ѕevenтн мιnυтe
In base ai miei calcoli, quello sarebbe dovuto essere l'ultimo cambio scena temporale, e speravo vivamente che fosse così.
Avevo finalmente capito di cosa si trattasse tutta quella serie di flashback, anche io avevo sentito parlare dei famosi sette minuti prima di morire.
L'attività cerebrale che ti permetteva di ripercorrere alcuni tra i momenti più importanti della tua vita.
Non avevo mai creduto che potesse succedere sul serio.
E invece eccomi lì, a rivangare alcuni dei miei momenti più bui, e che mai avrei pensato di poter rivivere.
Mi chiedevo quale potesse essere l'ultimo minuto.
Comunque era strano, non mi sembrava che fossero passati solo sei minuti, bensì giorni e giorni.
Ma chissà, probabilmente il tempo nell'intervallo tra la vita e la morte scorre in modo differente.
Ma tralasciando questo, iniziai finalmente a guardarmi intorno, ancora non avevo fatto caso a dove fossi capitato quella volta.
Come al solito, non ci misi molto a riconoscere la stanza, ma fui abbastanza stranito di trovarmi proprio lì.
Era la camera di Taehyung, ma era quella a casa di suo padre.
Strano... Di solito non stavamo da lui, nemmeno Taehyung ci veniva spesso. Preferivamo di gran lunga stare da sua madre, sapeva che stavamo insieme, e in più mi adorava, mentre avevo come l'impressione di non stare troppo simpatico a suo padre.
Feci vagare lo sguardo per la stanza, e ad occhiai il calendario.
Deglutii, era fermo sullo stesso mese e anno in cui mi ero ucciso...
Immediatamente, allora, capii in che ricordo fossi capitato, ero stato lì solo una volta nell'ultimo periodo, e non era andata poi così bene.
Mi voltai verso la porta quando sentii una voce dal piano di sotto.
"Jungkook resta a cena qui!" sentii dire a Taehyung, e parlò ancora:" Noi ora andiamo di sopra, chiamaci quando è pronto!"
Potei sentire i passi avvicinarsi velocemente, e la porta si spalancò, rivelando i due ragazzi.
Non fecero nemmeno in tempo a richiudersi la porta alle spalle, che si saltarono addosso solo per iniziare a baciarsi con foga
Taehyung appoggiò la schiena alla porta ormai chiusa, mentre avvolgeva le braccia attorno al collo del me stesso ventenne.
"Mi sei mancato tanto" sussurrò il maggiore sulle sue labbra, e quasi cercò di avvicinarglisi ancora di più.
"Anche tu, odio quando non ci sei" replicò Jungkook col suo stesso tono, nel mentre infilando le mani sotto la sua maglia, ottenendo dei sospiri da parte del più grande.
Decisi di distogliere lo sguardo, non mi andava di assistere ad una scena simile come spettatore esterno.
E poi mi saliva la nostalgia, sapendo che non avrei più potuto fare nulla di tutto ciò.
Scene simili accadevano spesso, da quando Taehyung aveva iniziato l'università.
Studiava medicina, e cinque giorni su sette li passava a Seoul, sarebbe stato inutile fare continuamente avanti e indietro.
Così passavamo insieme praticamente tutti i nostri weekend, e nella maggior parte dei casi, era così che trascorrevamo il tempo, come la scena che avevo appena visto, e anche oltre.
Ricordo che aspettavo quei fine settimana tanto quanto un bambino aspetta Babbo Natale.
Io e Taehyung stavamo insieme da anni ormai, ero perdutamente innamorato di lui, e lui lo era di me (o almeno, questo era ciò che credevo).
I primi anni erano stati meravigliosi, funzionavano come una persona sola. Ci eravamo abituati l'uno alla presenza dell'altro.
Stare con lui riusciva a distrarmi dalla mia vita, continuavo a pensarlo come la mia ancora di salvataggio.
Non era proprio un bel periodo per me.
Certo, i miei genitori avevano preso bene tutta la situazione di Taehyung, del mio orientamento... E figuriamoci, ne ero felice, ma lo stesso non si poteva dire della mia famiglia.
Mi si erano praticamente rivoltati tutti contro, non vedevo dei miei familiari che non fossero i miei genitori ormai da tempo.
Avrei potuto contare sui miei e sul loro supporto, ma da un paio di mesi si erano trasferiti in Australia per il lavoro di papà, e così...
Ero solo, non mi ero trasferito con loro perché avevo iniziato da poco l'università, non volevo e non potevo abbandonare.
Ero riuscito a farmi solo un amico, Seokjin, ma non eravamo ancora così legati.
Perciò ero sempre così impaziente di rivedere Taehyung, sapevo che lui non mi avrebbe mai voltato le spalle.
Di solito stavamo da sua madre, lei mi adorava, e sua sorella, che ancora viveva lì, non ci aveva mai dato problemi.
Ma proprio quel giorno, erano entrambe fuori città, e Taehyung aveva deciso di stare da suo padre. D'altronde non si vedevano spesso, forse sperava di recuperare almeno una parvenza di quello che era stato il loro rapporto.
Non sapeva nemmeno che fosse gay, e quindi che stesse con me.
Probabilmente nella sua testa ero ancora solo l'amico d'infanzia di suo figlio, e nient'altro.
Povero illuso, pensavo.
Col senno di poi, riconosco che non sia stata proprio un'idea grandiosa quella di passare il weekend a casa di suo padre, ma di certo in quel momento non mi interessava, mi bastava stare con Taehyung.
Lanciai un'occhiata a lui e al me stesso del passato, per vedere a che punto fossero, e notai che si erano spostati sul letto.
Jungkook gli stava sopra, seduto a cavalcioni, e a quanto pareva non avevano alcuna intenzione di smettere di baciarsi.
Il minore iniziò far risalire le mani sotto la sua maglia, e sorrise appena sentendolo sospirare ancora.
Erano così presi dal divorarsi la faccia a vicenda che nemmeno si resero contro del rumore di passi che si avvicinava alla porta.
Io me ne accorsi, naturalmente, ma solo perché sapevo bene cosa sarebbe successo dopo.
Guardai con orrore la porta aprirsi di nuovo, solo che questa volta non ne entrarono due giovani adulti in preda agli ormoni, bensì il padre di Taehyung, la cui espressione mutò da calma ad incredula nel giro di mezzo secondo.
Ma nemmeno questo riuscì a distogliere quei due dalla foga dei loro baci, e il signor Kim rimase immobile sulla soglia qualche istante, come indeciso sul da farsi, prima di diventare totalmente rosso in viso - probabilmente per la collera, ed esclamare:" Che diavolo succede qui?!"
Per lo spavento, Jungkook rotolò giù dal corpo di Taehyung, cadendo sul pavimento.
Lanciò un'occhiata preoccupata al suo ragazzo, ma l'altro nemmeno lo notò.
Fissava il padre, e sembrava più impanicato del minore.
In effetti, vidi paura nel suo sguardo, che sembrava dire:" Avrei dovuto chiudere a chiave la porta..."
Ma non pronunciò quelle parole, bensì si sforzò di sorridergli debolmente.
"Papà... Ti serve qualcosa?" chiese con voce quasi tremante, dopo aver inghiottito il groppo che aveva in gola.
Magari credeva che far finta di nulla avrebbe cancellato quella scena dagli occhiali del padre.
Ma il signor Kim non sembrava minimamente propenso a dimenticare.
"Che stavate facendo?" domandò infatti l'uomo, e abbastanza stupidamente, secondo me.
Insomma, per lui che stavamo facendo?
Infatti rimasero entrambi in silenzio, senza avere una risposta pronta.
Taehyung lo fissava con gli occhi grandi come due fanali, immobili, e Jungkook fissava lui.
Dopo quella mancata risposta, il signor Kim parlò di nuovo:" Taehyung, dimmi che non sei gay e che non stavi baciando Jungkook, in casa mia".
Calcò bene le ultime parole, probabilmente per farci capire quanto lo disgustasse anche la sola ipotesi.
Aveva i pugni chiusi, talmente stretti da far sbiancare le nocche, e respirava rumorosamente dal naso.
Aggiungendo anche il colorito rosso vivo del suo volto, era decisamente spaventoso.
Taehyung deglutì ancora, a fatica, prima di alzarsi lentamente dal letto e andare a porgere la mano a Jungkook, che in tutto quel tempo era rimasto immobile per terra. Probabilmente credeva che al minimo movimento il signor Kim avrebbe spostato lo sguardo adirato su di lui.
Quando si furono alzati entrambi, Taehyung tornò a guardare il padre:" È esattamente quello che stavo facendo, papà". La sua voce suonava sicura, ma Jungkook sentiva dal suo polso quanto fosse accelerato il battito del suo cuore.
Il signor Kim puntò gli occhi in quelli del figlio, e quasi sembrò che la vena pulsante sul suo collo volesse esplodere dalla rabbia.
"Ma ti sei bevuto il cervello?" ancora probabilmente sperava di star avendo solo un brutto incubo. "Come ti viene in mente di baciare un ragazzo?!" esclamò ancora.
L'aria spaventata di Taehyung sembrò dissolversi appena, e il suo sguardo si indurì:" Bhè stiamo insieme, mi sembra ovvio che ci baciamo".
L'uomo assunse un'espressione ancora più disgustata:" È una disgrazia per la famiglia... Hai idea di quanto ci rovinerà la reputazione? Dovresti vergognarti!"
Jungkook strinse la presa sulla sua mano, come a volergli dire che tutto ciò che stava dicendo non era vero. Anche se sperava che lo sapesse da solo.
"Non mi vergognerò di certo di quello che sono, e non temere, non rappresenta una disgrazia per la famiglia" rispose duramente Taehyung. "Perché la mia famiglia" continuò allora "sa tutto, e mi ha accettato senza problemi".
Il padre strinse i pugni, evidentemente infastidito dal fatto di essere stato l'ultimo a saperlo, ma per qualche istante non aprì bocca.
I due quasi speravano che si fosse arreso, ma improvvisamente i suoi occhi iniettati di sangue si spostarono su Jungkook:" Tu".
Il minore deglutì, sperava che continuasse a non accorgersi di lui:" Io?"
"È sicuramente colpa tua se Taehyung è diventato un invertito!" esclama facendo un passo verso di lui. "Non mi sei mai piaciuto, sapevo che la vostra amicizia avrebbe portato a qualcosa di terribile!"
Jungkook aggrottò le sopracciglia, chiedendosi se fosse serio o meno, dato che non gli sembrava affatto un discorso sensato.
Fece anche lui un passo avanti:" Con tutto il rispetto, signor Kim, credo che non dovrebbe prendersela né con me, né tantomeno con Taehyung, perché non ha colpa nessuno se è nato così. Dovrebbe solo accettarlo e-" ma non riuscì a finire di parlare, perché l'uomo lo interruppe bruscamente, urlando:" Non ti permettere di contraddirmi, questa è casa mia e le regole le detto io".
Il suo tono non ammetteva repliche, ma Jungkook avrebbe voluto comunque ribattere.
Non riuscì nemmeno ad aprire bocca, perché l'altro parlò di nuovo:" Ti voglio fuori di qui all'istante, e non avvicinarti più né a questo posto né a mio figlio".
Si intromise allora Taehyung:" Non preoccuparti, se ne va".
Jungkook lo guardò inarcando un sopracciglio, ma poi il maggiore continuò, il volto cereo:" Ed io vado con lui".
Ignorò le proteste del padre, non lo guardò nemmeno mentre recuperava velocemente le proprie cose e usciva di corsa, continuando a tenere per mano Jungkook.
Non disse una parola finché non fu definitivamente uscito da quella casa, gli ci volle di arrivare nella macchina del minore per recuperare un po' di colorito in volto.
Quasi non sembrava neanche arrabbiato, solo molto scosso.
Jungkook lo guardò qualche istante, magari aspettando che parlasse, ma il suo sguardo sembrava un po' perso nel vuoto.
"Stai bene?" chiese allora, cauto, ed iniziò ad accarezzargli il dorso della mano con il pollice, come a volerlo tranquillizzare.
Taehyung annuì piano, ma abbassò lo sguardo:" Mi dispiace che sia andata così, non volevo rovinare la nostra giornata..." disse mortificato.
L'altro posò le mani sulle sue guance per fargli incrociare gli occhi con i propri, guardandolo rassicurante:" Tae, non è stata colpa tua, non hai rovinato nulla" gli fece un piccolo sorriso.
"Davvero?" chiese guardandolo tristemente, tanto che gli fece tenerezza.
"Certo, non è mica colpa tua se tuo padre è omofobo" rispose continuando a sorridere per calmarlo. "Dispiace a me che lo abbia scoperto così, magari se fosse successo con più calma e se non ci avesse trovati intenti a divorarci la faccia a vicenda sarebbe andata diversamente. Ma ormai è successo, e non ci possiamo fare nulla" continuò allora, prima di schioccargli un bacino sul naso. Esultò internamente quando questo riuscì a farlo sorridere.
Taehyung annuì impercettibilmente, e lo abbracciò grato:" Grazie Kookie" disse, la voce resa un po' soffocata dalla maglia di Jungkook.
L'altro gli passò una mano sulla schiena, sollevato dalla sua reazione, e sorrise a sua volta.
Sospirai rumorosamente, abbattuto, mentre continuavo a guardarli. Ero terribilmente invidioso del me stesso del passato, lui ancora sembrava così felice con Taehyung, così ignaro di quello che sarebbe successo.
Anche io avrei voluto essere così ignaro.
Ricordavo cosa sarebbe successo dopo, i due piccioncini avrebbero spostato la loro lunga serata movimentata a casa mia, ma non rimasi lì per assistere.
La visione sfumò davanti ai miei occhi, come accadeva ogni volta che cambiavo scenario, e mi chiesi dove - anzi, quando - sarei stato catapultato.
Ero terribilmente stanco di tutta quella cambiarella, sarei stato molto più contento di avere la scena appena vista come ultimo ricordo, ma chiaramente i piani alti, o chiunque controllasse quel genere di cose, non era affatto d'accordo.
Mi tenni la testa con una mano mentre riaprivo gli occhi solo per ritrovarmi nella camera da letto del mio appartamento.
Quasi pensavo che in realtà quello fosse solo il continuo della scena precedente, ma la sveglia digitale sul mio comodino diceva altro.
Impallidii quando notai la data.
Era proprio quel giorno, quello in cui mi ero ucciso, solo che era mattina.
Vidi Taehyung, seduto con aria tesa e stressata sul bordo del mio letto, mentre il me stesso del passato - quasi presente - dormiva ancora.
Mi ritrovai a pensare che quella non fosse affatto una visuale insolita, da quell'avvenimento con suo padre avevo fatto caso a quanto sembrasse più irritabile del solito.
Ma lo capivo, sicuramente quella vicenda lo aveva scosso parecchio, e in più si aggiungeva la scuola. Secondo me, la facoltà di medicina era tra le più difficili, se non quella più difficile. E Taehyung era sempre stato estremamente studioso, ci metteva tutto se stesso, soprattutto perchè gli piaceva ciò che faceva, nonostante fosse estremamente stressante.
In conclusione, però, non era stato esattamente di buon umore nelle ultime settimane, anzi, tutto il contrario.
Io mi ero dimostrato il più disponibile e comprensivo che potevo, ma di tanto in tanto il suo morale sotto ai piedi contagiava anche me, e qualche volta ci eravamo ritrovati anche a discutere. Nulla di serio, ma quanto bastava a preoccuparmi.
Ma benchè avessi provato più volte a farlo sfogare, si era sempre rifiutato, in modi anche non troppo cortesi, così avevo deciso di lasciar perdere, in attesa che fosse pronto ad aprirsi.
Insomma, quella mattina non era diversa da molte altre, Taehyung non faceva altro che torturarsi le dita in preda all'agitazione. Solo che io stavo dormendo, perciò non capivo perchè dovessi assistere a quella scena.
Se proprio dovevo vedere il momento in cui avrei ingerito quelle pillole, non sarebbe stato più facile saltare il resto della giornata? Tanto era stata abbastanza pietosa.
Andai a sedermi sul pavimento, sospirando rassegnato, tanto non c'era modo di far scorrere più velocemente il tempo.
Mi consolava solo il fatto che tanto sarebbe stato l'ultimo minuto.
Dopo quella che mi sembrò un'eternità, Taehyung parve risvegliarsi dal suo stato di profonda riflessione, e si voltò verso Jungkook, ancora addormentato.
Fui sorpreso quando gli accarezzò la guancia, negli ultimi giorni era stato distaccato anche a livello fisico.
Invece continuò ad accarezzargli la guancia, spostandogli qualche ciocca di capelli da davanti al viso.
Si chinò in avanti, fino a posare le labbra sulla sua fronte per un lungo istante, e poi si ritrasse con sguardo triste. "Tu aspettami, tornerò da te, costi quel che costi".
Detto questo si alzò dal letto e uscì, lasciandomi di stucco.
Il me stesso addormentato ovviamente non aveva sentito nulla, ma io si. Io avevo sentito tutto, e non capivo il perchè di quelle parole.
Perchè dirmi una cosa simile, se tanto a distanza di poche ore mi avrebbe lasciato?
Un orribile presentimento iniziò a farsi spazio nella mia testa, ma decisi che non gli avrei dato ascolto, perchè già solo a pensarci mi sentivo il cuore stretto in una morsa.
Credevo che avrei dovuto aspettare il risveglio del bell'addormentato, ma non fu così.
Come accaduto poco prima, anche quella visione sfumò, e quando riaprii gli occhi mi accorsi con dispiacere che ero stato catapultato al parco.
Sempre il solito parco, lo spettatore di tanti miei momenti così importanti e, in quel caso, tragici. Era proprio lì, infatti, che Taehyung mi aveva lasciato.
Guardai il cielo serrando i pugni, mi sembrava molto una presa in giro dover assistere per la seconda volta a quella scena.
Insomma, la prima volta mi aveva portato al suicidio, ora che avrei potuto fare se non crogiolarmi nel mio dolore?
Vidi me stesso, aspettare nervosamente seduto su una panchina.
Taehyung mi aveva chiesto di incontrarlo lì, e già dal tono del suo messaggio si intuiva che ci fosse qualcosa che non andava. Più del solito, s'intende.
Jungkook alzò lo sguardo quando lo vede arrivare, sempre con quell'aria tesa e malinconica ormai costante.
"Tae" lo richiamò prima di alzarsi per fronteggiarlo. "Che succede? Sembrava importante" parlò ancora, per poi allungare una mano per prendere la sua. Ma Taehyung la ritrasse, mantenendo lo sguardo basso.
"Dobbiamo parlare" disse solamente con tono grave.
L'altro rimase in silenzio, in attesa che il maggiore continuasse a parlare, ma aveva già una brutta sensazione.
Sensazione che fu confermata quando finalmente Taehyung incrociò lo sguardo con il suo e disse, secco:" Non voglio più stare con te".
Jungkook fu abbastanza certo di vedere il mondo intorno a loro rallentare, mentre sentiva un improvviso peso sul petto. "Come?" riuscì a chiedere, assolutamente incredulo.
Voleva credere a tutti i costi di aver sentito male, o che fosse uno scherzo di pessimo gusto, perchè non poteva pensare che Taehyung stesse dicendo sul serio.
Ma Taehyung non aveva affatto l'aria di qualcuno che stesse scherzando, la sua espressione era congelata e, al momento, non tradiva la minima espressione.
Jungkook era sempre stato bravo a leggere ciò che pensava nei suoi occhi, ma non ora. Ora non vedeva nulla, ma forse era solo dato dal fatto che la sua vista si stava già appannando.
"Hai sentito quello che ho detto, non voglio più stare con te" non diede all'altro il tempo di chiedere spiegazioni, che aggiunse:" Non ti amo più".
A quel punto, fu come se la mente di Jungkook avesse subito un blackout completo. Non si mosse né aprì bocca, perchè semplicemente non gli sembrava di esserne in grado.
Taehyung non aspettò di ricevere una reazione per continuare a parlare:" Non voglio rivederti mai più, non verrò a prendere le mie cose da te".
In un altro momento, magari, Jungkook magari avrebbe chiesto una qualche spiegazione, ma adesso proprio non ci riusciva.
Nella sua testa turbinavano una miriade di pensieri, quasi tutti che gli addossavano la colpa per ciò che era successo. Si diceva che probabilmente era stato troppo appiccicoso nei suoi confronti, o non abbastanza comprensivo, o altro. In sintesi, non lo sapeva, ma forse non nera nemmeno al centro dei suoi pensieri.
Riusciva solamente a concentrarsi sul fatto che Taehyung lo aveva lasciato, e la sua vita era praticamente finita.
Con molta forza di volontà si voltò per andarsene più veloce che poteva, e io lo avrei seguito, se solo con la coda dell'occhio non avessi scorto Taehyung guardarlo quasi con le lacrime agli occhi.
Io ero nella stessa situazione, era ancora una ferita aperta d'altronde, ma rimasi solo per vedere che avrebbe fatto lui.
"Ecco, l'ho fatto, l'ho lasciato, sei contento?!" chiese ad alta voce, e io aggrottai le sopracciglia, soprattutto quando, da una panchina nascosta poco distante da noi, vidi avvicinarsi suo padre, che ostentava un'aria compiaciuta.
Taehyung sentì i suoi passi, e si voltò a guardarlo:" Ecco, sei contento? L'ho lasciato, e tu mi hai rovinato la vita di nuovo".
Sentii la terra mancarmi sotto i piedi.
"Sono abbastanza contento, e presto mi ringrazierai, ti ho impedito di metterti ancora di più in ridicolo" ribattè suo padre con calma.
Taehyung strinse i pugni:" Non ti ringrazierò mai per ciò che mi hai costretto a fare. Mi hai costretto a lasciare la persona che amo!" esclamò con rabbia.
Sentii una fitta al petto, quindi non era vero che aveva smesso di amarmi.
"Lo vedremo. Almeno hai fatto il tuo dovere, quindi per ora sei fuori dai guai" non lo salutò nemmeno, si voltò e basta, senza guardarsi indietro, e se ne andò.
Taehyung rimase fermo immobile a fissare il punto in cui suo padre era sparito, probabilmente per assicurarsi che non sarebbe tornato indietro, ma menteneva i pugni stretti e la mascella contratta.
Quando fu passata una manciata di minuti, finalmente tornò a muoversi, e prese velocemente il telefono dalla tasca.
Compose un numero, e avevo anche il sospetto di sapere chi stesse chiamando, e si portò il cellulare all'orecchio, di fretta. La sua espressione si fece affranta quando chiunque avesse chiamato non rispose, ma lui non demorse.
"Jungkook, non c'era niente di vero in quello che ti ho detto" iniziò a correre verso la propria macchina nel mentre che parlava. "Sto venendo da te, ti prego aspettami, o richiamami appena senti il messaggio".
Lo seguii, ma sapevo che tanto nessuno avrebbe ascoltato il suo messaggio, e nessuno lo avrebbe richiamato.
Deglutii con difficoltà, quasi non riuscivo a respirare. Era possibile per i fantasmi avere un crollo nervoso? Se si, sicuramente ne stavo avendo uno proprio in quel momento.
Non avevo risposto a quella chiamata. L'avevo sentita, ma avevo deciso di non essere nelle condizioni per rispondere, così l'avevo semplicemente ignorata.
Mi sentii logorare da un profondo senso di rimpianto.
Se solo mi fossi fermato a pensare, se solo non fossi stato così debole, probabilmente non sarei stato in quella situazione.
Avevo passato tutto quel tempo a sperare che tutta quella sceneggiata arrivasse presto alla fine, ma ora, mentre guardavo con le lacrime agli occhi Taehyung che guidava, avrei solo voluto fermare il tempo, e non dovermene più andare, perchè non avrei potuto vederlo mai più.
Avrei tanto voluto prendermi a schiaffi da solo, ma non sarebbe affatto bastato a distrarmi dalla consapevolezza di aver rovinato tutto, sia per me che per Taehyung, per sempre.
Non avrei più potuto vederlo ridere, non mi sarei più potuto svegliare accanto a lui, semplicemente perchè non mi sarei più risvegliato.
E il dispiacere più grande, era sapere che lo avrei reso triste, probabilmente molto più che triste, e non avrei più potuto fare nulla per rimediare.
Mentre rimuginavo su tutto questo, Taehyung arrivò davanti a casa mia.
Controllò il telefono per controllare se lo avessi richiamato o no, ma ignorò la delusione nel non vedere alcuna notifica iniziando a bussare.
Aveva le chiavi di casa mia, ma all'inizio preferì non usarle.
"Jungkook!" esclamò, quando all'interno sentì qualche rumore strano.
Probabilmente ero io che stramazzavo al suolo.
Supposi che quelli dovessero essere i miei ultimi istanti, ormai ero arrivato alla fine.
Non potevo e non volevo distogliere lo sguardo da Taehyung, quasi come se volessi imprimermi a fuoco la sua immagine nella mente.
Ancora non riuscivo a credere che non lo avrei visto mai più.
Quando non ricevette alcuna risposta, probabilmente Taehyung iniziò a preoccuparsi, così tirò fuori la sua copia delle chiavi e aprì velocemente la porta.
Dannazione non volevo assistere alla sua reazione quando mi avrebbe trovato, sarebbe stato terribilmente straziante.
Quasi come se qualcuno mi avesse letto nel pensiero, la mia visuale iniziò a farsi più sfocata e traballante, ma non alla stessa velocità con cui accadeva di solito.
Feci anche in tempo a seguire Taehyung mentre entrava nella mia stanza, e si portava le mani davanti alla bocca alla mia vista.
Gli occhi gli si riempirono immediatamente di lacrime, e con voce spezzata lo sentii imprecare.
Non perse tempo però, e scattò in avanti come se ne dipendesse la sua vita, oltre che la mia.
Mentre ormai iniziavo a non distinguere più i contorni delle cose, e si faceva tutto più buio, vidi Taehyung sollevarmi di peso e portarmi verso il bagno.
Cominciai a respirare più velocemente.
Forse c'era ancora una possibilità, d'altronde Taehyung studiava medicina, avrebbe dovuto sapere come salvare qualcuno con un piede - e quasi tutto il resto - nella fossa.
Avrei tanto voluto seguirlo e vedere che cosa avrebbe fatto, ma mi sentivo debole. Abbassai lo sguardo sulle mie mani, avevano iniziato a perdere cosistenza, ero quasi aria ormai.
E così sarebbe stato quello il mio addio alla vita.
Molto poco dignitoso.
Non ce la facevo più a tenere gli occhi aperti, e ormai tutto intorno a me iniziava a perdere colore, quasi non distinguevo più un oggetto dall'altro.
In sottofondo sentivo i singhiozzi di Taehyung, che mi supplicava di resistere e di non andarmene, ma mi giungevano alle orecchie come suoni ovattati.
Così chiusi gli occhi, e mi sentii come se stessi fluttuando, mentre l'oscurità avviluppava qualsiasi cosa avessi intorno.
Ogni suono cessò, eravamo solo io e il buio più assoluto.
Stavo per perdere conoscenza, lo sentivo, ed ero pronto, davvero, ormai non avrei potuto fare più nulla.
Poi, all'improvviso, prima di svenire del tutto, venni accecato da un'insistente luce bianca.
Aggrottai le sopracciglia, mi sentivo la testa terribilmente pesante, e mi faceva male ovunque.
Avevo come l'impressione che qualcuno mi stesse accarezzando una guancia, ma.. Nell'aldilà non succedono cose simili, no?
A meno che...
Aprii gli occhi con tutta la lentezza del mondo, non riuscivo a fare altrimenti, mi sentivo esausto e tutto intorpidito.
Mi sembrò tutto un sogno, quando mi ritrovai tra le braccia di Taehyung, eravamo seduti entrambi sul pavimento del bagno.
Lui notò che mi ero svegliato, e vidi i suoi occhi già lucidi riempirsi ulteriormente di lacrime.
Poteva vedermi, mi stava guardando negli occhi con un misto di sollievo e qualcosa che significava "come ti è venuto in mente di fare una cosa simile".
Non mi soffermai nemmeno a chiedermi perchè fossi vivo, forse mi aveva fatto rigettare tutto ciò che avevo ingerito, mi bastava essere lì, con la persona che amavo.
Lentamente, molto lentamente, posai una mano su quella che lui aveva sulla mia guancia,e continuai a guardarlo negli occhi.
"Jungkook".
"Taehyung".
THE END
***
siamo arrivati anche alla fine di questa storia
so che è molto corta, e perciò so anche che non riceverà la notorietà che merita, ma se vi è piaciuta e vi ha fatto emozionare mi considero contenta lo stesso
spero che sia stata di vostro gradimento, e vedrò di tornare presto con nuovi contenuti
detto questo, grazie per aver letto, ily <3
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