~Capitolo 9~ Un segreto Rivelato~{Revisionato}✅
Erano trascorsi giorni e settimane, si avvicinava l'inizio del torneo. Ero ormai guarito dal infortunio alla caviglia, tornai ad allenarmi duramente insieme con i miei compagni di squadra.
Thomas il mister era orgoglioso delle mie doti calcistiche, gli allenamenti erano terminati ormai da tempo.
Notai che il mister aveva un’aria assente, mi avvicinai e sedendomi accanto a lui con un piccolo sorriso chiesi:
-Mister mi scusi, va tutto bene? Siete così triste qualcosa la turba? -
Thomas mi guardò ero triste, e lo guardavo in silenzio. Il mister mi sorrise, mi scompigliò i capelli e disse: -Tranquillo Liam, va tutto bene. Non è niente di grave, è che mi ricordi molto mio figlio. Ha la tua stessa età e la cosa più strana che ha anche il tuo stesso nome. Mi manca da impazzire. Commisi il più grande errore in passato. Scusami se ti sto annoiando coi miei discorsi. Mi dispiace.-
Avevo le mani strette in pugni sulle ginocchia e con gli occhi lucidi sussurrai: -Mi dispiace tanto, per lei e vostro figlio. Mister, non mi state annoiando tutt'altro, anche io a volte penso a mio padre. Purtroppo non so chi sia, non so il suo viso. Vorrei tanto abbracciarlo, dirgli che gli voglio bene, nonostante tutto, vorrei dirgli se mi vuole bene. O mi odia, lei crede che mio padre mi odia?- dissi con un nodo in gola.
In un istante il mister mi abbracciò, mi donò un caldo abbraccio paterno, nel quale mi lasciai andare e piansi tra le braccia del mister che mi sfiorava i capelli: -Tesoro, sfogati pure con me ti farà bene. Tu sbagli a dire che tuo padre non ti vuole bene. Come potrebbe odiare un ragazzo così speciale come te? Tu sei un tesoro-. Mi sussurrò in modo affettuoso.
Mi mancava la figura paterna nel ricevere quell' abbraccio affettuoso sorrisi e dissi: -Grazie papà! Ops, Ehm mi scusi mister che sbadato l'ho chiamato papà, che sciocco. Scusi- stavo per allontanarmi dal mister ma l'uomo mi afferrò per un braccio: - Aspetta Liam, dove vuoi andare?- chiese serio. Sorpreso mi voltai indietro, vidi in quell'istante Il mister, il mio allenatore sembrava così fragile, con lo sguardo basso dissi: -È strano, ma quando lei mi ha abbracciato, ho sentito una sensazione bellissima, forse è questo l'affetto paterno? Chissà. Mister mi scusi ma devo andare- risposi sincero. Lasciò la presa e con voce tremante disse: - Liam aspetta, non andare. Devo dirti una cosa importante- incuriosito, mi sedetti accanto sulla panchina del cortile, chiesi: - Cosa deve dirmi mister l'ascolto!- sussurrai impaziente. Thomas fece un respiro profondo, come per darsi coraggio. Infine rispose: -Liam, ascolta ho capito che c'è un legame tra di noi. Io sono tuo padre! Lo sospettavo, ma non ero convinto. Poi quando ti ho abbracciato, ho sentito che sei mio figlio! Liam, tesoro mio, perdonami per averti lasciato con la mamma. Ma avevamo divorziato, eravamo in crisi. Quando avevamo divorziato tua madre era incinta, nel suo grembo c'eri tu- disse con un tono serio.
Quella rivelazione mi sconvolse, con il batticuore dissi:
-Non so, proprio che cosa dire, Mister lei è davvero mio padre?! Sono così confuso!- sussurrai con gli occhi lucidi.
Thomas con un sorriso e un tono sincero disse:
-Sì Liam. Sono tuo padre, non posso essermi sbagliato! Questa è la prova- sfilò dalla tasca dei jeans blu marcati Calvin Klein il portafogli, dal quale sfilò una foto, mentre me la mostrava disse: -È l'unica foto che ho di te, che mi consegnò tua madre. Ecco questo bambino sei tu- nel vedermi da piccolo in quella foto fu per me una sensazione indescrivibile, compresi che il mio allenatore era davvero mio padre.
Con gli occhi lucidi sussurrai: -Allora, lei è davvero il mio papà, Che gioia! Ti voglio tanto bene- dalla gioia di aver ritrovato mio padre, gli gettai le braccia al collo e con gli occhi lucidi dissi: -Papà, adesso che ti ho finalmente ritrovato, nessuna cosa al mondo ci potrà separare! Vero?- Thomas con un sorriso mi accarezzò dolcemente i capelli, la sua mano destra mi sfiorò la guancia disse: -Saremo sempre insieme, non ci separeremo mai più-
Baciandomi la guancia. Mi sembrò di sognare, ero il ragazzo più felice al mondo, avevo degli amici che mi volevano bene, una fidanzata che mi amava, una madre molto dolce, e comprensiva che mi voleva bene.
E la cosa più bella che mi fosse accaduto era che avevo ritrovato mio padre che il destino mi negò di conoscere.
Cosa poteva desiderare di più? Mio padre mi prese per mano e insieme ci avviarono verso l'entrata dell'istituto.
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