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𝑲𝒊𝒍𝒍𝒆𝒓 𝑸𝒖𝒆𝒆𝒏

~Deacury~

C’è un parchetto al centro del complesso condominiale dove abita Freddie.

Vive al pian terreno, lui e i suoi tre gatti e intravede dalla finestra del salotto, tra gli alberi del suo piccolo giardino, quel giardinetto dove i ragazzi si ritrovano a giocare a palla canestro e le mamme portano i bambini al parco giochi.

Freddie però sa che nell’angolo a destra del campo da basket ci sono sempre due ragazzini con i pattini a rotelle che se ne stanno per i fatti loro.

Ogni volta che va a casa di Brian, si siede su una sedia del suo balcone, con una sigaretta in mano, lo sketch book appoggiato sulle gambe e li osserva.

Osserva quei due ragazzini sui pattini, così belli, innocenti e maliziosi. Specialmente quello più giovane, Brian gli ha detto che si chiama John.

John.

Un nome semplice per un ragazzo così seducente.

L’amico gli dice che sono inseparabili quei due, che li vede sempre insieme come due ninfette e all’inizio Freddie aveva riso come suo solito, ma non gli ci volle più di tanto per cominciare ad intravederli come li ha descritti l’amico.

Specialmente i fulcro dei suoi pensieri, quel ragazzetto tutto gambe lunghe e capelli mossi dal vento quando pattina. Freddie si rende conto di ritrarlo molto spesso, il più delle volte occupa la maggior parte dei suoi sketch book. Lo studia, lo intriga, gli piace da morire.

Vorrebbe toccare quel corpicino magro e riempirgli il viso di piccoli baci.

Al contrario di Brian, lui non ha timore nel provare attrazione per un ragazzo così più giovane di lui; molte volte restano semplicemente a fissarli dal balcone di casa sua e si lascia andare ad apprezzamenti sul suo piccolo angioletto.

-Sai come li definiscono.- gli dice un giorno Brian mentre si accende la sigaretta e si sistema al suo fianco, sulla sedia a sdraio mentre i loro ragazzini continuano a giocare tra di loro.

Lui annuisce, scostandosi una ciocca di capelli lunghi dalla spalla per il troppo caldo.

-Sono solo commenti da idioti della palazzina, Darling. Sono dei ragazzini che sanno di essere belli e si lasciano guardare da noi.- afferma gesticolando appena nella loro direzione.

In quel momento John si allontana un istante dall’amico, pattinando verso la fontanella dell’acqua, Freddie lo segue distrattamente con lo sguardo. Prende una boccata dalla sigaretta, assottigliando il suo sguardo scuro.

-Non ti senti a volte sporco nel guardarli e pensare a quanto li vorresti nel tuo letto?.- gli domanda Brian e lui sghignazza appena.

-Bri, quando vai al British Museum ti senti forse un porco ad osservare i dipinti con raffigurati dei bellissimi nudi?.- afferma sicuro e l’amico sbuffa dal naso, ghignando e sistemandosi meglio sulla sdraio.

Freddie tiene la sigaretta tra l’indice e il medio della mano destra, gesticolando nella loro direzione.

-Immagina loro due come semplici opere d’arte che vanno osservate e ammirate da lontano, tesoro.- risponde buttando l’occhio verso il parchetto. John è chino alla fontanella, gli da le spalle ma quando ritorna da Roger, Freddie vede la maglietta gialla aderente e bagnata dall’acqua che gli gronda dal mento.

Il ragazzetto si asciuga con il dorso della mano e in quel momento vorrebbe essere solo lì di fronte a lui, tenerlo stretto con un braccio e succhiar via goccia per goccia da quella pelle bianca e liscia.

Piccolo tentatore.

-Non crucciarti per qualche sbirciatina e per pensarli mentre ti sei fatto una sega.- conclude non riuscendo a distogliere lo sguardo dal ragazzo e rimangono per un istante in silenzio, dopo la sua affermazione.

Poi Brian si schiarisce la voce con un colpo di tosse.

-Tu l’hai, uhm, li hai mai pensati mentre, insomma…- non conclude la domanda, la lascia in sospeso, ma è abbastanza inequivocabile quello che gli vuole chiedere.

Freddie termina la sigaretta, premendo il mozzicone nel posacenere. Poi lo guarda di sottecchi, alzando un sopracciglio.

-Se ti dicessi di sì?.- risponde e vede l’amico storcere la bocca in un piccolo broncio poco convinto.
-Beh, almeno non sarei solo io il porco tra noi due.-

***

Un pomeriggio in cui Freddie, di ritorno da alcune commissioni, passando vicino al parchetto per tornare a casa, intravede John allontanarsi da Roger per andare a prendere molto probabilmente un gelato.

Brian gli ha sempre detto che quel ragazzo, a metà pomeriggio, si ferma per andarlo a prendere e sempre qualcuno cerca di offrirglielo.

Lui rifiuta quei ragazzi che ci provano, ma Freddie si sente coraggioso quel giorno.

Manca poco alle quattro e il sole batte imperterrito su di loro.
Lo segue con lo sguardo, lo vede pattinare attraverso il campo da basket, gira attorno ad alcuni ragazzi che stanno giocando una partitella e arriva nelle prossimità del chiosco.

Anche sullo sterrato John non si toglie i pattini e Freddie non sa bene il perché, ma lo trova estremamente eccitante con quelli indosso.

Più di una volta aveva fantasticato nell’averlo nudo nel proprio letto e con solo quelli e i calzettoni ai piedi.

Forse gli ricorda quei porno in cui come protagonista c’è la classica ragazzina bionda, con i codini, innocente e i pattini a rotelle indosso. Perché John è un po’ così, sul limite dell’innocenza che vira presto verso l’erotismo del proibito.

Freddie si avvicina, come un gatto curioso, non teme un rifiuto. Lo sente parlottare con il gelataio, scegliendo un cono alla vaniglia, solo quello e lo vede portarsi la mano alla tasca dei pantaloncini gialli, così stretti sul suo culo da non lasciare proprio nulla alla sua immaginazione. Anche quelli sono stati molto spesso il fulcro di molti suoi sogni bagnati.

Poi però John si ferma, è successo qualcosa. Si controlla le tasche, si palpa appena le natiche per sentire se ci sono altri spiccioli ma nulla.

-N-non ho abbastanza soldi, mi-mi spiace- Freddie lo sente balbettare in modo ingenuo, rivolgendosi al proprietario del chiosco con tenerezza e forse per davvero è in imbarazzo per non potersi pagare il gelato.

Ormai gli è appena dietro le spalle, può quasi sentire il suo profumo d’estate, mentre i capelli gli sfiorano le spalle e nota quanto sia alto e slanciato.

Freddie allora si fa avanti, i soldi già in mano e il sorriso fintamente non curante.

-Te lo offro io, Darling.- afferma e non aspetta neppure che gli risponda o di scambiare uno sguardo con lui. Si allunga e dà direttamente nel palmo della mano del gelataio le monete giuste; ed è in quel momento che gli rivolge un’occhiata divertita, un’alzata di sopracciglio e un piccolo ghigno.

E John lo fissa con i suoi occhioni enormi, una espressione di stupore per quel gesto di galanteria. La bocca sottile si schiude appena, così dolce, così tentatrice.

Si guardano minuti infiniti, John adesso lo osserva con piacere, come se lo stesse aspettando e gli volesse dire che ci ha messo fin troppo tempo ad arrivare per offrirgli il gelato.

Il ragazzino sorride tenero, abbassando piano lo sguardo, con il cono in mano. Il gelato si sta lentamente sciogliendo per il caldo e un sottile rigagnolo bianchiccio gli cola sul dorso della mano.

-Beh, se è così.- sussurra mordicchiandosi piano il labbro inferiore. Freddie lo osserva attentamente, sentendo improvvisamente la gola seccarsi.

-Grazie.-

-Di nulla, dolcezza. E comunque io sono Freddie.-

La ninfetta allarga il sorriso, arrossendo non per colpa del sole. Si scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-John Deacon.- risponde delicato avvicinandosi appena a lui. Freddie ghigna.

-Piacere di conoscerti, John.- sussurra osservando con improvvisa bramosia, quel piccolo accenno di lingua rosa e invitante che scivola lentamente dalla bocca del ragazzino e lecca piano il gelato, continuando a fissarlo dritto negli occhi.

•'¨'°÷•..××,.•'¨'°÷•..§ 

Hii

Well non ho molte cose da dire.

Solo due

1. Questa è la prima parte, se volete posso anche pubblicare le parti maylor, però posso anche pubblicare solo le Deacury :D

2. Non so tra quanto tempo posterò, credo una o due settimane. Devo vedere se il mio umore è ancora a terra o no :).

Bye

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