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🍋MEGUMI🍋 (Jjk)

T/n e Megumi hanno avuto una storia d'amore nata dopo una notte invernale.
Ma dopo poco tempo T/n si è resa conto che non poteva stare con lui ed è scappata dalla sua felicità.
Si rincontreranno dinuovo?

(3490 parole)

T/n's pov
Lui era arrivato nella mia vita come i raggi del sole dopo una lunga tempesta, mai avrei immaginato che un uomo...un ragazzino, mi avrebbe fatto perdere la testa come fece lui.

Megumi Fushiguro non è mai stato un uomo eloquiace, dalla parlantina facile e dal carattere estroverso, anzi, si può dire sia tutto il contrario di ciò.
Lui è timido, introverso, perspicace e dannatamente intelligente; ha la tipica aria da sapputello il che gli toglie qualche punto, ma nulla che non può essere sistemato dalle sue infinite altre qualità.
Forse quella che ho sempre amato di piú è la sua negligenza nel suo "lavoro" o forse la sua insicurezza di se stesso che lo rende cosí amabile sotto i miei occhi.
Megumi è sempre stato un grande stregone dai grandi poteri che mai aveva esplorato fino affondo per le sue dannate insicurezze, o almeno non li aveva esplorati fino all'età adulta.
Dal compimento dei suoi 18 anni qualcosa di lui scattò e finalmente si decise a credere di piú nelle sue potenzialità, cosa fece scattare ciò?
Beh mi piace pensare che sia stata io la sua scintilla (o almeno cosí lui diceva sempre), mentre in realtà ha sempre fatto tutto da solo.
Io gli sono servita solo come miccia.

La nostra storia d'amore iniziò da una notte d'inverno, quando il ragazzo fu svegliato nel bel mezzo di un tranquillo sogno dal suo Sensei.
Megumi mi raccontò di come il pavimento gelido gli fece rizzare tutti i capelli quando lo toccò con i piedi ancora caldi e usciti dalle confortevoli coperte.
Quando lui e il suo amico, nonchè compagno di missioni, Yuji giunsero nel posto datogli da Gojo, si trovarono davanti ad uno spettacolo a dir poco terrificante.
La neve che giaceva sul suolo era ormai diventata di un rosso cremisi che colava dai corpi di alcuni bambini la cui vita era stata tolta bruscamente da una maledizione di livello speciale.
Quello che forse sorprese ancora di piú i due ragazzi di quella scena orribile, fu il corpo stesso della maledizione staccato brutalmente dalla propria testa che rotolava ancora per la strada.
Si chiesero come fosse possibile e chi fosse stato a neutralizzare cosí una maledizione di livello speciale e la loro risposta si presentò subito dopo.
Non sapendo chi fossero li attaccai da dietro senza farmi notare e senza far sentire il rumore dei miei passi, già li avevo fiutati qualche minuto prima che giungessero sul posto il che mi aveva dato l'occasione per potermi nascondere.
Appoggiai la mia lama sulla gola del corvino mentre con la mano sinistra puntavo la mia katana dritta al petto del ragazzo dagli strani capelli rosa.
Entrambi rimasero immobili senza fiatare cercando di capire chi fosse quella figura incappucciata e mascherata che li stava aggredendo.
"Sei stato tu?" Mi chiese Yuji indicando il corpo della maledizione.
"Perchè lo vuoi sapere?"
Sono sempre stata cosí teatrale!
"Era una nostra missione, hai fatto un disastro non c'è neanche il velo ti avrebbero potuto vedere" Continuò il ragazzo a cui stavo tenendo saldo il mio pugnale sulla sua gola.
A quell'affermazione lo strinsi ancora di piú a me.
Non ho bisogno di queste cazzate da stregoni.
Pensai.
"Chi sei?"
"Nessuno"
"Va bene ascolta non siamo qui per catturarti o metterti i bastoni tra le ruote ok? Lascia il mio amico e giuro che non ti facciamo niente" Continuò il ragazzo dai capelli rosa.
"Chi mi dice che stai dicendo la verità?" Gli chiesi io senza muovere un muscolo.
Quasi trattenevo il respiro dalla concentrazione.
"Siamo stregoni non facciamo male alle persone, le proteggiamo e visto che non mi sembra tu sia una maledizione di certo non ti uccideremo" Rispose il corvino al posto del suo amico.
La sua voce era cosí pacata e rilassante, riusciva a darmi quella sensazione di calore che da anni non sentivo dentro il mio petto.
Forse fu quello a convincermi di lasciare la presa e fidarmi di quei due sconosciuti.
Cazzata piú grossa nella storia delle cazzate.
Appena abbassai la katana e allentai la presa al collo del corvino, subito mi ritrovai con i polsi bloccati e smascherata dal mio fidato cappuccio.
I miei capelli si sciolsero e caddero davanti ai mei occhi C/o mentre io cercavo di tenere il mio imbarazzo per me.
"OH Ma sei una ragazza!" Esclamò quello che mi sembrava il piú estroverso dei due.
Megumi mi lasciò i polsi dalla sorpresa ed io subito vidi l'occasione per puntare addosso a loro le mie spade.
Entrambi alzarono le mani guardandomi direttamente negli occhi e soffermandosi su ogni dettaglio del mio viso.
Cazzo. Me ne devo andare oppure qui finisce male.
Mi hanno già vista in volto!
Pensavo mentre mi tremavano le mani.
Era da troppo tempo che lavoravo da sola e che vivevo per le strade senza farmi vedere da nessuno.
Ritrassi le mie armi e scappai arrampicandomi sui tetti dei primi palazzi che scorsi davanti a me, sentendo la voce dei due ragazzi che mi richiamavano e tentavano di seguirmi senza successo.

Questo fu il mio primo incontro con Fushiguro.
Ricordo di come i suoi intensi e scuri occhi mi scrutavano pensanti e mi chiesi come mai, come riusciva ad avere un viso cosí rilassato.
La sua pelle era talmente chiara e pulita che sembrava riprendere la neve di quella notte, era qualcosa che ti lasciava senza parole.
Penso fu il mio primo colpo di fulmine.
Quella sua aria pacata e serena per me erano come un cerotto sulle mille ferite che avevo in quel periodo buio della mia vita.

Da quella notte per molto tempo non ci rincontrammo. Io, ormai uscita di testa per la curiosità della vita di quel ragazzo, lo guardavo da lontano studiando i suoi movimenti.
Lo seguivo nelle sue missioni sperando che non gli accadesse niente di brutto e lo osservavo nella scuola mentre si allenava con i suoi compagni e il suo maestro dal nome rinnomato.
Poi non so cosa successe, non so neanche il perchè.
Iniziarono a cercarmi ed io dovetti dinuovo nascondermi nell'ombra...non che ce ne fosse stato bisogno anche perchè con Gojo al loro fianco riuscirono a trovarmi subito.
Mi presero contro la mia volontà e mi portarono nella scuola per interrogarmi.
Non volevano farmi del male, volevano solo capire come una ragazza diciasettenne fosse diventata uno stregone nero poichè cacciata dalla sua scuola.
"Stregone nero", che brutta parola per descrivermi...non sono mai stata cattiva e non ho mai fatto niente di sbagliato.
Semplicemente ero solo una testa calda e quindi mi ritrovai per strada a combattere le maledizioni da sola.
Tutto per colpa di quei maledetti stregoni del cavolo della mia schifosa scuola.
Li odiavo con tutta me stessa, come odiavo quel posto.
Alla fine fu un bene essere stata cacciata, tanto me ne sarei andata lo stesso.

Dopo essere stata catturata rimasi con loro il tempo che bastava per iniziare una storia romantica con Megumi.
Ci volle tempo (e sicuramente pazienza da parte mia) ma alla fine si lasciò andare e sciolse il suo cuore per me che ormai era già da tanto che ero cotta di lui.
I suoi baci mi davano una sensazione meravigliosa che mai nessuno mi aveva dato. Mi facevano rabbrividire tutte le volte che le sue labbra sfioravano anche solo un momento le mie.
Le sue mani sulla mia pelle bruciavano e facevano contrasto con il mio corpo freddo e la sua dolcezza nei miei confronti era qualcosa che mi riscaldava il cuore.
Per non parlare poi del sesso...facevamo scintille!
Per la prima volta mi sentí davvero amata da qualcuno e grazie a lui le mie ferite iniziarono a ricucirsi, ma non c'era verso che la testa di una ragazzina ormai distrutta dagli avvenimenti della sua vita era pronta per un tale impegno.
Ero impaurita? Si.
Ero immatura? Si.
E tutto ciò mi portò a scappare dinuovo da lui, dal suo calore e dal suo amore.
"Non voglio una relazione Megumi"
Gli dissi vedendolo stentare alle lacrime.
"Non voglio piú fidarmi di nessuno. Mi dispiace"
E dopo tutto ciò me ne andai cercando di coprire al meglio le mie tracce grazie anche dagli insegnamenti datomi da Gojo negli ultimi mesi.

Ora eccomi qui.
Sola, dinuovo, a vivere come un' eremita per le città del Giappone, cacciando mostri senz'anima e mangiando qualche pagnotta le poche volte che trovo dei soldi.
Nonostante siano passati anni dall'ultima volta che ho visto Fushiguro, ancora adesso lo penso...e ancora adesso so che una relazione con lui sarebbe impossibile. Lo farei solo soffrire.
Non mi sono piú avvicinata ne a lui ne alla scuola, sapendo che se lo avessi fatto sicuramente mi avrebbero rintracciata.
Non lo vedo da tanto tempo e non so nemmeno se è ancora vivo.
Spero solo stia bene e che abbia magari trovato già una bella donna con cui essere felice.
No.
Non è vero.
Se lo vedessi con un'altra donna ne soffrirei.
Soffrirei davvero molto sapendo che è riuscito ad avere una vita felice senza di me.

Mentre penso a tutto ciò l'aria mi passa tra i capelli ed io osservo la luce calda del sole che tramonta tra i grattacieli.
Questo è il mio posto speciale.
Un terrazzone di un palazzo abbandonato che mi fa vedere sempre una vista mozzafiato.
Il tramonto e l'alba da qui sono spettacolari.
Riesco sempre a cogliere ogni singolo momento del sole che pian piano si nasconde sotto la città, riesco a scorgere ogni minimo colore e raggio che attraversa le mie pupille facendomi socchiudere gli occhi.
È cosí tranquillo.
Proprio come lui, Megumi.
Lui era il mio tramonto.

"AAAAHHH"
Sento la voce di una donna urlare.
Subito mi alzo in piedi mettendomi in allerta e tentando di capire da dove proviene per poter capire che fare.
La sento dinuovo.
È in pericolo.
In fretta prendo le mie fidate armi da dove le avevo appoggiate poco fa, mi metto il cappuccio per coprirmi e prima di scendere e saltare tetto per tetto, mi godo gli ultimi momenti del tramonto davanti a me.
Appena sento dinuovo la sua voce straziante inizio a saltare e a correre tra i palazzi cercando di raggiungere quella povera donna prima che le possa succedere il peggio.
Infondo è questo il mio lavoro no?
Proteggo le persone.

La sua voce è sempre piú vicina e perdo dei battiti appena non la sento piú gridare.
Ti prego fa che stia bene e che sia ancora viva.
Prego raggiungendo poi il posto.
Appena mi blocco vedo il corpo di una maledizione giacente a terra privo di vita.
È già stata esorcizzata!
Chi è stato?
Mi chiedo guardandomi attorno.
C'è silenzio, un silenzio disarmante e strano. Nonostante la sera sia ancora giovane per la strada non c'è nessuno e questa cosa mi inquieta.
Fa freddo.
La neve giace a terra come ogni inverno che ho passato in questo paese ed è bianca tanto da riflettere la luce dei lampione appena accesi.
Mi stringo tra i miei abiti per avere piú calore sentendo un brivido percorrermi la schiena.
Questo brivido non è il freddo.
Non faccio in tempo a girarmi che qualcuno mi afferra per i polsi bloccandomeli dietro la schiena e mettendomi una mano sul collo stringendomelo leggermente.
Il suo respiro caldo e affannoso si infrange sul mio orecchio e il suo odore mi da una strana sensazione di casa.
"Non sei cambiata per niente T/n"
NO.
NO NON PUÒ ESSERE LUI!
"Fushiguro" Dico con voce tranquilla tenendo per me lo sgomento.
"Ora non dici neanche piú il mio nome?"
"Tsk ti senti offeso?"
"Abbastanza" Mi sussurra.
La sua voce roca mi fa tremare le gambe, da quanto non sento questa sensazione cosí inibriante.
"Sapevo saresti venuta"
"Vuoi dire che hai architettato tu questo attacco?"
"Circa...si"
"Sei pazzo avresti potuto ammazzare delle persone innocenti!"
"Non lo avrei mai permesso lo sai!"
Il silenzio blocca i miei palpiti cardiaci.
Sono agitata.
T/n calmati.
Resisti.
"Che cosa vuoi da me Fushiguro?"
"Voglio che torni"
Ridacchio.
"Alla scuola?"
"Da me."
Il mio cuore perde un battito.
Ti prego non dire cosí.
Non resisto se mi parli in questo modo.
"Non posso tornare da te lo sai" Dico tentando di avere il tono piú freddo possibile.
Sono una falsa.
"Menti. So che lo vuoi anche tu"
"Sei diventato piuttosto sicuro di te stesso rispetto a prima vero?"
"Tu non sai quanto"
Mi lecca il lobo.
Dio ti prego dammi la forza.
A stenti riesco a trattenere un ansimo.
Mi manchi da morire.
"Mi manchi T/n. Mi sei mancata sempre. Senza di te non ha avuto senso piú niente, io mi sono innamorato di te lo capisci? Come posso toglierti dalla mia testa? Dimmelo" Quasi mi prega, sembra un bambino in lacrime dalla voce spezzata.
Sentire lui in questo stato mi fa stare male, mi si spezza il cuore e mi si annoda lo stomaco.
"I-io" Inizio a balbettare non so cosa dire.
Lui piano lascia la presa sul mio collo e sui miei polsi ed io mi giro per vederlo in viso tirandomi giú il cappuccio del mio abito nero.

È decisamente cresciuto molto bene.
Il suo viso si è allungato come i suoi capelli neri che sono ancora sconpigliati come una volta.
La sua pelle è rimasta di porcellana come la prima volta che lo vidi, l'unica cosa che si è aggiunta sono due grosse occhiaie violacee sotto i suoi bei occhi.
È diventato piú alto e i suoi muscoli si vedono chiaramente sotto il cappotto blu notte che indossa.
Lui rimane immobile ad osservarmi con i suoi occhi indagatori che in questo momento hanno un accenno di amarezza, proprio come la prima notte che ci incontrammo.
Sotto la luce dei lampioni i riflessi bluastri dei suoi capelli vengono fuori e questo è solo uno dei dettagli che mi sto assaporando del suo corpo.
"Megumi..." Dico a bassa voce quasi sussurrando come se volessi che solo lui sentisse la mia voce.
Appena pronunciato il suo nome vedo le sue pupille dilatarsi e in una frazione di secondo si getta sulle mie labbra.
Da quanto tempo non sentivo questo calore.
La sua bocca è cosí confortevole sopra la mia e la sua lingua si mescola magnificamente con la mia.
La sua mano mi stringe il collo e parte dei capelli mentre io infilo la mia nel suo coppino.
Sono cosí morbidi i tuoi capelli Megumi, lo sono sempre stati!
Il bacio che d'apprima mi sembrava un bacio malinconico, ora si sta trasformando in qualcosa di piú profondo e passionale...lo sento da come mi stringe la vita avidamente e da come mi porta piú attaccata al suo corpo.
Già percepisco le farfalle nello stomaco che solo lui mi fa sentire.
Con poca delicatezza mi spinge contro il muro del vicolo in cui ci troviano senza mai staccare la bocca dalla mia.
Continuiamo la nostra danza prendendo a volte qualche respiro veloce per poter far durare il piú possibile questa sensazione di pienezza.
Piú il tempo passa, piú i nostri corpi si scaldano stando attaccati.
Dopo infiniti minuti il corvino si stacca dalle mie labbra facendomi sentire la sensazione di quanto si sono gonfiate.
"Dio T/n, mi sei mancata da morire" Mi sussurra mettendo la sua fronte sulla mia.
"Anche tu Megumi...anche tu" Rispondo senza pensarci.
Prende il mio viso tra le mani e mi guarda intensamente negli occhi.
"Ti voglio T/n. Ti voglio ora"
A quell'affermazione non riesco piú a resistere e cedo alle sensazioni che l'uomo che amo mi sta dando.

Improvvisamente ci troviamo in un piccola stanza buia dal pavimento in legno che scricchiola sotto i nostri piedi.
Le mie mani tremano dall'eccitazione mentre tento di spogliarlo dai suoi vestiti, come lui sta facendo con i miei.
Se i nostri corpi prima erano caldi, ora sono roventi.
Ogni singolo tocco, ogni singola carezza la sentiamo come se fosse lava.
Megumi mi spinge sul suo morbido futon che ha il suo odore, di cui io me ne innebrio dolcemente.
"Tu non sai da quanto sogno questo momento" Mi dice a voce talmente roca da farmi venire la pelle d'oca.
Mi slaccia il reggiseno lanciandolo da qualche parte e inizia a palpeggiare e baciare i miei seni facendomi gemere sotto il suo tocco.
Sei sempre stato bravo con le mani Megumi.
Ma non sei mai stato tu quello con il controllo.
Dopo avergli permesso di giocare un pò prendo l'iniziativa e lo ribalto mettendomi sopra si lui.
Da questa posizione posso sentire chiaramente la sua erezione che spinge per uscire dall'ostacolo della stoffa.
Bacio ogni centimetro del suo corpo gondendomi i suoi ansimi e i suoi tremolii e quando arrivo all'elastico dei boxer, lo tiro giú piano facendolo soffrire un pò.
Libero la sua erezione che è già pronta da un pezzo per le mie attenzioni.
Per giocare un pò prima di accontentare il mio uomo, inizio a leccare la sua punta mentre lo guardo inarcare la schiena e chiudere gli occhi.
"T/n ti prego" Mi ansima stringendo i miei capelli tra le dita della sua grande mano.
Non hai mai resistito tanto.
Sorrido contenta della vittoria che ho sempre in pugno poi lo accontento prendendo tutta la sua lunghezza nella mia bocca e iniziando ad andare su e giú per dargli piú piacere possibile.
Fushiguro geme forte tentando di trattenere le sue urla mentre io continuo la mia tortura.
Appena lo sento indurirsi e pulsare sulla mia lingua mi stacco e lo lascio a bocca asciutta tanto da vedere il suo viso non contento da ciò.
Mi pulisco l'angolo della bocca da un rivolo di saliva che mi tiene legata al suo bacino poi mi avvicino a lui per baciarlo.
Mi sento bagnata e ho voglia di lui.
Ho dannatamente voglia di lui.
Dopo aver finito di giocare con le sue labbra mi metto a succhiare la sua pelle del collo per lasciare quei segni violaceei che da tempo non vedevo sulla sua pelle.
Mentre mi diverto con la bocca muovo le mie anche sopra di lui avanti e indietro per stuzzicarlo.
"Ah~ T-T/n"
Proprio non ce la fai piú a resistere.
Le sue mani si poggiano sulle mie natiche accompagnando i miei movimenti.
Sicuramente le mie mutandine dopo tutto ciò non saranno piú utilizzabili.
Penso sentendo i miei liquidi scivolare lungo le gambe.
"Ti prego fallo" Mi ansima il ragazzo stringendo ancora di piú le mie natiche tra le sue dita.
Io lo guardo intensamente negli occhi vedendo le sue guance arrossate dall'eccitazione.
"Fallo" Mi richiede pregando.
Io accenno dinuovo un sorriso e senza pensarci due volte scosto il tessuto della mia mutandina da un lato e inizio a infilarmi la sua erezione nel mio interno già pronto per lui.
"Ah~" Pronuncia strizzando gli occhi e gettando all'indietro la testa.
"Muoviti." Mi ordina in estasi quando lo prendo tutto.
Gli do retta e inizio a muovermi.
Questa sensazione di pienezza mi colpisce in ogni singola parte del mio corpo, lo sento pure nell'anima e mi fa rabbrividire di piacere.
Comincio a cavalcarlo prima piano per poi umentare sempre di piú la velocità sapendo quanto gli piace farlo in questo modo.
I nostri gemiti iniziano a farsi piú pesanti, piú forti, piú grutturali.
Si mischiano tra di loro come fanno le nostre bocche che si cercando di continuo mentre gocce di sudore scendono lungo le tempie.
Andiamo avanti per interi minuti a guardarci negli occhi mentre il piacere ci prende la pancia e le gambe facendoci tremare.
Poi, alla fine, non abbiamo neanche bisogno di avvertirci, veniamo entrambi insieme urlando e accasciandoci uno addosso all'altro sudati e soddisfatti.
È sempre stato tutto cosí perfetto, tutto cosí sincronizzato.
Le nostre anime si intrecciano perfettamente ed io sono stata una stupida a scappare via da questa beatitudine.
Per cosa poi?
Per una mia banale paura di ferirlo.

Mi alzo dal suo corpo sentendo i nostri liquidi scivolare un pò fuori, poi mi sdraio difianco a lui mettendo la testa sul suo petto.
Lui mi stringe a se, coprendo i nostri corpi con una coperta calda.
Mi abbraccia e non mi lascia un solo minuto, come se avesse paura che da un momento all'altro me ne potessi andare dinuovo da lui.
Anche se volessi non riuscirei piú a farlo.
"Ti amo T/n non andartene mai piú da me" Mi dice con voce già mezza impastata dal sonno.
Il mio cuore si riempie delle sue parole, ora non voglio sentire piú nient'altro che la sua voce.
"Non me ne andrò mai Megumi" Gli rispondo accoccolandomi per poi addormentarmi in un dolce sonno che sa finalmente di casa.

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Spero ti sia piaciuta <3 Pomodorabuona

È un pò lunga scusa ma mi sono presa bene😂.

~J~

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