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Capitolo 6

Capitolo 6

Darcy

Harry's pov.

«Era di questo che volevo parlarle. Mi hanno informato dalla reception del piano terra che non smette un attimo di piangere.»

Sentii il pianto di un neonato provenire dentro casa e guardai sorpreso Summer, che se ne stava in piedi di fronte a me, con le braccia incrociate sotto il seno. E che seno!

Senza dire nulla superai Summer facendo irruzione dentro casa sua, fregandomene quando la sentii chiamarmi alle mie spalle. Sapevo che mi stava seguendo e che non voleva che scoprissi qualcosa di davvero forte.

Svoltai l'angolo, entrando dentro quello che supponevo fosse il soggiorno della casa, per poi imbattermi in un seggiolino per bambini ai piedi del divano da cui proveniva il pianto. Fermai la mia corsa, avvicinandomi piano, non credendo a quello che vedevano i miei occhi.

«H-Harry fermati!» Gridò Summer, trovandosi ancora dietro di me.

Non le risposi e mi avvicinai al seggiolino dove al suo interno si trovava davvero un neonato che piangeva. Nel vedere questo bambino o bambina il mio cuore perse un battito, non volevo credere che Summer avesse avuto un figlio con qualcuno.

Mi abbassai all'altezza del seggiolino per ammirare con i miei occhi questa piccola creatura che continuava a lamentarsi, muovendo freneticamente mani e piedi, prima che Summer mi si piazzasse davanti prendendo in braccio il bambino.

«Shh la mamma è qui amore.» Disse al neonato, dondolandolo tra le braccia e ancora io non stavo capendo nulla.

Avevo mille domande da fargli, ma sopratutto volevo chiedergli chi fosse lo stronzo che la mise incinta. Volevo saperlo a tutti i costi perché dentro di me stava nascendo una brutta sensazione e non poteva essere gelosia, non ero geloso di lei, almeno non più.

«Chi è stato?» Chiesi digrignando i denti, rimettendomi nel frattempo in piedi e componendomi nel mio completo costoso.

«Cosa?» Chiese a sua volta stranita da questo mio cambio di umore e nel mentre si allontanò da me con il neonato ancora tra le braccia, continuando a dondolarlo cercando in tutti i modi di calmarlo.

«Chi è stato a farti questo?» Stavo per perdere la pazienza se non mi avesse dato una risposta, dovevo saperlo perché l'avrei preso a pugni appena me lo sarei trovato davanti.

Non mi importava più di Summer, ma meritavo una spiegazione a tutto questo. Ero stato io ad averla lasciata e anche se fosse non immaginavo che mi avrebbe sostituito così velocemente, diceva di amarmi e con ciò voleva dire che non era vero? Tutto quello che sapevo era che non ci stessi capendo nulla e volevo una spiegazione al più presto.

«Con quale diritto sei venuto fino a casa mia a parlarmi così.» Sbottò, facendo riprendere il pianto a quel neonato.

«Fallo smettere!» Le urlai contro. Se quel bambino non avesse smesso di piangere me ne sarei dovuto andare, non chiarendo questa situazione ed era l'ultima cosa che volevo al momento.

«Sei un essere spregevole!» Mi urlò contro, allontanandosi sempre di più da me. «Shh amore della mamma, la mamma è qui con te ora e non ti può succedere nulla di brutto.» Ammorbidì il tono di voce rivolgendosi al neonato. «Harry esci da casa mia e non farti più vedere, fammi questo piacere.» Disse infine con un tono più calmo di prima e la sentii tirare su con il naso. Stava piangendo a causa mia e non volevo questo.

«Dammi qua.» Dissi, avvicinandomi a lei e mettendo le mie braccia tra le sue per prendere in braccio la piccola creatura. Summer mise un po' di resistenza per non lasciarmelo, ma poi si arrese e così tra le mie braccia mi trovai un piccolo frugoletto che scoprii fosse femmina dal colore del suo ciuccio.

«Come si chiama?» Chiesi, ammirando il bel visino che mi osservava con due occhioni verdi, che appena la presi in bracciò si calmò subito.

«Il suo nome è Darcy.» Rispose dopo un po' Summer.

Guardai questa piccola e dolce creatura, notando un piccola somiglianza con la madre ed erano il piccolo naso e il colore dei capelli, per quei pochi peli che aveva sulla nuca, ma osservandola bene notai delle familiarità come il verde dei suoi occhi che era simile al mio, la forma della bocca identica alla mia quando ero bambino e le fossette che quando risucchiava il ciuccio si formavano sulle guance proprio come le mie e in quel preciso istante sentii come il mio corpo si risvegliò, facendomi battere il cuore e mandare in tilt il cervello.

Non poteva essere.

Questa bambina aveva così tanti dettagli simili ai miei, quelle familiarità erano mie, tutto di lei era uguale a me tanto da esserne la mia fotocopia. Continuai a guardarla meravigliato, studiando ogni minimo dettaglio e la conferma la ottenni solo quando alzai lo sguardo sulla figura di Summer.

Il suo sguardo non era rivolto a me, ma al pavimento, torturandosi le mani dall'agitazione che in quel momento non colpì soltanto lei ma bensì anche me. Quando realizzai il tutto, misi velocemente la bambina dentro il suo seggiolino, cercando di fare molta attenzione, e senza dire ancora nulla corsi verso la porta, volendo uscire immediatamente da questa casa.

Summer's pov.

Quando sentii chiudersi la porta di casa con un piccolo colpo, mi sedetti sul divano portandomi le mani ai capelli. I miei occhi presero a lacrimare per quello che era appena successo. Non ci volevo ancora credere. Harry scoprì di essere il padre di Darcy e che fece? Il codardo scappò non appena se ne rese conto.

Non avrei mai creduto che venire a New York si rivelasse un totale fallimento. Non avevo un lavoro, per non pensare che avevo utilizzo quasi tutti i risparmi che avevo per venire fino a qui. Incontrai per uno scherzo del destino colui che avrei tanto voluto dimenticare e invece eccolo qui a fare irruzione in casa mia, scoprendo poi l'ultima cosa che non doveva scoprire.

Tutto questo era un inferno, ma non dovevo abbattermi perché Darcy doveva crescere e non potevo mollare proprio ora. Mi sarei trovata un altro lavoro, avrei mantenuto questo appartamento e fatto crescere la mia bambina. Dovevo solo dimenticarmi di questo accaduto e andare avanti con ogni mezzo possibile.

Venni risvegliata dai miei pensieri quando sentii il pianto della bimba, l'ennesimo di oggi, e di sicuro dovevo cambiarle il pannolino.

C'è la puoi fare Summer, tu sei forte.

Il giorno dopo...

Per tutta la notte non chiusi occhio, continuavo a pensare a lui, a quello che era successo il giorno prima ed ero tanto terrorizzata che potesse portarmi via Darcy, cosa che non gli avrei mai permesso.

Speravo che Harry tenesse fuori Darcy dalla nostra storia e che non si volesse vendicare per avergli tenuto nascosto di avere una figlia. Poteva benissimo avercela con me, ma non gli avrei mai permesso che se la prendesse con lei, era solamente una bambina innocente e non meritava di soffrire.

Con la bambina in braccio mi diressi in cucina per fare colazione, non prima di averla allattata. Ogni mattina, nel mentre che allattavo Darcy, creavo una lista mentale di cose da fare durante la giornata come prendermi cura di lei, pulire le varie stanze della casa, andare a fare un po di compere per riempire il frigo... ma oggi tra queste dovevo aggiungere la ricerca per un altro posto di lavoro.

Sentii suonare il campanello e il mio cuore prese a scalpitare forte. L'unica persona che poteva essere era lui e con questa consapevolezza tolsi la bimba dal mio seno, coprendomi, prima di dirigermi alla porta.

Con Darcy tra le braccia presi un gran respiro prima di aprire la porta. Il mio cuore perse altri battiti quando i miei occhi videro la sua figura dietro di essa.

«Ciao Summer.» Disse quando il suo sguardo incontrò il mio.

Continua...

Angolo Autrice:

Sto correggendo tutti i capitoli e apportando molte modifiche, ma tranquilli che la storia resterà uguale a come l'avevo scritta.

Spero come sempre che il capitolo sia stato di vostro gradimento e se volete potete lasciarmi un vostro parere.

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