Chapter ten.
Casa Berry, Lima, Ohio, 00:27
La giornata era giunta al termine. Rachel aveva passato ore per le strade di Lima accompagnata da Kurt e Blaine alla ricerca di Santana, la quale aveva ovviamente spento il cellulare e non si trovava da nessuna parte. I ragazzi avevano cercato nei parchi, nelle palestre, nei cinema e nei bar, ma la cheerleader sembrava essere scomparsa, quando però provarono a comunicare la cosa ai genitori della Latina, questi non sembrarono particolarmente preoccupati, affermando che era un comportamento normale da parte della ragazza quando qualcosa non andava: spariva per qualche ora per poter riflettere e restate da sola e poi tornava comportandosi come se non fosse successo nulla. Blaine confermò questo atteggiamento ma disse che nonostante ciò ogni singola volta in cui Quinn o i genitori di Santana lo avevano chiamato lui aveva sempre pensato che la ragazza sarebbe stata da Brittany, cosa improbabile in quel caso.
In teoria.
Rachel, la quale ancora non riusciva a togliersi dalla testa il momento in cui la sua ragazza aveva deciso di seguire Brittany invece di fermarsi con lei e poi la scena in cui le due ragazze erano accoccolate in un abbraccio, decise di andare a casa di Brittany per verificare con i suoi occhi l’assenza della Latina. Quando la porta d’ingresso di casa Pierce venne aperta, Rachel, Kurt e Blaine si ritrovarono di fronte la mamma della ragazza e la sorellina più piccola, la quale fissò i tre ragazzi con un espressione che pareva contrariata alla loro presenza.
“Voi non siete Santana.” Era tutto ciò che la bambina aveva detto prima di tornarsene in casa senza salutare i ragazzi, Whitney si scusò e disse che Brittany si trovava in camera sua, dopo aver fatto entrare i tre ragazzi chiamò la figlia, la quale scese dalle scale lasciando Blaine, Kurt e persino Rachel senza parole. In un primo momento i ragazzi notarono senza problemi quanto la ragazza in questione fosse devastata, le guance erano completamente rigate dalle lacrime, gli occhi erano gonfi e rossi, sembrava quasi facesse fatica a mantenerli aperti; non appena Brittany si accorse della presenza dei tre ragazzi però, la sua espressione si fece fredda, irritata, quasi impenetrabile, gli occhi della bionda si soffermarono a lungo sulla figura minuta della mora e, non appena Rachel chiese se Santana fosse con lei, la bionda rise. La sua risata non era però una risata genuina, affatto, si trattava di una risata amara, che rispecchiava perfettamente la distruzione che la ragazza provava in quel momento.
Quando affermò che non vedeva Santana da quando l’aveva lasciata andare affinché raggiungesse Rachel, i tre ragazzi annuirono, la bionda poi chiese gentilmente ai ragazzi di uscire da casa sua e lasciarla sola, e così Rachel, Kurt e Blaine si ritrovarono nuovamente senza sapere dove potesse trovarsi Santana.
Dopo cena Kurt e Blaine tornarono alle loro case e Rachel passò le successive ore in camera sua, accanto alla finestra, con il telefono in mano chiamando Santana e poi aspettando una sua chiamata in risposta. A mezzanotte e mezza Rachel iniziò a sentire picchiettare alla finestra di camera sua, quando la aprì trovò Santana nel suo giardino; in pochi secondi la mora uscì dalla porta d’ingresso per raggiungere la Latina.
“Santana! Dio, dove sei stata?” La mora esclamò avvicinandosi alla sua ragazza, la quale si lasciò completamente andare contro il corpo di Rachel, la mora grugnì disgustata quando l’odore che il corpo della Latina emanava raggiunse le sue narici. “Santana…” Rachel portò la ragazza in camera sua, non senza fatica, e dopo averla fatta sdraiare sul suo letto chiamò i genitori della Latina informandoli che Santana si trovava con lei, nuovamente la mora si ritrovò particolarmente sorpresa quando il tono del padre della cheerleader non trasmise alcuna emozione relativa al ritrovamento della figlia. Quando Rachel si voltò per prestare nuovamente la sua attenzione alla Latina, trovò la sua ragazza in piedi accanto al letto e completamente nuda; la mora sospirò e cautamente si avvicinò alla cheerleader cercando di convincerla ad infilarsi sotto le coperte.
“Nonmibacinemmenoprima?” Le parole della Latina erano quasi impossibili da comprendere ma la mora capì comunque senza particolare difficoltà quali fossero le intenzioni della ragazza, soprattutto considerando che la conosceva da tempo e sapeva perfettamente com’era abituata dopo aver bevuto per un lasso di tempo indecifrabile.
Rachel scosse la testa e riuscì a far stendere la Latina nel suo letto coprendola immediatamente, in pochi secondi la ragazza si rannicchiò su se stessa e si addormentò. La mora sospirò per la milionesima volta da quando aveva trovato la sua ragazza nel giardino di casa sua e si sedette accanto alla finestra e passò così la notta alternando il suo sguardo tra il cielo quasi nero e la ragazza addormentata nel suo letto.
Il mattino seguente Rachel aspettò che Santana si fosse svegliata, avesse realizzato dove si trovava, avesse mangiato la colazione che la mora l’aveva obbligata a finire, si fosse lavata e preparata, prima di farla sedere sul suo letto e comunicarle che quel giorno non sarebbero andate a scuola.
“Rach, no. Non posso saltare scuola, salterei anche l’allenamento di cheerleading e la Sylvester-” Santana disse alzandosi e scuotendo la testa, era già perfettamente a conoscenza del fatto che la sua coach l’avrebbe uccisa non appena fosse entrata in palestra, era già un miracolo se sul suo cellulare non c'era un suo messaggio in cui le comunicava di essere fuori dalla squadra. Una delle regole era di non saltare mai, per nessuna ragione, un allenamento.
“Avresti una scusa per essere scappata ieri. Non ti sei sentita bene e infatti oggi sei rimasta a casa.” La mora affermò in tutta serietà, quella serietà fece deglutire la Latina non sapendo a cosa fosse dovuta. Cioè, ovviamente lo sapeva, ma non voleva ricordare, non voleva pensare, non voleva soffrire ulteriormente, e sapeva perfettamente che se fosse rimasta con Rachel avrebbero parlato, e no.
“Non mi crederebbe mai.” La Latina disse cercando di trovare comunque una via d’uscita per evitare di passare tutta la giornata fuori da scuola con la sua ragazza. Qualche ora prima non avrebbe mai pensato che avrebbe sostenuto una cosa del genere, che avrebbe veramente preferito andare a scuola che passare una giornata con Rachel. Ma tutto questo era prima che dovesse scegliere. Prima che si sentisse un tale schifo.
“Non ha le prove per affermare il contrario.” Rachel affermò con la stessa serietà precedente, e la cheerleader alzò gli occhi al cielo sapendo benissimo di non aver alcuna via d'uscita. Sconfitta si sedette nuovamente sul letto e guardò la sua ragazza con aria di sfida, sperando di riuscire almeno ad evitare quell’argomento.
“E dove vorresti andare?” Santana chiese, era già pronta a proporre lei qualche posto, come il parco, il luna park, il cinema, qualunque luogo sarebbe stato l’ideale per distrarre la sua ragazza e non rischiare di parlare di quello che era successo il giorno prima.
“Per conto mio possiamo anche restare a casa, dobbiamo parlare.” La risposta di Rachel spiazzò la Latina, non credeva proprio che avrebbe iniziato subito con la richiesta che parlassero. Santana cominciò nuovamente a scuotere la testa e si alzò dal letto pronta ad uscire dalla camera della sua ragazza nel caso in cui suddetta ragazza continuasse ad insistere.
“Rachel, no. Io non parlo, lo sai, non ho mai parl-” Santana iniziò immediatamente ad obiettare cercando degli appigli per far capire alla sua ragazza che non era nel suo carattere chiarire qualche fraintendimento o chiarire qualunque cosa succedesse. Così come non era nel suo carattere esprimersi, cosa che Rachel sapeva perfettamente.
“E secondo te perché è finita così con Brittany?” Ouch. La Latina guardò la sua ragazza sorpresa, così come non pensava che avrebbe immediatamente cercato di convincerla a parlare, non avrebbe mai creduto che iniziasse immediatamente a tirare fuori l’argomento “Brittany.” Chiunque era a conoscenza del fatto che quell’argomento non doveva essere toccato da quando le due cheerleader avevano smesso improvvisamente di parlare.
“Non è una mossa corretta parlare di quell’argomento.” Santana affermò voltandosi e dando la schiena a Rachel. Sentì la sua ragazza sospirare e iniziò a sentire dietro gli occhi il calore che di solito precedeva le lacrime, Brittany, Brittany, Brittany. Quel nome continuava a ripetersi da solo nella sua testa e Santana voleva urlare, urlare per far capire a Rachel che non voleva parlare, urlare per far capire al mondo che non voleva parlare, urlare per sovrastare il suono di quel nome.
“È un vero peccato perché è esattamente ciò di cui dobbiamo parlare.” La mora disse all'improvviso dopo qualche secondo di silenzio; la Latina non capiva da quando fosse diventata così spavalda, ma, effettivamente, stando insieme non poteva essere altrimenti.
Considerando il fatto che la Latina non aveva intenzione di parlare di nulla, cosa della quale la mora era perfettamente a conoscenza, la buona volontà di chiarire i problemi rimaneva completamente nelle mani di Rachel.
“Lo so…” La Latina sussurrò arrendendosi e sedendosi sul letto, questa volta definitivamente. Non voleva parlare e probabilmente non avrebbe mai voluto farlo, ma lo doveva alla sua ragazza. Se voleva continuare a definirla così. Santana alzò lo sguardo e i suoi occhi inondati nuovamente di lacrime incrociarono quelli quasi freddi della sua ragazza e questo la spaventò immediatamente.
“Bene. Io ti dico solamente che non sono arrabbiata, e non lo ero nemmeno ieri, perciò non avresti dovuto scap-” Gli occhi della mora si addolcirono quando videro la paura negli occhi di Santana, non voleva lasciarla, non voleva litigare, doveva semplicemente mantenere la maschera per convincere la ragazza a parlare. Rachel fu però interrotta dalla cheerleader che spostò lo sguardo posandolo sulla finestra della camera della mora.
“Non è stato per te che sono scappata.” Le parole della Latina erano fredde, senza emozioni, era chiaro che la mente della ragazza era già focalizzata sulla bionda e questo fece percepire a Rachel una fitta improvvisa al cuore. Ma dopotutto era stata lei stessa a voler parlare di Brittany, no?
“Ah.” La mora non sapeva cosa dire, sapeva che parlare con la bionda sarebbe stata dura per la Latina, ma per tutto il pomeriggio e la sera precedenti aveva creduto che Santana fosse scappata perché avesse paura di affrontarla e litigare a causa di Brittany, invece no.
“È stato per lei. Rachel…Io ho sempre cercato di proteggerla da tutto, okay? Sempre. Ho passato anni a farlo e probabilmente l’avrei fatto per tantissimi altri anni. E sai da cosa dovrei proteggerla adesso se fossimo ancora amiche? Da me stessa. Ieri era distrutta a causa mia. Ieri piangeva perché io l’ho distrutta. Le ho sempre detto di non essere lesbica oppure di non essere pronta. Non le ho mai detto di amarla. Le ho sempre detto che non potevo iniziare una relazione con lei. E appena lei si allontana, è esattamente tutto ciò che faccio con qualcun altro. Mi sentivo uno schifo. Avevo bisogno di non pensare.” La Latina aveva ricominciato a piangere. Lei non voleva piangere, Dio. Doveva parlare, doveva chiarire con la sua ragazza, non doveva piangere per Brittany. Piangere per lei avrebbe solamente complicato ulteriormente la situazione e Santana era perfettamente a conoscenza di ciò, ma per qualche ragione non riusciva a fermare le lacrime che avevano ricominciato a rigarle le guance.
“Okay. E dove sei stata?” Rachel stava cercando di mantenere la calma, di non piangere, di non arrabbiarsi. Non era detto che la Latina fosse ancora innamorata di Brittany, no? Le aveva solo parlato. E l’aveva consolata. E aveva scelto di andare con lei invece di rimanere con la sua ragazza. E l’aveva abbracciata. E aveva pianto per lei. E si era ubriacata per non pensare a lei.
“Da Puck.” La voce della Latina continuava ad essere fredda, priva di alcun tipo di emozione, e questo fece preoccupare ancora di più Rachel. Prima Brittany, ora Puck. Era una sequenza che tutti a scuola conoscevano, no? Quando Santana provava qualcosa di troppo con Brittany, andava da Puck per “normalizzarsi”.
“Capisco.” Rachel non poteva crederci, improvvisamente tutto era andato in frantumi. Avrebbero dovuto fare coming out con il Glee club. Avrebbero dovuto parlare con Finn e Brittany, poi avrebbero scelto la canzone, l’avrebbero provata e l’avrebbero fatta ascoltare a Kurt e Blaine per poi cantarla davanti a tutto il Glee club. Ora invece non avrebbero più fatto nulla di tutto ciò.
“Rachel…io-” La Latina iniziò la frase con un tono che fece rabbrividire la mora, la voce della cheerleader era piena di senso di colpa. Rachel chiuse gli occhi e una lacrima le rigò la guancia prima ancora che il suo cervello potesse registrare il fatto che lei stesse piangendo. La sua mano raggiunse immediatamente la guancia per asciugare quella lacrima.
“Lo so.” La mora disse in un sussurro. Poi aprì gli occhi ed improvvisamente le lacrime iniziarono a scendere senza che lei potesse fare nulla, senza che lei potesse controllarle. Gli occhi di Rachel erano fissi sulla Latina, la quale però aveva la testa bassa e non si era ancora accorta delle lacrime della mora. Quando però Santana guardò la sua ragazza – se ancora poteva definirla così – i suoi occhi si fecero grandi e si alzò immediatamente scuotendo la testa.
“No, no. Non abbiamo fatto nulla.” Santana continuò a ripetere come un mantra mentre avvicinò la mora al suo corpo abbracciandola stretta, iniziò a lasciarle dei baci sulla testa mentre le sue braccia continuavano a stringersi sempre più intorno al suo corpo. Dalla mora però non ebbe alcuna risposta e iniziò ad andare nuovamente nel panico.
“Ah no?” La Latina sentì le parole della sua ragazza, non riuscì a capire se il tono era sorpreso o ironico, l’unica cosa che sapeva però era che non poteva lasciare che la sua ragazza, perché Rachel era ancora la sua ragazza e lo sarebbe stata ancora e ancora, Santana non avrebbe rinunciato a lei, pensasse che fosse andata a letto con qualcun altro.
“No, te lo giuro.” La Latina disse stringendo ancora di più a sé la mora, cercando di farle capire che l’unico corpo che voleva accanto al suo, contro il suo, era quello della ragazza, non avrebbe mai desiderato nessun altro.
“Va bene.” La voce della mora era ancora priva di emozioni e la Latina si allontanò dalla sua ragazza per guardare negli occhi Rachel, la ragazza aveva smesso di piangere ma le lacrime precedenti stavano ancora rigando il suo volto. Santana posò entrambe le mani sulle guance della mora e asciugò dolcemente quelle lacrime.
“Rachel, dav-” Mentre la Latina cercò nuovamente di convincere la sua ragazza, continuava ad accarezzarle il volto e improvvisamente la mora sorrise, per gioia di Santana quel sorriso era sincero e genuino e sentì di essere nuovamente in grado di respirare senza problemi.
“Ti credo.” Rachel interruppe immediatamente la sua ragazza e avvicinò il suo corpo a quello di Santana e l'abbracciò a sua volta, le sue mani si aggrapparono alla schiena della Latina mentre la cheerleader continuò a lasciarle teneri baci sulla testa mentre la stringeva il più possibile a sé.
“Sai, quando ti sei addormentata qualche giorno fa, dopo – beh, lo sai. Ecco, mentre dormivi e ti guardavo, mi son detta che dovevo dimostrarti di volerti, che dovevo farti sentire amata. Ma mi rendo conto di non sapere come si fa.” La Latina iniziò a sussurrare nei capelli della sua ragazza mentre continuava ad accarezzare qualunque parte possibile del suo corpo, si sentiva in colpa per non averle dimostrato abbastanza, se l’avesse fatto Rachel non avrebbe mai dubitato di lei, non avrebbe mai creduto veramente che Santana potesse andare a letto con qualcun altro nonostante avessero ufficializzato la loro relazione, nonostante l’avessero detto ai suoi genitori, nonostante lo stessero per dire al Glee club.
“Te lo insegnerò io.” Le parole di Rachel erano dolci, e la mora si allontanò lentamente dal corpo della sua ragazza per poterla guardare negli occhi. Le due ragazze sorrisero teneramente e in pochi secondi le loro labbra erano finalmente le une contro le altre.
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