6-Party in USA are not funny
-No. No, no, sognatelo Aubrey. - scossi la testa velocemente, completamente contrariata.
-Cazzo Nizzy, sei uno schianto! Potresti stenderli tutti, non scherzo- esclamò.
Stavamo osservando il mio riflesso allo specchio, io disgustata e lei emozionata.
L' eyeliner a gatto passava da sotto agli occhi e li contornava, con un po' di glitter sopra.
Le sopracciglia erano ben marcate, ma Aubrey non le aveva ritoccate più di tanto perché erano "belle già di suo", diceva.
La matita labbra era di un rosso abbastanza scuro e il blush colorava leggermente le mie guance, mentre le mie lentiggini erano ben visibili.
-Ne dubito, e comunque io non sono questo. Cioè mi hai letteralmente dipinto la faccia come uno stupido standard- sbuffai agitata, seduta sulla sedia davanti alla postazione make up.
Aubrey mi spostò una ciocca di capelli, con sguardo apprensivo.
-Non ti ho "dipinto la faccia come uno stupido standard", Nizzy. Ho solo valorizzato il tuo viso. Perché questa SEI tu, e sei bellissima con o senza make-up- disse, sorridendomi.
Mi girai e la abbracciai come un koala in cerca di aiuto.
-Sono un'amica pessima. Tu stai qui a farti il culo e l'unica cosa che io riesco a fare è lamentarmi- borbottai tenendomi appesa a lei.
Aubrey scoppiò a ridere e io sorrisi lievemente, perché solo la sua risata riusciva a portarmi un po' di gioia.
-Si, è vero- rise.
Ridacchiai e mi staccai da lei.
Mi alzai e mi guardai allo specchio.
Avevo l'asciugamano addosso e i capelli erano messi in piega, lisci come spaghetti.
-Bene, bene, abbiamo due opzioni. A te la scelta. - mi disse poi Aubrey, acciuffando due vestiti dal mio armadio e posandoli sul mio letto.
Li guardai attentamente.
Il primo vestito era un vestito rosa metallico, quasi oro ed era molto particolare. Sicuramente non sarei passata inosservata con quel coso addosso .
Spostai lo sguardo verso l'altro capo.
Era nero, come un tubino, e aveva uno spacco quadrato tra il seno. Sicuramente più comune.
-Scelta difficile, eh? - disse Aubrey al mio fianco.
-In verità no, affatto. Quello nero. È una festa di adolescenti, tutte le ragazze avranno vestitini neri, così mi mimetizzo più facilmente-
Aubrey sospirò.
-Sei una causa persa-
Mi infilai il vestitino e mi guardai allo specchio.
-Per forza?-chiesi ad Aubrey.
-Si, per forza, sei meravigliosa-
Il vestito valorizzava le mie curve in modo perfetto, stringeva la vita e mi faceva apparire come una barbie (depressa).
-E non è ancora finita...- disse Aubrey tutta eccitata.
-Oh no...- esasperai io.
-Ta dàà!-
Aubrey tirò fuori due paia di stivaletti lunghi neri con il tacco e io mi volevo sotterrare.
-Eh no, quelli non me li metto. – dissi.
-Almeno provateli- mi suggerì la mia amica con lo sguardo da cucciolo abbandonato.
Sospirai per la millesima volta e mi infilai quelli stivali.
Mi guardai allo specchio e inconsciamente sorrisi.
Quelli stivali mi...piacevano? O erano troppo?
Cosa avrebbero pensato gli altri? Non ero abbastanza? O ero fin troppo esagerata?
Il mio sorriso si afflosciò.
-Ehy, ma che succede? Sembravi felice degli stivali-mi disse Aubrey.
-Cosa? - chiesi, come risvegliandomi.
Aubrey mi guardò.
-Si. Si, diamine, mi piacciono da morire- dissi.
Avevo smesso di nascondermi con tutte quelle felpe. Avevo smesso di sentirmi inferiore, insicura per mio padre.
Mi lascai trasportare dall'occasione. E per la prima volta nella mia vita mi liberai da quelle catene che mi stringevano.
Aubrey mi sorrise soddisfatta.
Lei indossava un vestitino bianco (l'opposto del mio) e un trucco leggero, ma era bellissima come sempre.
Se doppia W le avesse fatto del male, gli avrei spezzato tutte le sue ossicine del cazzo.
Doppia W non mi convinceva affatto. Forse nessuno mi avrebbe convinto davvero per lei, perché nessuno sarebbe mai stato all'altezza per la mia migliore amica.
Aubrey mi strinse da un braccio e portò il suo sguardo sullo specchio.
-Guardaci. Pronte per andare ad una festa ad ubriacarci, una settimana fa non ci avrei mai creduto se me lo avessero detto- disse sorridendo felice.
-Siamo bellissime- aggiunse poi.
-Tu sei bellissima. Io sembro scappata da uno strip club- sospirai.
Aubrey ridacchiò e scosse la testa contrariata.
-Non è vero, le ragazze negli strip club non sono vestite, Nyx- rise.
Io sorrisi.
Mi sedetti sul letto e mi sdraiai a pancia in su, guardando il soffitto.
Penzolai con i piedi, mentre pensavo.
Non ero pronta mentalmente ad essere presa in giro da Charles, ma Aubrey si meritava davvero tanto questo.
Doppia W era la sua cottarella estiva, tutti ne avevano avuta una nella vita, pensavo.
L'estate portava l'amore nell'aria, oltre che al caldo.
La mia cottarella estiva era stata il bagnino, un classico. Peccato che gli versai il gelato addosso per sbaglio.
Non credo che si sia mai innamorato di me, dopo quel gelato.
-Will ti guarderà stasera, ne sono certa- dissi, continuando a guardare il soffitto.
-Era quello l'intento. Comunque credo sia l'ora di andare, si sta facendo tardi- disse alzandosi e porgendomi la mano.
-Mh...- borbottai.
-Ancora 5 minuti? - chiesi speranzosa.
-Nyx. Devi avere coraggio, capito? Sei la ragazza più forte che io conosca. Se non vuoi andarci, ok, io—
-No, ok andiamo- dissi interrompendola.
Gliel'avevo promesso
Lei se lo merita, Nyx. Lei deve brillare stasera.
Afferrai il mio telefono e mi alzai.
-Andiamo a questa festa- dissi.
Scesimo le scale in punta di piedi, sperando che mia madre non si accorgesse di niente.
Era sul tavolo in cucina e chiacchierava con un'anziana signora, con in mano una sigaretta.
-Muoviti, vieni- sussurrai ad Aubrey.
-oh, la situazione è messa proprio male- disse mia madre, girando una carta e aspirando dalla sigaretta per poi buttare il fumo fuori e lasciarlo espandersi nell'aria.
La signora anziana sembrava scioccata.
Poverina.
Peccato che non feci attenzione all'ultimo gradino e caddi per terra, facendo un tonfo.
Mia madre si girò verso di me e assottiglio gli occhi.
Oh-oh
-Nyx. Cosa stai facendo vestita così? – chiese mia madre, guardandomi come una vipera che stava per sputare il suo veleno.
-Già cara, sembri uscita da uno strip club- annuì la signora anziana.
Spalancai la bocca scioccata e fulminai Aubrey che se la stava spassando.
-Io... mi stavo esercitando a saltare i gradini- buttai fuori la prima cazzata che mi venne in mente.
-Saltare i gradini, eh? – disse mia madre.
Mi rialzai e mi sistemai il vestito.
-Esattamente- dissi, cercando di essere il più convincibile possiile.
-Dovreste farlo anche voi. Esercitarsi a saltare i gradini ci protegge da ulteriori cadute, e se si è anziani ancora meglio. Dovrebbe essere reclamato come sport, aggiungo, soprattutto se pensiamo che—
Aubrey mi interruppe.
-In verità, stavamo andando ad una festa-
Mi girai sconvolta verso di lei.
-Ma sei cogliona? - sussurrai.
-Che c'è? Fidati di me- sussurrò poi lei.
-Una festa?!?- sbraitò mia madre alzandosi.
La povera signora anziana sussultò e per poco non cadde dalla sedia per lo spavento.
-Esattamente. Una festa per adolescenti. So che detta così può sembrare una cosa sbagliata e contro le regole, ma andiamo, sua figlia ne ha bisogno. È estate! - esclamò Aubrey.
Io mi misi la mano in faccia per la disperazione.
Mia madre mi farà fuori. Mi lancerà in un cassonetto, ne sono certa.
-Sua figlia avrà davvero una brutta memoria dell'adolescenza se non la lascerà andare a questa festa. Ci sono io, si fidi che non accadrà niente a sua figlia- disse, con l'aria di una che ci crede davvero.
A-ha, come no.
-Eh...esatto, assolutamente! Aubrey è molto matura, lei è come mia madre! - dissi.
Mia madre mi guardò malissimo.
-No, cioè, volevo dire...-
Aubrey mi diede una gomitata sul fianco e io capii che forse dovevo tacere.
Nyx, stai sparando cazzate. Mai quanto Aubrey, però.
-e va bene, andate- sospirò mia madre.
-Cosa? - chiesi, visibilmente scioccata.
-Corri o cambio idea- disse
Beh, forse le cazzate di Aubrey hanno aiutato.
Corsi fuori casa e risi con Aubrey, tenendola a braccetto. Poi salimmo in macchina.
Lexi viveva alla fine di Larchmont Village, vicino ad Hollywood.
Tutti i ricconi vivevano in quel quartiere, come doppia W, Charles...
Perché andavano nella mia scuola? Semplice, la mia scuola era privata.
Mamma diceva di aver trovato i soldi per la mia scuola, ma io non ci avevo mai creduto.
Non riusciva nemmeno a pagarci la casa, figuriamoci quella scuola.
Parcheggiammo e scesimo dalla macchina.
Presi la bottiglia di champagne che avevamo rubato dal padre di Aubrey e citofonammo al cancello.
Si aprì e io spalancai la bocca davanti alla villa di lusso.
-questa non è una casa...- commentai sbalordita.
-Ma ciao Nyx!! Dio, quanto mi sei mancata! - urlò Lexi arrivando verso di me e abbracciandomi.
Mi stritolò e per un secondo pensai di morire soffocata tra le sue braccia.
Non trovai la forza di ricambiare quell'abbraccio.
Ogni volta che cercavo di perdonare qualcuno, il mio lucchetto stringeva e non ci riuscivo mai.
Perdonare non era nelle mie doti.
Mi limitai a stare ferma e a sorridere per cortesia.
Lexi se ne era andata nel momento più oscuro della mia vita, mi aveva lasciato senza niente ed era andata a letto con la mia cotta in seconda superiore.
E lo sapeva benissimo. Dio se lo sapeva.
Le parlavo ogni santo giorno di quanto fosse carino, di quando ci guardavamo e di quanto fosse gentile con me.
E lei, consapevole, ci era andata a letto.
Il giorno dopo metà scuola mi prendeva in giro, a quanto pare, lo aveva detto a tutti.
Mi staccai e spostai il mio sguardo per terra.
Non mi piaceva affatto. Questa situazione mi puzzava.
Lexi non mi piaceva. Non mi sarei mai più fidata di lei.
Lei probabilmente si accorse dei miei gesti e aprì la bocca per dire qualcosa, ma Aubrey, che aveva capito la situazione, la precedette.
Mi afferrò per un braccio e mi strinse a te.
-Noi andiamo, grazie Lexi- disse.
La guardai mentre mi portava via. Si, la mia migliore amica era decisamente la mia eroina.
-Grazie- sussurrai.
-E di che? Io non ho fatto assolutamente niente-disse ridacchiando.
Aubrey aveva capito, e mi aveva salvato per la millesima volta.
-Certo, come no- ridacchiai.
Quando entrammo il caos ci accolse.
Le persone si strusciavano addosso, ballavano si scatenavano. Ed erano chissà quante.
L'ansia prese il sopravvento.
Il mio respirò aumentò e il mio battito sembrava infrenabile.
Erano troppe, troppe. Era pieno di gente e io volevo sprofondare.
Per un attimo mi sentii mancare l'aria nei polmoni.
Poi, Aubrey spostò il suo sguardo dolce su di me che sembravo una cucciola smarrita, e mi strinse il braccio.
-Puoi farcela, Nyx. Ci sono io con te- mi disse e fece un passo in avanti, aspettando che io la seguissi.
Presi aria e feci quel passo. Lei mi sorrise io strinsi i pugni talmente tanto che mi si graffiò la pelle.
Non bastava lei a fermare quel turbo di emozioni negative. Era come se non mi trovassi mai bene, da nessuna parte. E più ci provavo, più facevo casini ovunque.
Tanto meglio non provarci più.
Le persone erano troppe.
La sensazione che si prova è indescrivibile.
Ti senti improvvisamente fuori luogo, schiacciata da mille persone. E poi, soprattutto, ti senti sola in mezzo a tutti.
Aubrey cercò nella folla doppia W.
-Ehy, io vado a poggiare la bottiglia- le urlai, con tutto quel casino non sentivo nemmeno più la mia voce.
Mi dileguai e mi spintonai tra la folla, in ansia.
Guardai per terra per tutto il tragitto, non avevo coraggio di alzare lo sguardo.
Solo che non fu un bella scelta, perché guardando per terra non lo notai.
Mi schiantai contro un petto muscoloso e lo champagne si rovesciò sulla camicia del tizio.
-Ma che cazzo...- disse.
Alzai lo sguardo intimorita, e appena misi a fuoco il volto davanti a me voletti sprofondare.
No, no, ti prego no.
Charles alzò lo sguardo verso di me e quando mi riconobbe sembrò che qualsiasi sfumatura di rabbia sul suo viso perfetto sparisse.
Oh, cazzo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro