•DALLE MEMORIE DI AMY BROOKS
•LOCAZIONE:WATFORD CITY(U.S.A.)

Non so dire esattamente cosa mi passó per la testa in quel momento. So solo che non avrei voluto essere lì.
Il panico mi fece muovere in fretta dopo il rumore della porta.
Colui che aveva rotto la mia unica difesa contro le bestie doveva essere uno sciocco egoista.

Non sapevo cosa fare poiché non conoscevo effettivamente la situazione:non sapevo se aveva scavalcato il cancello o aveva forzato persino quello per entrare e non sapevo nemmeno se i vaganti lo stessero seguendo, né in quanti fossero.
Ero nel panico.

Cercai di mantenere la calma il più possibile,ma se avessi scoperto chi era ad provocato tutto ciò, gliel' avrei fatta pagare.

Presi lo zaino che tenevo accanto e misi la pistola in tasca con la sicura inserita.
Feci per scappare da quella stanza ,quando qualcuno mi arrivò contro, facendomi cadere al suolo.

Alzai lo sguardo.
Vidi un ragazzo alto due volte me guardarmi dall'alto.
Lo sguardo fisso sul mio corpo atterrato.

Due secondi.

In due secondi analizzai ogni suo dettaglio somatico.

Lunghi capelli colorati di verde rasati per un lato.
Fisico impostato.
Mascella larga e occhi piccoli e scuri.

Ciò che mi colpì fu l'ascia che teneva in mano.
Speravo che non la usasse contro di me.

Portai le mani al viso per proteggermi,sicura che le sue intenzioni non fossero delle migliori... Ma non fu così.

Mi porse la mano.

L'afferrai con una presa ferma e mi tirai su.

-Non mi hai aperto.-ioronizzó lui. Lo guardai in cagnesco in quel momento.
-Non sapevo chi fossi.-

-Piacere, sono-
In quel momento dal piano di sotto un rumore di passi pesanti sovrastó le nostre voci.
Erano lì.

Il maledetto aveva forzato il cancello.
Come aveva fatto?

In ogni caso,c'era poco tempo per le spiegazioni.

-Corri e seguimi!-gli urlai.
Lui mi rispose con un cenno del capo.

Sentivo il rumore avanzare per le scale.

Corsi verso il lungo corridoio che attraversava la villa al secondo piano.
Le scale per salire alla mansarda erano poco distanti da lì.

Il ragazzo mi seguiva.
Mi voltai per accertarmi che fosse così...ma oltre a lui, anche loro ci stavano seguendo.

Il mio cuore andò più veloce,come tutto il mio corpo.

Salii le scale . Sopra di me vi era una botola.
Con un salto afferrai la maniglia e feci scendere la scaletta .
-Di qua!-

Dov'era il ragazzo? Non lo vedevo più.
Cercai ancora il suo volto.

Nulla.

Tornai al piano di sotto.

E  allora lo vidi...

I vaganti lo avevano attaccato e lui si stava difendendo con l'arma che impugnava.

Presi la pistola.
Contai le pallottole.

Dieci colpi.

Un colpo sordo e un mostro al suolo. Un foro in testa.

Lui si girò per guardarmi.

-Vai! Vai via!-

Raggiunse le scale e le salí.

Bene.
Nove colpi.

Cercavo anche io di salire le scale e contemporaneamente mirare. Ma era più difficile di quanto immaginassi.

Ne mancai due.
Quando vidi quanti erano...

Tutto il corridoio fu invaso da corpi morti che correvano verso di me.

Erano in centinaia.

Cercai di scappare quando qualcosa mi bloccò.

La scarpa si era incastrata in una fessura tra le assi di legno del gradino.

Cercai di tirare ma erano troppo vicini.
Uno di loro era dietro di me.

Cercai di prendere la pistola.

Un altro colpo.

Trenta secondi.

Non avevo più colpi.
Mi rimaneva solo il coltello nel taschino.

Un altro.

Tirai un pugno sul muso,facendolo cadere di lato.
Continuavano ad arrivare.
Non sapevo più cosa fare.

Non riuscivo a raggiungere il coltello.

Non avevo più vie di scampo.

Rimaneva una sola cosa.

-La bomba a mano!-

Era agganciata alla cintura.

La presi in mano e tolsi la sicura.

La guardai per un momento.

Dieci secondi.

La lanciai il più lontano possibile e tolsi la scarpa.

Sentii l'esplosione che probabilmente distrusse metà della proprietà.

Fuggii verso la botola, dove trovai il ragazzo dai capelli verdi che mi aspettava.

Richiusi la botola.

Non sarebbero potuti arrivare lì.