Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝗜4. Ho fatto un casino con Taehyung.

𝗦𝗲𝘂𝗹 𝗩𝗲𝗻𝗼𝗺𓆙

Deglutii con forza e posai la fronte contro il finestrino. Taehyung stava ancora guidando, non aveva detto una parola da quando eravamo entranti in macchina e non accennava a voler fare conversazione, anzi. Era arrabbiato, era furioso e lo vedevo dalle sue mani strette saldamente sul volante, il gomito posato sulla portiera dell'auto, la mano che gli torturava il viso come se fosse agitato, scocciato, irrequieto. Era incazzato, era un qualcosa che non lo avevo mai visto essere, sebbene non lo conoscessi da tanto. Lui non mi sembrava il tipo di persona che faceva intendere quando era arrabbiato, quando era felice e per questo quella reazione mi aveva preso in contropiede.

Per questo, avevo paura. Non avevo alcun motivo di avercene, ma era così. Avevo paura del modo violento in cui aveva chiuso la portiera minuti prima, della velocità a cui stava spingendo la sua macchina, del silenzio presente interrotto solo dal suo respiro pesante. I suoi occhi scuri, appena assottigliati a causa della sua fronte contratta erano fissi sulla strada e sembravano volerla incendiare con il solo pensiero. Perché si stava comportando in quel modo? Perché mi aveva trattato in quel modo? Era perché avevo pagato anche per lui? Ventimila won?

Sussultai sul sedile appena la macchina si fermò e sollevai lo sguardo fuori dal finestrino. Casa mia. Taehyung mi aveva riportata a casa. Non voleva andare in un posto? Mi girai verso di lui aspettandomi almeno un cenno, ma non ci fu niente. Non uno sguardo, non un minimo movimento. Il nulla totale.

«Scendi»

Quella parola fu dura, grattata fino in fondo la gola e pronunciata senza nemmeno guardarmi negli occhi. Sembrava che quel ragazzo fosse deluso da me, così arrabbiato da nemmeno volermi salutare come una persona normale avrebbe fatto.

«Taehyung-» la mia voce tremò e nemmeno io ne seppi il motivo, anche se avrei dovuto immaginarmelo. Avevo paura, ma non di qualcosa che lui avrebbe potuto fare. Ebbi paura di lui in quelle condizioni e basta. «Puoi dirmi cosa è successo? Se ti ho offeso in qualsiasi modo, mi dispiace- non era mia intenzione-»

«Ho detto scendi da questa cazzo di macchina, Hera»

Rimasi paralizzata da quel tono severo. Ci misi qualche secondo per registrare quella frase nella testa e appena lo feci aspettai che Taehyung mi dicesse che stesse scherzando, che fosse una battuta. Non accadde.

Ad un certo punto, il maggiore voltò di scatto la testa verso di me con la mandibola contratta, gli occhi marroni bassi sui miei, le sopracciglia aggrottate come a dirmi di muovermi, di andarmene, di non farmi più vedere. Bene.

Scesi di fretta da quella diavolo di auto e chiusi la portiera con quanta più forza possibile. Sperai gli si rompesse l'intera macchina.

Prendevo respiri pesanti mentre camminavo, mentre raggiungevo la porta di casa mia e sentivo l'auto di Taehyung sgommare alle mie spalle. Vaffanculo. Mi aveva trattato come una stupida, una specie di pezza da piedi, come se di punto in bianco lui avesse iniziato ad odiarmi. Era stato lui ad invitarmi fuori, ad accettare il mio secondo invito. Perché si era comportato in quel modo? Poteva trattarsi del mio gesto di pagare? Questo poteva giustificare una reazione del genere? Vaffanculo.

Chiusi violentemente la porta e portai le mani sul viso. Ringraziai i miei genitori per non essere a casa in quel momento, ma allo stesso tempo mi sentii più sola che mai. Stavo piangendo? Dannazione. Ero ridicola. Cosa mi importava di Taehyung? Di un quasi e probabile assassino? Non doveva importarmi niente. Lui doveva farmi schifo e basta. Io dovevo solo ringraziare che lui se ne fosse andato, che mi avesse riportato a casa e basta. Vaffanculo. Perché mi aveva trattato in quel modo?

Mi sentivo così patetica, così ridicola a piangere, a singhiozzare da sola in mezzo al salotto con la borsa in mano, i capelli sporchi, il petto che tremava assieme alle gambe. Odiavo quel tizio, quello stronzo, quel prepotente. Odiavo Kim Taehyung per quello che aveva fatto ad Hoseok, per avermi trattata come una nullità ma, più di tutto, odiavo me stessa per aver creduto che lui fosse quantomeno umano.

La porta di casa mia si aprì di colpo ed io feci un salto. Mi portai le mani sul viso e cercai di asciugare le lacrime, cercai di regolarizzare il respiro e di smettere di tirare su con il naso. Fu tutto inutile.

«Buonasera cameriera! So che sei stanca e che hai appena finito il turno, ma ho fatto la lista dei film da guardare! Spero tu abbia abbastanza patatine e-!»

Gli occhi felici ed eccitati di Hoseok, il suo sorriso splendente e raggiante si spensero nel secondo in cui la sua stessa attenzione si posò su di me. Il biondo abbassò le mani prima in aria ad esultare e posò le chiavi di casa mia sopra il mobile all'entrata. Rimase un attimo scioccato non tanto nel vedermi in quelle condizioni, dato che non era la prima volta, ma nel cercare di capire cosa stesse succedendo.

«Hera, cosa succede? Cosa diavolo?-»

Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere come una poppante. Portai le mani a coprirmi il viso e cercai di contenere i miei versi striduli e distaccati, ma fu tutto inutile. Il rumore dei miei singhiozzi aumentò anche quando sentii delle braccia circondare il mio petto tremante. Hoseok mi strinse a lui con forza. Mi lasciai andare contro di lui e portai le braccia sul suo collo, la mia fronte sulla sua spalla. Mi sentivo così debole, insulsa, ma avevo bisogno di questo. Avevo bisogno di un abbraccio del mio migliore amico, di essere ascoltata e amata.

Le mani di Hoseok raggiunsero le mia nuca e la mia schiena ed iniziarono ad accarezzarmi per cercare di confortarmi. Dopo pochi minuti, forse un paio, iniziai a calmarmi e a spegnere i rumori che uscivano dalle mie labbra fradice.

«Scusami, io-» mi staccai dall'abbraccio del ragazzo e scossi la testa nel deglutire. Tremò ogni singola parte di me, ma cercai di non farlo vedere. Hoseok non sapeva di cosa stava succedendo da una settimana intera e non avrebbe dovuto scoprire niente. «Oggi al bar è stata dura, Sungho è uno stronzo e- non-»

«Hera, sono stupido ma non coglione-» il biondo prese un fazzoletto dalle se tasche ed iniziò ad asciugare le mie lacrime. Io continuavo a singhiozzare, anche se cercavo di trattenermi. Dannazione. «Cosa succede? È da giorni che sei strana- perché non me ne parli? È per il debito che ho con Taehyung? Non devi preoccuparti, domani sera sarà tutto sistemato-»

Scossi velocemente la testa e mi presi il viso con le mani. Una mano stava sul fianco, l'altra sul mio volto. Camminai avanti e indietro per qualche secondo e mi offesi nelle maniere più pesanti possibili. Ero stata una stupida, un'idiota, una credulona e una bambina. Era vero che ora il debito di Hoseok era ritornato ad essere di quarantadue milioni e che lui avrebbe pagato la sera dopo, ma allo stesso tempo, io avevo nascosto tutto al mio migliore amico. Non era da me. Io ed Hoseok eravamo due fratelli, due migliori amici. Io amavo quel ragazzo con la testa fra le nuvole, dal corpo esile e magro, i capelli rovinati a causa delle continue decolorazioni, gli occhi sempre sorridenti e scuri dietro quegli occhiali. Io tenevo molto a lui, non gli avevo mai nascosto nulla e invece in quel momento gli stavo nascondendo qualsiasi cosa. Lo avevo messo nei guai senza che lui lo sapesse, ero uscita anche molto volentieri con il tizio che lo minacciava, che gli aveva venduto della droga e lo avevo trovato pure educato. Ero una pessima amica.

Hoseok avrebbe dovuto saperlo.

«Devo- c'è una cosa di cui devo parlarti»

Mi vergognavo persino di guardarlo negli occhi, di piangere davanti a lui non tanto per le lacrime, ma per permettermi di essere io quella a stare male a causa di una cosa del genere.

Il biondo rimase un attimo di sasso alle mie parole e lì io ripresi a piangere più forte. Non voleva che gli parlassi? Magari sapeva già tutto? Mi avrebbe odiato a morte? Avevo appena buttato via più di dieci anni di amicizia? Ero pessima in tutto, in qualsiasi cosa. Persino ad essere una buona amica.

«Hera, hey- calmati-» Hoseok circondò il mio petto singhiozzante con le braccia esili e posò un tenero bacio sulla mia fronte «Non devi nemmeno chiedere queste cose, okay? Io e te ci saremo sempre l'uno per l'altro così come è sempre stato»

Come è sempre stato. Era vero. In un modo o nell'altro, anche in baffo alla distanza, alla diversa posizione sociale, io ed Hoseok eravamo una cosa sola. Lui era quel fratellino pestifero che io non avevo mai avuto, io la sua sorella anagraficamente più piccola di lui che però si comportava come una sorella maggiore. Io amavo quel ragazzo, tenevo a lui più di qualsiasi altra cosa perché faceva parte della mia famiglia. Per mia madre e mio padre, sebbene loro continuassero a sperare che tra me e il biondo ci fosse qualcosa, lui era come un figlio. Io venivo trattata allo stesso modo dalla famiglia di Hoseok. Sua madre mi adorava, suo padre mi considerava la ragazza migliore che potesse finire al fianco del proprio figlio. Io ed Hoseok eravamo due fratelli ritrovati.

«Ho fatto un casino con Taehyung, merda- io-» scossi nuovamente la testa e cercai di calmarmi prendendo un grosso respiro. Da dove dovevo partire? «La mattina dopo la festa di Jimin sono andata a denunciare tutto alla polizia, e-»

«Cosa? Hera, cazzo-! Merda, dobbiamo- Taehyung non deve scoprirlo-»

«Lo ha già scoperto»

Le mie ultime parole fecero bloccare il biondo sul posto. Hoseok fu interdetto per qualche millesimo di secondo con le sopracciglia alzate, le labbra leggermente socchiuse. Era impietrito. Il ragazzo si sedette di peso sul poggiolo del divano quasi per impedire al suo corpo di collassare ed iniziò a passarsi una mano sul viso. Era davvero preoccupato, pieno d'ansia ed agitazione. Mi doveva star odiando in quel momento ed io lo comprendevo benissimo. Provavo le stesse cose.

«Quella sera stessa Taehyung e i suoi amici sono venuti dentro casa mia e-» la mia voce si spezzò ed io dovetti chiudere gli occhi per qualche secondo. Cercai di calmare i singhiozzi e di fermare me stessa dallo scoppiare a piangere per l'ennesima volta. Sperai nell'aiuto di Hoseok in questo, ma non successe. O era arrabbiato oppure scioccato. «Io sono andata da loro con i soldi per estinguere il tuo debito, ma-»

«Cosa- Hera, cosa hai fatto?»

«Taehyung si è arrabbiato e ha aumentato il tuo debito a ottantaquattro milioni»

Passai le maniche della mia uniforme sotto gli occhi per asciugare quelle gocce d'acqua salata. Mi sentivo così tanto idiota.

Hoseok spalancò così tanto lo sguardo che pensai che si fosse bloccato in quel modo. Non parlò, non disse nient'altro e rimase fermo a fissarmi come se non stesse credendo a niente di ciò che gli stavo dicendo.

«Per- per far tornare il debito alla somma originaria, io dovevo uscire con lui e- e siamo usciti insieme, okay? Ora è tutto a posto-» annuii freneticamente alle mie parole e mi avvicinai al biondo. Lo guardai dritto negli occhi e cacciai indietro le lacrime, sebbene alcune stessero scendendo lungo le guance. «Tu domani sera pagherai il tuo debito di quarantadue milioni e sarà tutto finito, te lo assicuro-»

«E allora perché stai piangendo? Ti ha fatto qualcosa?»

Hoseok cercò di calmarsi. Mi guardava dritta in faccia, aveva il respiro accelerato, le braccia lungo il corpo, le mani sopra le cosce piegate. Il biondo si alzò di scatto in piedi quando vide che io non risposi subito ed iniziò ad avvicinarsi a me.

«Hera, porca puttana- ti ha fatto del male?»

«No, no, lui- no» abbassai lo sguardo sui miei piedi e scossi la testa. Il mio intero viso pizzicava a causa delle lacrime e delle loro scie, la punta del naso che iniziava ad infastidirmi. «Sta sera- è solo che- gli ho chiesto di uscire a mangiare sta sera, mi dispiace Hoseok- siamo andati al McDonald's e gli ho offerto qualcosa, ma lui-»

Cominciai a piangere più forte e non a causa della cena, ma perché mi resi conto di quanto io fossi patetica. Perché ci stavo rimanendo così male per Taehyung? Per quel prepotente viziato? Solo perché sembrava tenero nel non aver mai mangiato un panino street food? A me cosa importava di lui? Troppo a quanto pareva.

Scossi la testa e mi coprii il viso con le mani. Ero io quella che doveva aiutare Hoseok, quella che doveva tenerlo a bada e al sicuro e invece mi stavo comportando come una bambina. Taehyung aveva solo giocato con me per chissà quale motivo e la cosa più brutta era che a me importava. Dannazione.

Delle mani forti si posarono sulle mie spalle obbligando i miei palmi a lasciare la presa sul mio viso. Hoseok sollevò con dolcezza il mio mento ed io riuscii a guardarlo negli occhi, sebbene le lacrime mi appannarono la vista.

«Devi dimenticarti di Kim Taehyung e di qualsiasi cosa tu provi per lui-»

«Io n-non provo nulla per-»

«Che sia amicizia, simpatia o odio, tu devi dimenticartene» Hoseok abbassò il busto per avere la faccia esattamente di fronte le mia. Io sbarrai gli occhi nel vederlo preoccupato, angosciato. «Quel tizio è pericoloso e l'unica cosa che può salvarti da lui è l'indifferenza, Hera- c'è un motivo se è soprannominato il Veleno di Seul»

Ancora quel dannato nomignolo, quella specie di soprannome che per me non era nemmeno comprensibile. Taehyung non era originario di Seul da quello che mi aveva detto lui. Perché lo chiamavano in quel modo?

Annuii freneticamente alle parole del mio amico e lui mi strinse ancora una volta contro il suo petto. Ne approfittai per asciugare le restanti lacrime contro la sua maglia soffice. Presi un grosso respiro e chiusi gli occhi nel sentire le braccia di Hoseok sulla schiena. Per fortuna c'era lui, per fortuna io e lui ci volevamo bene. A proposito.

«Kim e gli altri credono che sei il mio ragazzo»

Borbottai quella frase sul petto del biondo. Il ragazzo scosse le spalle a causa di una fragorosa risata che gli attraversò tutto il petto e che fece ridacchiare leggermente anche me. Era buffo considerarci fidanzati, sì. Però questo era quello che Taehyung e il suo amico inquietante delle patatine dovevano pensare.

«Invece di guardare gli addominali e i tatuaggi di quel tizio concentrati su Jungkook, mh?» le dita del biondo accarezzarono i miei capelli sulla nuca. Ridacchiai ancora nel sentire quel repentino cambio di argomento. «Lui è davvero figo e gentile- e soprattutto non spaccia»

Scossi la testa ancora, ma non risposi. Volevo rimanere lì attaccata ad Hoseok, farmi una doccia e andare a letto. Immaginai che Hoseok avrebbe dormito da me.

Ricco sì e scroccone sempre.

×××

Buona sera😏

•aaalllora, vi aspettavate una reazione del genere da parte di Taehyung? Diciamo che non è la persona più amichevole del mondo ma questo già si era intuito,
••quello che vi consiglio è di aspettare con ansia il capitolo di lunedì prossimo perché davvero ce ne saranno delle belle (e delle brutte obvs)

quiiindi, hobi ha finalmente capito cosa c'era sotto quello strano comportamento da parte di Hera. non lha presa malissimo, dai. poteva andare peggio

•nel prossimo capitolo vedremo hera ed hoseok assieme a Taehyung per restituirgli i soldi che hoseok gli deve e AAAAAA CI DIVERTIREMO (io molto, voi non tanto🌚)

fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, lasciate un commento o una stellina♡

al prossimo,

-J××

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro