20.
race day
c
Penso che quella domenica, contare quante persone erano sedute sugli spalti, vestite di rosso, fosse come contare quante stelle ci sono nel cielo.
Impossibile.
Era una massa rossa che gridava ininterrottamente il mio nome o quello di Seb, facendoci sentire a casa.
Ho sempre considerato l'Italia come una seconda casa: da jules, che aveva origini italiane, a Giada, anche lei italiana, fino alla mia entrata nella Ferrari Academy.
Vedere tutte quelle persone acclamarti e sostenerti era davvero rincuorante e soddisfacente, come se tutti i sacrifici alla fine siano serviti a qualcosa.
Però questo ti spinge a dover dare il massimo, non volendo deluderli, poiché si, potrai anche fargli scappare un sorriso, facendo una pole o il giro veloce, ma puoi anche essere la causa della loro tristezza, ed è come se un peso ti schiacciasse le spalle.
Per quanto mi riguarda avevo sempre dato il massimo, ho sempre cercato di far uscire il meglio di me, e quando commetto degli errori non riesco mai a perdonarmi del tutto.
A volte si sbaglia ad essere troppo duri con sé stessi, ma nel mio caso era inevitabile. Devo il mio posto attuale soprattutto a mio papà e a jules. Mi hanno sempre insegnato a non mollare mai e a continuare ad inseguire i miei sogni, ma nonostante siano venuti a mancare, so che sono sempre qui con me, a sostenermi.
Ed io non ho mollato tutto perché so che loro non avrebbero voluto che io lo facessi.
Non mi piace sbagliare, deludere la gente e deludere me stesso.
Deludere le persone che amo e che amano me.
È davvero un peso troppo grosso da sostenere.
Per questo, a 30 minuti dalla partenza, mentre guardo gli spalti ricoperti da fumogeni rossi e bandiere che svolazzano, cerco di concentrarmi, di escludere ogni cosa dalla mia mente, per avere più determinazione possibile e portare a casa la vittoria che aspetto da sempre.
Lo devo ai tifosi, che ogni giorno mi sostengono.
Lo devo a papà e jules.
A mamma, Arthur e Lorenzo
Lo devo al team.
Lo devo a Leila
E lo devo a me stesso, è anche ora che realizzi il mio sogno con la rossa.
narrator's pov
Mancavano 2 minuti alla partenza.
Era la gara dell'anno, la gara di casa.
La domenica i tifosi italiani sugli spalti o davanti le televisioni, impazienti di assistere all'emozione di quando, dopo tanto tempo, si è finalmente a casa. Oggi, più degli altri giorni, si chiamavano le rosse a compiere l'impresa più dura:
raggiungere il gradino più alto, non più occupato dalla rossa da 9 anni.
Da un lato il quattro volte campione del mondo, Sebastian Vettel, fermo nella sua anonima quarta posizione, chiamato alla rimonta.
Dall'altro il ragazzino Charles Leclerc, che con orgoglio torreggia nella sua prima posizione, davanti 9 titoli mondiali, con un sogno che insegue da bambino che si fa sempre più vicino, ma consapevole che gli ostacoli non sono pochi.
Le due frecce d'argento sono ancora lì, pronte a rovinare quella vittoria italiana che tanto si bramava.
Lo spegnimento dei semafori diede il via alla storia.
Di sottofondo ai suoni delle monoposto che sfrecciano, la voce di vanzini che racconta quello che a volte vogliamo sentire e altre invece no.
L'enfant prodige mantiene la sua posizione con i denti, ma il mastino che porta il nome di lewis Hamilton e che predomina nella classifica mondiale non sembra intenzionato a voler a mollare.
Intanto, il pilota numero 5 commette una sbavatura che lo porta a 10 secondi di penalità, dopo un contatto irregolare con la vettura di Stroll.
La strada per il sogno di una vittoria a Monza si oscura sempre di più, così come la sua esperienza e la sua bravura viene oscurata giorno dopo giorno dal talentuoso ragazzino.
Ragazzino che continuava a tenere testa a 5 titoli mondiali, che mettevano pressione.
Ma anche i campioni sbagliano, proprio come il numero 44, che lascia la sua posiziome commettendo un errore e perdendo di vista così una delle due rosse, che all'occasione scappa già.
Un boato di approvazione esplode tra i tifosi della rossa, consapevoli che forse la vittoria è più vicina di quanto pensino.
Ma il numero 16 non ha neanche il tempo di respirare, poiché all'attacco si fa sotto l'altra freccia d'argento, Valtteri Bottas, anche lui oscurato dalla figura predominante del suo compagno di squadra, nella speranza che per una volta, sia lui a battere il compagno.
La speranza negli occhi dei tifosi viene smorzata dalla piccola sbavatura, la prima aggiungerei anche, da parte del piccolo prodigio, che fortunatamente riesce a correggere mantendendo la posizione.
Ma la fiducia in lui, quella c'è ancora.
Si intravede l'ultima parabolica da percorrere. La gente arriva alla carne avendo finito le unghie dopo 53 agonizzanti giri, nell'attesa del verdetto finale.
E poi succede, quello che noi tutti aspettavamo.
"Il Predestinato VINCE il gran premio di Monza, dopo 9 anni Dopo 9 anni" queste le parole di Carlo Vanzini, con la voce quasi finita e la gioia ormai alle stelle.
C'è chi urla dalla gioia, chi piange dall'emozione, chi sventola le bandiere e chi ci si abbraccia.
A casa la gente salta sul divano, seguendo il consiglio di Guido Meda, a gioire per la vittoria di casa.
L'enfant prodige urla dall'emozione tramite il team radio, consapevole che il suo sogno è diventato realtà.
Sul podio suona l'inno più bello del mondo, quello di casa, che tutti orgogliosi cantiamo.
Lacrime sfuggenti esprimono l'emozione di tutti i tifosi, a testimoniare che la formula 1 non è solo uno sport.
Non sono solo macchine speciali che percorrono un tot di giri su un circuito.
La formula 1 è storia, è emozione pura.
Intanto si crede che forse il soprannome "predestinato" cominci ad andargli ormai stretto.
Ma ad essere sinceri, quando si parla di Charles Leclerc non si parla di destino.
Si parla di talento.
Dopo nove anni, il cielo di Monza torna ad essere rosso, grazie Charles.
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ho voluto dedicare un intero capitolo che seppur corto al gran premio di monza
ho riguardato charles tagliare il traguardo almeno 6 o 7 volte, e ogni singola volta delle lacrime mi sfuggomo dagli occhi.
La storia è quasi al termine, d'ora in poi tratterò solo della vita dei personaggi, in modo da concludere la storia
Spero la storia continui a piacervi, e volevo ringraziarvi per le 4,2K di visualizzazioni, chi l'avrebbe immaginato mai? be io no ahahaha
ps @lapoesiadeimotori_ è una pagina di instagram che scrive delle cose veramente emozionanti, e ho preso l'ultima frase dal suo post dedicato alla vittoria di charles a Monza. Fateci un salto non ve ne pentirete
all the love
Sxx
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