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CAPITOLO 36

Non riesco a dar voce ai miei pensieri.
Non riesco a dire niente.
È come se la sua figura mi bloccasse.
È come se la sua presenza mi trasformi in qualcuno che non so.
So di essere stronza nei suoi confronti.
So di essere fredda nei suoi confronti.
So anche che cambio idea ogni minuto.
Quando sono alterata non guardo in faccia nessuno.
Ma quando non lo so mi faccio influenzare dal momento.

<<Sapevo che eri ordinata>> osserva toccando un quaderno sulla scrivania.

<<Perché dovevi essere qui stasera?>> gli chiedo mantenendo le distanze.

Si gira portando con sé una ventata di aria fresca, mi guarda come se stesse facendo un provino per una casa di moda, con quei capelli poi...se fossi una maniaca sessuale gli sarei già saltata addosso, ma sono Chloe Morris, e anche se non mi è indifferente devo rimanere nella mia posizione.
Si avvicina piano, fin troppo direi, e quando è ad un palmo di mano: <<È tardi per parlare>> e si toglie la giacca appoggiandola alla sedia della scrivania seguita poi dalle scarpe.

<<Ma che diavolo->>

<<Non fare domande ti prego...>> mi supplica avvicinandosi di nuovo <<...andiamo a dormire e basta>> mi lascia di stucco mentre si siede sul mio letto e fa come se fosse a casa sua.

Continuo a fissarlo, cerco di tenere la voce ferma ma: <<Tu dormi qui?>> balbetto come una scema mentre lui, come se fosse una cosa normale, batte la mano sul materasso invitandomi ad entrare con lui nel mio letto.

<<Forza non fare la timida, hai già dormito con un uomo>> cerca di incoraggiarmi ma senza successo.

Aspetta un attimo...che?! E come se mi leggesse un'altra volta nella mia intricata mente: <<Pensi che non lo sappia che hai dormito con mio fratello?>> mi prende in giro facendomi arrossire e dubitare allo stesso tempo.

Come fa a saperlo?
Glie lo ha detto Andrew?
Perché glie lo avrebbe detto?
Perché spifferarlo ai quattro venti?
Perché non tenerselo per sé.
E poi abbiamo dormito insieme solo per i miei incubi.
La colpa è sempre loro.
Anche se in questo periodo non vengono a bussare alla mia porta.

<<Pensi di stare lì impalata ancora per molto?>> continua a chiedere spazientito e mentre sto per raggiungerlo: <<E Charly?>>

È da quando si è appropriato del mio solo ed unico fidanzato che sbuffa, e giuro che se lo rifà di nuovo: <<Non torna stasera>> sbuffa di nuovo sdraiandosi e mettendosi comodo.

<<Allora dormo nel suo letto>> decreto tirando indietro le sue coperte e sedendomi sul letto della mia coinquilina.

Spengo la luce senza neanche dargli il tempo di rispondere e cerco in qualche modo di prendere sonno ma è difficile.

Come posso addormentarmi nella stessa stanza con lui?
Come posso addormentarmi quando non voglio?
Come posso pensare certe cose?
Perché faccio un passo avanti e dieci indietro quando si parla di lui?
Perché mi lascio travolgere dalle mie emozioni?
In questo momento sto sudando sette camicie e in stanza fa freddo.
Perché il mio corpo reagisce così?
Perché non ha un collegamento con il cervello che è l'unica parte razionale che ancora funziona?

<<Certo che io non ti capisco proprio>> tuona la sua voce nel buio della stanza facendomi sobbalzare leggermente sul letto.

<<Semmai è il contrario>> ribatto mentre mi giro su un lato verso il mio letto per cercare di scorgere qualcosa ma niente, è troppo buio.

<<Sei proprio testarda, non capisci neanche quando una persona ci tiene a te>> continua a dire offendendo la mia persona.

Allungo la mano quel che basta per cercare l'interruttore che successivamente inonda la stanza di luce costringendolo a mettersi le mani sugli occhi non aspettandosi che lo avrei fatto, e mentre mi metto seduta: <<Non dire cose che non sono vere, non mi conosci Alexander e non ti permetto di->>

<<Di cosa Chloe? Cosa c'è di male nel conoscere una persona? Tu parti subito con dei pregiudizi su persone che conosci solo per quello che gli altri ti dicono, ma cosa ne sai che sono brave persone e non delinquenti come ti hanno raccontato? Oppure sono dei delinquenti ma dietro di loro si cela anche del buono?>> sbraita contro di me riducendomi in cenere.

Mi sento piccola.
Troppo piccola.
Ha centrato in pieno il punto.
Il mio grande problema.
I pregiudizi.
Ascolto troppo i pareri delle persone.
Mi faccio influenzare.
Lo so.
Poteva anche evitare.
Ma ha ragione.

<<E tu chi sei dei due? Il delinquente o il bravo ragazzo?>> gli domando guardandolo negli occhi, e pessima mossa.

Sono così neri che addirittura da qui non riesco neanche a vedere l'iride al centro dei suoi occhi, mi mettono abbastanza timore, soprattutto perché riesco a vedere il controllo che ha sulla bestia che vorrebbe uscire ma che riesce a domare.
So che non vuole mettermi paura, so anche che una volta mi disse che mi avrebbe protetta e non mi avrebbe mai fatto del male, ma se riesce a controllarsi lo sta facendo lo stesso, e non per me.

<<Scoprilo: esci con me, una sola volta. Andiamo a mangiare qualcosa, andiamo da Frank a prendere da bere o in qualunque altro posto tu voglia, e poi ti riaccompagno qui. Non penso di chiederti molto, no?>> propone dolcemente cambiando tono di voce.

Perché deve essere così?
Perché deve essere bipolare?
Io non capirò mai questo ragazzo.
Non che io comprenda il genere maschile, sia chiaro.
Però non so.
Ogni volta che siamo nello stesso posto mi sento come un cielo nuvoloso ma con il sole dietro.
E la cosa mi destabilizza.

<<Se accettassi la tua proposta poi mi lascerai in pace?>> cerco di trovare un accordo momentaneo.

<<Forse, lo scoprirai dopo il nostro appuntamento>> ribatte prima di girarsi nel letto e forse finalmente dormire.

Perché ho accettato?
Perché non ho messo una barriera come sempre per difendermi?
Forse perché ho fatto la cosa giusta.
Forse perché accontentandolo sarà la volta buona che poi si dimenticherà di me.
E io potrò andare avanti con la mia vita.
Con le mie ricerche.
Con il mio futuro, ammesso che ci sia.

****************************************

<<Certo che sono proprio belli>>

<<Si anche io penso la stessa cosa>>

<<Ha il volto rilassato, era da tempo che non lo vedevo così>>

Sto sognando, ci sono diverse voci ovattate che mi rimbombano in testa a cui non riesco ad affibbiare un volto, almeno non ancora.
Continuano a complimentarsi, a scambiarsi idee e opinioni, e forse anche il braccio che mi circonda il ventre è un'illusione, anche la stretta della sua mano nella mia è pura immaginazione, ma non gli occhi della mia coinquilina che mi guardano mentre osserva il mio viso con un sorriso a trentadue denti.

<<Ma buongiorno raggio di sole>> mi saluta mentre Tom la affianca guardandomi anche lui.

<<Si può sapere perché mi guardate con gli occhi a forma di cuoricino?>> domando con la voce roca di prima mattina.

<<Perché siete bellissimi>> mi fa l'occhiolino Tom facendomi successivamente balzare sul letto svegliando anche lui.

<<Tom perché devi sempre entrare nella mia stanza? Puoi anche andartene tu, prestazione perfetta stanotte>> mi dà una pacca sulla spalla girandosi dall'altra parte.

Io ero nel letto di Charly, come è possibile che sia ritornata nel mio?
E perché con Alex per di più?
Come ho fatto?
E poi ho capito bene?
Prestazione?

Mi alzo come una furia dal letto incurante di come sono vestita, prendo il catino che uso solitamente per mettere dentro la biancheria sporca da lavare e lo riempio di acqua fredda con un solo obiettivo.
Mentre gli altri due iniziano a ridere nel vedermi, Tom capendo immediatamente le mie intenzioni si arma di telefono non volendo far perdere la scena anche agli altri, e anche se faccio fatica con le braccia sollevo la mia arma e...

<<Ma si può sapere che fai?>> urla svegliandosi del tutto mettendosi seduto e strofinando le mani sulle braccia cercando di riscaldarsi.

<<Ti do due minuti per uscire dal mio letto, vestirti e andartene, altrimenti ti impedirò di eseguire le tue prestazioni alla lettera da adesso fino alla fine dei tuoi giorni>> lo guardo dritto negli occhi nel parlare prima di tornare in bagno e chiudermici dentro.

Appoggio le mani agli estremi del lavandino per riprendere fiato dopo il discorso che ho fatto pochi secondi fa ad Alex; era da tanto tempo che non mi comportavo così, che alzavo il tono di voce e che minacciavo una persona, certo l'ho sempre fatto però questa volta è stato diverso, come se mi fossi difesa da un attacco di cascata di parole che mi hanno ferita come persona.

Le donne non dovrebbero essere trattate come un oggetto con cui giochi un paio di ore e poi viene lasciato lì a marcire in un angolo, non dovrebbero essere trattate male non solo perché siamo donne, ma perché siamo anche persone, indipendentemente dal sesso a cui apparteniamo.
Bisognerebbe portare rispetto nei confronti degli altri, parola che ormai al giorno d'oggi non sanno neanche che cosa sia, perché non è un obbligo, ma un'azione spontanea che nasce in ognuno di noi.

<<Chloe puoi anche uscire, se n'è andato>> mi avvisa Charly bussando alla porta.

Riprendendomi dai miei pensieri esco cercando di trattenere la mia rabbia interiore e cercando di iniziare di nuovo la mia giornata. Sotto l'occhio vigile di Charly mi vesto con un semplice pantalone della tuta felpato blu, maglietta a maniche lunghe con felpa abbinata al pantalone e per concludere la giacca con i miei scarponcini.

<<Si può sapere almeno dove vai?>> mi domanda la mia coinquilina seduta sul suo letto.

<<Vado a studiare con Hunter, ci vediamo stasera ok?>> le rispondo senza neanche guardarla in faccia, prendo le chiavi e mi lascio la porta alle spalle.

Mentre cammino in fretta e furia per raggiungere il bar di Frank, dato che sono sempre in ritardo, ripenso al punto in cui sono arrivata nelle mie indagini: so che Emily stava con Mark ma poi si sono lasciati perché, a quanto pare, si è messa insieme a Luke che è il fratellastro di Hunter nonché il mio psicologo a cui ho raccontato del giorno della morte di mia sorella. Poi c'è la penitenza, in cui manca la lista di Emily il quale non ho ancora capito il perché è di così vitale importanza trovare, sono solo dei semplici numeri anche se adesso che ci penso potrebbe essere il giorno in cui Alex ha affibbiato ad Emily il "compito" di andare insieme a Luke, ma non c'è scritto cosa doveva fare, spero di capirlo prima o poi.

E poi c'è sempre la fatidica domanda: chi ha ucciso Emily? Chi voleva così tanto la sua morte?
La sua vita era spericolata, certo, ma non ha mai fatto del male a nessuno, perché eliminarla?

<<Finalmente>> allarga le braccia Hunter vedendomi entrare nel bar con il sottofondo della risata di James mentre asciuga i bicchieri, presumo della sera prima.

<<Scusa non ho sentito la sveglia>> appoggio la borsa sul tavolo e mi siedo di fronte a lui.

<<Va beh lasciamo perdere. Iniziamo?>>

E iniziamo questa tortura.



Verso sera

<<Direi che abbiamo finito, no?>> mi domanda stiracchiando le braccia all'indietro.

Io sono morta.
Ci siamo fermati solo perché James, forse per pietà o vedendomi disperata, ci ha portato da mangiare un panino e un bicchiere di coca cola e basta, per l'intera giornata sono rimasta circondata solo da libri, non ho potuto neanche uscire a prendere una boccata d'aria e riossigenare il cervello perché Hunter non capiva niente di niente, nel vero senso della parola.

Come fa ad essere un "genio" in quasi tutte le materie e avere problemi con botanica che è forse quella più facile?

<<Si direi, anche perché tra poco Frank apre le porte per la serata>> lo prendo in giro mentre sistemo nella borsa i miei libri e appunti.

<<Cavolo, non mi sono reso conto di come è passato il tempo>> si scusa grattandosi la testa con la mano sinistra con un sorriso da "ti prego perdonami".

<<Tranquillo, nessun problema>>

Ormai il mio sedere ha preso la forma della sedia, le mie gambe sono inesistenti e il mio cervello beh, quello ormai si è volatilizzato da ore.

Salutiamo James per averci sopportato per tutta la giornata, è strano che Frank non sia ancora arrivato al locale, di solito lui arriva prima di tutto, tranne oggi evidentemente.

<<Grazie davvero ancora Chloe, senza di te non avrei capito nulla e sarebbe andato male questo esame>>

Al prossimo "grazie" lo ammazzo, se c'è una cosa che odio è quando la gente continua a ringraziarti per ogni gesto che fai nei loro confronti in un arco di tempo di cinque minuti.
Mi limito a sorridere e a salutarlo prima di prendere strade diverse, lui per il suo dormitorio e io per il mio con l'idea di lasciarmi alle spalle questa giornata infernale composta solo di studio, ho la testa talmente pesante che in questo momento avrei voglia solo di tornare in camera e così come sono vestita andare a dormire per poi risvegliarmi domani mattina.

<<Ehi Chloe>>

<<Ciao Mark>> lo saluto avvicinandomi a lui intento a fumarsi una sigaretta con la schiena appoggiata ad un edificio e con essa una gamba rimanendo così in equilibrio.

<<Come mai così di fretta?>>

<<Ho appena finito di studiare con Hunter, sto andando al dormitorio per farmi una doccia e poi dritta a letto>> gli illustro il mio piano lasciandolo a bocca aperta.

<<Dormire? Ma tu sei pazza, stasera c'è una festa alla confraternita>> mi spiega cercando in qualche modo di convincermi ad andare.

<<Vedrò dopo la doccia in che condizioni sono...>> e nel parlare non posso fare a meno di guardare il braccio sul quale c'è <<...l'avevate preso insieme, vero?>> gli domando indicando il braccialetto di semplice tessuto bianco e nero, lo stesso che mia sorella portava sempre, o quasi.

Lo guarda anche lui, lo avvicina sempre di più al suo viso e sorride, come se gli avessi ricordato un momento felice: <<Mi ricordo ancora la sera in cui lo avevamo comprato: fuori dal campus, non mi ricordo dove, c'erano i mercatini di Natale ed Emily è andata avanti due giorni a pregarmi di portarla, così l'accontentai. Rimanemmo tutto il pomeriggio fino a sera inoltrata, nel girare per le bancarelle la prima cosa che vidi furono questi braccialetti legati insieme, la tizia che ce li ha venduti diceva che saremmo rimasti insieme per sempre>> sorride ancora di più, specialmente nell'ultima frase.

<<Ma così non è stato>> traggo le conclusioni ad alta voce facendogli inclinare di poco la testa in avanti.

<<Già, tre mesi dopo mi ha lasciato, perciò...>> mi risponde demoralizzato per poi alzare gli occhi all'altezza dei miei <<...io l'amavo Chloe, non puoi neanche immaginare cosa ho provato quando mi hanno detto che la mia anima gemella se n'era andata per sempre, che non l'avrei più rivista. Non fare il mio stesso sbaglio>> e se ne va lasciandomi sola a riflettere sulle sue parole.

Cosa significa che non devo fare il suo stesso sbaglio?
Era riferito a me, ovvio, ma perché?
Io non ho nessuno.
Io non ho trovato la mia anima gemella.
Non poteva riferirsi adesso.
In questo momento della mia vita.

Torno al dormitorio con la testa più pesante di prima, Charly si sta facendo una doccia facendosi riconoscere cantando a squarcia gola sotto la doccia, rido per non piangere e, aspettando il mio turno, vado a perlustrare quello che mi ha attirato la prima volta che sono arrivata qui.

Non serve l'ascensore, un po' di scale non hanno mai fatto del male a nessuno, e arrivata a destinazione spingo la maniglia antipanico che apre la visuale sull'intero terrazzo circondato da una ringhiera di ferro.

Trovo una scatola vuota sulla mia sinistra, forse per evitare di morire congelati qui e chiudersi l'unica porta d'uscita, e dopo averla posizionata nel giusto modo inizio a camminare fino ad appoggiarmi a quel mezzo di metallo.

È fin troppo alto qui, però mi sento libera.
Libera dalle oppressioni.
Libera di pensare.
Libera di fare quello che voglio.
Libera di sognare.
Libera di decidere.
Mi sento libera.

<<Non stai cercando di ammazzarti, vero?>> mi domanda la sua voce alle spalle.

<<E anche se fosse cosa ti importa?>>

Ad ogni suo passo che lo porterà ad avvicinarsi a me, i battiti del mio cuore aumentano sempre di più, non posso controllarli perché è il suo corpo che controlla il mio, e anche se cerco ogni volta di allontanarmi perché so che tutto questo è sbagliato, una parte di me mi dice che è giusto, che io devo andare avanti con la mia vita e soprattutto rischiare.

<<Non te lo lascerei fare, perché sei l'ancora che mi ha riportato in superficie...>> mi sussurra all'orecchio mentre con le braccia mi circonda la vita e fa aderire la mia schiena al suo petto <<...e non posso permettermi di perderti, perché se vai giù tu vado giù anche io>> mi stringe ancora più forte a sé, come se per lui contassi davvero qualcosa, e forse è così, ma per me?



SPAZIO AUTRICE✨⭐️
Buongiorno a tutti ❤️
Come state?
Le vacanze come procedono?
Quest'anno avete optato per : mare, montagna o casa?😎
Come pensate che finirà? Qualche idea o come sempre buio totale?😅🧐
Come sempre commenti e ⭐️
Alla prossima 🎀

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