Epilogo
PoV Sayzor:
Il giorno dopo...
Hanzo mi ha sfidato.
Non si può definire una "rivincita", dal momento che quello scontro fu interrotto. Lo ammisi una volta a Todoroki, probabilmente quel giorno mi avrebbe sconfitto se fossimo andati avanti; non ero pronto ad affrontare un avversario simile. Probabilmente era più forte anche di mio padre. Da quel giorno siamo migliorati entrambi, potrebbe essermi ancora superiore, oppure questa volta potremmo essere allo stesso livello. Prima di andarsene mi ha dato un mese di tempo per prepararmi, darò tutto me stesso in questa resa dei conti; non ci sarà spazio per l'amicizia, saremo soltanto rivali. Adesso che posso uscire dal dormitorio, penso che ne approfitterò per andare a trovare Tetsuya e Kanon. Da qui all'ospedale ci vuole una mezz'ora in autobus, chissà se Hanzo si trova già lì, mi aveva detto che ci sarebbe stato. Speriamo che Tetsuya e Kanon stiano meglio; a pensarci bene, dovrei andare a trovare Senichi in prigione. Avrà anche commesso molti crimini, ma in fondo è pur sempre mio fratello. Mi piacerebbe farlo incontrare con Eijo, lo renderebbe felice. E almeno Sen può dire di averlo ancora un genitore, i miei ormai sono spariti per sempre... Sembra che io sia riuscito ad aiutare tutti, eccetto me stesso.
Mi chiedo cosa a fare della mia vita, arrivati a questo punto. Certo, avrei ugualmente la scuola da finire, e sono soltanto al primo anno.
Dopo tutto quello che ho passato, la mia strada non può che essere solo in discesa.
Una volta giunto in ospedale...
Ho visto la macchina dell'autista di Hanzo fuori di qui, deve essere già arrivato. Chiedo subito all'infermiera dietro il bancone la stanza dove si trova Tetsuya, prendo l'ascensore e, dopo pochi minuti, eccomi arrivato. Vedo Hanzo in lontananza, è seduto nel corridoio.
-Scusa il ritardo, gli autobus erano strapieni quest'oggi.-
Ma stranamente non ricevo risposta, rimane in silenzio con lo sguardo basso, per rompere il ghiaccio vado subito al dunque.
-Allora andiamo?-
Hanzo: è finita...
-Eh? Cosa c'è che non va, Hanzo? Cos'è accaduto a Tetsuya?-
Appena rialza lo sguardo, non posso credere ai miei occhi... sta piangendo. No... non è possibile.
-Dimmi che non è vero...-
Velocemente entro nella stanza, Kanon è vicino al letto di lui.
Tetsuya... è sveglio, ma sembra totalmente assente.
-Mi spiegate che cosa sta succedendo?-
Kanon si è coperta il viso con la mano destra.
Tetsuya invece, si gira verso di me, invitandomi ad avvicinarmi. Appena lo raggiungo, mi chino leggermente, così potrò ascoltarlo meglio.
Tetsuya: Sayzor, non mi rimane più molto tempo, il mio corpo si indebolisce ogni giorno e di questo passo non resisterò a lungo. Mi è stato trovato un tumore al fegato in stadio avanzato, è qualcosa di silenzioso che lentamente mi stava divorando dall'interno, senza che io potessi rendermene conto.
No...come è potuto accadere? Aveva riposto la sua fiducia in noi, aveva detto che insieme eravamo invincibili...
-Non azzardarti a morire anche tu, Tetsuya! Sei già la seconda persona che non ho potuto salvare! Ti prego...non puoi abbandonarci!-
Tetsuya: Sayzor, questa non sarà la prima e nemmeno l'ultima volta che non potrai salvare qualcuno. Gli eroi, per quanto possano essere grandi, non possono salvare tutte le persone del mondo. Sono il primo che lo sa, ma sono anche colui che vorrebbe realizzarlo, in cuor mio mi stavo solo illudendo. Ma va bene così, posso dire di aver vissuto dei mesi davvero meravigliosi in vostra compagnia, e di questo non vi ringrazierò mai abbastanza... Sai, tempo addietro avevo degli amici simili a voi, ora loro non ci sono più...
Non so cosa dire, sto tremando dall'agitazione. Guardo Kanon, ma noto che non accinge a cambiare la sua posizione, questa notizia l'avrà distrutta completamente. Tetsuya non smette di sorridere, ma perché? Sta per morire e lui ha il tempo di sorridere e rallegrarsi?
Tetsuya: Hanzo mi ha raccontato della vostra "resa dei conti", mi piacerebbe tanto assistervi...
-Ma come puoi pensare a questo?! Dovresti preoccuparti per la tua vita!-
Non voglio urlare, ma è più forte di me, persino le lacrime scendono da sole, non riesco a trattenerle.
Lui avvicina una mano al mio viso e me le asciuga.
Tetsuya: So che può sembrare egoistico da parte mia, ma vorrei tanto che la disputaste finché ho ancora in corpo.
All'improvviso si alza Kanon, è scoppiata in lacrime e si è buttata col viso sul bordo del letto, non credo di averla mai vista in questo stato.
Kanon: Perché mi devi fare questo?! Proprio ora che andava tutto bene! Me lo avevi promesso! Avevi promesso che avresti viaggiato per il mondo insieme a me!
Non ho idea di cosa stia dicendo, ma devono essere cose personali. Tetsuya le mette una mano sulla testa e inizia ad accarezzarla. Allora è vero... si amano, mi si è spezzato il cuore, fa più male di qualunque fitta che abbia mai preso.
Forse è il caso che li lasci soli, si stanno pure baciando.
Probabilmente sarà una delle ultime volte in cui potranno farlo. Ora penso di capire cosa prova Itsuka ogni volta che mi metto in pericolo. Esco dalla stanza e vado a sedermi vicino ad Hanzo, ma appena alzo lo sguardo, ecco un'altra scena che mi spezza il cuore: un uomo e una donna che corrono da questa parte, hanno un'espressione piuttosto preoccupata. Ora capisco... sono i suoi genitori, non ce la faccio... non posso rimanere qui un secondo di più.
Appena mi alzo, Hanzo mi afferra il braccio. Non sta più piangendo, ma la sua espressione trasmette la disperazione più totale.
Hanzo: Sayzor, non gli rimane molto tempo come hai sentito. Combatteremo tra una settimana, allo stadio dove si è svolto il Festival Sportivo. Farò il possibile per avere il giusto campo di battaglia e... per esaudire al meglio il suo ultimo desiderio.
Sta cercando di fare il duro, ma forse sta soffrendo più di tutti, probabilmente sta cercando anche di prepararsi psicologicamente alla notizia della sua morte. Te lo prometto Tetsuya, mi impegnerò al massimo, purché il tuo desiderio venga esaudito.
PoV Narratore:
Una settimana passò in fretta, durante le seguenti giornate: i due ragazzi si sottoposero ad un lungo e intenso allenamento, allenando non solo il fisico, ma anche i loro Quirk.
Per questo, Sayzor dovette fare molta più fatica, per qualche strana ragione stava avendo difficoltà nel controllare i suoi poteri. Hanzo invece tutto il contrario, grazie all'aiuto di Endeavor era riuscito a prendere ancora più padronanza dei suoi poteri invernali, e probabilmente, nascondeva qualcosa che avrebbe usato al momento opportuno. Nel frattempo, in ospedale, le condizioni di Tetsuya non facevano altro che peggiorare di giorno in giorno.
Era difficile stabilire quanto tempo gli rimanesse.
Kanon non l'aveva mai abbandonato, anche dopo che i medici avevano affermato che lei potesse tornare a casa, la bionda non si mosse da quella stanza, voleva rimanere accanto al suo amato fino alla fine. Nei giorni precedenti le venne spedito un tablet da Hanzo, avrebbe permesso ai due di vedere lo scontro in diretta, tramite un applicazione speciale. La rete infatti, era collegata alle telecamere dello stadio, appena la ragazza accese il dispositivo, subito venne visualizzato l'arena dello stadio. Kanon sospirò, volse lo sguardo verso Tetsuya ancora addormentato e carezzò la sua guancia.
Kanon: Vorrei tanto che tornassi in piedi, sai... mi piacevano i nostri giri in moto. Sono stati dei mesi davvero meravigliosi, tu sei stato l'unico capace di farmi sorridere veramente, ed è solo grazie a te che so cosa vuol dire "essere felici". Trovo crudele da parte tua l'abbandonarmi, spiegami come farò, dove andrò? Non ho una famiglia, non ho una casa, mi sei rimasto solo tu.
Ad un certo punto il ragazzo si svegliò. Aveva gli occhi semiaperti e respirava a fatica, ma pareva riuscire ancora a parlare.
Tetsuya: Chi... ha mai detto... che sei rimasta da sola?
Kanon: Tu eri l'unico capace di comprendere come mi sentivo! Perché te ne devi andare?!
Chiese urlando dalla disperazione, ma questa volta senza piangere. Il ragazzo sospirò e pazientemente rispose.
Tetsuya: N-non sei rimasta da sola... Kanon... ovunque io andrò... sarò sempre con te.
Kanon: Per te è facile parlare...
Nel mentre che i due discutevano, allo stadio si era radunato un piccolo pubblico: Endeavor, che aveva preso un giorno libero per assistere alla battaglia del suo allievo; Honoka, la madre di Hanzo; Hayato e Keichi, i due fratelli dell'albino. Tra loro, vi era anche Senichi, il fratello di Sayzor.
Il resto del pubblico si trovava nei primi posti, mentre lui si era appostato più in alto quasi al limite dello stadio.
Non voleva farsi vedere da Endeavor, dal momento che era evaso di prigione. Ad un certo punto, da un tunnel che si trovava nella parte destra dello stadio, uscì Sayzor con addosso il suo costume nero.
Dalla parte opposta invece, uscì Hanzo. Entrambi salirono sul ring, per qualche secondo ci fu solo silenzio, fino a quando a romperlo non fu proprio l'albino.
Hanzo: Vi do il benvenuto, gentile pubblico! Quest'oggi, ci troviamo qui per assistere alla resa dei conti con questo ragazzo, che prima consideravo solamente un ostacolo. Solo dopo compresi quanto mi sbagliavo. Tu, Sayzor Kurosaki, non sei un semplice amico, sei quello che più riesce a comprendere come mi sento. Tu come nessun altro. Adesso non ci sarà spazio per l'amicizia, ma soltanto per la rivalità! Perciò stai attento, perché userò tutti i mezzi a mia disposizione per sconfiggerti! Hai qualcosa da dire prima di cominciare?
Dopo che Hanzo finì il suo discorso, passò la parola al verdino, che in primo momento non disse nulla. Poi prese un profondo respiro e guardò l'albino con determinazione.
Strinse il pugno e, con tono provocatorio, disse...
Sayzor: Anch'io intendo dare tutto me stesso per sconfiggerti, fatti sotto, Demetros!
Dopo quella frase, Hanzo sogghignò sotto i baffi e fu il primo a partire all'attacco. Sayzor rimase in guardia con le braccia alzate davanti al volto e aspettò che questo potesse arrivargli abbastanza vicino. Essendo sempre nel periodo invernale, i poteri di Hanzo non erano cambiati.
Tuttavia per poterli attivare, doveva avere un contatto diretto con il suo avversario, infatti provò ad afferrare Sayzor, ma quest'ultimo si spostò di lato per evitare la presa. Volle provare a colpire l'albino con un destro, trovandosi in una posizione favorevole. Questo pareva aver previsto la contromossa e parò il pugno. Kurosaki iniziò a sentire la sua mano più fredda del solito. Con l'altra mano rilasciò una piccola quantità di nebbia, il congelamento venne subito annullato. Hanzo si allontanò e Sayzor ne approfittò per continuare ad attaccare, stavolta con un calcio laterale, che l'albino parò con l'avambraccio destro. Poi si abbassò velocemente e colpì con un montante il verdino, incassò il colpo senza problemi e rispose con un pugno diretto allo stomaco, che andò a segno, fecendo indietreggiare l'albino. E il botta e risposta continuò ancora e ancora.
Era uno scontro puramente fisico.
A volte Hanzo provava a congelare le braccia di Sayzor, ma questo riusciva sempre a evitare di essere neutralizzato. Ad un certo punto, Kurosaki riuscì a tirare una ginocchiata allo stomaco dell'avversario, che indietreggiò. Si riprese velocemente e mise una mano sul terreno, riuscendo a congelarlo in buona parte. Sayzor saltò poco prima che i suoi piedi venissero congelati, ma appena ritorna a terra, scivolò, dato che il terreno era diventato un enorme pista ghiacciata, purtroppo gli stivali di Sayzor non erano favorevoli ad un terreno simile. Al contrario, quelli di Hanzo si adattavano perfettamente al terreno, permettendo di scivolare sul ghiaccio e prendere velocità, così facendo anche i suoi colpi acquisivano più potenza.
L'allievo di Endeavor sferrò un calcio al addome, facendolo rotolare di diversi metri. Questo cercò di fermare la scivolata, senza successo, e purtroppo Hanzo non accingeva a fermarsi con i suoi attacchi.
Hanzo: Ne hai avute abbastanza?
Sayzor alzò lo sguardo verso l'albino, dopodiché, grazie alla sua nebbia, creò un tentacolo che si avvolse intorno al braccio dell'avversario; ma questi se ne liberò, congelandolo e distruggendolo con un colpo secco.
Hanzo: Devo ringraziare Kanon, per avermi fatto scoprire il modo per distruggere questa nebbia!
Il verdino mise una mano sopra la superficie ghiacciata.
Da lì iniziò a fuoriuscire diversa nebbia, che successivamente si materializzò in un grande blocco spigoloso, uguale ai blocchi di ghiaccio creati da Todoroki.
Sayzor: Dark ice!
Tuttavia questo non spaventò minimamente l'allievo di Endeavor, che con un leggero ghigno stampato in volto, abbassò ancora di più la sua temperatura, al punto che qualunque cosa che avrebbe toccato si sarebbe congelata all'istante, eccetto la sua tuta. L'enorme blocco nero era ormai vicinissimo, ma toccarlo direttamente era rischioso.
Per far fronte a questo problema, Hanzo mise una mano sul terreno ghiacciato e concentrandosi al massimo, riuscì a tracciare un "percorso" di ghiaccio, che andò a congelare interamente il blocco gigante. Sayzor rimase sbalordito, finora nessuna delle sue tecniche aveva avuto effetto sul rivale, si trovava in estremo svantaggio, cosa che non si sarebbe aspettato.
Sayzor: Sembra ancora più forte dell'ultima volta, non voglio nemmeno immaginare quanto sarebbe stato forte con i poteri estivi...
Nel mentre l'albino si stava avvicinando a passo lento, anche se Kurosaki avesse voluto alzarsi, sarebbe solo scivolato a causa del ghiaccio. In quel momento, pensò che l'unico modo per riacquistare vantaggio, era distruggere il terreno, ma dove poteva prendere abbastanza forza per farlo? Gli stivali ad energia cinetica erano la sua unica speranza. Tuttavia, per avere la potenza giusta, avrebbe dovuto combattere solo con le gambe fino a quel momento.
In questo modo, l'energia che aveva accumulato avrebbe potuto essere rilasciata subito dopo. Hanzo stava per colpirlo con gancio destro, ma il verdino piegò la testa di lato per schivarlo, e cercò subito di colpire il nemico con un calcio diretto all'addome. Esso andò a segno e l'albino indietreggiò. Ripartì all'attacco subito dopo, questa volta provando con un calcio, che Sayzor dovette deviare con la sua gamba. Lo scambio di colpi continuò per diversi minuti, senza che nessuno dei due riuscisse veramente a prevalere.
Ormai Kurosaki sentì di aver accumulato abbastanza energia, doveva solo trovare il momento giusto per rilasciarla. Sentiva che quell'istante era arrivato. Hanzo stava cercando di afferrarlo, nel tentativo di congelarlo.
Il verdino si abbassò di scatto e fu lui ad effettuare una presa sul suo avversario: con entrambe le braccia teneva bloccato l'arto del nemico, con le gambe invece avvolse il suo collo.
Erano entrambi bloccati, ma l'albino stava perdendo lucidità, dato che quella presa gli stava togliendo il respiro. Sayzor riuscì a ribaltare la situazione, mettendosi sopra il suo avversario e tenendolo bloccato nello stesso momento. A quel punto non gli restava che un'unica cosa da fare: usare Hanzo come trampolino per saltare in alto, senza scivolare.
Per darsi più spinta in aria, usò la sua nebbia per creare delle ali nere che lo portarono più in alto, di almeno cinque metri. Queste scomparvero subito dopo, adesso era in caduta libera, con tutta l'energia che aveva accumulato, non solo l'avrebbe rilasciata, ma non avrebbe subito danni dalla caduta.
Sayzor: Ti prego spostati, Hanzo!
Demetros si scansò come ordinato dal rivale, e appena Sayzor rimise i piedi a terra, tutta l'energia accumulata venne liberata. Lo strato di ghiaccio scivoloso superficiale venne distrutto completamente, era rimasto solo lo strato di cemento. Inoltre, le luci del mattino stavano sciogliendo ciò che rimaneva del ghiaccio. Hanzo se l'era vista brutta, probabilmente una potenza simile, avrebbe provocato gravi danni.
Hanzo: Ma guarda te, avevo preparato questa strategia per metterti in difficoltà, tuttavia pare che nulla possa metterti in ginocchio.
Sayzor: Rallegrati Hanzo, era buona tattica, ma adesso giocherai sul mio terreno!
L'albino sogghignò, per poi scoppiare in una risata di gusto, questo fece venire diversi dubbi ai presenti. Endeavor invece, sembrava aver capito la situazione. Keichi si chiese immediatamente cosa stava accadendo, e il professioniale maestro di Hanzo non esitò a rispondere.
Endeavor: Si deciderà tutto in questo minuto. La tecnica che sta per utilizzare... gli avevo raccomandato di usarla solo quando era il momento più opportuno. L'abbiamo sviluppata solo in questi giorni, ed è parecchio rischioso come asso nella manica.
Demetros si stava concentrando, nel mentre il sole iniziava a battere più forte, illuminandolo completamente. Dal suo braccio sinistro iniziò a uscire una sorta di "vapore", quello prodotto dall'azoto liquido, mentre, nel braccio sinistro, l'albino iniziò ad avvertire un forte calore. Ad un certo punto alzò tale arto. Sayzor si mise in guardia, non sapeva che cosa avesse in servo il rivale. Dal terreno fuoriuscì una piccola radice che avvolse il braccio di Sayzor, questi, appena cercò di liberarsi, si ritrovò con l'altro braccio immobilizzato da una seconda radice.
Sayzor: Che diavolo è?!
Si chiese mentre tirava con più forza, ma nulla, quelle radici sembravano catene.
Hanzo: Ricordi quando prima ho detto che avrei usato qualunque mezzo per sconfiggerti? Ti annuncio una cosa Sayzor: hai perso!
Nel mentre, Endeavor continuò a spiegare il funzionamento di questo "power-up", rimanendo serio e concentrato sulla scena.
Endeavor: Per pochi minuti, Hanzo ottiene tutti i poteri del suo Quirk: calore, congelamento, controllo della flora e consumazione. Naturalmente, essendo qualcosa che può usare solo una volta per giorno e per poco tempo, è un azzardo. Anche se al momento possiede un potere immenso, come tutti i grandi poteri, una volta esaurito il tempo... rimarrà senza poteri per il resto dello scontro. Quindi deve concludere alla svelta, se vuole vincere.
Nel momento in cui l'eroe smise di spiegare, Keichi notò la presenza di Senichi in alto negli spalti.
Preso dalla curiosità, andò dal fratello di Sayzor per fare conoscenza. Quest'ultimo non si era neanche accorto della sua presenza, talmente che era preso dallo scontro.
Keichi: Salve straniero! Ti piace nasconderti?
Chiese con tono scherzoso e allegro, e l'altro ragazzo, in risposta, chiese chi fosse al giovane dai capelli rossi e verdi.
Senichi: Solitamente ci si presenta, lo sai?
Keichi: Sono il fratello di quel ragazzo laggiù, Keichi Kimura, molto piacere!
Disse indicando il fratello maggiore nell'arena.
Senichi: Che coincidenza. Io sono fratello dell'altro ragazzo, Senichi Kazumi.
Keichi: Davvero?! Kurosaki non mi aveva mai detto di avere un fratello!
Esclamò il più giovane con espressione stupita, tornò poi ad osservare lo scontro, cercando nello stesso tempo di conversare col ragazzo più grande, mentre si metteva seduto sulla ringhiera dondolando le gambe.
Keichi: Ironico, non trovi? I fratelli degli sfidanti che si incontrano, sembra voluto dal destino!
Senichi: Io non credo nel destino, ma devo ammettere che è abbastanza ironico tutto ciò.
Keichi: Quindi secondo te, chi vincerà?
Senichi: Staremo a vedere.
Nel frattempo, l'incontro tra Sayzor e Hanzo sembrava essersi deciso dall'ultima mossa.
Da una parte Sayzor era bloccato dalle radici, dall'altra Hanzo aveva la situazione in pugno.
Egli infatti alzò la mano in alto, e così anche le radici fecero, trascinando il verdino in alto per le braccia. Appeso in quel modo, gli era impossibile fare qualunque cosa. Da sotto i piedi di Hanzo, emerse un'altra radice, mastodontica e larga abbastanza da permettere al ragazzo da salirci sopra e usarlo come "trasporto". Arrivò davanti a Sayzor, che cercava di liberarsi in ogni modo.
Hanzo: Ti sarai reso conto della tua posizione, non puoi sconfiggermi.
La sua mano destra divenne incandescente, e con quella colpì il ragazzo nello stomaco con un montante. Non fu solo il colpo in sé a far male.
Il dolore per il calore emanato diede vita ad una combinazione invincibile di dolore. Sayzor stava per perdere i sensi, non avrebbe sopportato a lungo i colpi. Hanzo pareva proprio puntare su questo.
Infierì sul rivale con pugni e calci potenziati dal suo calore, che inerme non poteva fare altro che incassare.
Ma gli attacchi si stavano facendo sentire, così come le scottature. L'albino sembrava volerlo torturare.
Hanzo: Il mio destino è stato chiaro con me, ero destinato a vincere oggi. Hai combattuto bene, ma non sei mai stato al mio livello...
Il verdino sembrava aver perso i sensi, le radici intorno alle sue braccia, si slegarono e lo fecero cadere verso il suolo. Ormai per Sayzor sembrava finita.
PoV Sayzor:
Cavolo...non mi mai sarei immaginato che fosse diventato così potente, si è proprio meritato questa vittoria. Io al contrario, sono riuscito solo a tenergli testa per poco, ma era evidente che, tra noi due, Hanzo era superiore in tutto. Però è strano, non sono arrabbiato, mi sento sollevato in un certo senso.
???: Che cosa stai facendo?
Mi sono svegliato di soprassalto, qualcuno mi ha chiamato. Che posto è questo? È un enorme spazio nero, ci sono solo io e quella voce, a tratti familiare. Ho dei ricordi al riguardo: era durante l'incontro tra le due classi rivali, solo che quella volta "incontrai" Shi, quindi quella voce...si, non ci sono dubbi, è la sua! La sua enorme figura mi si è parata davanti, a braccia conserte e con sguardo truce.
Shi: Ti stai davvero arrendendo? Non accetterò una resa dall'erede del mio potere.
-Ma lo hai visto anche tu! Lui mi è superiore in tutto, non c'è possibilità...-
Shi: E chi l'ha deciso? Il destino? Le tue "previsioni" sull'esito dello scontro? Tutte stronzate! Non c'è nulla che tu non possa fare, lo hai dimostrato combattendo contro di me. Ero fermamente convinto di farcela, ma tu, insieme ai tuoi compagni, avete distrutto ogni mia ambizione, progetto e sforzo. Non pensare che io ce l'abbia con te, perché, ironia della sorte, non è così. Sono sempre stato abituato ai fallimenti, ormai credo di aver perso il concetto di "frustrazione", ma non ora! Non permetterò che tu ti arrenda così, perciò vedi di reagire!
Non direttamente, e forse con un pizzico di severità, mi sta confessando di credere in me.
-E allora cosa dovrei fare, secondo te?-
Shi: A questa domanda io non posso rispondere, ma forse posso fare qualcos'altro, che potrà aiutarti ugualmente: usa la mia arma.
Come avevo visto nella base dei Cavalieri dell'apocalisse, sta usando il Mist Dark per creare la sua falce, la stessa usata per affrontarmi. Adesso, però, la sta donando a me. Riuscirò a ricrearla identica alla sua? Su una cosa devo dagli ragione: non è ancora finita, ho la possibilità di ribaltare la situazione.
PoV Narratore:
Prima di raggiungere il terreno cadendo, Sayzor riaprì gli occhi e una nuvola di nebbia lo avvolse completamente, come una sorta di involucro. Hanzo si stupì di quanto accaduto, dato che l'involucro nero rimaneva sospeso a mezz'aria, subito dopo ghignò compiaciuto. Nessuno tra i presenti stava capendo, ad eccezione sua. L'albino ricordava perfettamente quando successe una cosa simile. Quella sorta di involucro, simile ad un bozzolo, si distrusse e si diradò successivamente, essendo fatto di Mist Dark. Il rivale di Hanzo teneva gli occhi chiusi, mentre un paio di ali nere come la pece lo stavano mantenendo in volo. Appena Sayzor riaprì gli occhi, l'albino notò immediatamente il cambio di questi: le sclere erano totalmente nere, mentre il suo sguardo era più cupo.
Il maximum Darkness, l'asso nella manica di Sayzor. L'ultima volta che Hanzo affrontò questo potenziamento ne rimase intimorito, ma questa volta non provava alcuna paura, anzi, era eccitato all'idea di affrontarlo alla massima potenza.
Hanzo: È questo che stavo aspettando, adesso sconfiggerti sarà ancora più soddisfacente!
Dopodiché, il senpai del secondo anno puntò un braccio contro di lui: dal terreno uscirono due radici enormi, che subito andarono contro il loro bersaglio. Sayzor, invece di evitarle, ci andò contro: stava assumendo una posa particolare, come se stesse brandendo un'arma dal lungo manico; questa iniziò a materializzarsi.
Prima, l'impugnatura lunga quanto la stazza del ragazzo. Al limite di questa si materializzò una lama ricurva.
Era una falce uguale a quella usata da Shi. Con un singolo fendente recise entrambe le radici, i pezzi tagliati caddero a terra, producendo un gran rumore. Hanzo sentiva di averlo sottovalutato, ma nonostante il suo attacco fosse stato annullato, non si arrese: con un balzo in avanti preparò uno dei suoi colpi migliori.
La mano divenne rovente e intendeva usare solo il taglio per colpirlo. Mancavano pochi metri prima dello scontro, l'albino pronunciò ad alta voce il nome del suo attacco mentre si scagliava contro il rivale.
Hanzo: Spada del dio del sole!
Sayzor, per rispondere all'attacco nemico, posizionò davanti a sé il manico della falce, usandolo come scudo per pararsi; data la potenza scaturita dall'impatto, provocò un'onda d'urto sufficientemente potente da alzare un po' di vento intorno a loro.
Hanzo: Non hai idea di quanto io mi stia divertendo, Dark Knight!
Dopodiché sferrò un potente calcio allo stomaco del rivale.
Il verdino accusò il colpo, venendo poi scaraventato verso il suolo.
A mezz'aria riuscì a riprendere lucidità, così con le ali poté rimettersi in volo, cercando di raggiungere nuovamente Hanzo. Quest'ultimo non aveva finito con gli attacchi: con i poteri primaverili fece spuntare altre enormi radici dal terreno, che questa volta andavano verso l'alto, chiudendosi in una sorta di cupola. Infine, con i poteri autunnali, rese le enormi radici marce e consumate, piano piano iniziarono a sgretolarsi, facendo cadere diversi pezzi, comunque abbastanza grandi da fare enormi danni. Virando in diverse direzioni, Sayzor dovette evitare quella pioggia potenzialmente mortale.
Anche grazie all'aiuto della sua falce, il primino riuscì a liberarsi di alcuni pezzi. Hanzo ritornò al suolo, pronto ad attuare la sua prossima mossa.
Hanzo: Non mi rimane molto tempo, dovrò concludere alla svelta.
L'albino appoggiò entrambe le mani al terreno: nella parte destra fuoriusciva del fumo causato dal calore, che stava bruciando la terra, mentre nella sinistra una sorta di vapore, causato dal rapido congelamento del terreno. Mentre ciò avveniva, Sayzor stava scendendo in picchiata contro il rivale.
Hanzo: Vediamo se resisterai anche a questo! Prendo in prestito la forza del dio del fuoco, Efesto! Il dio del ghiaccio, Ull! E il dio della terra, Gaia! Combinazione elementale!
Dalle rispettive parti di terreno fuoriuscirono due radici mastodontiche, ma avevano qualcosa di diverso; la prima era completamente congelata, la seconda invece stava prendendo fuoco. Arrivarono ad una velocità incredibile, soprattutto quelle di ghiaccio, che riuscì a ferire Sayzor al fianco destro, fortunatamente era una ferita superficiale, questo non fermò il ragazzo. Purtroppo la radice infuocata colpì una delle ali, distruggendola e facendo cadere il ragazzo.
Era rimasto senza il vantaggio del volo. Le due grandi piante poi, essendo state congelate e bruciate, riversarono le loro ceneri sull'arena, e il ghiaccio sgretolò definitivamente l'altra. Ora i due ragazzi combattevano sullo stesso terreno: ci fu uno scambio di sguardi per alcuni secondi, dopodiché scattarono entrambi allo stesso momento e, come successo in passato, i loro pugni si stavano pe scontrare di nuovo. Hanzo usava il calore per potenziare ulteriolmente l'attacco, mentre il pugno di Sayzor si era come ricoperto della sua nebbia, per poi fondersi con la sua stessa mano, prendendone la forma perfetta. Era la stessa tecnica che Shi utilizzò per rendersi un avversario ancora più ostico, il Dark Skin.
Hanzo: Stai cercando di copiare il suo stile?! Pensi di sconfiggermi usando la tecnica di qualcun'altro?!
Chiese furioso Hanzo, mentre il suo pugno andò a segno. Era riuscito ad essere più veloce di Sayzor. Colpì il rivale in pieno petto e lo fece piegare in due dal dolore; continuò successivamente con una scarica di pugni.
Facevano male, non solo per la potenza con la quale venivano tirati, ma anche per le scottature che venivano provocate. Nonostante il Maximum Darkness, il verdino sembrava ancora inferiore al rivale.
Hanzo: Diamoci un taglio!
L'albino avrebbe sferrato un ultimo pugno, quello definitivo, quello che avrebbe messo fine al combattimento una volta per tutte.
Diretto alla testa, lo avrebbe messo k.o. facendoli perdere i sensi. Sayzor rialzò lo sguardo e prima che i pugno potesse raggiungerlo, afferrò l'avambraccio del rivale. Avendo rilasciato anche la sua nebbia, annullò completamente il Quirk di Hanzo.
Sayzor: Questo ormai è il mio potere, le tecniche che hai visto fin'ora le ho apprese combattendo contro i miei nemici.
In parte devo ringraziarli, grazie a loro sono diventato quello che sono oggi. L'eroe che ti ha sconfitto, io sono Dark Knight!
Tirò verso di sé il rivale e lo colpì sull'addome con il pugno potenziato da Dark Skin, lasciò andare il braccio per liberare l'albino, ma non aveva ancora finito. Il pugno lo aveva fatto indietreggiare parecchio, così da permettere a Sayzor di caricare la sua ultima tecnica, corse verso Hanzo e fece un balzo in avanti, sferrando un potente calcio allo stomaco del rivale.
Sayzor: FINAL KINETIC KICK!
L'albino sputò sangue, il colpo doveva aver danneggiato qualcosa. Successivamente, per la potenza ricevuta, fu scaraventato fuori dall'arena, schiantandosi poi sul muro che divideva il campo dagli spalti. E poi... il silenzio. Sayzor sembrava abbastanza provato dallo scontro.
I suoi occhi tornarono normali, e cadde a terra stremato.
Nel frattempo, Kanon e Tetsuya avevano assistito al combattimento immersi in un silenzio tombale. Non appena venne proiettata l'immagine di Sayzor a terra, Tetsuya guardò lo schermo sorridendo, poi incrociò il suo sguardo con la bionda.
Tetsuya: È stato davvero... un grande incontro. Ascoltami, Kanon...
Il suo respiro si stava facendo sempre più pesante, mentre il macchinario che controllava il battito cardiaco del paziente iniziava a suonare sempre di meno.
Kanon: Non sforzarti, non ti sei ancora congratulato con loro.
Disse la bionda poggiando una mano sulla sua guancia, carezzandola lentamente e delicatamente. Il corvino, con un filo di voce, sembrava voler parlare a tutti i costi, ma ormai stava esaurendo quel briciolo di forza che gli era rimasto.
Tetsuya: Voglio ringraziarti... Ho finalmente riscoperto il significato dell'amore, amando te come nessun'altra nella mia vita... è un peccato io debba andare, sai... spesso mi immaginavo una vita insieme a te, magari... con una bella casa, dei marmocchi, o chissà... con un'attività tutta nostra. Per me non esiste prospettiva di vita migliore...
Il ragazzo allungò la mano verso il viso della ragazza, questa aveva un'espressione totalmente vuota in un primo momento.
Tetsuya: L'unico rimpianto...è il non poter far parte di quel futuro...
La sua voce si stava sempre più affievolendo, ma riusciì ad aprire ugualmente il suo cuore, prima della dipartita.
Tetsuya: C'è un'ultima cosa che vorrei dirti...Kanon, io... ti amo.
Un suono acuto, quello della macchina che misurava il battito cardiaco.
Il ragazzo aveva chiuso gli occhi per l'ultima volta, Tetsuya Takayama non era più tra noi. La bionda guardò l'ormai corpo senza vita del ragazzo: fece cadere il tablet a terra, cadde lei stessa in ginocchio, mentre stringeva la mano del suo amato, copiose lacrime rigavano il suo viso.
Nel frattempo, nell'arena dove si era disputato il combattimento, Hanzo e Sayzor percepirono che qualcosa non andava. Sentirono come una scarica elettrica attraversare le loro rispettive teste.
L'albino, che era quello più ferito tra tutti, si rialzò immediatamente. Aveva lo stesso sguardo di chi aveva appena visto un amico andarsene.
Hanzo: No...
Sayzor: Tetsuya...
Quel giorno, fu Sayzor il vincitore, ma quella vittoria sapeva di amaro.
Gli spettatori si chiesero il perché fossero così tristi nonostante l'incredibile combattimento al quale avevano dato vita. Si era spenta la stella più grande del firmamento, Tetsuya Takayama: un ragazzo particolare, una persona che voleva dedicare la sua intera vita alla giustizia, una persona convinta di non poter più amare, e che invece dovette ricredersi dopo aver stretto amicizia con un piccolo gruppo di ragazzi; per certi versi fu anche parecchio sfortunato. Dopo aver ritrovato questo sentimento, il destino volle portarselo via. Eppure, anche dopo la morte non smise di sorridere alla persona che tanto amava.
Diverse giorni più tardi, ci fu il funerale del ragazzo: amici, parenti e insegnanti erano lì riuniti per ricordarlo; non mancarono le lacrime da buona parte degli invitati. Quella più distrutta tra tutti era proprio Kanon, che non aveva il coraggio di guardare in faccia nessuno. Il suo cuore andò totalmente in pezzi quando vide i genitori del suo amato, fu solo per qualche istante, ma abbastanza da far salire nella ragazza un grosso senso di colpa. Dopo il funerale, gli unici rimasti erano Sayzor, Hanzo, Hanako e Kanon. Quest'ultima non sembrava avere intenzione di andarsene, nonostante i ripetuti richiami della sorella. La pioggia rendeva quello scenario ancora più triste, le lacrime si confondevano con l'acqua, i sentimenti trasmessi erano pressoché identici: rabbia, tristezza, freddo e malinconia.
PoV Sayzor:
Una settimana dopo, ore 14:00, camera di Kurosaki.
Sembro essere l'unico ad essersi rassegnato al fatto che Tetsuya se ne è andato per sempre.
Hanzo non lo sento da qualche giorno, mentre di Kanon non ho più notizie, ho provato persino a chiedere a sua sorella, niente da fare... è sparita nel nulla. Mi sarò anche rassegnato alla sua scomparsa, ma ammetto... che quel senso di malinconia non vuole proprio sparire. Non sto rispondendo a nessuno dei messaggi che mi vengono mandati, voglio stare solo... Anche se quella più preoccupata per me è proprio Itsuka. La Yuuei ha voluto rendere pubblica la scomparsa di Tetsuya, così che tutti possano ricordarlo. Mi manca, era una delle persone di cui mi fidavo di più. Probabilmente, se non fosse stato per lui, quel giorno non ce l'avremmo mai fatta contro Shi. E parlando proprio di lui, nonostante sia morto, non lo incontro nei miei sogni come succedeva con mamma e papà. Sento il telefono squillare, è Hanzo! Era ora che si facesse sentire.
-Pronto?-
Hanzo: Buongiorno Sayzor.
-Finalmente! Che fine avevi fatto?-
Hanzo: Scusami, ero ancora scosso dagli eventi degli ultimi giorni.
-Non ti preoccupare, come sta il tuo fratellino?-
Hanzo: In perfetta salute, grazie di averlo chiesto. Andrò subito al dunque, voglio che vieni a casa mia. C'è una cosa importante della quale vorrei parlarti.
-Non dire altro, arrivo immediatamente.-
Riattacco la chiamata e filo subito a vestirmi. Dal tono con il quale l'ha detto, sembra parecchio urgente, spero non sia qualcosa di grave. Esco dai dormitori e mi dirigo alla fermata dell'autobus.
Fortunatamente arriva subito; meglio, evito perdite di tempo. Dopo quasi una mezz'ora buona di viaggio, arrivo davanti alla strada che conduce al cancello della villa. La telecamera di sicurezza punta subito su di me, il cancello si apre e avanzo verso l'entrata della casa.
Alla porta vi è un maggiordomo piuttosto anziano, mi invita ad entrare. Come al solito quel senso di disagio non sparisce quando entro in questa casa, ad accogliermi questa volta ci sono la madre e il fratellino di Hanzo.
Il bambino mi corre incontro abbracciandomi, è così piccolo che mi arriva alla vita. Sono contento che si sia completamente ripreso, gli accarezzo la testa e mi dirigo verso la camera di Hanzo.
La porta è aperta. Appena mi avvicino per chiedere il permesso di entrare, sento la sua voce invitarmi ad entrare.
Hanzo: Entra.
È girato verso la vetrata della sua camera, seduto sul suo letto.
Siccome sono rimasto con la curiosità per tutto il viaggio, andrò subito al nocciolo della questione.
-Cosa dovevi dirmi?-
Finalmente si girò verso di me, e alzandosi dal letto va alla sua scrivania, per prendere quella che sembrava essere una lettera.
Hanzo: Oggi mi è arrivata questa lettera, contiene un invito, vorrei che lo leggessi ad alta voce.
Presi in mano il foglio, diedi una prima occhiata e notai che era scritta in inglese, fortunatamente grazie a Present Mic l'ho imparato alla perfezione.
-Gentile signor Kimura, le informiamo che suo figlio, Hanzo Kimura, è stato accettato nella nostra prestigiosa accademia, a New York. Per il ragazzo sarà possibile studiare e lavorare sul campo insieme a diversi eroi professionisti. Sarà possibile portarsi con sé una persona, che potrà studiare insieme al ragazzo.-
Ci sarebbe altro da leggere, ma ho così tante domande da fargli.
-Ti vuoi trasferire?-
Hanzo: Questa è l'intenzione.
-Ma perché non rimani qui? Se intendi fare l'eroe, a cosa ti serve abbandonare il Giappone?-
Hanzo: Hai ragione, il mio obiettivo è diventare un eroe. Ma vedi, dopo il mio scontro con Kikin, mi è tornata in mente una cosa: se in futuro non avessi scelto la strada dell'eroismo, avrei scelto quella della scienza. Voler dare il mio contributo all'umanità usando il mio genio, questo era il mio obiettivo, ma ora... questo desiderio è tornato più forte che mai. E ti dirò, voglio fare di più: diventare il primo eroe-scienziato della storia.
-Ti piace sognare in grande...-
Hanzo: Esatto, ma questo viaggio non intendo farlo da solo.
Dimmi Sayzor: vorresti venire insieme a me? Lavoreremo ai nostri rispettivi sogni, non preoccuparti per la sistemazione, avremo la nostra camera di dormitorio.
Ho bisogno che mi dai una risposta il più in fretta possibile, intendo partire tra qualche giorno.
È una decisione troppo grande per essere presa così alla leggera. Certo che è molto allettante, lavorando a stretto contatto con dei professionisti, avrei praticamente una carriera pronta. Però... questo comporterebbe dal separarmi da tutto: casa; compagni; scuola; quei pochi membri della mia famiglia.
Si tratta del mio futuro, un futuro già scritto, nel quale non dovrei fare molti sforzi.
-Non posso accettare Hanzo. Non fraintendermi, la tua offerta è molto generosa, ma questo comporterebbe all'avere una carriera già scritta, io voglio diventare un eroe con le mie sole forze. E poi... questo è il mio posto, questa città potrebbe aver bisogno di me un giorno, e io voglio esserci.-
Spero che possa capire, non sembra molto felice della mia decisione, ma è solo un'illusione.
Mi fa un sorriso chiudendo gli occhi.
Hanzo: Ma certo, capisco perfettamente. Vorrà dire che farò questo viaggio da solo.
È stato molto comprensivo, mi fa piacere che lui, nonostante tutto quello che è successo, riesce a sorridere. Questo gli fa onore. Non mi resta altro da fare qui, tornerò al dormitorio.
Due giorni dopo, Aeroporto di Musutafu.
Il giorno della partenza è arrivato, Hanzo è lì in mezzo a quella cerchia di persone, parenti e amici lo stanno salutando, non so per quanto starà via, di una cosa sono certo, mi mancherà... Sta arrivando anche qualcun'altro con le valige in mano, santo cielo! Quella è Hanako!
Hanako: Accompagnatrice a rapporto!
Hanzo: Finalmente, tra poco partivo senza di te.
Non sapevo che si frequentassero, addirittura le ha chiesto di essere la sua accompagnatrice, non si smentisce mai. Credo sia arrivato il momento del mio saluto, mi faccio avanti e Hanzo incrocia il suo sguardo col mio.
-Non pensare che la nostra rivalità sia finita così.-
Hanzo: Ma guarda, ti stavo giusto per dire la stessa cosa.
-La prossima volta ci affronteremo di nuovo come due professionisti.-
Stringo la mano a pugno e la porgo a lui, così che possa ricambiare con un pugno contro pugno.
Hanzo: La prossima volta vincerò io!
-Beh, non lo so, staremo a vedere!-
Ci stringiamo la mano, non solo come due rivali, ma anche da amici. Hanzo è stato un vero amico per tutto questo tempo, un compagno di battaglia, lui è un vero eroe per quanto mi riguarda. Non sono l'unico che deve dare l'ultimo saluto: un uomo alto e dalle fiamme che ricoprivano buona parte del suo corpo, l'eroe numero uno, Endeavor. Fra i due vi è solo uno scambio di sguardi, fino a quando l'uomo non prende la parola.
Endeavor: Non provare a tornare qui senza avermi superato, sono stato chiaro?
Non è arrabbiato, tutt'altro. Hanzo ha recepito il messaggio, e come il migliore degli allievi, si inchina davanti al professionista.
Hanzo: La ringrazio per tutto, sensei...
L'aereo è arrivato, il mio cuore sta iniziando a battere all'impazzata. Hanzo...non dimenticarti della nostra promessa. Alza la mano e ci saluta tutti insieme, allontanandosi verso il gate insieme ad Hanako.
Non è un addio, ma un arrivederci. Arrivederci a te, amico mio. Non mi resta che fare ritorno a casa.
Quel pomeriggio stesso... ore 17: 30.
Manca poco e arriverò al dormitorio. Sulla strada ho incontrato Senichi, a quanto pare è evaso di prigione, ma non sembra voler fare nulla di male.
Vuole andare a trovare suo padre, Eijo Kazumi. Chissà che faccia farà quando si ritroveranno.
Purtroppo non potrò essere presente, è giusto che mio fratello ritrovi il suo vero padre. Senza accorgermene, sono giunto al fiume, ricordo bene questo luogo. A interrompere i miei pensieri è il suono di un motore.
Mi giro ed ecco una figura a cavallo di una moto rossa. Ha il viso coperto solo da un casco dello stesso colore della vettura. Che grande deja-vu, è proprio così che incontrai Tetsuya: davanti a questo fiume. La figura si toglie il casco, rivelando dei lunghi capelli biondi, è Kanon! Deve aver pensato di ereditare la moto di Tetsuya, un momento! Controllo nella tasca della felpa e trovo l'arma chimica che Shi voleva usare, forse è tanto chiederle di distruggerla, ma...
Lei mi fa cenno di consegnargliela, gliela lancio e lei l'afferra al volo.
Subito dopo, quella piccola sfera venne ridotta ad un cumulo di granelli di polvere. Era quella la volontà di Tetsuya, penso che lei volesse solo rispettarla... se ne sta per andare, forse dovrei...
-Kanon!-
Lei si volta verso di me, il suo sguardo è così triste, malinconico, non deve aver ancora superato la sua morte.
Kanon: Addio...
Non voglio fermarla.
È una sua scelta, se crede che andar via sia quella giusta, chi sono io per giudicare? Dove andrà non lo saprò mai, di una cosa sono certo: questo è sicuramente un addio.
Da quando l'ho conosciuta, una cosa l'ho imparata benissimo: non si rimangia mai le sue parole. Sei stata come una sorella maggiore per me, addio Kanon. Mi auguro che tu possa tornare ad essere felice, un giorno.
Appena la sua moto parte, un'altra figura arriva correndo verso la mia direzione: quei lunghi capelli rossi, quegli stupendi occhi verde smeraldo, non ci sono dubbi...
Kendo: Sayzor!
Lei... lei sono certo che non mi abbandonerà mai.
Kendo: Era ora! Ti ho cercato dappertutto! Stai bene? Ti vedo strano...
Strano... già, ha proprio ragione, sono una persona strana.
La mia esistenza fin'ora è stata caratterizzata da eventi che mi hanno reso col tempo molto strano. Non posso dire di essere felice di questo. Di una cosa ringrazierò questa esistenza: l'avermi fatto conoscere gente come Itsuka. Degli altri che posso dire? Se la caveranno benissimo anche da soli, sono tipi in gamba. A volte mi chiedono se volessi tornare indietro nel tempo per riparare ad un mio errore, la risposta è no. Per quanto la mia vita sia caratterizzata da eventi tristi, nulla potrà cambiarli al cento percento. Mi sono lasciato alle spalle le persone migliori del mondo, e ne sono felice. Le cose cambiano e continueranno a cambiare. L'importante è guardare verso il futuro, e voglio assolutamente vederlo il futuro che mi aspetterà.
- È una lunga storia. -
FINE
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