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CAPITOLO III

~AMY BROOKS & MITCH ROOTH~

27 novembre 2017

Amy continuava a camminare silenziosamente seguita a ruota da Mitch.

Zoppicava a causa della gamba rotta ,trascinandola dietro di sé.

Mitch non aveva il coraggio di parlarle,né tanto meno di avvicinarsi minimamente a lei sapendo che sicuramente si sarebbe messa a sbraitare attirando un sacco di vaganti e allora sarebbe stata la fine anche per loro,ma in fondo era proprio questo quello che Amy voleva.

La ragazza tremava a causa del freddo e digrignava i denti nell'intento di non provocare rumore.

L'umidità le dava un grande fastidio e il suo giubotto di lana ormai infangato da tempo,non la proteggeva a dovere dal gelo.

Silenzio.

Le strade erano buie nonostante fossero appena le tre del pomeriggio,ma era comprensibile data la stagione.

Corpi di coloro che una volta erano umani se ne stavano sui marciapiedi con le teste spaccate e i corpi lacerati.

Quando tutti se ne erano andati,solo loro due avevano deciso di rimanere a Deadwood.

Credevano fermamente che quella sarebbe stata la scelta più giusta...

Un rumore rieccheggió per la strada. Sembrava una grossa spranga di ferro sbattuta per terra con violenza.

Il rumore si sparse per le strade passando tra i marciapiedi delle piccole vie e entrando senza dubbio nei cervelli dei morti,come in quelli dei due ragazzi.

-No...non di nuovo...-

La voce di Mitch si aggiunse al rumore metallico.

Un cadavere mosse le mani e spalancó gli occhi bianchi facendo ruotare completamente le pupille.

Aprì la bocca e da lì ne emerse un grugnito soffocato.

Un altro morto si alzò facendo scricchiolare tutte le ossa del suo corpo.

Si alzò con velocità dal suolo,con la mandibola a pezzi e il corpo aperto in due.

Anche se non potevano vedere i due,riuscivano comunque a sentire l'odore della carne viva.

Mitch gridò:-Corri!-

Potevano salvarsi solo correndo , e più correvano, più vaganti vedevano dietro di loro.

Prima erano solo una decina,poi cominciarono ad aumentare sempre di più...centinaia...

Era la terza volta quella settimana che qualcuno li risvegliava proprio mentre loro cercavano di spostarsi da un lato all'altro della città.

La ragazza cadde a terra sbattenndovi il viso.

Si rialzó con il naso colorato di rosso scarlatto e il labbro inferiore spaccato che sanguinava copiosamente .

Mitch non l'avrebbe mai lasciata morire così...

Si fermò di scatto e scivolando toccò l'asfalto con una mano e corse verso di lei.

L'afferó per un braccio tirnadola con forza,ma i vaganti erano vicini a loro.

Uno dei corpi putrefatti cercò di mordere la gamba ancora in salute dalla ragazza che in velocità scansó la sua mascella e gli spaccó la faccia con un calcio sul muso.

Stordito,rimase per un paio di secondi per terra. Secondi che bastarono ai due ragazzi per rialzarsi e continuare a correre.

Non mamcava molto per essere salvi.

Ecco il rifugio,la casa che li aveva ospitati per tutto questo tempo.

La grande cancellata in ferro rinforzata con tutto ciò che avevano potuto trovare in quella casa faceva da barricata contro la morte che camminava.

Mitch afferrò con forza il braccio della ragazza e aprendo il cancelletto con la mano libera,la spinse dentro e lei, con suo grande disappunto, cadde sulla schiena guardando il ragazzo che invece chiudeva il cancello dietro di se e afferava più oggetti possibile per bloccare l'entrata ai vaganti.

Un tubo in ferro bloccato saldamente tra il perno del cancelletto e la cancellata più grande ne impediva l'apertura e dei catenacci legavano insieme il tutto.

Alcuni di loro cercavano di arrampicarsi sulla cancellata ma venivano puntualmente bloccati dai grossi spuntoni posizionati al di sopra del cancello.

Amy aprì la porta blindata della grande casa che precedentemente avevano lasciato aperta in caso sarebbero dovuti tornare e fece cenno al ragazzo davanti a lei di entrare.

Mitch lasciò stare tutto e raggiunse la ragazza più indietro afferando un piccolo mazzo di chiavi appeso con del nastro adesivo dietro il portone e infilandondone la più grande nella toppa della porta girnadola quattro volte in senso antiorario.

Si sentirono più al sicuro dopo aver compiuto quell'azione,ma ancora non bastava.

Amy posò tutte e due le mani sulla porta e accostó il viso sanguinante allo spioncino per notare tutti i vaganti dietro la cancellata intenti a sventolare le loro putride mani cercando di afferrare il nulla.

Quanto potevano essere stupidi?

Eppure,non bisognava mai sottovalutarli...mai.

Il cancello reggeva ancora,dopo tutto quel tempo,ma non avrebbe sopportato tutto il peso e la forza esercitata dai corpi di quelle creature fetenti .

Adesso,bisognava solo aspettare per avere la vita salva.

Di solito bastavano una decina di ore perché si calmassero,ma a volte,ci volevano giorni interi e allora sarebbe stato davvero un problema.

Orami le scorte di cibo erano finite da tempo ,come la riserva d'acqua, d'altronde,che si era prosciugata quasi fino all'ultima goccia.

Sapevano che sarebbero morti di fame se fossero restati ancora lì,ma qualcuno,ogni volta che cercavano un'altro rifugio,risvegliava i morti.

Perché?

In quel momento,non bisognava farsi tante domande...almeno...erano salvi.

Ripresero il fiato ansimando con forza e facendo alzare e abbassare i loro petti all'unisono per far espandere i polmoni.

Le gambe del ragazzo bruciavano dalla fatica,ma quelle della ragazza...beh,non c'era molto da dire...

Il piede scarnificato lasciava intravedere parte della care e un osso,mentre la rotula,girata verso l'interno,provocava una visione straziante a Mitch che sapeva sarebbe stato costretto a medicarla di nuovo.

Come quella ragazza fosse riuscita a correre o semplicemente a reggersi in piedi in quello stato era incomprensibile. Ma era una ragazza forte,ne aveva passate tante fino a quel giorno e il fatto di avere una gamba rotta non le impediva di certo di continuare a lottare per la propia vita.

Amy inoltró il periodo di silenzio scambiando paurosi sguardi di intesa con Mitch che ormai sapeva cosa fare.

La ragazza si andò a stendere silenziosamente sul divano di pelle che un tempo era rosso scarlatto,ma che ora aveva assunto un colore più simile al marrone scuro che si confondeva con la lana che fuoriusciva da numerosi tagli e sfregi nel tessuto.

Mitch strappò dalla sua maglia di cotone blu un pezzo di manica e lo annodó per poi stringerlo sulla bocca di Amy.

Adesso la ragazza aveva asuunto un'espressione quasi di pietà.

Implorava Mitch di far piano , perché sapeva che le avrebbe fatto male.

Il ragazzo posò due mani alle estremità dela ginocchio,poi ne spostò una verso l'interno toccando l'osso spostato.

Amy artiglió con la mani il bracciolo del divano su cui appoggiava la testa con entrambe le mani e il ragazzo ,invece agì con tutta la sua forza girando l'osso verso l'esterno.

Un rumore sordo di ossa si confuse con un grido soffocato della ragazza che adesso vagava con le mani per aria cercando un sostegno.

Le si stava annebbiando la vista dal dolore e i suoi sensi si erano ormai intorpiditi.

Un fischio nelle orecchie talmente forte, non le fece capire più nulla.

Mitch tolse dalla bocca la striscia di tessuto. Ciò permise ad Amy di respirare meglio.

Ansimava dal dolore,ma il ragazzo non le dava nemmeno uno sguardo, continuava lentamente a curarla.

Per le evenienze di questo tipo,aveva conservato una bottiglietta di acqua ossigenata che uscì dalla tasca destra della sua giacca viola.

La aprì con cura e la sparse sul piede senza pelle della ragazza che si stava mordendo la mano come se fosse una maledetta vagante.

L'acqua ossigenata pian piano divenne biancastra e si formarono delle bollicine al suo posto,che favevano ancora più male.

Amy si mise a sedere guardando con riluttanza il suo arto ridotto in quello stato pietoso e continuando a mordersi le mani.

Il ragazzo strinse il pezzo di stoffa sul piede della ragazza che lanciò un'altro grido ovattato dalle labbra chiuse e strette.

Bene...aveva finito.

Adesso,bisognava solo riposarsi.

Amy rimase sul divano e pian piano scivoló in un profondo sonno,mentre Mitch si sedette accanto a lei cercando di addormentarsi allo stesso modo,ma tutto ciò che fece fu rimanere a guardarla in silenzio.

I lunghissimi capelli rossi raccolti in una treccia stretta,scivolavano dolcemente sul suo seno fino ai fianchi.

Alcuni ciuffetti ribelli le cadevano sul viso bianco sporco di fango e sangue toccadole le piccole labbra color fragola.

Il naso,piccolo e rotondo,era arrossato per il freddo,come le sue guance rosee e rotondette a dispetto del duo esile corpo magro ma che ancora lasciava intravedere le curve tenui dei suoi fianchi e delle sue gambe.

Era dimagrita molto in soli due mesi.Da quando le provviste di cibo avevano iniziato a scarseggiare e lei aveva iniziato pian piano a spegnersi,come i suoi occhi paglierini che un tempo risplendevano di vita...ma ora...erano spenti e vuoti,macchiati dalle morti e dal sangue di tutti coloro che aveva visto morire atrocemente e di chi,invece, aveva lei stessa dovuto uccidere ferocemente.

Ma anche tutto il corpo di Mitch aveva iniziato a cedere come quello di Amy.

I capelli dorati non riflettevano più la luce e le lentigini che gli tempestavano il viso erano scomparse sotto i numerosi tagli.

I grandi occhi coloravano il suo viso di verde e azzurro.Ma solo chi era alto come lui era capace di vederli.

Accanto a Amy,assomigliava a un gigante e lei,a una bambina.

Le spalle larghe e le gambe smisuratamente lunghe,lo facevano veramente assomjgliare a un colosso,nonostane sotto i vestiti fosse magro.

Si alzò dal divando e si diresse verso lo spioncino della porta,unici posto da cui sbirciare fuori,visto che le finestre per precauzione erano state sbarrate, chiodate e coperte con alcuni piumini e coperte di lana per evitare alla luce di filtrare e attirare chi stava ceracando di uccidere negli ultimi giorni.

Sentí un tonfo da fuori.

Due tonfi.

Tre.

Tre colpi contro la barricata.

Un'altro.

Un grugnito sibilato.

Il rumore si fece sempre più forte e assordante che persino la ragazza si svegliò di soprassalto.

Un'altro colpo.

Il rumore ferroso della cancellata si sparse per tutto il paesaggio di morte.

Amy gridò per richiamare l'attenzione de ragazzo.

-Mitch! Cosa...-

Il ragazzo la zittí con un segno del dito.

Si avvicinó leggermente alla porta con estrema cautela e appoggiò un occhio sullo spioncino.

-Ma cosa....!-

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