiuso gli occhi stanca e ora stava dormendo tra le sue braccia, ma tremava dal freddo e anche lui.

Presero il taxi del ritorno e Jackson chiese scusa al taxista , se gli avevano bagnato i sedili posteriori.

Pagò e gli lasciò il resto per farsi perdonare.

Entrarono in casa, che erano appena le due e di Ian nessuna traccia.

Per fortuna.

Andò a pensare distrattamente, perché chi glielo spiegava che cosa era successo?

Non li avrebbe più fatti uscire e questo non lo voleva, sua sorella non sarebbe stata più la stessa rinchiusa in casa, mentre a lui non faceva differenza.

La cambiò mettendole indumenti puliti e asciutti, prima di metterla nel letto sotto le coperte.

Si fece una doccia e si mise indumenti asciutti anche lui, la pelle era ancora gelida e non voleva immaginare quella di sua sorella.

Rimase più di un'ora sveglio seduto sul letto accanto a lei.

Di tanto in tanto le toccava il polso per sentire i battiti, era tutto regolare e lei stava dormendo beatamente.

Aveva avuto troppa paura di prenderla e si era ripromesso mentalmente, che non sarebbe più accaduto, non se c'era lui.

Non si rese conto neanche, di essersi addormentato sulla sedia di fianco a lei e di aver poi dormito lì tutta la notte.

Nel silenzio, la porta della stanza di Chloe si aprì leggermente e due occhi cristallini li stava guardando dormire.

_______________________________

Ciao a tutti!! 👋

Spero che questo capitolo vi piaccia 😍

Cosa ne pensate di questo Ethan?

Samantha ha agito bene?

Chi è la persona che ha spinto Chloe nella piscina?

Come mai Ethan porta i guanti sempre alle mani?

Lo scoprirete andando avanti nella storia, fatemi sapere che ne pensate 🙈

Al prossimo capitolo 😘

Baci 💜

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