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Chapter four.

Santana era convinta di essere lei a possedere il terzo occhio messicano che prevedeva tutto, così quando rispose alla mora che non avrebbero tardato, non avrebbe mai pensato che le previsioni di Rachel sarebbero state quelle giuste. Anche se, effettivamente, la colpa del ritardo era proprio della suddetta nana, in quanto si era azzardata ad uscire dalla doccia ancora in accappatoio, nonostante si fosse portata con sé i vestiti. “Non ero sicura di essermi portata tutto in bagno” aveva ribattuto in sua difesa e, pochi secondi dopo, si era ritrovata la Latina dappertutto; le sue labbra sulle proprie, le mani che cercavano invano un posto su cui soffermarsi senza però sapersi decidere, e il suo corpo praticamente in collisione con quello di Rachel. Tutto ciò aveva causato un ritardo di ben quaranta minuti e, non appena le due ragazze ebbero varcato la porta di casa Lopez, la madre di Santana non aveva esitato a far notare loro questo ritardo.

“Pensavamo non sareste più arrivate.” Aveva esclamato la signora Lopez non appena aveva visto sua figlia entrare insieme a Rachel. La giovane Latina aveva alzato gli occhi al cielo salutando la madre con un bacio sulla guancia, solo per essere spinta leggermente dalla donna in modo tale da poter abbracciare la sua futura nuo-ermh, Rachel. “Santana, dov'è il tuo borsone dei Cheerios?” chiese la donna non appena notò la figlia con una semplice borsetta.

“Mi fermo da Rachel a dormire stanotte, credevo di avertelo detto, mami." La giovane Latina guardò la madre con occhi speranzosi mentre Rachel la fissava confusa, non avevano certo parlato di restare a dormire l’una dall’altra dunque dubitava vivamente che la cheerleader ne avesse parlato con la madre. Maribel alzò un sopracciglio guardando con un’espressione curiosa la figlia, poi sorrise scuotendo la testa.

“Santana, questo fine settimana ci sono qui tutti i nostri parenti, sai benissimo che non ti lascerei mai fuori a dormire.” Maribel notò il sorriso della figlia sparire e i suoi occhi rabbuiarsi improvvisamente, evitando lo sguardo della donna. “Lo siento, mija.” Santana alzò gli occhi al cielo quando la madre appoggiò la sua mano sul braccio della ragazza.

Mami, por favor!” La cheerleader cercò nuovamente di convincere la donna, questa volta cercò di far leva sull’amore che la madre provava nei suoi confronti mettendo in gioco i suoi occhioni dolci, sapendo che solitamente Maribel non riusciva a resistere a quello sguardo sul volto della figlia. Santana vide i lineamenti del viso della madre addolcirsi e quasi saltellò per la gioia.

Escucha a tú madre, Santana. Ella te ha dicho que tienes que quedarte aquí.” La Latina sentì dietro di sé la severa voce di sua nonna e dovette controllarsi per non alzare gli occhi al cielo nel girarsi verso la donna. Alma si trovava in piedi accanto a Maribel a braccia conserte e con uno sguardo accigliato, classica posa dei Lopez, secondo il padre di Santana.

Lo siento, abuelita. Ella es mi amiga, Rachel.” La giovane Latina cercò di cambiare discorso per non doversi sorbire i rimproveri di sua nonna. La cheerleader prese la mano della mora nella sua e l'avvicinò ad Alma che sorrise alla ragazza e le strinse la mano presentandosi, pochi secondi dopo la donna iniziò a fare domande riguardo la religione della mora e Santana si sentì improvvisamente a disagio e in colpa per la pressione che sua nonna stava causando a Rachel. Improvvisamente, però, il sangue nelle vene di Santana e Rachel si raggelò alla domanda che l’anziana donna pose dal nulla.

“Santanita, Brittany non ci farà compagnia questo fine settimana?” Le due ragazze si guardarono e Santana sbiancò, ovviamente non voleva parlarne e se avesse detto a sua nonna di un possibile litigio con la bionda, la donna avrebbe iniziato a porle domande e non avrebbe smesso molto facilmente. Anche Maribel sgranò gli occhi alla domanda della madre, aveva ovviamente notato l’anomala assenza della cheerleader nelle settimane precedenti, ma non aveva voluto domandare nulla alla figlia, in quanto, sapendo quale fosse il carattere di Santana, era sicura che questa non le avrebbe detto assolutamente nulla fin quando non si sarebbe sentita pronta per farlo. Quei pochi minuti di imbarazzo furono interrotti quando i presenti sentirono un urlo e videro una folta scia di capelli neri raggiungere la giovane Latina. Santana abbassò lo sguardo e vide Camila, la sua cuginetta, aggrappata alla sua gamba, la cheerleader sollevò la bambina all’altezza del suo fianco.

“’Tana! Sei arrivata! Ti stavamo aspettando, sai? Nicolas ci ha detto che eri da una tua amica, è lei? Io pensavo fosse BrittBritt! Dov'è Britt, ‘Tana? Arriva più tardi? Non vedo l’ora di vederla, ho tantissime cose da raccontarle!” La bambina iniziò a parlare senza nemmeno respirare e alla Latina ricordò immediatamente la mora che era a pochi passi da lei. Quando Santana iniziò a pensare a Rachel si accorse di non sentire più la mano della mora nella sua, l’aveva lasciata per prendere in braccio sua cugina ma, quando aveva riaperto la mano per far sì che Rachel l’afferrasse nuovamente, quest’ultima non l’aveva fatto. La cheerleader si voltò e notò immediatamente che la ragazza si era distanziata di qualche passo dalla famiglia e, quando la Latina la guardò confusa, Rachel accennò ad un semplice sorriso.

“Penso sia il caso che io vada a casa, sinceramente. Non voglio intromettermi in questo ritrovo di famiglia, mi dispiace.” Rachel sorrise nuovamente alla famiglia e, dopo aver volutamente evitato lo sguardo confuso di Santana, si girò e in pochi secondi uscì dalla casa chiudendo la porta dietro di sé.

Santana guardò i suoi parenti che la guardarono a loro volta confusi e, dopo aver dato un bacio sulla fronte a Camila, la rimise a terra ed uscì immediatamente di casa per raggiungere la mora. Inizialmente pensò che se ne fosse andata, ma poi notò che si trovava a qualche passo dalla strada principale e stava fissando il cielo a braccia conserte. La Latina si avvicinò cautamente e tentò di far scivolare la sue braccia intorno alla vita di Rachel ma la mora si spostò, la ragazza non si girò nemmeno e continuò a fissare le stelle. La cheerleader aprì la bocca per trovare qualcosa da dire ma venne immediatamente fermata da Rachel, che iniziò a parlare.

“So che non è colpa tua, San. Non sono arrabbiata con te, ma io non potrò mai competere con Brittany.” La mora finalmente si girò e la Latina notò le lacrime rigarle il viso, sentì quasi una fitta al cuore e non desiderava altro che avvicinarla a sé, abbracciarla e non lasciarla mai andare. “Non ho nemmeno bisogno di dilungarmi più di tanto su questo. Per te Brittany è…Brittany. E anche tutta la tua famiglia l'adora, e io non potrò mai essere come lei, Santana.” Rachel confessò in un sussurro portando di nuovo la sua completa attenzione alle stelle, Santana sospirò e le si avvicinò lentamente, prendendole il viso tra le mani e forzandola a guardarla.

“Rachel, ascoltami attentamente. Nessuno vuole che tu sia come Brittany, tutt'altro. Io non vorrei mai che tu assomigliassi a lei. Rachel, tu sei tu, e io voglio stare con te, pensi avrei fatto tutto quello che ho fatto nell’ultimo mese se veramente volessi che tu cambiassi? Pensi davvero che avrei passato tutto quel tempo insieme a te se ti volessi diversa? Non sono una delle persone migliori su questo mondo, e non sono nemmeno conosciuta per essere la persona più onesta, ma credimi, per favore. Io voglio che tu rimanga esattamente come sei, e non mi interessa se la mia famiglia mi chiede di Brittany, okay? Con il passare del tempo se ne faranno una ragione anche loro, mia mamma già ti adora, lo sai anche tu. Lo hai visto chiaramente quando siamo arrivate poco fa e-” Le parole di Santana vennero interrotte dalla porta d’ingresso che si aprì, la Latina spostò velocemente le sue mani dal viso di Rachel ma prese immediatamente la mano della mora nella sua, per poter mantenere il contatto e non lasciarla andare. Sulla porta c’era la nonna della cheerleader a braccia conserte che le fissava.

“Santana, torna dentro, non vorrai ignorare la tua famiglia, vero?” La donna sembrava irritata e Santana sapeva benissimo che odiava quando non le prestava l’attenzione desiderata, ma non aveva alcuna intenzione di lasciare Rachel fuori con i suoi dubbi e le sue insicurezze.

Abuelita, Rachel non sta bene, finisco di parlarle e rientriamo. Insieme.” La giovane Latina rispose a sua nonna, la quale la guardò nuovamente con uno sguardo accigliato e, dopo aver sbuffato, rientrò in casa chiudendo la porta. La cheerleader alzò gli occhi al cielo e si voltò per continuare il suo discorso alla mora, ma quest'ultima scosse la testa e sorrise.

“Possiamo parlarne in un altro momento, Santana. Tua nonna non sembra gradire molto la mia presenza, forse è meglio che io torni a casa, ci vediamo quando loro vanno via, se per te va bene.” Rachel sorrise alla Latina per farle capire che non c’era alcun problema e che poteva tranquillizzarsi, ma Santana non sembrava affatto averne la minima intenzione. La cheerleader, infatti, afferrò la mora per il polso e l'avvicinò di scatto a sé.

“Se vai via tu, io ti seguo. I miei parenti vengono a trovarci quasi ogni fine settimana, io con te sto costruendo qualcosa, e non ho intenzione di rovinare tutto per un loro capriccio.” Santana non diede a Rachel il tempo per controbattere avvicinando le sue labbra a quelle della ragazza. La mora sorrise e iniziò a rilassarsi portando le sue braccia intorno al collo della Latina ma quando quest'ultima tentò di approfondire il bacio, Rachel cercò di parlare per fermarla.

“San…sia-siamo davan-” La mora fu nuovamente interrotta dalle labbra della Latina che con insistenza cercavano le sue, Santana annuì alle parole di Rachel mente seguiva ogni movimento della ragazza che cercava di porre qualche millimetro di distanza tra le due.

“Lo so. Zitta e baciami.”

Spazio Autrice:

Saalve, siccome questo capitolo è abbastanza corto rispetto agli altri potrei pensare di pubblicarne un altro verso sera.

Fatemi sapere se lo volete e magari anche cosa ne pensate fino ad ora. 🌷

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