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Oggi

Il dolore è come il mare.

Calmo, ti trae in inganno, perché sopra è una massa limpida e bellissima, mentre sotto si annida il male e anche se non si sente più dolore al cuore, comunque è lì pronto a divorarti nell'oscurità.

Mosso, quando le onde si increspano e si alzano andando a sbattere sugli scogli alla riva.

È un dolore che non se ne va, perché anche se ti sforzi a riprovarci e cercare di abbatterli, sai che non ci riuscirai mai.

Perchè il mare leviga la roccia, ci convive con quel continuo dolore e anche Chloe lo fa.

Si era svegliata di soprassalto avendo fatto un brutto sogno e quel brutto presentimento non se ne era andato neanche una volta vestita per andare a scuola.

Frequentava il liceo delle Scienze Umane, perché le piaceva studiare il corpo umano e anche quello delle piante e degli animali.

Era al quarto anno e per lei il tempo era volato, a scuola si trovava bene nonostante i compagni li odiasse, ma finché nessuno le rivolgeva la parola andava tutto bene.

Scese correndo giù per le scale di casa e una volta in cucina si accorse di non essere sola.

<<Ian>> disse fermandosi sulla soglia della porta guardando l'uomo davanti a se.

Era alto qualche spanna in più di lei, i capelli castani erano macchiati da qualche capello bianco, aveva una barba curatissima e gli occhi erano talmente chiari, che ti mettevano inquietudine solo a guardarli.

Era suo Zio, o almeno era sempre stato così per i cinque anni che aveva passato insieme a lui.

Era sempre vestito troppo bene, camicia bianca stirata e abbottonata con cura.

Giacca e pantaloni coordinati neri e una cravatta blu scuro gli scendeva dal collo, dandogli un'aria importante.

<<Chloe>> disse non degnandola di uno sguardo, continuando a leggere il suo giornale mattutino e bevendo il suo solito caffè poco zuccherato.

Se ne sarebbe andato nel giro di pochi minuti e non si sarebbe fatto più vivo fino a sera tardi.

L'unica volta che era rimasto a casa, si era richiuso nel suo studio e da lì non ne era più uscito.

Diceva che faceva l'avvocato.

Lavoro importante e che ti occupava molto tempo, ma a Chloe non importava, alla fine nè lei nè Jackson erano legati a lui.

Erano entrambi abituati alla solitudine.
Avevano finalmente trovato qualcuno che avrebbe dovuto prendersi cura di loro e invece pensava solo a se stesso.

Jackson era di fronte a Ian che come al solito
aveva le cuffie alle orecchie e stava mangiando un biscotto al cioccolato intingendolo nel thè.

In mezzo a entrambi c'era un posto vuoto, con già pronto un latte e caffè fumante, su una tazza blu con qualche pesce disegnato a tratti sul bordo.

Era il suo posto.

Si sedette e sorrise a Jackson che le sorrise di rimando avendola sentita entrare nonostante non si fosse girato.

Aveva la straordinaria dote di sentire tutto e di percepire ogni cosa intorno a lui pur non stando attento realmente a cosa gli accadeva attorno.

Era stato lui a prepararle la colazione, lo sapeva benissimo perché lui la conosceva benissimo.

Ian non si era neanche mai scomodato di chiederle che cibo preferiva o che cosa le piacesse, figurarsi se sapeva che cosa prendeva a colazione.

Al contrario di Jackson, lui sembrava sempre assente, assorto nei suoi pensieri e nel suo lavoro.

Iniziò a mangiare una pastina alla crema posta sul tavolo vicino al latte e una volta finita la colazione silenziosa, lei e suo fratello uscirono per andare a scuola.

<<Dormito bene?>> chiese al fratello che stava arrotolando le cuffie tra le dita e le riponeva nella tasca dei jeans chiari.

<<Abbastanza anche se Ian non è proprio così silenzioso quando dorme>> disse lui con una nota di sofferenza nella voce.

La scuola non era tanto distante da casa e in breve tempo arrivarono con i loro zaini in spalla qualche minuto in anticipo.

<<Mh io sono fortunata, dormo beatamente bene>> disse ridendo facendo così scuotere la testa a suo fratello per la disperazione.

Non era vero.

Lei non dormiva poi così bene.

Da qualche settimana aveva iniziato ad avere notti insonni e si svegliava trattenendo le urla e con le mani tremanti.

La cosa che la preoccupava di più era che non si ricordava niente di quello che aveva sognato, rimaneva sempre con quel brutto presentimento addosso, come se stesse per succedere qualcosa di brutto.

<<Oggi esco un'ora prima, ti aspetto direttamente a casa va bene?>> disse Jack iniziando a salire i gradini di scuola due a due.

Era più alto di lei di una spanna buona e nonostante avessero la stessa età, lui ne dimostrava qualcuno in più.

<<Beato te, io ho matematica le ultime ore>> disse alzando gli occhi al cielo perché era la materia che più odiava in assoluto.

Suo fratello faceva la sua stessa scuola, il primo anno lo avevano fatto insieme, poi li avevano separati perché vedevano che stavano sempre e solo loro due e non socializzavano.

Non era servito a niente separarli, perché ugualmente ognuno stava sulle sue.

Jackson dopo Karl non aveva più trovato un amico e Chloe beh, non ne aveva mai avuti.

Le prime ore passarono veloci, ma arrivata all'ultima ora di matematica non stava già più connettendo con il cervello.

<<Pss..>>

Era seduta nei banchi in fondo, non per sua scelta, ma ogni volta era sempre l'unico posto libero e non sentiva mai niente.

Per fortuna matematica non la ascoltava mai, era suo fratello il genio in quello e si faceva aiutare da lui nei compiti.

O glieli faceva fare...

Si giró nella direzione della voce e scoprì che era la ragazza più odiosa della scuola e ovviamente l'aveva lei nella classe.

<<Cosa vuoi?>> disse spazientita guardandola male.

Quando c'era lei nei paraggi c'erano sempre guai e lei cercava di starne fuori senza successo.

<<Come siamo acidelle! Voglio solo parlarti>> disse scribacchiando qualcosa su un foglio tagliato male e glielo passò senza farsi vedere.

C'era scritto: "dopo la scuola vediamoci nel parcheggio, devo dirti delle cose"

Non era sicura che volesse confidargli qualche segreto o dirle che era sua amica e che avrebbero dovuto fare tregua, ma annuì perché lei non riusciva proprio a non trovare i misteri interessanti.

<<Signorina Robinson e Signorina Smith?>> ecco che le aveva sorprese a non ascoltare la lezione e ora si sarebbe presa l'ennesima punizione per averle solo dato retta.

<<Dato che invece di prestare attenzione alla lezione vi mandate bigliettini d'amore, oggi pomeriggio farete i compiti in biblioteca>> disse per poi non voler sentire obiezioni, nonostante le proteste di entrambe.

Finite le lezioni, si incamminò verso la biblioteca furibonda.

Poteva andarsene a casa e riposare mentre ora doveva stare tutto il pomeriggio in compagnia dell'arpia.

Si legò i capelli in una coda morbida sulla nuca, pronta a un pomeriggio molto intenso.

Si sedette lontano da tutto perché non voleva essere disturbata, se avesse dovuto studiare lo avrebbe fatto da sola e senza di lei.

Scrisse velocemente al telefono a Jackson che era già a casa da un pezzo e che la stava aspettando.

"Purtroppo arrivo tardi perché quell'arpia di Samantha mi ha fatta mettere in punizione. La cosa bella è che l'ha presa anche lei e ora stiamo per stare insieme in biblioteca...credi che scoppierà la scuola?"

Prima si sentiva il rumore dei suoi tacchi e poi arrivava lei, ed eccola in ritardo entrare dalla porta principale della biblioteca con al fianco un ragazzo.

Aveva occhi verdi magnetici e le camminava al fianco, stando però a debita distanza da lei.

Era alto e muscoloso, diciamo il più bello della scuola e ovviamente non l'aveva mai degnata di uno sguardo.

Non che lei volesse i suoi occhi addosso, non gli importava davvero di qualcuno, ma era tanto per dire.

Chloe lo aveva già visto, era il suo ragazzo per quanto ne sapeva e la seguiva ovunque come un cagnolino addomesticato.

<<Allora? Non hai delle scuse da farmi per avermi fatto prendere una punizione senza che io avessi fatto nulla?>> le chiese girandosi verso di lei con le braccia incrociate.

<<Zitta. Tanto anche io l'ho presa per colpa tua, per cui la prossima volta magari cerca di leggerlo senza farti scoprire>> le disse ovviamente dandole la colpa.

Si davano la colpa a vicenda su tutto e non andavano mai d'accordo su nulla.

Era maledettamente perfetta e lei la invidiava un po', ma ovviamente non l'avrebbe mai saputo nessuno.

<<Colpa mia? Se magari avessi aspettato la fine dell'ora per inviarmi uno stupido bigliettino ci saremmo risparmiate il pomeriggio insieme>> e detto ciò si giró e tirò fuori il libro di matematica tutto scarabocchiato.

Lei era una ragazza ordinata, ma mai come suo fratello, era ossessionato dalla pulizia.

Non era così quando si trattava di matematica e quindi tirava via i lavori non pensano a scrivere precisa.

Per buona parte del pomeriggio aveva studiato, se si poteva dire così, distraendosi parecchio per ogni minimo rumore.

Quel rumore era la voce di Samantha che parlava con il ragazzo di fianco a lei o per lo meno si pavoneggiava molto apertamente, come se lei non ci fosse.

<<Comunque oggi volevo dirti che faccio una festa a casa mia domani sera e che siete invitati tu e tuo fratello>>

Chloe sgranò gli occhi non credendo a quello che aveva appena sentito.

Lei che la odiava l'aveva invitata alla sua festa di compleanno?

Beh si, tutti sapevano quando festeggiava perché faceva la festa più bella della zona, con tanta musica e da bere ovunque.

<<Perché dovrei venire? Dove sta il tranello?>> chiese non fidandosi delle sue parole.

Faceva bene a non farlo perché trattare con lei era come trattare con il diavolo, non sapevi mai se facevi bene oppure venivi pugnalata alle spalle.

<<Quale tranello! Non che ci tenga alla tua presenza, ma servireste per fare numero..sai la popolarità>> disse gesticolando con le mani con fare da spocchiosa.

<<Se decidiamo di venire ci vedrai, per ora è tutto in forse>> disse non dandole una vera risposta e in quel momento le arrivò un messaggio.

Era di Jackson.

"Non vorrei essere al tuo posto! Buona fortuna sorella"

Sospiró e per il resto del pomeriggio tutto filó liscio, quando ecco una voce dietro le sue spalle .

<<Non ti piace proprio matematica vedo>>

Aveva parlato il ragazzo di Samantha che ora era sparita e lei non aveva sentito niente, troppo immersa in un suo film mentale mentre strozzava quest'ultima.

<<Da cosa si capisce?>> chiese corrugando la fronte, più che altro sul fatto che le stava parlando e senza un motivo preciso.

Era in piedi davanti a lei e dato che era seduta da quella prospettiva sembrava altissimo, faceva quasi fatica a scorgere il colore dei suoi capelli.

<<Dal fatto che stavi guardando una penna e questo per dieci minuti>>

Era vero, ma a lui non doveva dire proprio niente.

<<Quindi vorresti dire che mi stavi guardando?>>

<<Diciamo osservando>>

<<Perché mi osservi ? Guarda la tua ragazza, non voglio avere problemi>> disse chiudendo il libro e sistemando tutto perché era ora di andare via finalmente.

<<La mia ragazza?>>

<<Si Samantha tontolone>> disse alzando gli occhi al cielo mentre si alzava mettendosi lo zaino in spalla.

<<Non è la mia ragazza, chi te lo ha detto?>> chiese lui strabuzzando gli occhi.

Forse lo sapeva solo lei che era fidanzata.

Dentro di lei scoppiò in una potente risata perchè questa era davvero bella.

<<Me lo ha detto lei no? Va beh non mi importa, chiunque tu sia stammi alla larga>> e detto ciò lo sorpassó diretta decisa verso l'uscita.

<<Aspetta!>> disse lui andandole dietro con le sue gambe lunghe e la raggiunse in un istante.

<<Cosa c'è ancora?>>

<<Come ti chiami?>>

<<Chloe, finito l'interrogatorio?>>

<<Puoi andare acidella!>>

Cosa? L'aveva chiamata "acidella"?

<<Beh, ciao!>>

Si giró nel momento in cui Samantha faceva il primo passo nella biblioteca e senza neanche guardarla la sorpassò uscendo.

Una volta arrivata a casa non trovò Ian e da una parte era felice, perché non le avrebbe fatto la ramanzina, che doveva andare bene a scuola per il suo futuro e bla bla bla.

Andò in camera sua e appoggiò lo zaino andando poi a cercare Jackson.

Non fu difficile perché era in camera sua, con un libro in mano immerso nella lettura.

<<Hey si può?>> chiese come se dovesse chiedere per entrare, ma sapeva che era anche la sua camera e entró lo stesso senza la risposta del fratello.

<<Guarda lascia stare, oggi è una giornata da dimenticare>> disse buttandosi sul letto a pancia in giù, per poi osservarlo.

<<Togli quel libro e mi ascolti?>>

Lui sospiró e mise il segno per poi chiudere e stiracchiandosi le dita intorpidite.

<<Dimmi rovina finale dei libri>>

Rise, perché si in realtà lei era pessima nel tempismo.

Ogni volta che doveva dirgli qualcosa lo lasciava sul più bello del libro e lui aspettare e non sapere che cosa succedeva, lo faceva andare di matto.

<<Tieniti forte ! Samantha mi ha chiesto se domani sera andiamo alla sua festa di compleanno a casa sua>> disse tutto d'un fiato perché ancora non credeva alle sue orecchie per l'assurdità.

Jackson aveva strabuzzato gli occhi e si era seduto meglio sulla sedia ora attento.

<<Samantha quella che conosciamo noi? La vipera? La ragazza più stronza della scuola?>>

<<La ragazza più stronza della scuola sono io>> disse sentendosi offesa nel profondo.

Amava quando qualcuno le diceva che era stronza o che era senza cuore, lo era e alla fine era una cosa che aveva imparato ad apprezzare del suo carattere schivo.

<<Comunque si, proprio lei. Che vogliamo fare? Non ci andiamo vero?>> chiese speranzosa allungando il collo per sentire la risposta che voleva sentire.

<<Sarei tentato di dire di no perché come te odio stare in mezzo a troppa gente, ma è la prima festa della nostra vita, non sei un po' curiosa?>>

Un po' aveva ragione in fin dei conti.

Non erano mai stati a una vera festa, a parte quelle dell'orfanotrofio, ma non era proprio una festa.

Andavi a letto alle undici e oltre ai soliti babbei non c'era nessuno di interessante, come bibite c'erano succhi di frutta e niente musica.

<<Come fai ad avere sempre ragione?>>

<<È un dono>> disse alzando le mani al cielo facendo finta di essere l'onnipotente grandissimo.

<<Andiamo solo per la festa, per vedere com'è e se non ci piace ce ne andiamo>> disse rassegnata dallo sguardo emozionato e trepidante del fratello.

<<Va bene, promesso>>
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La stanza era fatta di legno, ma non di quello vecchio che non andava più di moda, era lucido e sofisticato.

C'era un camino spento da tempo in un angolo e un tavolo con delle sedie color nocciola in mezzo alla stanza.

Il cucinino era tutto marrone scuro con qualche sprazzo di bianco e il suo letto era in fondo alla stanza.

<<Chloe huh?>> stava intanto dicendo una donna dai lineamenti dolci in fondo alla stanza, mentre stava preparando una zuppa.

<<Si, ma è testarda non sta funzionando, non è interessata a conoscermi>> disse lui un po' sconfortato, ma anche arrabbiato perché nessuno lo aveva mai rifiutato così.

<<Tempo al tempo caro, collaborerà con noi>> disse lei spegnendo il fuoco e mettendo la zuppa in due piattini.

<<E se non lo facesse? Non possiamo lasciarcela sfuggire>>

<<Dovrai conquistarla, farla innamorare di te o solo farla diventare tua amica. Quando si fiderà di te allora potremo agire>> disse lei posizionando in modo ordinato la zuppa e si sedettero entrambi per mangiare.

Era sera tardi e il cielo fuori era pieno di stelle, ma faceva ancora freddo.

<<Ha un fratello, Jackson si chiama>> lo sapeva perché se lo era fatto dire da quella stupida di Samantha, pur di sapere informazioni su di loro doveva stare con quella odiosa.

Già il fatto che era stato gentile con quella Chloe mentre lo trattava così gli era costato molto.

Non era un tipo che correva dietro alle altre, ma per far sì che la missione andasse avanti doveva farlo, doveva fingere che le interessasse e che voleva la sua amicizia, tutto quello che in realtà non voleva.

<<Cerca di fartelo amico, dobbiamo fare in modo che collaborino con noi>>

E con quella frase la conversazione finì perché non c'era altro da dire.

Avrebbe dovuto mentire e lo sapeva fare bene.

L'avrebbe dovuta fare innamorare e lo avrebbe fatto.

Si sarebbe dovuto fingere amico di uno che reputa "problematico" e non sarebbe stato facile.

<<Ce la farò>> e con quella convinzione iniziò a mangiare.

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Ciao a tutti! 💜

Vi volevo ringraziare prima cosa per le visualizzazioni e il fatto che leggete la storia, mi rende molto felice 😍

Cosa ne pensate di Samantha?

E chi è il ragazzo dagli occhi verdi magnetici? Che cos'ha in mente? È buono oppure cattivo?

Ian, lo zio invece? Che ne pensate di lui?

Spero vi piaccia e presto dovrei aggiornare 😘

Baci stellari 💕

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