𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 23. Tu colpisci me, io colpisco te.
𝙎𝙚𝙪𝙡 𝙑𝙚𝙣𝙤𝙢𓆙
Raccolsi i capelli in un chignon disordinato e lo fermai sopra la testa con un elastico. Uscii dal bagno e l'aria calda di quell'appartamento costoso come la mia vita fece rilassare ogni muscolo del mio corpo a partire dalle gambe nude, le braccia spoglie e il viso ancora umido a causa della doccia appena fatta. Mi sentivo meglio, più leggera sia fisicamente che mentalmente. Avevo addosso una maglia presa dai cassetti di Taehyung, dei suoi boxer proprio come la prima volta che ero andata a casa sua. In uno strano modo, non mi sentivo in pericolo o a disagio. Qualcuno doveva avermi dato una forte botta in testa.
Sgusciai fuori dal corridoio e cercai il ragazzo con lo sguardo, ma invece di vederlo, lo sentii. Forte e chiaro. Camminai lentamente verso il salotto non trovando ancora nessuno, ma sentendo la voce di Taehyung farsi più violenta e vicina a me. Il ragazzo stava urlando, ringhiando ed imprecando a voce troppo alta. Arrivai proprio davanti la grande portafinestra e lo vidi lì fermo con il petto nudo posato contro la ringhiera della terrazza, le gambe coperte da jeans larghi, la cintura sui suoi fianchi. Taehyung aveva un braccio sopra il metallo della ringhiera, l'altro vicino al collo che teneva fermo il telefono all'orecchio. Mi dava le spalle e per questo io riuscivo solo a vedere i suoi capelli arruffati, la schiena nuda e muscolosa che si contraeva ogni volta che lui parlava.
Un odore arrivò alle mie narici facendomi storcere il naso appena uscii dall'appartamento. Mi strinsi nelle braccia a causa del freddo, ma rimasi ad ascoltare cosa Taehyung stesse dicendo. Il maggiore era incazzato mentre ringhiava verso il povero malcapitato dall'altra parte della cornetta. La sua mano apparentemente libera si muoveva davanti il suo viso avvicinando e poi allontanando la sigaretta, il suo tono di voce era alto. Doveva pensare che io fossi ancora in bagno.
«Non me ne frega un cazzo di cosa pensa il tuo capo» i ringhi continuavano, il corpo del castano si muoveva. Ora non era più posato in avanti sulla ringhiera, ma dritto di fronte il panorama di una Seoul notturna. «Il patto era già stato accordato, l'unica cosa da decidere era il pagamento ed i metodi- lasciami finire, cazzo!»
Sobbalzai persino io a quel ringhio. Dannazione. Era davvero arrabbiato.
«Fissa un appuntamento con quel coglione, parleremo faccia a faccia- sì, digli pure che l'ho chiamato coglione e aggiungi anche che è una testa di merda, quel coglione-» Taehyung rise alle sue stesse parole e questo mi fece roteare gli occhi al cielo. Quel tizio prima o poi si sarebbe fatto uccidere.
Sobbalzai sul posto quando il castano iniziò a voltarsi verso di me. Ero morta?
«Mi ci pulisco il culo con i suoi-»
Le parole di Taehyung si bloccarono. La frase si fermò esattamente quando il suo sguardo si accorse della mia presenza davanti la portafinestra. Gli occhi del maggiore si assottigliarono di poco, la sua testa si inclinò nel far scorrere l'attenzione per tutto il mio corpo. Mi sentii praticamente nuda sotto quello sguardo, sotto quel ghigno divertito, ma allo stesso tempo pieno di malizia.
«Devo andare, digli che mi mandi un messaggio appena si sveglia fuori»
Taehyung chiuse la chiamata dopo quelle parole e mise il cellulare in tasca. La sua mano ancora si mosse davanti il viso, prese un po' di quel fumo tossico, lo tenne dentro di sé per qualche secondo e poi lo lasciò andare lentamente.
Abbassai lo sguardo imbarazzata, le mie braccia sotto il seno, le gambe una sopra l'altra, la schiena contro il muro.
«Come ti senti adesso?»
«Molto bene, grazie»
Pressai le labbra tra di loro e sorrisi appena. Parlavo a bassa voce, mormoravo quasi. Non era paura quella che sentivo, ma imbarazzo.
«Per cosa mi stai ringraziando?»
I passi del maggiore erano lenti, piccoli, ma precisi. Guardavo le sue gambe magre muoversi verso il mio corpo ancora incastrato contro il muro, il fumo che continuava ad uscire dalle sue labbra rosse ed umide. Sembrava di ottimo umore, contrariamente a pochi secondi prima.
«Per la doccia, i vestiti e-»
«Sei strana, lo sai?»
Il tono del ragazzo era sospettoso. Questo mi fece sollevare la testa verso di lui e mi sembrò un grosso errore. Il suo viso non era molto lontano dal mio, ma Taehyung continuava ad avanzare con quell'espressione beota che mi piantava al suolo.
«Perché dovrei essere strana?»
«Oh, non lo so- dimmelo tu, tesoro» il maggiore si inumidì le labbra nel fare l'ultimo tiro della sua sigaretta. Buttò il mozzicone a terra ed il suo sguardo non si staccò da me nemmeno per un secondo. Mi spiaccicai ancora di più contro la parete quando Taehyung mi fu proprio di fronte. Il ragazzo, non contento, posò l'avambraccio al lato della mia testa, l'altra mano libera, lo sguardo assottigliato. «Dovresti starmi lontano- è così che dovrebbero comportarsi la brave e perfette ragazze come te, no? Stare lontane dai cattivi ragazzi come me-»
«Io non credo che tu sia cattivo»
Taehyung scoppiò a ridere. Fu come se io gli avessi appena detto la barzelletta più divertente del secolo e lui non tentò nemmeno di contenersi. Osservai i suoi occhi assottigliarsi maggiormente a causa del grande sorriso, la testa inclinarsi di lato ed avvicinare il suo viso al mio nel far sfiorare le punte dei nostri nasi.
Sentii il labbro inferiore iniziare a tremare, gli occhi iniziare a pizzicare. Fanculo. Era la seconda volta quella sera che qualcuno mi rideva in faccia, che si prendeva gioco di me ed io ero stanca. Deglutii il nodo in gola e cercai di spingere via Taehyung da davanti a me e di rientrare in casa, ma lui me lo impedì. Entrambe le sue braccia si inchiodarono ai lati del mio viso, la sua risata andò scemando, ma non scomparve mai del tutto a giudicare dal suo sorrisetto ancora impresso in volto.
«Quali diavolo di problemi hai? Vaffanculo-»
«Fammi capire- posso picchiare il tuo fidanzatino, percuoterlo per settimane intere, prenderlo per il culo e a te non potrebbe fregare di meno, ma se ti rido in faccia mi mandi a fare in culo?»
«È da quando ti conosco che ti mando a fare in culo, razza di stronzo-»
Cercai nuovamente di spingerlo dalle spalle, ma questa volta Taehyung parve essersi stufato. Il maggiore afferrò i miei polsi con una grande mano e li riportò verso il basso costringendomi a stare ferma. Lo odiavo. Eppure, quel suo viso era così vicino al mio, il suo respiro calmo sbatteva contro la mia pelle fredda e umida, le sue labbra erano rosse, morbide almeno all'apparenza.
«Però non ti fai problemi a salire in macchina con uno stronzo, mh? A passare la notte nel suo appartamento?- dimmi, Hera, ti fidi così tanto di me?» le sopracciglia del maggiore si alzarono, il petto premette contro il mio coperto da una t-shirt, le sue gambe bloccarono le mie contro il muro. «Eppure, come hai detto tu, ti ho minacciato, ti ho toccato, ti ho sbattuto al muro- non sarà che forse ti è piaciuto?»
Il sorriso ebete non scomparve dal volto del maggiore. Mi sentivo così umiliata, così imbarazzata, ma allo stesso tempo c'era qualcosa dentro di me che pulsava così tanto da mandare forti vibrazioni per tutto il mio corpo. Era a causa della vicinanza di Taehyung, a causa del suo fare così possessivo, a causa di ciò che stava per succedere l'altro giorno a casa mia. Quel ragazzo mi attirava come se io fossi una falena e lui l'unica parvenza di luce nell'ambiente notturno, come se io fossi una drogata e lui la mia ultima dose. Mi rendevo conto da sola di quanto fossi ridicola, ma non potevo farci nulla. Kim Taehyung voleva giocare? Sapevamo giocare entrambi.
«Mi è piaciuto, in realtà- è la cosa che preferisco» sorrisi e staccai le spalle dal muro. Il maggiore fece cadere le braccia lungo i fianchi ed iniziò ad osservarmi. «Chiedi ad Hoseok o ai miei ex- loro erano bravi a sbattermi dappertutto-»
La mano di Taehyung si attorcigliò al mio collo premendo la mia nuca contro il muro. Mugugnai a causa della sorpresa e chiusi gli occhi, ma li riaprii subito dopo nel guardare ciò che ebbi davanti. Lo sguardo scuro del ragazzo era infuocato, quasi nero come un dannato demone. Le sue dita premevano ai lati del mio collo in modo da non soffocarmi, il naso contro la punta del mio, la sua fronte completamente spalmata alla mia. Il respiro ringhiato del ragazzo che mi colpiva in faccia.
Era incazzato, era furioso, arrabbiato era dire poco. Io, dal mio canto, non riuscii a trattenere un sorrisetto di vittoria. Avevo vinto.
«Signor Kim, non sarà forse geloso?»
«Ti sto avvertendo, Hera- smettila di giocare in questo modo-»
«Nessuno di intelligente gioca pulito»
Mi mancava il respiro, il petto si alzava ed abbassava velocemente, ma non era certo perché Taehyung stava premendo contro la mia gola, anzi. Era a causa di quegli occhi infuocati nei miei, a causa del suo sguardo pieno di rabbia, di qualcosa che io interpretavo come puro e semplice desiderio. Sembravamo due dannati animali.
«E tu credi di essere così intelligente, tesoro?» Taehyung si inumidì le labbra prima di sbuffare divertito. Avvicinò ancora la faccia alla mia ed io trattenni il fiato senza accorgermene. Mi feci piccola, indifesa. «Sei una dolce, innocua ragazzina che si romperebbe solo guardandomi negli occhi per più di qualche secondo-»
Mi liberai dalla presa e, velocemente, premetti le labbra sulle sue.
Chiusi gli occhi in automatico quando le mie mani si posarono sulle guance del maggiore, quando il suo corpo si fece fragile contro il mio. Sentii una scarica di brividi esplodere alla base della mia schiena, le gambe farsi molli e leggere come delle piume. Tutta l'aria fredda presente in quella terrazza fece spazio ad un calore che non ricordai di aver mai provato, le mie dita si intrufolarono nei capelli del maggiore, ma non osai muovermi. Lui nemmeno, ma mentre io mi resi conto solo dopo di cosa fosse successo, lui se ne rese conto subito. Cosa avevo fatto?
Mi staccai dalle labbra morbide del castano e sbarrai gli occhi nel guardarlo. Porca puttana. Respiravo affannosamente, fissavo Taehyung come a chiedergli se anche lui avesse capito cosa fosse accaduto oppure se fossi solo io l'idiota. Ero solo io.
Mi precipitai dentro casa senza aprire bocca. Portai le mani sul viso appena fui in cucina con davanti l'entrata per il terrazzo. Toccai le mie labbra ancora e ancora girando su me stessa, camminando in tondo per qualche secondo interminabile che a me sembrò qualche ora. Dannazione. Merda. Porca troia.
Sussultai sul posto quando la porta del terrazzo si serrò di colpo lasciando entrare Taehyung. Guardai di sfuggita il ragazzo silenzioso, ma lui non alzò lo sguardo. Prese un grosso respiro passandosi una mano fra i capelli e, subito dopo, si sedette sul divano dietro il tavolino. Lo osservai sfogliare il malloppo di carte che si era portato via dall'ufficio come se fossero la cosa più importante.
Cosa cazzo avevo fatto? Avevo rovinato tutto? Merda, merda. Ero una stupida.
«Vai pure a dormire, io resterò qui fino a tardi a correggere queste pratiche»
Taehyung parlò con un tono monotono, quasi seccato e non mi guardò nemmeno in faccia. Giurai di poter scoppiare a piangere da un momento all'altro, ma mi feci forza. Forse, se avessi fatto finta di niente, l'imbarazzo sarebbe sparito.
Deglutii nel fare veloci passi verso il divano e mi sedetti proprio accanto a Taehyung. Mi schiarii la voce sotto il silenzio del castano ed afferrai uno dei tanti fogli portandolo sotto il mio sguardo. Non ci capisco niente. Però potevo provare a fingere. Tutto per evitare quel terribile imbarazzo creatosi fra noi. Tutto per colpa mia.
«Posso- ti aiuto? Sarà il prossimo argomento del mio corso di azienda- serve una calcolatrice? Ti prendo una calcolatrice-»
Mi bloccai da sola quando qualcosa afferrò il mio polso con veemenza e fece cadere il foglio a terra. Terrorizzata lanciai uno sguardo a Taehyung e lo vidi con l'attenzione completamente rivolta a me, le sopracciglia abbassate, le labbra stirate in un'espressione quasi arrabbiata. Lo avevo fatto arrabbiare così tanto?
Non riuscii più a concentrarmi a dovere quando il maggiore tirò il mio braccio verso di lui ed io, in risposta, fui costretta ad avvicinarmi di più. Credetti che il mio cuore potesse scoppiare o scappare via dalla cassa toracica, che la mia testa avrebbe potuto lasciarsi cadere e rotolare a terra. Quegli occhi marroni, quell'espressione, quelle dita fredde sulla mia pelle debole. Dannazione a lui.
«Tu non sai cosa stai facendo, Hera»
«Non trattarmi come se fossi una bambina, Taehyung-»
«Certo che sei una bambina, cazzo- una bambina che non capisce-»
«Se la pensi così allora io me ne posso anche andare»
Mi alzai dal divano ed iniziai a camminare verso la porta d'uscita. Non ero andata da Taehyung per urlare, per arrabbiarmi o per scoppiare a piangere. Ero andata perché mi mancava, perché volevo vederlo e ora, fanculo, avevo rovinato tutto.
Sentii una mano sul mio fianco che tentò di agguantarmi, ma io fui ormai troppo vicino all'uscita dell'appartamento.
«Hera! Torna qui-!»
«Levami le mani di dosso-!»
Venni afferrata dalle spalle e girata con la schiena contro la parete come una diavolo di marionetta. Tentai di dimenarmi, ma Taehyung strinse la presa. Lo odiavo.
«Sei uno stronzo, sai solo usare le mani per-!»
Ogni mia minuscola quantità di rabbia, ogni mio nervo a fior di pelle, ogni fuoco acceso dentro il mio petto vennero tutti messi a tacere dalle labbra morbide del maggiore contro le mie.
Chiusi gli occhi in automatico quando la presa di Taehyung sulle mie spalle si fece più leggera, più gentile. Le nostre labbra si muovevano all'unisono, i nostri respiri erano l'uno più agitato dell'altro. Non riuscii a credere o a capire cosa stesse succedendo quando le mani del maggiore si abbassarono sulle mie cosce. Ansimai nel bacio nel sentire le sue dita fredde, gelide contro la mia pelle candida. Mi staccai qualche secondo dal bacio per prendere ossigeno, ma Taehyung non la pensò così. Gemetti nel sentire i suoi baci umidi, dolci ed insistenti sul mio collo. I suoi denti giocavano con il mio orecchio, le mani che frugavano per il mio corpo come alla ricerca di qualcosa.
Portai i gomiti sulle sue spalle quando il ragazzo mi fece attorcigliare le gambe contro il suo bacino. Ansimai ancora nell'avvertire un notevole rigonfiamento contro la mia intimità sensibile. Le mie dita giocarono con i suoi capelli, le nostre labbra si ritrovarono dopo nemmeno qualche secondo e nessuno dei due sembrò averne abbastanza l'uno dell'altro. Taehyung strinse saldamente le mani sul mio sedere, salì con esse fino alla mia schiena nuda ed arrivò alla mia nuca. Merda. Il ragazzo strinse i miei capelli in un pugno e mi obbligò a staccarmi dal bacio facendomi buttare la testa indietro. Il mio corpo era completamente sotto il suo controllo premuto contro la porta, con il petto largo e muscoloso del maggiore pressato contro e che pareva avere le convulsioni. Sentivo il tocco affamato, vorace di Taehyung sul mio viso, sul mio collo, sulla mia schiena. Il mio bacino si muoveva in automatico contro quello del ragazzo, le mie mani erano aggrappate alle sue spalle come se fossero il mio unico appiglio alla vita.
Vacillai appena quando il castano mi posò con i piedi per terra. Non riuscii nemmeno a sollevare le palpebre che le sue labbra furono nuovamente sulle mie, una sua mano sotto la maglia, un'altra che stava scendendo per la mia schiena fino a raggiungere il sedere che stringeva senza ritegno. Mugugnai nel bacio mantenendo gli occhi chiusi e non riuscii più a fare nulla. Le dita esperte del ragazzo tolsero in qualche secondo la mia maglietta gettandola a terra. Stetti per coprirmi il mio petto nudo con le mani, ma Taehyung le ancorò sopra la mia testa. Quasi gemetti a causa della sorpresa, ma riuscii ad aprire gli occhi. Trovai di fronte la sottoscritta due iridi marroni, un respiro affannato, un petto nudo, tatuato che si muoveva su e giù alla velocità della luce. Taehyung era arrabbiato, era accecato dal desiderio. Mi sembrò di poter svenire.
«Non provare mai più a nasconderti da me, siamo intesi?»
Il ringhio del maggiore mi fece perdere qualche battito. Non fui nemmeno sicura di essere riuscita a capire cosa lui avesse detto, ma non importò. Il ragazzo si spinse nuovamente contro di me e questa volta mi sollevò completamente. Allacciai le mani dietro il suo collo ed ansimai nel bacio, mentre aria fredda colpì la mia schiena nuda. Taehyung si stava muovendo, stava camminando con me contro il suo corpo, le mani ferme sul mio sedere, le labbra che si muovevano sopra le mie come se io fossi acqua e lui fosse rimasto in un deserto per decine di giorni.
Mi staccai per prendere fiato, ma mi ritrovai a boccheggiare in cerca d'aria. Le labbra rosse, morbide del maggiore raggiunsero il mio seno. Strinsi di più le mani contro la nuca del ragazzo, gli tirai i capelli e giurai di aver smesso di respirare.
«Merda, Taehyung, non puoi-»
Venni messa a tacere quando la mia schiena sbatté contro qualcosa di morbido e caldo, quando le labbra del ragazzo si attaccarono nuovamente alle mie. Taehyung mi intrappolò sotto il suo corpo con gli avambracci ai lati della testa, una gamba incastrata in mezzo alle mie in modo che io non potessi chiuderle. Cazzo. Non sentivo il mio corpo essere comandato dalla testa, provavo sentimenti carnali che non avevo mai provato prima. Il tocco di Taehyung era delicato sulla mia pelle, seppure lui fosse rude e quanto più maleducato possibile. Mi stava facendo andare fuori di testa.
Gemetti rumorosamente quando il ragazzo scese sul mio seno. Leccava, succhiava e baciava il mio capezzolo come se avesse aspettato di farlo per chissà quanto tempo, le sue dita indice e medio si divertivano a torturare l'altro pizzicandolo, massaggiandolo. Ad ogni suo movimento corrispondeva un mio verso stridulo, soffocato poi dal respiro pesante e affannato. Ero intrappolata sotto di lui, il calore del suo corpo che sovrastava il mio, i piagnucolii che uscivano dalle mie labbra quando lui si divertiva a mordere lembi di pelle, a leccarli e baciarli subito dopo. Stavo impazzendo.
La mano di Taehyung scivolò per il mio stomaco fino a raggiungere i miei boxer. Le dita magre, lunghe ed esperte accarezzarono il mio interno coscia ancora, ancora e ancora. I suoi polpastrelli sfioravano la parte centrale del mio corpo, il punto che stava pulsando, che io sentivo sarebbe potuto arrivarmi fino in gola. Sentivo di essere bagnata, sentivo il mio stomaco muoversi con tic nervosi ogni volta che Taehyung giocava con il mio centro ancora coperto dai boxer. Maledetto stronzo.
«Taehyung, Taehyung-»
«Dimmi, tesoro, cosa c'è? Cosa vuoi?»
Le labbra arrossate, umide del maggiore si incurvarono in un sorrisetto sghembo nel guardarmi dal basso. Il mio petto era alto a causa del gomiti che reggevano parte del mio peso, le gambe aperte e impossibilitate a chiudersi a causa del ginocchio del ragazzo messo lì in mezzo. Aprii la bocca per dire qualcosa, ma il pollice di Taehyung premette contro il mio centro ed io buttai la testa all'indietro cadendo sul materasso con la schiena. Il maggiore continuava a torturarmi con le sue labbra peccaminose che stavano baciando, leccando e mordendo ogni mio singolo lembo di pelle a partire dal capezzolo fino alle clavicole e poi fino all'altro capezzolo ancora. Mi stava distraendo. Non sapevo neanche dove io fossi, cosa diavolo stesse succedendo. Cercai di chiudere le gambe appena le dita di Taehyung colpirono lievemente il centro bagnato dei miei boxer, ma il suo ginocchio messo lì in mezzo me lo impedì. Cominciai a mugugnare, un misto tra il piangere e il supplicare Taehyung di fare quello che entrambi volevamo.
Mossi distrattamente il bacino in avanti e lasciai andare un sospiro carico di stress appena il mio clitoride si strofinò contro il tessuto duro dei jeans. Buttai la testa indietro e continuai a fare quel movimento ancora e ancora, ma Taehyung mi scoprì. Il ragazzo ancorò i miei fianchi al letto, si staccò dal mio seno per portare il viso proprio di fronte al mio e cominciò e sussurrare al mio orecchio mentre ancora sfiorava la mia intimità con la mano come e quando voleva lui.
«Sei così disperata, Hera? Non pensavo di doverti punire così presto-»
«Vaffanculo, Taehyung- v-vaffanculo-»
Persi un battito quando le dita del maggiore schiaffeggiarono violentemente il mio interno coscia ad un millimetro di distanza dal mio centro gocciolante. Piagnucolai ed iniziai a respirare in modo affannato quando Taehyung premette il pollice sul mio clitoride coperto, lo accarezzò dolcemente, picchiettò contro quel fascio di nervi ancora e ancora ed io non riuscii a fermare il mio corpo dallo scattare in avanti ogni singola volta.
«Ora non fai più la coraggiosa, mh?-» il ragazzo continuava a sussurrare contro la mia pelle bollente. Sorrideva, ghignava sopra il mio orecchio con le dita ferme in mezzo alle mie gambe, l'altra mano posata accanto la mia testa che riusciva a tenerlo in equilibrio. «Fa la brava e forse ti darò quello che vuoi, va bene bellissima?»
Quelle parole mi fecero ansimare più forte, mugugnare frasi o versi incomprensibili che nemmeno io capii. Mi morsi il labbro talmente tanto forte che mi feci male da sola. Cercai di muovere il bacino, ma Taehyung tenne ferma e bloccata quella parte debole del mio corpo.
Volli sotterrare la nuca nel materasso quando le labbra del maggiore presero di mira l'altro capezzolo. Non riuscii più a contenermi. Inarcai la schiena per andare incontro ai baci, ai morsi rudi del ragazzo. Dalla mia bocca uscivano solo ansimi, gemiti. Sentivo qualcosa premere con forza contro la mia coscia, le sue dita che continuavano solo a sfiorare la mia intimità troppo sensibile e dolorante.
Sapevo benissimo cosa Taehyung volesse, cosa lui avesse sempre voluto da me e cosa non era mai riuscito ad ottenere. Sottomissione.
«Taehyung, p-per favore-» giurai di avere qualche lacrima sulle guance. Grattai fino in fondo la gola nel parlare, nel sentire i denti del ragazzo stringere forte attorno il mio capezzolo torturato e rosso. «Per favore- fai quello che vuoi, ma ti prego-»
Squittii dalla sorpresa quando Taehyung tolse senza troppi problemi i boxer facendoli scivolare dalle mie caviglie. Tentai in automatico di chiudere le gambe, ma le forti mani del maggiore premettero contro le mie cosce e le spalancarono come niente fosse. Non riuscii nemmeno a protestare, a piagnucolare in risposta che le dita del ragazzo furono dappertutto. Santo Dio.
Roteai gli occhi al cielo nel sentire il pollice del maggiore sul mio clitoride che lo accarezzavano, lo picchiettavano con veemenza. Strinsi un lembo di lenzuolo quando qualcosa di caldo, di bagnato iniziò a farsi strada dal mio monte di venere fino al punto in cui le dita di Taehyung stavano lavorando. Cercai di alzare il busto per vedere il ragazzo e per poco non venni solo a quella vista. Morsi il mio labbro nel sentire la lingua del castano muoversi tra le pieghe bagnate della mia intimità dall'alto verso il basso, da destra a sinistra, mentre le sue dita torturavano il mio clitoride, la mia entrata fradicia e gocciolante. Feci cadere la mia testa all'indietro, il mio bacino si muoveva in modo incontrollato contro la lingua del maggiore, il suo naso che picchiettava contro il centro di nervi. Portai entrambe le mani sui capelli del ragazzo e li strinsi con forza alla pari di quanto piacere io stessi provando, di quanto vicino io fossi dal venire. Spingevo i fianchi verso il viso del castano, il mio petto si muoveva velocemente e mi sembrava di star correndo una dannata maratona. L'avrei vinta fra poco.
Chiusi le gambe per l'ennesima volta, ma trovai la faccia di Taehyung ad impedirmelo. Il suo indice si posò contro la mia entrata ed iniziò a fingere di entrare, a giocare come se tutto questo fosse divertente, mentre io stavo per svenire.
«Taehyung, T-Taehyung, per favore-»
«Va bene così?»
Il mormorio che fece mandò brividi a tutta la zona più sensibile del mio corpo. Annuii freneticamente e in quel momento il ragazzo spinse il dito dentro di me. Rimase fermo per qualche secondo nel cercare di farmi abituare muovendo la sua lingua e leccando qualsiasi cosa ci fosse di me, il pollice dell'altra sua mano che picchiettava in modo leggero sul mio clitoride. Credetti di vedere le stelle.
«A- verso destra- da destra a- merda-!»
Mi bloccai quando Taehyung fece esattamente quello che volli spiegargli io. Un paio di dita iniziarono a muoversi velocemente sopra il mio clitoride da destra a sinistra e viceversa. Il ragazzo aggiunse un altro dito dentro di me, le labbra rosse ed umide sporche dei miei umori che baciavano il mio interno coscia, che lo mordevano appena, che lasciavano segni rossi ed irritati. Merda, merda. Strinsi le mani sui capelli del ragazzo, inarcai il petto verso ed annaspai in cerca d'aria quando un familiare calore iniziò a formarsi nella parte bassa del mio stomaco.
«Più veloce- Taehyung- sto per-»
Un verso stridulo più forte degli altri lasciò la mia bocca prima ancora che io riuscissi a finire la frase. I miei fianchi avevano smesso di muoversi contro la faccia peccaminosa di quel diavolo, le mie braccia ai lati della mia testa, le gambe abbandonate a loro stesse a causa della mancanza di forza ed energia. Il mio intero corpo era pervaso da fremiti, da piccoli tic ed io non ero certo aiutata da Taehyung. La sua lingua continuava a muoversi per il mio centro bagnato ed ipersensibile pulendolo da qualsiasi mio umore fosse rimasto. Respiravo affannosamente, il mio corpo che voleva scivolare via dalle attenzioni di Taehyung, ma che era piantato sul materasso a causa dello stesso ragazzo vorace, insaziabile. Mi stava distruggendo.
Mi feci forza e mi alzai sedendomi sul materasso. La testa pulsava, le mie tempie facevano male a causa del forte orgasmo appena avuto, ma trovai le forze. Portai le mani sulle guance del maggiore e lo alzai da in mezzo alle mie gambe. Feci incontrare le nostre labbra una volta ancora, ma in questo momento qualsiasi cosa aveva smesso di essere pudica e controllata. Le nostre lingue giocavano l'una con l'altra, una mia mano sulla guancia, l'altra ferma sul petto del maggiore. Lo accarezzavo, continuavo a baciarlo. Io ero stremata, senza forze ed i miei baci erano dolci, calmi e gentili, ma Taehyung non era così. Lui era forse più eccitato di prima. Le sue labbra avevano fame, il suo corpo voleva essere soddisfatto, le sue mani volevano continuare a toccare, a sentire, a stringere e colpire.
Continuammo a baciarci e ci alzammo entrambi sulle ginocchia. I capelli castani del maggiore mi solleticavano la fronte, la mia mano accarezzava il suo viso sudato, bagnato. Taehyung aveva il fiato pesante, le mani che stringevano il mio sedere senza vergogna, senza preoccuparsi di correre il rischio di lasciare un segno rosso.
Feci scorrere le dita lungo il petto tonico del ragazzo e maneggiai con la sua cintura, con la cerniera dei suoi pantaloni. Sfiorai il suo membro con le dita proprio come aveva fatto lui, non lo liberai dai boxer stretti e non lo toccai troppo forte. Un ansimo uscì dalle labbra ora socchiuse del maggiore ed io approfittai di quel momento per scendere con la lingua sulla sua mandibola, sul suo collo. Baciai, leccai e mugugnai contro la sua pelle. Ora Taehyung era un giocattolo fra le mie mani, una marionetta, un cagnolino che dipendeva da me e da me solamente. O forse no.
Le sue dita afferrarono saldamente il mio polso allontanandolo dal suo membro duro. L'altra sua mano afferrò con forza il mio mento obbligandomi a guardarlo dritto negli occhi. Era forse più affamato di pochi minuti prima. Taehyung aveva capito cosa io volessi fare. Lo avevo decisamente fatto infuriare.
Urlai quando il ragazzo mi spinse con forza all'indietro e caddi con la nuca sul cuscino. Ridacchiai divertita e cercai di rialzarmi, ma il petto del maggiore premuto contro il mio me lo impedì. Colpii appena il torace del castano e lui fu veloce ad intrappolare i miei polsi e ad ancorarli sopra la mia testa.
«Ricordi cosa avevo detto, tesoro?»
Il sussurro del ragazzo mandò brividi di piacere fino al mio basso ventre. Boccheggiai intontita quando lui baciò ancora e ancora un punto preciso sotto il mio orecchio che mi fece dimenticare anche il mio nome. Sentii dei rumori accanto al letto, la sua mano che cercava qualcosa nel comodino, ma non riuscii ad aprire gli occhi a causa del mio stato di trance. Lo stava facendo a posta.
«Tu colpisci me, io colpisco te»
Cosa?
Cacciai un urletto quando Taehyung morse senza troppa dolcezza quel punto del mio collo. Poi, sentii qualcosa premere contro la mia intimità. La mano del ragazzo che prima era in mezzo alle sue gambe era adesso sulla mia coscia ad assicurarsi che fosse aperta, attaccata al letto. Maledizione. Tirai un grosso respiro quando Taehyung si inumidì le dita e le portò di nuovo sopra la mia intimità, sopra il mio clitoride, a stuzzicare la mia entrata. Sentii poi la punta del suo membro posarsi su quest'ultima ed io presi una grossa quantità d'aria. Sollevai di poco la testa per vedere la sua intimità lunga, grossa coperta da un preservativo. Cazzo.
«Dimmi di fermarmi ed io mi fermo»
Il ragazzo sussurrò sopra il mio viso prima di premere le labbra sopra le mie dolcemente. Annuii alle sue parole ed annaspai in cerca d'aria quando il suo membro iniziò ad entrare in me. Corrugai la fronte, feci una smorfia di dolore nel sentire quel non tanto familiare bruciore nelle mie pareti intime.
Taehyung entrò del tutto dentro di me e si mosse lentamente per i primi secondi, ma poi la sua velocità cominciò ad aumentare.
«T-Taehyung, fai piano, per favore-»
«È la tua prima volta?»
«N-no, no, ma- n-non sono abituata»
Presi un grosso respiro e sentii i movimenti del ragazzo rallentare. Il suo membro era fermo dentro di me, il suo petto spiaccicato al mio, le sue labbra che colpivano il mio torace ogni volta che un sospiro rilassato usciva da esse. Deglutii e mossi i fianchi verso il membro del ragazzo in modo da potermici abituare. I ringhi del maggiore mi facevano piagnucolare, la grande mano che stringeva i miei polsi sopra la testa con forza per poter sfogare la sua frustrazione nel non potersi muovere come voleva lui.
«Prova- prova a- cazzo-»
Taehyung non se lo fece ripetere due volte ed iniziò a spingere dentro di me ad un ritmo contenuto, ripetitivo. Dopo pochi secondi, il bruciore fastidioso sentito all'inizio sparì lasciando spazio ad una piacevole sensazione. Cominciai ad ansimare, a muovere i fianchi proprio come stava facendo Taehyung. Cercai di liberare le mani, ma il ragazzo non me lo permise. Le sue ginocchia stavano ai lati del mio corpo, il suo bacino che spingeva con foga verso di me.
Spalancai gli occhi quando sentii le dita veloci ed esperte del maggiore giocare con la pelle sensibile del mio centro. Merda. Taehyung stava giocando con il mio clitoride, lo toccava, lo pizzicava, lo stringeva e poi lo massaggiava facendolo roteare, mentre il suo membro spingeva dentro di me con spinte profonde, veloci e che toccavano punti che nessuno aveva mai toccato prima. Ero in paradiso.
Riuscii a liberare le mani dalla sua presa ferrea ed il letto iniziò a sbattere rumorosamente contro la parete sulla quale era posato. Taehyung era ormai senza forze, ma entrambi stavamo per venire. Premetti una mano sul muro alle mie spalle per non sbatterci la testa e con le dita libere stringevo a me la faccia del ragazzo, il suo respiro caldo e ansimante, le sue labbra peccaminose. Il mio corpo era un giocattolo nelle mani di quell'uomo, una marionetta da manovrare, un foglio bianco su cui scrivere qualsiasi cosa gli venisse in mente. Taehyung ringhiava contro la mia pelle, marchiava i miei seni, faceva quello che voleva con la mia intimità ipersensibile ed io non potevo che essere più felice di lasciarglielo fare.
Il giorno dopo me ne sarei pentita.
×××
Buonasera,
come state?🌚
spero bene dopo questo capitolo
DA QUANTO LO STAVATE ASPETTANDOOO???? io da troppo, quindi vi capisco
allora, cosa ne pensiamo del nostro amato Taehyung? c'è qualcosa che non ci piace o ci piace tutto?
cosa molto più importante, cosa ne pensate di hera? 💃
Hanno fatto bene a fare quello che hanno fatto o avrebbero dovuto aspettare?🦦
Siate curios* di leggere il prossimo capitolo perché sarà ancora più interessante.
secondo voi cosa potrebbe mai succedere?🌚
spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate♡
al prossimo,
-J××
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