Per Yoongi, quella era una giornata perfetta.
Una volta finite le lezioni, si era ritirato nella sua stanza, declinando per una volta gli inviti di Hoseok e degli altri, e non aveva fatto altro che dormire.

Certo, stare in compagnia di quel gruppetto non gli dispiaceva, ma era comunque una persona molto solitaria, e passare ogni giorno uscendo con loro per lui era snervante.
Da quando, la settimana prima, li aveva incontrati per la prima volta alla caffetteria, erano usciti tutte le sere, così che i ragazzi potessero fargli conoscere Seoul e tutti i locali degni di nota.

Ma quel giorno, almeno il pomeriggio, non ne voleva sapere della loro compagnia.

Però la sera sarebbero comunque dovuti andare da qualche parte a lui ancora non chiara, dato che quando Hoseok lo aveva avvertito lui stava già sonnecchiando.

Quando si svegliò, avvolto dalla tenue luce della sera che filtrava dalla finestra, constatò con piacere di essere ancora solo.

Prese il telefono, controllando l'ora.
6:43 p.m.

"Quasi cinque ore? Complimenti Yoongi" pensò, mettendosi in seguito a sedere e lasciando cadere scompostamente il telefono sul materasso.
Si stropicciò gli occhi, tentando di mettere meglio a fuoco l'ambiente circostante.
Nonostante non avesse fatto altro che dormire, era ancora leggermente assonnato.

Sentì il bisogno di fumare una sigaretta, magari per diminuire lo stato di rimbambimento in cui si trovava sempre dopo una lunga dormita.
Così, dopo essersi stiracchiato per bene, si alzò dal suo comodo letto, recuperando dalla tasca della sua giacca di pelle un pacchetto di Marlboro, già quasi giunto al termine, per quante sigarette fumava durante il giorno.

Andò ad aprire la finestra, sedendosi poi sul davanzale e finalmente accendendo la sua sigaretta.
Inspirò con calma, vedendo poco dopo una nuvola di fumo librarsi nell'aria.
Amava quel tipo di calma.

Ma ovviamente qualcosa doveva interromperlo.

La fastidiosa suoneria che annunciava l'arrivo di una notifica lo riportò alla realtà, facendogli spontaneamente rivolgere un occhiataccia al suo telefono, abbandonato con poca grazia sul letto.

Il suo primo istinto fu quello di ignorarlo, ma poi gli venne in mente che sarebbe potuto essere un messaggio di Hoseok, ad avvisarlo che sarebbero dovuti partire- per dove, Yoongi non lo sapeva.

Così, sbuffando con disapprovazione, si alzò dal suo comodo giaciglio sul davanzale e prese il telefono.
No, nessun messaggio di Hoseok, solo una notifica di instagram.

Park Jimin ha messo mi piace alla tua foto

Yoongi cliccò sull'anteprima della notifica, ritrovandosi con sorpresa davanti ad una sua foto del 2015.
Aveva ancora i capelli rosa, all'epoca.

Ma perché qualcuno avrebbe dovuto mettere like ad una foto del 2015?
Quella persona lo aveva forse stalkerato?

Si soffermò su quel nome.
Park Jimin

Dove diamine lo aveva già sentito?
Era così terribilmente familiare, ma non capiva perché.

Stava per controllare sul suo profilo, giusto per capire se fosse qualcuno della sua vecchia scuola, ma qualcuno aprì la porta della sua stanza, distraendolo.
"Yoongi! Muoviti o faremo tardi" esclamò Hoseok, prendendo il maggiore per un braccio e trascinandolo con forza verso l'uscita della stanza.

"Okay, okay, sto arrivando. Posso camminare anche da solo, grazie. Ripetimi dove stiamo andando?" chiese il blu, mentre richiudeva la porta.
"Dobbiamo andare a prendere Jimin all'aeroporto, oggi torna dal suo erasmus" rispose l'altro, senza nemmeno aspettarlo.

"Jimin? Park Jimin, per caso?" domandò.
"Proprio lui".

"Oh, certo" pensò Yoongi.
Come aveva fatto a dimenticarsi dello spocchioso ragazzo di cui tutti gli altri gli avevano parlato così bene?
E così, era lui ad essere andato a controllare il suo profilo instagram.

Non vedeva l'ora di incontrarlo.