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Taehyung ultimamente non faceva altro che lavorare.

Si svegliava alle cinque del mattino ed andava a lavorare, staccava a pranzo e, alle tre del pomeriggio, tornava a lavorare. Tornava a casa verso le undici, mangiava, faceva quattro ore di sonno, e poi di nuovo tutto tornava a ripetersi.
Come un disco che odi, ma che allo stesso tempo non hai la forza di togliere.

Almeno, era così che la vedeva Yoongi.
Erano già cinque mesi che si comportava in quel modo, esattamente da quando Taehyung e Beomjun si erano lasciati.
Dannazione, Yoongi odiava vederlo in quello stato.
Taehyung era suo amico da dieci anni, si consideravano fratelli, ma Yoongi non sapeva mai cosa fare per rincuorare l'altro.

Come ogni mattina aveva preparato la colazione e, come ogni mattina, Taehyung comparve in soggiorno solo dopo aver sentito l'odore dei pancake ai mirtilli di Yoongi.

«'Giorno hyung», mormorò, con la voce basse ancora impastata dal sonno.

«Buongiorno Taetae, fame?», rispose l'altro, avvicinandogli il piatto con tre pancake già pronti.

Taehyung annuì e, accennando un sorriso, lo prese tra le mani prima di recuperare anche un barattolo di miele.

Si mise poi a sedere alla piccola isola della cucina, iniziando a mangiare con ancora gli occhi socchiusi ed un piccolo broncio.

Yoongi continuò a cucinare in silenzio, voltandosi soltanto quando l'impasto nella ciotola fu finito, e l'ultimo pancake cotto.

Sospirò nel vedere Taehyung addormentato contro l'isola, con l'ultimo pancake già morso vicino al viso.
Il notare, però, che stesse ancora masticando nonostante fosse nel mondo dei sogni lo fece sorridere.
Era ancora un bambino, il suo Taehyung.

Si andò a mettere seduto vicino a lui e gli punzecchiò teneramente una guancia per diversi istanti, fino a quando il più piccolo non aprì prima un occhio e poi l'altro, tornando così a guardarsi intorno confuso.

«Che è successo? Hai messo dei sonniferi nell'impasto?», domandò ridacchiando il minore, toccandosi poi le guance che erano appiccicose poiché sporche di miele.
Fece una faccia quasi disgustata, quella sensazione non gli piaceva affatto. Doveva andare a lavarsi.

«Sai che non lo farei mai, almeno che non sia una cosa davvero indispensabile. Sei stanco Tae, perché non prendi un giorno di riposo? Almeno uno, non ti ucciderà, vedrai», gli parlò dolcemente, sperando che Taehyung provasse finalmente a ragionare.

Ma a quanto pare quel giorno non era ancora arrivato, perché Taehyung subito tornò serio nell'udire quelle parole.

«Non sono stanco, smettila di ripeterlo», sbottò, alzandosi poi dallo sgabello soltanto per andarsi a fare una doccia.

Yoongi sospirò e prese il cellulare tra le mani, mangiando pigramente un pezzo di pancake.

Cercò il contatto del suo ragazzo e velocemente scrisse un messaggio, sospirando poco dopo.

Okay, hai ragione. Hai sempre avuto ragione ed io sono un cretino.
Ora diamo il via al tuo piano, e speriamo che funzioni.
Per il bene di Taehyung.

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Hiii :)))

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