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Pov Caterina
«Sì mamma, non farò tardi» le dissi e lei annuì. Andai in camera mia rapidamente, mi misi un lungo cappotto e nascosi sotto il braccio il libro antico che avevo preso dalla biblioteca di nascosto, nella sezione delle arti oscure, e poi uscii di casa per inoltrarmi nel bosco. Adoravo stare tra la natura.
Camminai per un bel po' di tempo, fino a quando non pensai di essere abbastanza lontana da casa mia. Mi girai e trovai una grande roccia, che all'apparenza sembrava pulita. Mi ci andai a sedere e poi tirai fuori il libro e lo misi sulle gambe. Guardai il cielo e mi lasciai incantare dai fiori colorati che, grazie al sole alto in quella vastità celeste, sembravano brillare.
Guardai in basso, sulle mie mani e poi mi concetrai completamente sul libro. All'accademia, oltre a chi era grande e saggio, agli studenti era vietato entrare a contatto con qualsiasi cosa riguardante la magia, ma allo stesso tempo non toglievano mai la sezione riguardante ella dalla biblioteca o dai manoscritti presenti nella grande sala del castello. Inoltre, l'ingresso alla grande sala era vietato se non per specifiche ragioni, e potevano entrare solo chi ormai era, a detta loro, "ben a conoscenza del mondo e dei fatti".
Era riuscita a prendere questo libro dalla biblioteca senza che nessuno mi vedesse. Si trovava per terra nella sezione delle piante e avevo subito colto l'occasione per prenderlo e nasconderlo. E adesso mi trovavo con questo libro con una copertina abbastanza intrigante in mano.
Lo aprii e lessi solo una frase. Non c'era altro in tutto quel libro. Solo una frase scritta in rune, come quelle che avevo imparato da piccola a scuola ma che ora non ricordavo più il significato.
Provai a ricordarmi qualcosa e cercai di mettere in ordine le mie idee per poi provare a leggere la scritta.
«የሃኳጢሀጣሀ ኳሃኒኪካኪኲኲሀ ጣሀኴየኪህኒሀሃኲኪየሀ!»
Non accadde nulla, nemmeno un minimo rumore. Tornai a guardare il libro per provare a rileggere la frase, magari avevo solo sbagliato a leggere, ma esso era scomparso. «Accidenti.»
Mi guardai intorno per capire chi è che me lo avesse appena preso ma non vidi nessuno intorno a me. Notai, però, che il sole era scomparso. C'era la luna nel cielo buio, ma il posto era completamente illuminato.
D'un tratto sentii qualcuno dietro di me. Mi girai di scatto e vidi un piccolo lupetto. Indietreggiai ma inciampai in un bastone e caddi per terra. Il lupetto si sedette e fece dei versi dolci e a me sembrò di averlo già visto da qualche parte.
Si stese per terra, allora io mi alzai lentamente e andai verso di lui per accarezzarlo. All'accademia ci insegnavano sempre robe di questo genere e la prima regola che bisognava assolutamente rispettare era quella di non avvicinarsi ad un lupo fino a quando non si metteva completamente per terra col corpo.
Provai a portare la mano davanti al suo muso per fargliela annusare e poi la misi sopra la sua testa. Sembrava veramente piccolo. «Dov'è tua madre?»
Chiesi con la consapevolezza che non sarebbe mai riuscito a rispondermi o a capirmi. Lo coccolai per un pochetto e poi mi alzai in piedi. «Devo assolutamente tornare a casa.»
Provai a ricordarmi la frase che avevo detto prima ma quando la dissi niente tornò come doveva. Guardai il piccolo lupo e lui, come se volesse tranquillizzarmi, fece di nuovo un verso dolce. «Adesso come me ne vado da qui...»
«Semplice: non lo fai» sentii una risata dietro il mio orecchio e subito mi portai in avanti, aveva il fiato veramente caldo. «Su Hongjoong, torna umano. Il capo ci aspetta.»
Guardai la persona che era davanti a me, senza dare peso alle parole che aveva appena pronunciato.
«Oddio qualcuno come me... Ti prego aiut-» mi bloccai vedendo il suo collo. «Il tuo collo...»
«Oh... Sì, quest'idiota si diverte a darmi dei morsi provocatori» pronunciò le ultime parole lentamente, mentre tirava fuori un sorriso. Sentii il cuore nelle orecchie appena vidi i suoi canini sporgenti. «Sei-»
«Sì, bellezza. Sono un vampiro» indietreggiai subito, ma il lupetto di prima si trasformò in un essere umano, o almeno credo.
Continuai ad indietreggiare per la paura fino ad arrivare a sbattere contro il tronco di un albero. «Bellezza a chi? Come osi chiamarla bellezza davanti a me, eh Seonghwa? Guarda che ti lascio in astinenza per un mese intero.»
Non capii di cosa stavano parlando, ma sfruttai immediatamente la loro distrazione e corsi via da lì. Appena vidi di essere abbastanza lontana mi voltai per vedere se erano dietro di me o meno ma non vidi nessuno.
Andai a sbattere contro qualcosa, o meglio dire, qualcuno ma non caddi. Sentivo delle braccia attorno al mio corpo che mi stringevano mentre i miei occhi erano chiusi. «Benvenuta... Caterina» mi disse un ragazzo col sorriso. Mi ricredetti: aveva i canini anche lui. «Risparmiami per favore» chiusi gli occhi e pregai. «Non vi recherò più fastidio e me ne andrò dal vostro territorio.»
Adesso avevo capito. Ero finita nel Mondo Proibito e maledetto dei vampiri... Ma che ci facevano qui i lupi mannari?
«I lupi mannari? Ah be' tutta colpa di Seonghwa e... Non importa. Sono loro che si sono innamorati di un cagnoletto... Bah» la sua voce era dolce.
«Vampirino dei miei stivali ti consiglio di levare le tue mani da quella ragazza per due semplici ragioni: o ti faccio fuori io o lo fa il capo» il vampiro guardò in alto e poi mi lasciò dolcemente e vidi i suoi occhi cambiare colore appena sentimmo la voce di qualcun altro. «Amico sei in grossi guai.» disse uno mentre scendeva da un albero.
«Taci Mingi!» vidi tre ragazzi davanti a me. Oltre a quello che mi aveva appena tenuto, c'era uno seduto per terra e l'altro sceso dall'albero.
Il primo si inchinò leggermente mentre gli altri due rimasero indifferenti. Non capii cosa stesse succedendo fino a quando non sentii una presenza dietro di me, di nuovo. Mi girai lentamente e vidi un altro vampiro con gli occhi rossi. Per un attimo ebbi veramente paura appena egli serrò la sua mascella, facendo vedere i lineamenti della sua faccia, come se avesse appena visto qualcosa di cui immaginava la peggior conseguenza.
Lui guardò prima gli altri tre e poi guardò me. Finii per indietreggiare di nuovo lentamente, allontanandomi anche dai tre, ma d'un tratto lui si avvicinò a me di più. «E questa dovrebbe essere la nostra cena?»
«In realtà l'abbiamo trovata nella zona destra del bosco, anzi, è stato Hongjoong ad averla trovata» chi aveva appena parlato si era abbassato e stava accarezzando la testa di quel lupo di prima. Adesso erano in sette.
Non riuscii a capire se quello che stava accadendo era solo frutto della mia immaginazione a causa dei mille racconti dell'accademia, o stava accadendo realmente. Era impossibile che una persona come me potesse entrare in un mondo come questo, era una regola ancestrale quindi non avrei mai potuto avere accesso al Mondo Proibito se non per una valida ragione. «Potresti smetterla di pensare così tanto? Mi fai venire il mal di testa!» la voce del primo vampiro che mi aveva trovato all'inizio risuonò nella mia testa.
«Scusa» dissi, ma ricevetti solo alcuni sguardi furtivi. «Tu riesci a sentirmi?» mi chiese ed io annuì.
«Allora quell'indovina aveva ragione. È lei San!» il vampiro si rivolse a un altro e i sette si radunarono attorno a me.
«Guarda bene questi canini Caterina, non hai paura che da un momento all'altro ti attacchi e ti uccida con le mie stesse mani?» mi aveva chiesto uno alto. Stavo morendo di paura, ma ero ben consapevole che i vampiri del Mondo Proibito non uccidevano qualsiasi persona che gli si presentava davanti. Era una regola.
«Hai ragione, è la regola. Ma il capo di questo mondo può farlo» un'altro alto fece una smorfia e indicò quella persona dai capelli rosa dietro di loro.
«È strano che il tuo corpo non emani alcuna emozione di paura, al contrario della tua faccia. San che ne dici?» chiese uno con i capelli biondi, lunghi fino alla fine del collo.
«È vero, non trema nemmeno come quel ragazzo che abbiamo incontrato giorni fa... Chissà dove è finito» alcuni scoppiarono a ridere e altri guardarono il loro presunto capo. Era vero non stavo tremando ma la paura dentro di me continuava a travolgermi il petto. L'unico di cui mi ricordavo il nome, cioè del loro capo, si stava avvicinando e se prima sembrava non avessi paura, ora per quanta ne avevo potevo anche svenire sul posto. Aveva oltrepassato gli altri ragazzi e si era avvicinato di più, non riuscivo a muovermi dal mio posto anche se lo volevo tremendamente, ma era come se fossi bloccata da qualcosa o da qualcuno. Era più alto di me e le sue iridi erano rosse, ma attorno alle sue pupille erano dorate. Una combinazione tra gli occhi che avevano i vampiri e i lupi. I suoi occhi d'un tratto divennero di un rosso chiarissimo e io sentii del fastidio al collo, come se avessi bisogno di qualcosa. La sua mano si posò esattamente su quel punto e io mi sentii morire in quel momento perché più provavo a muovermi più sentivo solo dolore. «San... È un'omega.»
«San i tuoi occhi!» anche io stavo guardando le sue iridi e oltre al terrore che provavo volevo anche osservare quelle piccole galassie rosse.
«Haruto aveva ragione quando aveva detto che tu eri diverso dagli altri e che lo avremmo capito solo col tempo...» parlò di nuovo quello coi capelli biondi.
«È inutile che opponi resistenza alla forza del capo, non riuscirai a muoverti fino a quando non te lo permetterà lui» sentii qualcuno dietro di me parlare, ma l'unica cosa di cui mi stavo preoccupando era quello che c'era davanti a me. Non ero più in grado di sostenere il suo sguardo e la sua mano sul mio collo continuava a farmi il solletico con le sue dita. Mi sentivo esposta a tutto il male e lo schifo di questo mondo. Volevo solo tornare a casa mia, da mia madre e fare finta che non sia successo niente.
«È lei» fiatò il vampiro davanti a me. Sentii la sua mano sulla mia e subito venni trascinata all'interno della sua casa. Il mio corpo da solo non poteva muoversi nemmeno se ci avessi provato con tutte le mie forze. Ero veramente bloccata da qualcosa che mi vietava di fare qualsiasi movimento che volevo.
Venni trascinata all'interno di una camera abbastanza grande, ma le dimensioni erano la mia ultima preoccupazione appena quel vampiro chiuse la porta dietro di sé e mi guardò.
Il mio collo continuava a darmi fastidio e avevo bisogno di toccarlo almeno per prudere o per vedere cosa c'era di così tanto fastidioso. Ma non ebbi tempo di pensare ad altro perché venni spinta sul letto e in pochissimi secondi lui era già sopra di me. La situazione che si stava creando mi stava distruggendo completamente, sentii una lacrima rigarmi la guancia e molte altre si unirono alla prima. La sua mano venne vicino ai miei occhi e mi asciugò lentamente le guance.
«Devo farlo, per salvare te e il Mondo Proibito» si avvicinò al mio orecchie e mi disse quella frase con l'intento di calmarmi, ma ottenne l'effetto contrario.
«Farà male all'inizio ma poi starai bene» sentii le sue labbra sul punto esatto del collo dove mi dava fastidio - che era anche aumentato - e ci lasciò un piccolo bacio. Non riuscivo a oppormi, ero intrappolata sotto la sua presa come un verme sotto la zampa di un uccello. Mi arresi a quello che stava per accadere e dopo qualche secondo, per me interminabile, sentii un forte dolore al collo: mi aveva morso.
Le lacrime continuarono ad uscire con un ritmo più rapido di prima e rimasi in silenzio, ferma e con un dolore lancinante al collo.
Iniziai a sentire il mio corpo riscaldarsi e le mie lacrime si erano subito fermate. Provavo una strana emozione all'interno del mio stomaco, una sensazione di piacere che si stava propagando in tutto il corpo e il dolore stava scomparendo velocemente. Riuscii finalmente a muovermi siccome avevo mosso la gamba perché il piacere era fin troppo, ma non volevo che finisse quindi rimasi ferma al mio posto.
Alzò la testa e mi guardò: i suoi occhi erano illuminati da una luce che potevo dire fosse celeste.
In quel momento mi apparirono in mente tante immagini, una dietro l'altra, in cui il protagonista era sempre la persona davanti a me. Era sempre San.
Si alzò da sopra di me e mi guardò spalancando gli occhi. Feci lo stesso e nonostante fossi convinta di non conoscerlo, mi sentivo protetta con lui. «Tu... Sai chi sono?»
Annuì, probabilmente era in grado di sentire i miei pensieri come l'altro vampiro. Non lo avevo mai visto prima d'ora, eppure mi sembrò di aver passato l'intera vita con lui.
«Perché mi hai morso?» chiesi, e la voce mi era diventata più profonda.
«Non sai di essere un'omega?» si era allontanato ancora di più e non mi stava guardando negli occhi.
«Io non so niente, perché mi hai fatto questo?» la mia voce divenne più alta, ma sentii come se provassi una sensazione di tristezza. Ma non era la mia. Sentivo che era la sua.
«Ancora non ti ricordi di me?» finalmente alzò lo sguardo e lo puntò nei miei occhi.
«Ti vedo nella mia mente, ma io non ti ho mai conosciuto in vita mia. Mi hai fatto una maledizione?!» la situazione tra noi due si era ribaltata. Era lui quello che sembrava ferito e continuava a farmi del male quel suo sentimento, mentre io sentivo solo di avere in pugno la situazione.
«Non ha funzionato...» concluse e sentii più dolore.
«Che cosa, eh?»
«Non ti ricordi niente del tuo passato? Non ti ricordi di chi eri?» mi chiese, calmo, ma io negai.
«Sei l'erede al trono del Mondo Della Lussuria, nonché la sposa del re Jeon Jungkook» il nome che aveva pronunciato mi suonò familiare, fin troppo, al punto da crearmi disgusto.
«E cosa c'entra questo?» domandai, aspettando che continuasse. Sospirò, arreso.
«Come penso tu sappia, il Mondo Proibito è abitato solo da vampiri, ma alcuni di loro si erano innamorati dei lupi dell'altro mondo. Tu eri l'omega di quel re, quella che avrebbe regnato-» lo interruppi.
«Aspetta. Quando sarei stata tutto ciò?»
«Nella tua vita precedente, e lo sei anche ora ma non è possibile manifestarlo nel tuo mondo. Fammi finire così capirai. Io assieme agli altri siamo nati tantissimi secoli fa. Un tempo la mia famiglia assieme a quella dell'altro mondo vivevano in pace e serenità, quindi era normale venire nel vostro mondo e la stessa cosa valeva per voi. Io e Jungkook quando eravamo bambini eravamo migliori amici, ma poi eri nata tu ed eri diventata anche tu nostra amica. Col passare degli anni era stato annunciato che Jungkook sarebbe diventato il futuro erede al trono e che quindi aveva la possibilità di scegliere la sua compagna» abbassò lo sguardo e sentii di nuovo quella sensazione di tristezza in lui.
«Aveva scelto me» continuai il suo discorso e lui annuì.
«Lui sapeva dei sentimenti che provavo per te ed era geloso quando tu lo avevi rifiutato per me, soprattutto quando aveva scoperto che io e te ci vedevamo da soli, tant'è che ti aveva rinchiuso all'interno del suo castello e aveva dato l'ordine ai suoi guerrieri di darmi la caccia. Da quel momento Jeong aveva dichiarato guerra al nostro mondo, ma io ero comunque riuscito a sfuggire da questo mondo e a venire nel tuo. Ero riuscito a raggiungerti nel castello perché avevo il potere di trasformarmi anche io in un lupo, ma questo non servì a tanto. Quando ero arrivato nella stanza in cui ti teneva, ero finito in una trappola. Lui non provava realmente dei sentimenti per te, quindi ti aveva ucciso sotto i miei occhi. In quel momento una parte di me era morta con te ma questo perché eri la mia compagna predestinata» si bloccò di nuovo e mise una mano sul suo cuore. Lo feci anche io perché quel dolore continuava ad aumentare e per un secondo volli far qualcosa per alleviare quel fastidio. Alcune immagini da lui descritte mi si presentarono davanti e piano piano mi vennero in mente anche le loro voci.
«Lottammo io e lui dopo che ti aveva ucciso, ma il dolore era troppo forte. Finii per perdere lo scontro e lui ne approfittò per uccidermi» la sua ultima frase mi trafisse come una feccia. Mi si piantò davanti la sua immagine in cui veniva ucciso. Me lo ricordavo bene, era l'ultima cosa che avevo visto prima di chiudere gli occhi.
«Tu... stai dicendo la verità...» sussurrai più a me che a lui.
«Ti ricordi?» mi chiese, alzando la testa. «Poco, quello che era successo alla fine purtroppo sì.»
«Hai detto purtroppo... Quindi ci tieni» gli era spuntato un piccolo sorriso sulla faccia e vidi le sue fossette.
"Sannie voglio le tue fossette."
"Sono sempre state tue, come chi le possiede."
"Idiota, chi ti ha detto che io voglio te. Voglio solo le tue fossette."
"So che mi vuoi, lo sai anche tu."
Mi tornò in mente quella piccola scena, conclusa con un bacio da parte sua.
«Le tue fossette...» dissi e lui sorrise malinconicamente.
«Ti piaceva sempre toccarle, molte volte mi facevi sorridere solo per vederle» disse, come se rimpiangesse quei momenti.
«Lo so.» Mi avvicinai a lui e misi lentamente la mia mano sopra la sua.
«San... Io non so se fidarmi completamente di te. Di tutto ciò che mi hai raccontato ho solo pochi ricordi, quelli chiari sono della tua morte e delle tue fossette. L'altro re di cui stai parlando non riesco a ricordarmelo» vidi il suo sorriso spegnersi.
«Ma piuttosto che comportarti così potevi prima spiegarmi la situazione. Inoltre non mi hai ancora detto perché mi hai morso o cosa sono gli omega» non sapevo dell'esistenza dell'altro mondo. Tolsi lentamente la mano ma sentii solo di nuovo fastidio.
«Oh... Giusto. L'altro mondo è composto da Alfa, Beta e Omega. Gli Alfa sono quelli che comandano, i beta vengono dopo di loro e infine ci sono gli Omega. Gli Alfa e gli Omega sono destinati maggiormente rispetto ai beta. Io sono un'Alfa e tu sei un'Omega. Ti ho morso velocemente perché se non lo facevo io allora quelli dell'altro mondo sarebbero finiti per trovarti. Il tuo odore ora è mischiato al mio quindi non possono trovarti» concluse e tirò un sospiro di sollievo.
«Quindi ora... Appartengo a te?» mi uscii una voce strana, come se fossi schifata dalla cosa, ma in realtà mi piaceva.
«Tu... Tu volevi l'altro?» negai immediatamente e lui annuì. «Ma questo non ti metterà in pericolo?»
«Sai quanto m'importa? Ti sto aspettando da così tantissimi anni e ora che ti ho ritrovata non ho più intenzione di abbandonarti. Ho sbagliato una volta, non commetterò lo stesso errore» la sua mano si chiuse in un pugno e la sua espressione sembrò decisa a fare quello che reputava giusto.
«Hai ancora paura di me o posso... toccarti?» mi chiese, con voce leggera e io annuì. Anche se volessi non riuscivo ad essere spaventata.
Mi abbracciò e mi fece stendere sul letto, di nuovo.
I suoi occhi si piantarono nei miei e per un attimo desiderai di più di quel semplice sguardo. Lui capì e mi accarezzò la guancia, per poi avvicinarsi alle mie labbra.
Un forte botto si sentì al di fuori di quella casa e San mi abbracciò rapidamente, come se volesse proteggermi. «Ti hanno trovata.»
Lo sentì imprecare e subito dopo si alzò, ma la porta della camera venne spalancata da due uomini.
San andò subito ad attaccarli ma si bloccò quando urlai per la paura: qualcosa mi aveva appena trascinato con sé e mi stava tenendo accanto alla finestra. San venne preso dagli altri due e mi sentii in colpa per averlo fermato quando li stava combattendo.
«Giù o la uccido» disse un uomo, lo stesso che mi stava tenendo e che aveva appena puntato un coltello al mio collo. San si bloccò appena mi guardò e venne subito catturato. Dopo ciò persi i sensi.
Pov San
Mi svegliai e ci misi un po' a capire che mi trovavo dentro una stanza, legato al muro e con poca luce che filtrava da una piccola finestra chiusa con delle sbarre di ferro.
Il mio corpo era debole e lo sentivo benissimo. Ero stanco in quel momento, come non mai. Avevo bisogno di avere un contatto con Caterina o non avrei manco avuto le forze per trasformarmi.
«Guarda chi si è risvegliato, il nostro amico e Alfa Choi San» alzai la testa e vidi Jungkook mentre teneva Caterina.
«Finalmente ti ho trovato» le disse e fece per baciarla, ma lei allontanò la sua faccia.
«Come osi tu-» la ragazza lo guardò negli occhi minacciosamente.
«Se mi vuoi allora devi lasciare andare San» urlò. La sua era una stupida richiesta e non ebbi nemmeno speranza che quell'uomo accettasse. Inoltre non me ne sarei mai andato senza di lei. «Starò al tuo cospetto, ti amerò e ti farò onore. Ma dovrai lasciarlo libero.»
«Caterina sei impazzita? Stai zitta!» urlai e lui sorrise alla mia reazione. Non poteva farlo realmente... Non era così stupido da accettare una cosa del genere.
«Ci sto. Di lui non me ne faccio niente se ho già te» rise e io sentii il mio cuore rompersi lentamente e in modo lacerante.
«Ma prima... Fammi solo dirgli addio per l'ultima volta, o non farò niente di quello che ti ho promesso» disse lei e lui mi guardò. Era un illuso se accettava, ma lei lo baciò sulla guancia, davanti ai miei occhi e io mi sentii andare a fuoco per la rabbia che stava aumentando.
«Questa notte sarà stupenda, me lo sento» finì lui. E lasciò Caterina per farla venire vicino a me, ma rimase lo stesso a guardarci.
«Apri per favore» Jungkook fece segno alle guardie di aprire la mia cella e così fecero.
«San! San! Dimmi che stai bene» avevo appena notato in quel momento i graffi che avevo su tutto il corpo, ma annuì.
«Non ti lascerò qui da sola, non lo farò ma-» mi bloccò, accarezzandomi la guancia e mettendo il suo pollice sulle mie labbra.
Mi abbracciò e sentii le lacrime sgorgare dai miei occhi.
«Appena uscirai da qui dovrai dire questo» e mi sussurrò una frase all'orecchio. «Fallo, ci rincontreremo nel mio mondo te lo assicuro.»
Si allontanò immediatamente da me e uscì dalla cella. Voleva che andassi nel suo mondo ma a scopo di cosa se lei non c'era?
Si svolse tutto così rapidamente che mi ritrovai ad essere scortato fuori da quel castello dagli stessi Alfa che mi avevano catturato.
Sarei morto lì in quel momento, avevo bisogno di lei. Avevo bisogno di Caterina.
Crollai per terra e sentii il mio cuore sgretolarsi lentamente assieme al legame che ci univa.
Era tutto finito. Tutto ciò che era appena iniziato era già finito.
Scoppiai di nuovo a piangere ma mi spaventai appena sentii le campane d'allarme. Qualcuno era scappato.
Mi alzai in piedi e mi trasformai nella mia forma da vampiro per andarmene il più velocemente possibile da lì e tornare nel mio mondo per portare gli altri via con me. Ero sicuro che quel re non avrebbe mai smesso di darmi la caccia di nascosto ma dovevo prima portare in salvo gli altri.
Arrivai ma la foresta era tutta rasa al suolo, mentre gli abitanti che vivevano dopo di essa erano vivi e le loro abitazioni ancora stabili. Aveva distrutto solo ciò che era mio, come era solito fare da quando era piccolo.
Andai verso la casa dove vivevamo ma non c'era più, era stata distrutta anche quella e, cosa peggiore, gli altri non c'erano più. Gli altri sette erano scomparsi come tutto il resto.
Sentii il cuore pesante e mi calai per terra. Tornai umano ma sentii il fiato mancarmi, come i sensi. Mi accasciai per terra e prima che accadesse qualcosa, dissi la frase che mi aveva detto Caterina. Poi il buio totale.
«Quando si sveglierà?»
«È strano che non sia ancora cosciente.»
«Probabilmente dobbiamo aspettare ancora qualche ora.»
«Ma come mai noi non siamo svenuti?»
«Sinceramente non lo so ma il suo corpo, a differenza del vostro, era stanco. Probabilmente è questa la causa. Voi avevate più forza.»
Aprii gli occhi sentendo delle voci familiari.
«Ragazzi si è svegliato!» vidi delle immagini sbiadite davanti a me e quando misi bene a fuoco le loro figure vidi Wooyoung che mi abbracciava. Mi ripresi immediatamente e vidi tutti i ragazzi radunarsi intorno a me col sorriso per poi abbracciarmi. «Siete vivi...»
«Ovvio che siamo vivi, tutto grazie alla tua compagna predestinata» sorrise Hongjoong.
«Dov'è?» chiesi, riprendendomi completamente.
«Qui» la voce proveniva da dietro di me. Mi girai subito e la vidi. Sorrise e io sorrisi con lei.
«Forse è meglio se vi lasciamo soli» parlò Mingi e io lo ringraziai mentalmente.
Se ne andarono e rimanemmo solo io e lei. «Vieni qui.»
Si avvicinò a me e io l'abbracciai. Mi alzai e con quei tocchi sentivo il mio corpo riprendersi piano piano. «Li hai salvati tu?» le chiesi e lei annuì. «Prima di venire da te ero andata da loro e avevo detto le stesse cose che avevo poi detto a te. Solo che tu ci hai messo un po' a venire. Mi hai fatto preoccupare» il mio sorriso si allargò. «Ero andato a cercarli. Grazie.»
Nascose il suo viso nel mio petto ma io mi allontanai, ricevendo un verso di negazione da parte sua. Presi il suo mento e alzai la sua testa per guardarla negli occhi e mi avvicinai alle sue labbra per baciarle.
Questa volta c'ero riuscito senza alcun tipo di interruzione. Sentii il mio corpo diventare caldo e il suo emanare dei feromoni dolci. Si staccò rapidamente e rimase a guardarmi per qualche secondo, incantata.
«Ho fatto qualcosa... di sbagliato?» le chiesi, spaventato.
Le sue gambe cedettero e cadde per terra. Feci per tenerla ma non ci riuscii completamente. Spostò il suo sguardo dalla terra ai miei occhi. «Io.. ricordo tutto.»
«Caspita Cate, mi hai fatto venire un colpo» dissi, tirando un sospiro di sollievo. Sorrisi e misi la mia mano sulla sua.
«Posso tornare a fare quello che stavo facendo?» le chiesi e lei rise, poi annuì. E così la baciai, felice.
***
Siamo giunti alla fine anche di questa mini storia. Ti auguro un buon Natale Katerinasimona78 e spero che la storia ti sia piaciuta💙
Auguro un bellissimo Natale a tutti e sorridete anche se non volete perché qui c'è una persona che vi lovva tantissimo♥️🎄spero che la os vi sia piaciuta♡
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