But they don't know secrets that you just can't keep
Finalmente -e Luke poteva affermarlo con certezza che era un finalmente- era sabato, dopo una seconda settimana di lezioni e test a non finire. Era il suo ultimo anno, l'unica cosa che voleva era andarsene, trovarsi un buon lavoro nella costa est e stabilizzarsi. Il college sarebbe stato solo un punto di transito, per quello non aveva avuto rapporto con nessuno a meno che non fossero esclusivamente per dei compiti o una sveltina in camera. Eppure, aveva come il presentimento che quell'anno sarebbe stato assolutamente diverso e forse, una mezza idea del perché lo sarebbe stato, ce l'aveva.
Percy e le sue nuotate in piscina perché, a dispetto di quello che gli aveva detto la notte prima, era andato a trovarlo per un motivo ben specifico.
Annabeth, i suoi occhi grigi, il sorriso che nascondeva come stava davvero, assieme all'espressione innocente.
E ultima, ma sicuramente non meno importante, Talia. Pensava a quegli occhi blu ventiquattro ore al giorno. Pensava alle sue mani piccole eppure così incredibilmente forti se chiuse a pugno. Pensava al suo sorriso luminoso. Al modo in cui le si assottigliavano le palpebre quando era arrabbiata. Pensava alla fascia nera che portava al polso sinistro. Pensava alla Winston che si portava un po' troppo spesso alle labbra. Pensava ai suoi anfibi, le magliette corte e i pantaloni aderenti a vita alta.
Pensava che forse, quella bella mora con le lentiggini le era entrata sotto la pelle, pensava che stesse diventando più importante di quanto fosse possibile e in troppo poco tempo.
Pensava che quella ragazza, all'apparenza innocua, fosse più forte di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare e di certo non pensava alla forza fisica.
Luke lo sapeva bene.
Luke lo sapeva benissimo che Talia aveva sofferto e soffriva ancora. Come Annabeth. Forse quelle due ragazze potevano sembrare gli opposti, ma avevano in comune molto più di quanto credessero. A partire dal sorriso che avrebbe potuto ingannare chiunque ma non di certo lui o gli occhi verdi e attenti di Percy.
Fissò il soffitto, il sole che sarebbe dovuto ancora sorgere, ma era un bel po' di notti che non riusciva a dormire pensando a Tals. Non sapeva neanche lui perché si ostinasse a chiamarla così, ma le piaceva il modo in cui lei sorrideva quando lo pronunciava.
Si sistemò meglio le mani dietro alla testa, lanciando un paio di maledizioni al giocatore di football che aveva accanto e che stava russando più di un bue in calore.
Per quel pomeriggio, Percy aveva implorato Annabeth di andare al centro commerciale e ovviamente, se Luke e Talia non si fossero messi in mezzo, niente sarebbe stato più lo stesso. Luke sorrise al ricordo di poche ore prima a cena, dove il moro l'aveva guardato talmente tanto male che se avesse potuto, l'avrebbe ammazzato seduta stante.
Si passò una mano sul viso, osservando la luna per un ultima volta, prima di dare le spalle alla finestra e tentare di dormire. Un paio di occhi azzurri e labbra sicuramente dolci che avrebbero di certo invaso i suoi sogni.
***
- Ok, io mi auguro che voi non siate quelle ragazze che passano ore nei negozi e che lasciano i malcapitati ragazzi in un angolo con la carta di credito che sta tremando – fece Luke, guardando Annabeth dallo specchietto retrovisore e Talia, seduta nel sedile anteriore del suo pick-up rosso.
Le due ragazze si lanciarono un'occhiata complice e Percy si sporse tra i due sedili di davanti. – Luke, siamo ancora in tempo per tornare indietro.
Non tornarono indietro ed Annabeth e Talia entrarono in tutti i negozi di scarpe e di abbigliamento che incontravano nell'enorme centro commerciale dal tetto a cupola, che lasciava filtrare la luce del sole. Logicamente, Percy e Luke dovettero fare la parte dei:"poveri fidanzati con la carta di credito fra poco alleggerita", rimanendo in un angolo del negozio ed andando poi a giudicare come stavano gli abiti alle due ragazze.
Nonostante i loro sforzi però, Talia e Annabeth li mandarono via senza troppi complimenti all'ennesimo "ti sta bene", senza sapere che mai, i ragazzi fossero stati più seri. Erano talmente belle e perfette ai loro occhi e, ne erano convinti, agli occhi di tutti, che anche un sacco della spazzatura sarebbe andato bene.
Dio cavolo, erano così belle da non sembrare neanche vere.
Dopo ore e molti, troppi, "ti prego" e "sto per morire", si fermarono nel primo Burger King che trovarono lungo il secondo piano del centro commerciale, fiondandosi dentro mentre le ragazze prendevano i tavoli e Luke e Percy facevano la fila per prendere il pranzo a tutti.
- Tadaa – fecero i due amici, mettendo i vassoi blu davanti alle due ragazze che sorrisero, battendo le mani.
- Cosa c'è qui? – domandò Talia, frugando nel vassoio tra lei e Luke e spostando dalla sua parte il bicchierone di Coca Cola col ghiaccio, i due panini con l'hamburger e le patatine, le due porzioni extra di patatine fritte e le crocchette di pollo da dodici.
- Ma che bravi ragazzi – canzonò Annabeth mentre Percy sporgeva la guancia chiara verso di lei con un sorriso strafottente sul volto.
- Un bacio per averti pagato tutto? – fece divertito, forse senza notare quanto Annabeth si irrigidì.
Osservò la guancia sbarbata, ancora sporta verso di lei e deglutì.
Solo un bacio sulla guancia.
Non sclerare.
-Sto aspettando - canzonò Percy.
Solo un bacio sulla guancia.
Non sclerare.
E prima che potesse avere ripensamenti, si sporse verso di lui, baciandolo piano, tornando subito dopo al suo posto.
Percy sorrise gongolante, sedendosi e aprendo la carta del suo panino.
Mangiarono, tirandosi di tanto in tanto le patatine e ridendo ogni tre secondi senza pensare a nulla, ma divertendosi e basta.
Era il "prendiamoci una pausa dopo due settimane sui libri", e se la meritavano eccome.
- Comunque, sono del parere che Talia è quella che ci ha dato dentro di più – scherzò Luke mentre lei gli tirava l'involucro delle crocchette di pollo in fronte.
- Aah ma zitto idiota, non è vero.
- Allora con quanti sei andata a letto? – domandò il biondo, poggiando il mento sulla mano e guardando la ragazza che aveva difronte con un'espressione fintamente innocente, sbattendo esageratamente le ciglia.
Talia rise mentre Percy e Annabeth li guardavano, palesemente divertiti.
La mora si ricompose, schiarendosi la voce e portandosi dietro l'orecchio un ciuffo sfuggito alla treccia.
- Dunque.. quattro o.. cinque più o meno – disse titubante mentre Luke sollevava un sopracciglio, scettico, e Percy e Annabeth attaccavano a ridere. Talia osservò tutti con aria truce nonostante un sorriso divertito che rovinava tutto. – Forse sei.. – il sopracciglio di Luke era ormai diventato un tutt'uno con i capelli che, per alcuni ciuffi gli ricoprivano la fronte.
- Ma perché non ve ne andate a cagare? – borbottò Talia divertita.
- Dai Tals – incalzò Luke, facendola inconsapevolmente sciogliere a quel soprannome.
- Dì la verità – fece Percy.
- Poi dovrò uccidervi – avvertì la mora mentre Annabeth stava ancora ridendo.
Talia prese un respiro, fintamente nervosa, – forse ho perso il conto – mormorò.
- Che cooosa? – e poi Luke attaccò a ridere, buttando la testa indietro mentre Percy diventava completamente rosso e la risata di Annabeth si faceva ancora più forte. – Andatevene tutti a cagare, stronzi – berciò Talia, pescando una patatina dalla confezione di Luke.
- Adesso tocca te – disse decisa, fissando gli occhi blu elettrico in quelli azzurro cielo del biondo che aveva davanti, – quante ti sei portato a letto?
Luke la guardò, le labbra schiuse e poi si voltò di scatto verso Percy, – dai, amico, tu quante ti sei portato a letto?
- eh no! – esclamarono Talia e Annabeth mentre il moro dava un pugno alla spalla all'amico che gemette divertito dandogli una manata.
- Non me la scampi! A quante tacche sei arrivato? – domandò Talia, sporgendosi verso Luke e incrociando le dita lunghe e affusolate sul tavolo.
Il biondo la guardò e poi allungò il pugno verso di lei, – ho perso il conto anche io! – esclamò ridendo e la ragazza lo imitò, facendo scontrare le loro nocche, palesemente divertita.
- Voi due siete un caso perso – constatò Percy mentre Talia e Luke si voltavano verso di lui di scatto, puntandogli un dito contro.
- Tocca a te – fecero all'unisono e il moro indietreggiò un po' per l'impeto della domanda.
Alzò le mani come a difendersi mentre sorrideva, – cinque volte, mi sono fermato all'inizio di quest'anno come quella stronza della mia ex mi ha mollato.
Luke alzò le sopracciglia prima di ridergli in faccia, battendogli una mano sulla spalla. - Povero piccolo. Una ragazza ha spezzato il tuo tenero cuoricino? – domandò, sporgendo il labbro inferiore mentre Percy lo mandava a quel paese senza mezzi termini e senza smettere di sorridere.
Le ragazze risero e Annabeth si passò una mano tra i capelli, ignara che in quel momento, sarebbe stato il suo turno. Talia si voltò lentamente verso di lei, un sorriso da intenditrice sul volto, e annunciò poi, con voce da presentatrice, – e dopo me e Luke primi in classifica con un "non mi ricordo" e Percy al secondo posto con cinque, abbiamo la signorina Annabeth Chase direttamente fuori dal podio per il suo imene ancora intatto! – fece con una mano chiusa a pugno vicino alla bocca a mo' di microfono.
I ragazzi risero mentre Annabeth li guardava con un mezzo sorriso, un po' confusa.
- Ma veramente io non sono vergine – disse tranquilla, facendo ammutolire i ragazzi.
- Potre.. – Talia si schiarì la voce, battendosi una mano sul petto con forza, – potresti ripetere quello che hai detto? – chiese, ancora scioccata.
- Non sono vergine – disse Annabeth, scandendo bene le parole e chiedendosi perché i suoi amici fossero così apparentemente sconvolti.
Per un attimo, al tavolo ci fu silenzio, prima che Talia e Luke potessero ridere e battere le mani con forza mentre Percy mostrava un sorriso teso.
Non riusciva neanche a capire il perché fosse così tanto sorpreso. Annabeth non era più una bambina ed era bellissima eppure, dal primo istante che l'aveva vista, aveva sempre dato per scontato che lei fosse ancora pura. Che lei fosse un angelo non solo esteticamente.
- E io che pensavo fossi la regina della castità – ammise il biondo, sorpreso.
- Non voglio avere storie, bla bla bla – smorfiò Talia, con una pessima imitazione della voce dell'amica che sorrideva in imbarazzo. – Non oso neanche chiederti chi ti abbia tolto il fiore, allora – fece, mentre Luke attaccava a ridere e Percy beveva Coca Cola come se fosse acqua naturale.
E a quel punto, successe una cosa strana.
Annabeth sbarrò gli occhi, facendo grattare la sedia sul pavimento, alzandosi poi di scatto.
- Torniamo in college, che dite?
***
Percy andò sul fondo della vasca, mettendosi le mani dietro la testa e osservando le bollicine che salivano verso la superficie.
Annabeth non era vergine.
Annabeth Chase, la ragazza che affermava di non aver mai avuto storie, che odiava le storie d'amore, non era vergine.
Non ci poteva credere.
Nonostante picchiasse come una professionista, era fermamente convinto che nessuno l'avesse mai toccata, che nessuno l'avesse mai vista priva della sua solita armatura.
Era stato uno shock per lui e lo era ancora, mentre ci pensava sul fondo della piscina.
Chiuse per un attimo gli occhi, perdendo la concentrazione per qualche secondo e salendo verso la superficie di un paio di centimetri. Si affrettò a tornare giù, lottando contro i ricordi che lo invasero senza il suo consenso.
" Mamma, Gabe il Puzzone ti ha dato uno schiaffo?", domandò con l'ingenuità di un bambino di undici anni. Sally sorrise triste tirando su col naso mentre gli passava una mano tra i capelli neri e Percy chiudeva gli occhi a quel contatto così dolce.
"Non chiamarlo così, tesoro" disse teneramente.
Il bambino arricciò il naso a quell'ordine velato, "Ti ha dato uno schiaffo?" domandò ancora, senza sapere davvero che cosa volesse dire.
Sally sorrise ancora, "Va tutto bene, piccolo mio. Va' a dormire adesso, d'accordo?" mormorò dolce, prendendo il volto del figlio tra le mani e lasciandogli un bacio sul capo. Percy serrò gli occhi per i secondi che le labbra della mamma erano poggiate sui suoi capelli scuri e dopo un'ultima carezza, Sally si chiuse la porta di legno sottile alle spalle.
Percy era piccolo, ma non stupido per non accorgersi che la mamma non gli avesse risposto.
Gli mancò il fiato a quei ricordi e uscì velocemente dall'acqua, issandosi sul bordo con ancora il fiatone. In quel momento, la collana con l'iniziale della mamma gli sembrò fin troppo stretta e ci passò sotto due dita, con il fiato corto e il cuore che batteva a mille.
Chiuse gli occhi, passandosi una mano sul volto e crollando con la schiena sul pavimento, lasciando le gambe immerse nell'acqua fino al polpaccio. Osservò il cielo ancora estivo, seppur per poco, ricoperto di stelle e respirò
lentamente mentre i battiti scendevano piano e lui iniziava a calmarsi.
Angolo autrice:
Tooooooornataaaaaa!
È tardi e io non riesco a dormire quindi, aggiornare e modificare era praticamente d'obbligo ahahahah
Spero tanto tanto che questo capitolo vi piaccia, così come spero mi facciate sapere che ne pensante anche perché, per quanto non sembri, è piuttosto importante ai fini della storia^-^
Grazie mille ancora, fiorellini!
Alla prossima,
Love yaa<3
P.S. Passate a leggere la nuova fanfic? La trovate sul mio profilo, si chiama Alive
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