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l'inizio

Vivevo nel distretto di shiganshina, con i miei genitori e mia sorella, prima che succedesse.
Era un giorno come un altro, ero andata a procurare della legna e a lavare i panni in piazza quando un rumore sordo, quasi un esplosione, ruppe il silenzio. Mi girai alla ricerca della causa di quel suono, quando vidi la testa di un titano affacciarsi dal Wall Maria, rimasi paralizzata. Quei muri erano alti 50 metri e i titani non superavano mai i 30 metri, non era possibile.
Altre persone uscirono in piazza, urlando alla vista del titano che ci scrutava con quella faccia orribile; poi, in un secondo, un boato proveniente dal muro fece tremare il terreno, trattenemmo il fiato mentre osservavamo il titano sgretolarsi e scomparire. Sospirai di sollievo, non era successo niente di grave, mi sbagliavo; dopo circa 20 secondi dal boato, un uomo con indosso lo stemma del corpo di guarnigione ci venne incontro correndo, gli occhi pieni di terrore
Sold: Il titano ha sfondato il muro, correte!
Ci fu un attimo di esitazione mentre si cercava di elaborare questa notizia
"Il muro è sfondato?"
La risposta arrivò da sé quando un orda di giganti di varie altezze sciamava sulla strada, dirigendosi verso di noi. L'urlo che seguì questa immagine fu orribile, tutti si misero a correre come piccoli insetti, cercando di scappare ai titani, presi per mano mia sorella e corsi verso casa, cercando i miei genitori.
Le urla strazianti delle persone rendevano bene idea della gravità del problema; non eravamo neanche a metà strada quando il sangue cominciò a bagnare le strade: i titani avevano iniziato a prendere dalle strade le persone e portarsele alla bocca, ingoiandole senza troppe cerimonie, quelli che non riuscivano a scappare venivano schiacciati dall'emorme peso dei titani e anche le abitazioni iniziarono a crollare per la forza e il peso dei mostri.
Si appoggiavano alle casupole in cerca di altri umani, davano calci e pugni all'aria beccando muri e tetti, spogliandoci dell'unico umile riparo di cui eravamo forniti.
Continuammo a correre superando cadaveri e quando raggiungemmo la nostra casa trovammo solo un ammasso di detriti, nessuna traccia dei nostri genitori.
Mia sorella scoppiò a piangere e si lasciò cadere sulle ginocchia, coprendosi il viso con le sue piccole manine; provai a convincerla ad alzarsi ma non ne aveva le forze. Aveva solo 6 anni quel giorno, non potevo biasimarla; la presi in braccio e ricominciai a camminare con molta fatica, era pesante e io avevo solo 4 anni in più, camminammo per del tempo ai miei occhi interminabile, superando tanti corpi, anche di persone che conoscevo, trattenendo le lacrime. Non sapevo dove andare, mi guardai intorno e vidi la cosa peggiore di tutte: i corpi a terra di mia madre e mio padre.
Posai mia sorella per terra e corsi da loro, mia madre era morta ma mio padre emetteva dei versi;  mi misi di fianco a lui, in ginocchio. Calde lacrime mi avevano bagnato le guance e singhiozzi scuotevano il mio corpo. Mio padre aprì di poco gli occhi, individuandomi fece un piccolo sorriso
Padre: t/n... sei tu? Stai bene? E tua sorella?
Risposi a mio padre muovendo la testa su e giù
Padre: vai via, stanno facendo ritirare le persone entro i confini del Wall Rose, voi due potete salvarvi.
Guardai la mia sorellina inginocchiata, mentre piangeva disperata
Io: N-non posso abbandonarti,
d-devi venire anche tu
Sapevo che non sarebbe sopravvissuto, ma non potevo accettarlo. Dopo 5 minuti di strazianti richieste di mio padre di abbandonarlo, pesanti passi fecero tremare i sassolini sulla strada e dopo poco un piede sbucó dalla stradina dall'altra parte di queste abitazioni, un titano era a circa 20 metri da noi, ci notò e un verso gutturale uscì dalla sua gola.
La paura mi immobilizzó e il titano iniziò ad avvicinarsi a noi lentamente,  stavamo per morire e io non avevo la forza di fare niente; abbassai il capo, rassegnata, quando forti braccia mi sollevarono dal terreno e io fui appoggiata contro il torace di un uomo dalle sopracciglia smisurate, capelli biondi e viso severo. Cercai di allontanarmi da lui ma le sue braccia attorno al mio corpo erano troppo forti. Guardai dov'era mia sorella e la trovai in braccio ad una donna con gli occhiali e il simbolo della legione esplorativa sul petto.
Il titano aveva accelerato il passo, quindi le due persone si alzarono in volo grazie ad uno strano oggetto attaccato alla loro vita, da cui uscivano due ganci e del fumo dal retro.
Urlai di lasciarmi andare, che non potevo abbandonarlo, ma non mi ascoltarono, l'ultima cosa che vidi era mio padre che prendeva la mano della mamma, poi svenni, perdendo conoscenza.
Mi risvegliai in un comodo letto, con mia sorella poco lontano, stavo per alzarmi, quando una voce mi fece sobbalzare
?: sei sveglia
Mi girai du scatto incontrando lo sguardo dell'uomo che mi aveva portato via
?: mi chiamo Erwin Smith, sono il comandante della legione esplorativa. Posso sapere il tuo nome?
Lo guardai incerta e sulla difensiva, non mi fidavo di lui, dell'uomo che aveva abbandonato mio padre.
Io: Dove sono? Cosa ci faccio qui? Cos'è successo?
L'uomo mi guardò con un espressione di pietà, si alzò e mi venne più vicino, ma io mi allontanai. Sospirò e tiprese a parlare
Erwin: Ti trovi all'interno del Wall Rose, al sicuro nella mia stanza. Dopo averti salvato da quel titano e dopo la tua perdita dei sensi, ti ho portato qui, nel 104esimo corpo di addestramento, dove ho il mio alloggio. Adesso dovremo vedere se vuoi andare in affidamento da un altra famiglia o rimanere qui, per allenarti ed entrare nell'esercito
Sentivo una strana sensazione nel corpo, adrenalina scorreva nelle mie vene e risposi con troppo entusiasmo
Io: Voglio rimanere qui! Voglio entrare nell'esercito!
Il comandante Smith sorrise soddisfatto, mentre mia sorella mi guardava stupita
Erwin: mi serve il tuo nome
Io: T/n  t/c comandante.
Mia sorella aveva ancora quello sguardo stupito, quando timidamente parlò
Sis: vorrei entrare anche io nell'esercito...

Ed oggi, eccoci qua, ad allenarci per entrare nell'esercito. Tra pochi giorni ci sarebbe stata la mia occasione di entrare nell'esercito, nella legione esplorativa.

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