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Compagno Di Stanza | Sangi


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Ship: San x Mingi

Nella notte del diciannove dicembre, per colpa della scuola e di vari problemi familiari, la vita di San inizia a cambiare a causa dell'inserimento cruciale di una persona nella sua vita, l'unica che sarebbe riuscita a controllarlo e farlo calmare...

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Erano quasi le due del mattino mentre la mia mente continuava a focalizzarsi non sullo studio, ma su quelle parole che per me erano abbastanza laceranti..

"Mi aspettavo di più da te Choi San. Se nel prossimo test non arrivi almeno nei primi dieci in classifica, sarò costretto a mandarti via da questa scuola, non possiamo rovinare la nostra perfetta immagine a causa di un incompetente come te. Esci"

Continuavo a ricordarmi ogni singola frase, anzi, alcune volte la mia mente le rielaborava quando mi dimenticavo qualcosa, ma il significato era quello.
In quell'ultimo periodo, a seguito della morte di mia nonna paterna, mio padre ha deciso di divorziare con mia madre e quest'ultima era pure d'accordo. Avevo sempre saputo che non c'era vero amore tra di loro, ma potevano anche evitare di sbattermelo in faccia in quel modo.
Non avevo un rapporto stabile con i miei genitori e per alcuni tratti li odiavo, tranne per qualche eccezione per mia madre. Lei mi amava e si vedeva e di questo gliene sarò grato fino alla fine dei miei giorni, ma il dolore non può scomparire come della polvere dispersa nell'aria.
Quindi in sostanza, a causa di questi due fatti che ormai a pensarci non provavo più nessuna emozione, i miei voti a scuola erano scesi di gran lunga. Ero uno tra i migliori, adesso sono solo il peggiore.
Il preside continuava a farmi sentire questo peso addosso ogni giorno da quando non avevo superato l'esame e per lui, un alunno che non supera gli esami è qualcosa di mostruoso, soprattutto per la sua carriera. Nessuno sapeva di come mi sentivo nell'ultimo mese, cioè una merda, ma non non mi aprivo mai con nessuno, non lo facevo di mia spontanea volontà e in più, nessuno si era mai preoccupato di come stavo.

La mia mente si spostava da un pensiero all'altro e lo studio ormai lo avevo lasciato da parte. Mi era venuto in mente Mingi, il mio compagno di stanza che sicuramente ora era con la sua fatidica ragazza.
A dirla tutta, il fatto che Mingi si fosse messo con una ragazza in questo ultimo tempo mi faceva più male del dovuto perché sì, io ero innamorato di lui da quando ci avevano messo in stanza insieme, cioè da circa due anni e vederlo baciarsi lussuriosamente con quella troia di Sajin mi dava sui nervi e mi alterava completamente l'umore, fino a farmi diventare irascibile anche col mio migliore amico Wooyoung e con gli altri.
Non sapevo cosa fare, loro ormai mi stavano alla larga perché non mi volevano disturbare, ma io avevo bisogno solo di una cosa, o meglio dire, di una persona: Mingi.

Come tutti sapevamo, non possiamo sempre ottenere quello che vogliamo, quindi non mi restava altro che accontentare il preside prima di venir buttato fuori da questa scuola.
Se venissi cacciato potrei anche smettere di studiare perché un alunno che viene cacciato da una delle migliori scuole non è visto di buon occhio qui, per di più mia madre non avrebbe abbastanza soldi per iscrivermi da qualche altra parte o far venire qualcuno a casa mia. In poche parole ero fottuto.
Presi il telefono e guardai l'ora di nuovo, erano le due precise adesso e Mingi non era ancora tornato in stanza, sinceramente mi dava fastidio che stesse anche dopo il coprifuoco fuori con quella sgangherata. Mi dava fastidio il fatto che, conoscendo Mingi, la usava solo per il suo piacere e conoscendo Sajin, anche lei usava lui solo per il suo piacere, oca senza piume com'è.

Avevo gli auricolari anche se intorno a me c'era silenzio, ma non riuscivo a concentrarmi altrimenti. Abbassai gli occhi sul libro per tornare a studiare, ma più leggevo più non capivo.
Decisi allora di togliere gli auricolari, magari mi sarei concentrato al meglio, ma sapevo bene anche io che avevo bisogno di dormire. Lasciai le cuffie accanto al mio telefono e tolsi la notifica della musica da esso per poi tornare a studiare.
D'un tratto la luce si spense. In un primo momento pensai fosse saltata la corrente, ma il mio telefono si trovava in carica e non si era acceso per avvertirmi con la sua solita notifica che non stava più caricando.
Mi girai appoggiando il braccio alla superficie dello schienale della sedia, ma dato il buio non riuscivo a focalizzare bene la presenza o meno di qualcuno.
Mi alzai dal mio posto e andai ad accendere la luce, trovando poi Mingi sdraiato sul suo letto con le braccia dietro la testa e gli occhi chiusi.
"Chiudi la luce, voglio dormire" mi disse mugolando e girandosi dall'altra parte.
"Te ne vai a dormire dalla tua fidanzata, sai benissimo che devo studiare" gli risposi abbastanza freddo e lui si alzò col busto mostrandomi il suo telefono.
"Sono le due del mattino, vattene a dormire perché tanto non arriveresti a niente ora. Sei troppo stanco per poter concentrarti" mi disse abbassando la voce.
"E scusa da quando ti preoccupi per me?" gli chiesi mentre andavo a sedermi sulla sedia su cui ero seduto da circa tutta la giornata.
"Da quando? San lo faccio sempre, sei tu quello troppo egoista che non se ne accorge. Lo faccio io, lo fa Wooyoung, lo fa Seonghwa, lo fa Yeosang....hai pure il coraggio di chiedermi da quando?" mi rispose, ma questa volta stava iniziando a perdere anche lui la calma.
"No, tu non l'hai mai fatto, gli altri sì, ma tu no, mai" dissi correggendolo perché alla fine era vero. Non c'è mai stata una volta in cui si era preoccupato per me, sempre e solo quella donna aveva in testa, o almeno da quando mi ricordo siccome i bei momenti passati prima di tutto questo casino non mi venivano mai in mente.
"Non stai connettendo quello che dici con quello che pensi. Vai a dormire che è meglio" continuò con la sua frase e io lì persi il controllo.
"Se ti da così tanto fastidio allora vai a dormire da quella troia che ti ritrovi come fidanzata...pff dormire...vai a scopare che è meglio" alzai la voce ma non tanto, non volevo avere casini in questo momento.
"Se vuoi vado davvero eh" mi istigò.
"Che cazzo me ne fotte, vattene" gli dissi urlando definitivamente e facendo un gesto alquanto brutto.
"Sto cazzo, non me ne sono rimasto due ore ad aspettare che tu finissi per dormire, ok? Perciò tu ora chiudi la luce e ti riposi" il suo tono era ritornato basso. Molto probabilmente nemmeno lui voleva crearsi dei problemi.
"Due ore?" gli chiesi per essere sicuro di aver sentito bene.
"Sì, da mezzanotte se non prima che sono qui, ma tu non mi hai sentito siccome eri con gli auricolari. Ho aspettato che gli togliessi siccome ogni volta che finisci di studiare togli le cuffie" mi disse tranquillo.
"Ma scusa perché non mi hai fatto notare la tua presenza? Potevi almeno dirmelo" difatti non riuscivo mai a durare con lui, ci arrabbiavamo e poi lui abbassava la tonalità della voce e rimaneva tranquillo mentre mi faceva sempre capire che stavo io nel torto.
"Non volevo disturbarti siccome so come sei messo con lo studio, il preside mi ha avvertito di aiutarti e di tenerti d'occhio" qualcosa di nuovo scattò in me.
"Non ho bisogno della baia, quella è la porta" gli dissi dandogli le spalle.
"Mi spieghi perché ogni volta che litighiamo tiri fuori la mia ragazza? Che ti ha fatto di male? Non ti ha mai rivolto parola" chiese e io ignorai semplicemente le sua domande siccome non sapevo come avrei dovuto rispondergli.
"Non ignorarmi, non sei un bambino piccolo" sentii i suoi passi e provai un senso di paura e il mio cuore iniziò a battere poi velocemente, come accadeva sempre in sua presenza.
"San hai bisogno di riposare e non rispondermi con "vai a dormire dalla tua ragazza" perché non ci andrò. Su chiudi la luce e vieni a dormire" era premuroso nei miei confronti, ma sicuro lo faceva sotto ordine del preside.
"Sono affari miei se sono stanco o meno. O te ne vai o dormi con la luce accesa, a te la scelta" ritornai con la testa sul libro e calò il silenzio, finché il mio telefono squillò. Era strano che qualcuno mi chiamasse a quell'ora. Lo presi e lessi il nome di mia madre e subito risposi.
"San?" sentii dei singhiozzi.
"Mamma? Che succede?" le chiesi di fretta.
"Tranquillo, volevo solo avvisarti che se tornerai a casa non mi troverai, sarà da tua zia perché sta male" disse. Mia zia viveva in un'altra città da sola siccome era rimasta vedova da circa dieci anni.
"Che cos'ha?" chiesi titubante con la paura che potesse avere qualche malattia come quella di mia nonna.
"Mi hanno detto che è in ospedale. Tu stai tranquillo, ora la raggiungo e rimarrò lì con lei. Vai a dormire adesso e riposati, poi se avrò notizie ti chiamerò. Ti voglio bene tesoro" sentii poi il rumore di un motore, probabilmente quello di una macchina e subito dopo riattaccò. Era da tanto che non sentivo quelle tre parole uscire dalla bocca di qualcuno, anzi, oltre a mia madre nessuno me le aveva mai dette. Dimostravano tutto coi gesti.
Posai il telefono sul tavolo e appoggiai la testa su di esso. Non mi sembrava né giusto né normale che qualcun altro della famiglia stesse male, non volevo perdere nessuno e non volevo vedere mia madre a pezzi, non volevo che tutto questo accadesse a me.
"Cosa ho fatto di male..." dissi ad alta voce senza nemmeno accorgermene.
"Non hai fatto niente, cosa è successo?" Mingi si avvicinò a me e io imprecai mentalmente.
"Non te ne fotte un cazzo" una mano si posò sulla mia spalla e io mi girai di scatto verso di lui che era poco distante da me.
"Sei cambiato parecchio in quest'ultimo periodo e non penso sia solo a causa della scuola. Che ti succede San? Voglio il vecchio ragazzo che c'era prima, il mio migliore amico" appena finì di udire quelle frasi, mi alzai di scatto senza neanche pensare a cosa volevo dire o meno.
"Sai perché sono così? Perché non c'è niente che mi va bene" senza accorgermene alzai la voce di parecchio e l'altro mi venne incontro.
"Mia nonna è morta, i miei genitori si sono separati, tu hai la tua cazzo di fidanzata di merda e infine sto sul cazzo al preside. Cosa è successo? Osi ancora chiedermi cosa è successo?" avevo le mani nei capelli mentre continuavo a tirarmeli.
"San io-" cercò di dire ma io lo bloccai.
"No. Migliori amici? Io e te? Ma quando mai. Un migliore amico non tiene sotto d'occhio l'altro" parlai senza peli sulla lingua mentre dicevo quello che pensavo.
"San io non volevo tener-" lo bloccai nuovamente, ormai mi veniva naturale.
"San un tubo, non volevi fare cosa eh Mingi? Su, quale scusa ti inventerai questa volta?" stavo letteralmente urlando senza problemi e l'espressione dell'altro stava cambiando.
"San cazzo, ti ho detto ascoltami" alzò anche lui la voce.
"E con quale scopo? Eh? Sentire delle cazzate provenire da un coglione come te? Preferisco starmene da solo per sempre grazie" gli dissi e lui si avvicinò ancor di più a me.
"Spostati, non ho bisogno delle tue lamentele, sensate o insensate non me ne frega una minchia" mi allontanai ma lo stesso lo spazio tra di noi che rimaneva era poco.
"San gentilmente fammi parl-" dopo questa non lo avrei più lasciato parlare, lo avrei direttamente chiuso da qualche parte.
"Non ne ho bisogno, vaffanculo Min-" stavo ancora urlando, ma la mia voce venne interrotta quando il ragazzo davanti a me mise una mano dietro la mia nuca per poi spingermi contro la sua faccia e attaccare le sue labbra con le mie. Non sapevo nemmeno io come mi stavo sentendo. Ero felice, ma allo stesso tempo avevo paura, tanta paura e volevo staccarmi, cosa che lui fece prima di me. La sua mano era ancora sul mio collo e mi stava guardando negli occhi, mentre io non riuscivo a sorreggere tanto il suo sguardo.
Portò l'altra mano libera sulla mia guancia e di nuovo mi baciò. In quel momento mi sentivo bene, e non riuscivo a pensare a niente per quanto stessi come su una nuvola.
All'inizio il bacio fu calmo, ma poi Mingi prese a muoversi sulla mia bocca e io ricambiai il gesto fin quando però si staccò di nuovo. Tolse anche le sue braccia e si allontanò leggermente per guardarmi meglio. Sapevo di aver la faccia rossa, sentivo caldo nel mio corpo, ma in quel momento poco mi importava.
"Perchè l'hai fatto" chiesi indirettamente in un sussurro. Lui si girò e andò a spegnere la luce.
"Se lo hai fatto solo per farmi stare zitto allora non parlarmi mai più in vita tua" continuai a parlare atterrito dalla sensazione di sconforto che stavo provando, ma nel buio sentii una mano posarsi sulla mia e trascinarmi da qualche parte.
I miei occhi si stavano piano piano abituando all'oscurità e finalmente potei notare che era il letto di Mingi su quello in cui mi stavo stendendo, o meglio, lui mi stava facendo appoggiare su di esso.
"Mingi che stai facendo?" lo vidi venire vicino a me e mettere le coperte sopra entrambi e poi mise le braccia attorno al mio corpo e mi abbracciò.
"Non ho fatto così per farti tacere, c'è un valido motivo" mi disse nell'orecchio e il mio cuore scalpitò.
"Come mai non hai mai detto a nessuno di questa cosa? Dei tuoi genitori, della morte di tua nonna?" continuava a stringermi forte e mi venne d'istinto mettere il mio braccio sulla sua vita.
"Non ne avevo bisogno" risposi cercando di essere freddo ma molto probabilmente stavo fallendo. Però lui stava velocizzando le cose ed era in grado di rendermi bipolare in una maniera incredibile.
"Ma perché? Noi siamo qui per te, se ce lo dicevi avremmo cercato di aiutarti" sta volta mi guardò negli occhi e io abbassai lo sguardo.
"Perché mi hai baciato?" chiesi dopo qualche attimo di silenzio.
"Perchè volevo" mi rispose e io lo guardai.
"Che c'è? Io lo volevo" continuò a dire.
"Ma tu sei fidanzato" la mia voce era spezzata perché era come se fossi il suo amante...anzi, probabilmente non ero manco quello.
"Non me ne frega un cazzo di lei. Se avessi guardato anche oltre le tue convinzioni, l'avresti notato anche tu. È vero, l'ho usata, ma lei non era da meno" la sua mano era salita sulla mia guancia e mi stava accarezzando. Stetti in silenzio aspettando che lui continuasse.
"Quindi qualche giorno fa l'ho lasciata, in teoria sono single, ma non penso per tanto" stava sorridendo e riuscivo a percepirlo.
"No Mingi, tutto questo non ha senso" mi bloccò mettendo il suo pollice sulle mie labbra.
"Ripeto, se non fossi stato così egoista avresti notato i miei sentimenti per te. Li hanno notati tutti, a parte l'interessato" era dolce e sapeva che io mi stavo sentendo caldo.
"Adesso lascia stare questo, è tardi e se non riposi domani non porterai alla fine niente" disse chiudendo il discorso, ma io non volevo.
"Mi sei sempre piaciuto" dissi schietto senza nemmeno pensare a quello che stavo dicendo, ma dopo due anni mi ero stancato di tenerlo sempre e solo per me.
"Lo so" rispose e io lo guardai stranito.
"Lo so perché prima che mi mettessi con Sajin mi stavi sempre vicino, eri freddo, ma ogni volta sentivo o la tua mano vicino alla mia o la tua spalla, cercavi contatto. E poi quando è arrivata lei tu ti sei distaccato. All'inizio avevo pensato che volessi lasciarmi i miei spazi, ma eri diventato scontroso con tutti e t'incazzavi ogni volta che mi vedevi con lei. Due più due è semplice da fare". Non sapevo come reagire, se sapeva dei miei sentimenti poteva fare qualcosa piuttosto che farmi sempre del male con la loro vista in cui si baciavano.
"Mi hai distrutto mentalmente ogni volta che vi baciavate" sentii delle carezze sui capelli.
"Mi ero messo con lei solo per dimenticare te e i miei sentimenti, non pensavo che avresti ricambiato in un primo momento, ma solo che avevi bisogno di affetto e io ero il tuo migliore amico. L'ho capito dopo ed è per questo che sono qui adesso" mentre parlava sembrava normale, sembrava stesse bene.
Tolse però le braccia dal mio busto e io mugolai per quella sensazione di freddo che si creava attorno al mio corpo.
Si appoggiò sulla mano e col gomito sul letto mentre mi guardava.
"Come ti senti ora" parlò, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi dato che mi sentivo male per essere stato una brutta persona con tutti.
"San o mi guardi o ti bacio" disse. Non volevo guardarlo già di mio e adesso non l'avrei fatto per niente. Volevo quel bacio, avevo bisogno di quel contatto perché sì, avevo bisogno di lui.
"Ho capito" si alzò col busto e si sporse per baciarmi e io misi le mie braccia dietro al suo collo perché non volevo che si staccasse molto velocemente.
Lui capì immediatamente cosa volevo e si appoggiò sul letto mentre metteva le mani dietro la mia schiena e mi accarezzava.
Mi staccai per riprendere fiato e lui sorrise.
"Avevo ragione sul fatto che avevi bisogno di contatto" ridacchiò e io mi sciolsi vedendo il suo sorriso.
"Cosa siamo io e te ora?" chiesi, interrompendo il momento. Non volevo fare il "dolce" con qualcuno che non sarebbe mai stato mio.
"È strano da dire, ma vorresti essere il mio ragazzo?" mi chiese dopo qualche secondo in silenzio, mentre teneva il suo sorriso stampato in faccia.
Annuì semplicemente perché non sarei stato in grado di dirgli sì con qualcosa di dolce, ma c'era una frase che avevo bisogno di dirgli.
"Non mi piace l'affetto o il contatto. Io avevo bisogno di te" chiusi gli occhi mentre dicevo quella frase e poi sentii di nuovo quel calore sulle labbra.
"Anch'io di te" si staccò leggermente per dire quella frase. Alla fine era vero, Mingi si preoccupava sempre per me, ma io non ci avevo mai fatto caso.

Non sapevo come descrivere quella sensazione perché nemmeno io avevo capito cosa fosse, ma mi sembrava di aver raggiunto un alto traguardo e non potevo desiderare di meglio se non lui..








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Oke ho provato a fare qualcosa di carino, sorry se non vi è piaciuta🥺

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