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25

A causa di quello che era successo, l'uscita dei due venne tecnicamente rimandata. 
Perché erano insieme, sì, ma non per parlare. Dopo aver discusso con Bogum sugli ultimi dettagli, infatti, i due giovani avevano deciso di andare da un ferramenta per recuperare tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno. 
Taehyung aveva insistito per prendere un taxi, però. La guida spericolata di Jungkook su quel suo motore infernale non riusciva proprio a reggerla, e nonostante Jungkook gli avesse ripetuto più volte che questa volta sarebbe stato più cauto, Taehyung non si sentì comunque abbastanza coraggioso da accettare. Aveva paura e basta, non poteva farci nulla. 
Si ritrovarono così dopo circa un quarto d'ora nel quartiere di Jungkook, davanti al ferramenta che era in procinto di chiudere data l'ora che si avvicinava a quella di cena. 
Scesi dal taxi, Jungkook corse fin davanti la porta d'entrata, e con un rapido bussare interruppe la discesa della saracinesca di metallo. In pochi attimi, il proprietario del negozio gli fu davanti, ancora dietro la porta ampia in vetro. E sorrise non appena vide chi aveva bussato. Non poteva di certo chiudere la porta in faccia al suo miglior cliente. 
Taehyung li raggiunse di fretta, e restò poco dietro il minore, osservando la scena in silenzio. 
Il proprietario, -un'uomo con alcune rughe già presenti sul viso a causa dell'età- aprì la porta e si spostò di lato, facendo entrare i due ragazzi con un sorriso tranquillo sulle labbra.
<Jungkook, non ti vedo da una settimana, tutto apposto?>, gli domandò, una volta che furono entrambi dentro e la porta fu di nuovo chiusa, per non fare entrare nessun'altro vista la chiusura. 
<Sì ajusshi, mi dispiace, so che è tardi, ma mi servono delle cose>, spiegò, lanciando poi un rapido sguardo a Taehyung che, timido, era rimasto in silenzio dietro di lui. 
L'uomo li osservò entrambi e poi annuì, sempre con quel sorriso sulle labbra che Taehyung trovava quasi paterno. 
Chissà da quanto si conoscevano, con Jungkook. 
I due si allontanarono dietro il bancone, con una busta di plastica ed una di cartone più piccola per le merci, e Taehyung restò all'entrata osservandosi intorno. 
Il negozio sembrava piuttosto piccolo, ma Taehyung era sicuro che quella sensazione era dovuta ai numerosi scaffali pieni di viti, chiodi e chissà quant'altro, posti forse in un modo non esattamente ottimale. Però, anche se l'ambientazione era un po' angusta a causa di alcune luci già spente, non si sentiva in soggezione. Forse era il pensiero di essere con Jungkook a rilassarlo, perché a pensarci bene, se fosse stato da solo, un po' di paura ora l'avrebbe avuta. 
Smise di pensarci quando sentì la voce del minore e del vecchio proprietario farsi più vicine, mentre discutevano su quello che aveva in mente di fare con quelle lastre. Il vecchio gli diede qualche consiglio, l'esperienza dalla sua parte, e Jungkook lo ringraziò più di una volta, sorridendogli poi, dopo aver pagato, quando era arrivato il momento di andare via. 
<Grazie ancora, ajusshi, ci vediamo la prossima settimana>, e dopo un lieve inchino, specchiato da Taehyung, uscirono entrambi, lasciando finalmente chiudere il negozio all'uomo. 
Una volta fuori ripresero a camminare in silenzio, Taehyung osservava Jungkook curioso. Si rese conto soltanto in quel momento che di lui non sapeva poi molto, ed era curioso, dannatamente curioso. 
<Sento le rotelle del tuo cervello girare da qui>, scherzò il minore, voltandosi poi a guardare l'altro con un sorriso appena accennato sulle labbra. 
<Che c'è?>, gli aveva chiesto poi, visto che Taehyung continuava a fissarlo senza pronunciare parola. 
<Sono soltanto curioso>, iniziò Taehyung, distogliendo per qualche istante lo sguardo, un po' in imbarazzo. <Quando...quando hai imparato a fare queste cose? Sembra che tu venga spesso qui>
Jungkook ispirò un po' d'aria prima d'iniziare a raccontare di come stesse di continuo con suo padre quand'era piccolo, e di come il suo lavoro di tutto fare lo affascinasse tanto da pregarlo di portarlo sempre con lui quand'era possibile. Gli spiegò che tutto quello che sapeva fare lo aveva acquisito dal padre, e che quando era venuto a mancare aveva continuato a fare piccoli lavoretti come hobby, che si estendevano anche a sistemare le cose dei vicini quando gli veniva chiesto. Era bravo, semplicemente. Bravo a rimettere le cose a posto, bravo a trovare una soluzione per qualcosa che non funzionava più, bravo a farle ripartire o trovargli un'altra funzione. E Taehyung l'aveva ascoltato tutto il tempo con estrema attenzione ed ammirazione. 
Lui non era mai stato così, era sempre stato molto diverso dal padre, ed avevano anche interessi opposti, ma si volevano comunque bene. 
Sentire Jungkook parlare in quel modo di suo padre gli fece venire un po' di nostalgia, e quando gli aveva detto che era venuto a mancare istintivamente gli aveva preso la mano libera e l'aveva stretta alla sua in un gesto di conforto, perché in certi momenti le parole non servono, e Jungkook l'aveva apprezzato immensamente. 
<Da quando sono qui è la prima volta che parlo di lui>, gli confessò dopo un po', le loro mani ancora strette insieme in una presa quasi indissolubile.
Taehyung sorrise, facendo dondolare un po' le loro mani.
<Sono felice di aver avuto l'opportunità di ascoltarti, da quello che mi hai detto, sembrava un papà davvero fantastico>
<Lo era>, rispose sorridendo, voltandosi a guardare il maggiore con gli occhi un po' lucidi. 
Taehyung aveva voglia di abbracciarlo, dopo quelle parole. Ma cercò di darsi un freno, limitandosi nei gesti. Strinse di più la sua mano e gli sorrise, cercando poi di rallegrare nuovamente l'atmosfera per far distrarre il più piccolo. 
<Sta sera Yoongi hyung è fuori a cena con Jimin, ti va prendere qualcosa da mangiare e andare da me? Così possiamo continuare ad organizzarci per il carretto>
Jungkook sbatté un paio di volte le palpebre a quelle parole. Lui e Taehyung da soli in casa sua? Dove doveva firmare per farlo durare per sempre?
<Certo, va benissimo>

Dopo circa un'ora erano all'interno della casa del maggiore, Tan aveva dato loro il benvenuto abbaiando allegramente un paio di volte e saltellando di qua e di là fino a quando delle carezze non lo fecero calmare. 
I due poi si spostarono in soggiorno, sistemando i sacchetti del Take away sul tavolino ai piedi del divano. Si sedettero uno vicino all'altro, lasciando il sacchetto del ferramenta abbandonato sul divano mentre mangiavano e guardavano un po' di tv. 
La vicinanza del maggiore, per Jungkook, era inebriante. Sopratutto perché era la prima volta che si ritrovava a passare tutto quel tempo da solo con Taehyung. Solitamente c'era sempre Yoongi intorno a loro, oppure Jimin, o quello strano Bogum. Il suo desiderio di stare da solo con lui si era finalmente avverato, ed anche se la loro uscita era stata stravolta, quello era equamente apprezzato dal minore. 
Non appena finirono di cenare Taehyung si alzò per buttare i contenitori nella spazzatura, fermandosi in cucina per prendere qualche bibita e mettersi poi a lavoro, secondo lui. Ma Jungkook si alzò quasi subito dopo di lui, e lo sorprese mentre l'altro era di spalle con la testa quasi dentro il frigo. 
<Riguardo a stamattina...>, iniziò a parlare, facendo sobbalzare il maggiore che, spaventato, si voltò a guardarlo con una mano sul cuore.
Non parlò, anche se lo spavento era stato tanto. L'espressione seria di Jungkook lo aveva bloccato, in tutti i sensi. Non riusciva a lamentarsi come sua consuetudine, e non era neanche in grado di inveirgli contro per averlo colto così di sorpresa. Semplicemente attese, senza staccare gli occhi da lui mentre si spostava dallo sportello del frigo mentre questo, pian piano, si richiudeva. 
<Ecco...>, Jungkook provò a continuare, avendo capito che Taehyung stava aspettando lui. Soltanto lui e le sue parole. Però, non sapeva come domandargli quello che voleva sapere senza risultare pesante o troppo impiccione. La gola si seccò davanti all'espressione innocente e dolce del maggiore, perché doveva guardarlo sempre in quel modo che lo faceva impazzire?
Si schiarì la gola, abbassando per qualche istante lo sguardo, giusto per riacquistare un minimo di lucidità. 
<...ti avevo chiesto di vederci perché volevo parlarti di una cosa>
<Stiamo parlando>, lo interruppe Taehyung, avvicinandosi di un passo all'altro. 
A dividerli, soltanto il bancone della piccola isola della cucina. 
Jungkook ispirò profondamente, poggiando entrambe le mani sul bancone prima di alzare nuovamente lo sguardo su Taehyung. 
<Come mai hai rotto con Namjoon?>, gli domandò, schietto. 
Ed attese la risposta con il fiato bloccato in gola, e mille aspettative per la mente, mentre Taehyung arrossiva ed evitava il suo sguardo. 
Come avrebbe potuto spiegarglielo? Era imbarazzante! E se poi Jungkook non l'avesse ricambiato? Non poteva rischiare, non ora che iniziava a conoscerlo meglio. Non voleva e non poteva perderlo. 
<Mi mancava qualcosa>, rispose di getto, senza andare troppo sullo specifico. 
A Jungkook parve bastare quella risposta, almeno per il momento. Così gli accennò un sorriso, con il cuore che andava a mille, e poi gli indicò con un gesto del capo il soggiorno. 
<Torniamo di là, dobbiamo organizzare tutto al meglio. Domani dobbiamo iniziare e finire tutto il lavoro>, e poi uscì dalla cucina, seguito dopo qualche istante da Taehyung. 

Più tardi, quella notte, quando Yoongi rientrò a casa, trovò i due addormentati insieme sul divano: Jungkook tranquillamente sdraiato con Taehyung interamente sopra di lui. 
Non si fece domande, e non voleva neanche delle risposte. Sorrise guardandoli e poi se ne andò a letto, rassegnato. 
Doveva iniziare a farsi piacere Jungkook.  

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HI :)
Ieri mi è attivato MOTS7 con la card di Namjoon e sono super happyzjbsjdjdjdbd

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